Ottima analisi, soprattutto riguardo il finale aperto. Ho avuto la fortuna di vederlo in originale. E' indubbiamente il film meglio recitato che ho visto quest'anno. All'inizio devo ammettere che, nonostante sorridessi ogni tanto, soprattutto per i comportamenti bizzarri e immaturi di Ivan, il film mi stava sì piacendo ma ancora non mi stava convincendo appieno a livello di storia. Ma poi Sean Baker mi sorprende con una delle sequenze migliori che ho visto quest'anno, l'aggressione domestica, magistralmente diretta, coreografata, recitata e montata. Prima sembra che il film stia virando da rom com verso il thriller, ma poi il regista comincia a rendere la situazione sempre più assurda, con lei che si difende prima a suon di insulti, poi a morsi, con gli scagnozzi che cominciano ad avere paura di lei (Igor non vuole neanche farle del male) e col prete ortodosso che deve lasciare il battesimo ed è in preda all'ansia. Il pubblico, me compreso, non ha smesso di ridere per almeno mezz'ora. Lì ho sentito che il film stava diventando da buono ad ottimo. La ricerca di Ivan forse poteva essere sforbiciata, diventa un po' ripetitivo, con loro che vanno in diversi locali e mostrano la fotografia del ragazzo. Ma poi il personaggio di Igor comincia ad acquisire sempre più spessore, i suoi gesti di gentilezza conquistano il pubblico ma non Anora, ancora turbata per come sia stata usata da Ivan e dai suoi genitori. Poi c'è l'esplosione catartica che mi ha fatto scendere una lacrima. Sia la Madison che Borisov meritano un Oscar anche solo per la scena finale, senza musica che ti dice cosa devi provare, col solo rumore dei tergicristalli che continua anche nei titoli di coda.
Grazie per l'analisi molto precisa e dettagliata del film. Volevo aggiungere alcune sottolineature che mi hanno colpito. Il culmine del sogno che i due protagonisti vivono è rappresentato dal matrimonio che i due celebrano a Las Vegas, la città delle luci, dove i sogni svaniscono all'alba, che sarà lunga e amara per Anora quasi una presa di coscienza che Ivan non accetta fuggendo. Infine l'importanza del nome ( che ci identifica e dice chi siamo). Anora per tutto il film non vuole mai essere chiamata con il suo vero nome fino alla fine quando Igor la chiama per nome motivando anche il perché lo fa, (a lui piace il suo vero nome) praticamente la mette a nudo rivela la sua essenza e questo è ancora più evidente nel contrasto finale dove lei cerca di ringraziare nel solo modo che conosce ma lui sposta la cosa su un altro livello più personale e intimo, cerca di baciarla creando una fortissima tensione in lei che sfocia in un pianto che lui accoglie con un abbraccio facendo uscire la sua essenza.
Salve! Sono andato a vedere Anora, film premiato e quant'altro. I primi 15 minuti si vedono solo scene abbastanza chiare e fin qui tutto ok, poi mi è sembrato uno sciocco film teenager, poi una sorta di commedia alla francese, poi un po' di dramma qua e la, personalmente l'ho trovato un film con un grandissimo potenziale, ma di per sé un opportunità persa, un film sciocco, la cosa piú bella in assoluto secondo me è solo il finale, gli ultimi 5 minuti, quei 5 minuti valgono tutto il film secondo me, ma neanche me lo sono goduto a pieno perché per il resto della pellicola non si è capito che strada volesse prendere, tensione 0. Quindi mi trovo d'accordissimo con te.
@IlNarrattore-ue9qg eh, sono abbastanza d'accordo, anche se c'è della complessità vera quindi film sciocco non lo definirei. Sul fatto che sia una possibilità persa non so: capisco perché lo dici, ma dall'altra parte mi domando se invece lui non abbia pienamente colto la possibilità che stava cercando: un film che potesse piacere, non turbare, che fosse intelligente e sollevasse temi forti senza compromettersi troppo. Non lo dico a titolo di biasimo, mi domando proprio quale fosse la natura del progetto.
@IlCinemaDentroDiTe Io dico solo che la potenza di una buona intenzione si sarebbe espressa al suo massimo negli ultimi 5 minuti del film, quella parte secondo me è stata davvero intensa, ma neanche troppo dato che ha perso tutta la sua forza pensando a tutto ciò che è accaduto prima e soprattutto come è accaduta. Sinceramente è stato come vedere una sorta di 3/4 generi di film spezzettai in stile Benny Hill show. Non mi hanno fatto affezionare, non hanno approfondito, accade tutto veloc mente, ripeto... premiato a Cannes... mah. Secondo me è stata tipo una sorta di mossa di marketing per lanciare l'attrice, un po' come per Sidney Sweeney.
@IlNarrattore-ue9qg sì i generi ruotano tanto e non sempre con fluidità. La rotazione di genere è delicata, può generare momenti bellissimi e creare fratture che rompono il sogno.
Il finale eleva ciò che è venuto prima. Se quella scena di grande liberazione e autenticità di sentimento funziona, è perché c'è stata una costruzione prima. La consapevolezza di lei con l'unico modo con cui ha di mostrare gratitudine verso qualcuno che non l'ha giudicata.
@Manuel-ks9qo grazie per questa riflessione. Quello che dici sui finali è verissimo in sé, cioè che prendono forza non solo da se stessi ma dall'organicità di ciò che li ha preceduti. Questo è molto vero. Nel merito di questo film non sono certo che quest'organicità ci fosse nel secondo atto. Mi sa che dovrei rivederlo.
Mi piacerebbe tantissimo sentire una sua recensione sul vecchio film...ma sempre attuale della Wertmuller...con Giannini e la Melato ' sperduti in un isola deserta.....' perché il tema ricchi contro poveri pure è trattato sotto un punto di vista sottile...
Ciao Giovanni. Non ho ancora visto il film, ma in base alla tua recensione mi viene da pensare che entrambi i protagonisti abbiano la ferita da privazione...
ciao Giovanni. Iol ho molto amato questo film sebbene durante la visione non ero sicuro di capire dove stesse andando a parare. Però ho avuto delle belle sensazioni nella libertà che esprime sean baker nel prendere elementi da generi diversi, scardinarne gli stilemi e riproporli in una salsa "nuova". Ho sentito come una boccata di aria fresca. E poi in alcuni momenti mi ha spiazzato, per esempio nella scena dell'arrivo degli sgherri armeni, dove di fatto si fa violenza alla protagonista senza mai toccarla. È una scena di violenza, ma in sala ridevamo, perché fa oggettivamente ridere, però intanto le immagini facevano pensare a una riflessione più alta che si chiude/apre sul dettaglio della bocca di Anora che strilla "RAPE". Lì, ho proprio pensato alla forza di una scrittura che riesce a rendere comica una situazione così violenta (e attuale), senza dimenticare quanto sia importante parlarne. Ha solo usato un tono diverso e io l'ho trovato geniale. Poi sono stato trascinato dalla vicenda e a un certo punto ho pensato che avrei voluto seguire i protagonisti ancora un altro po', perché mi piaceva stare con loro. E poi quel finale splendido dove finalmente Anora piange e si sfoga, finalmente libera di esprimere questa sensazione grazie al legame sincero con l'irresistibile Igor. Tra l'altro, se non l'hai visto, ti consiglio di recuperare Scompartimento n. 6. film splendido nel quale recita Jura Borisov dando un'altra prova incredibile.
@lavolpe22 ciao Giuseppe grazie per il messaggio. Non so se l'ho trovato così nuovo e geniale. La commistione dei generi ormai è ovunque da un po', spesso usata come via d'uscita quando non si riescono a risolvere le questioni narrative. I tempi della scena di violenza a me sono sembrati lenti perché ci sono molti campi medi con tre attori in campo per diverse battute e questo lo rende teatrale, però sono percezioni soggettive. La scena finale è una bella idea narrativa, ma non mi ci sono sentito portato in modo organico fino in fondo. Vorrei sapere cosa pensi del montaggio, perché per me ci sono 20 minuti di troppo.
@IlCinemaDentroDiTe ciao Giovanni :) ti rispondo alle due cose, sul finale e la domanda sul montaggio, in modo simile, ma con esiti diversi. Da una parte, per il finale, mi sono chiesto a un certo punto come facesse il personaggio di Anora a non piangere mai, quindi ho pensato che prima o poi l'avrebbe fatto. Baker ha deciso di farlo nel miglior modo per il suo film. sulla domanda al montaggio invece, torno ancora su un'aspettativa spuntata durante la visione del film, che in questo caso è stata più la previsione di qualcosa che è sembrato scontato : cioè, il posto in cui ritrovano Vanja. Ecco, quando ho detto "beh sarà per forza lì" ho pensato che qualcosina avrebbe potuto accorciarla, sebbene, ripeto, io abbia amato questa deriva narrativa che ha portato su binari senza meta :)
Caro Giovanni, grazie per la bella recensione. Volevo solo fare un appunto: il posto dove lavora Anora non è un bordello. E' uno strip club. Per quanto possa essere un ambiente degradato, le ragazze non sono prostitute ma spogliarelliste. Poi è a scelta individuale se le ragazze si prostituiscano o no. Forse per quello il regista ha un tono lieve nella prima parte. Nel locale non fanno sesso, si strusciano solamente. A New York non esistono bordelli legalizzati ma solo alcuni locali di strip. Questo è importante perchè Anora non è una sfruttata, ma una che per scelta e forse per difficoltà, o mancanza di educazione, oppure per soldi facili e veloci, sceglie di fare questa professione. Mi ha colpito infatti quando si rivela nel film il suo essere anche prostituta.
Concordo sulla durata, poteva essere sforbiciato di qualche minuto anche se non ho trovato particolari cali di ritmo. Ad una prima visione ammetto di essere stato travolto dal film quindi non ho visto particolari difetti, ed il finale ha una potenza rara (specialità di Baker, basti solo pensare al bellissimo finale di The Florida Project). Un saluto da un vecchio ex studente civico!
Sono Adriana Volevo aggiungere a tutto quanto lei ha detto con cui mi trovo completamente d'accordo sia sui contenuti che il film trata sia sui tempi che all'inizio sono piuttosto lunghi facendo emergere un montaggio un po' da limare . Volevo aggiungere che nella scena finale Io ho colto anche oltre a quello che ha detto lei il fatto che Anora non vuole essere credere in un amore che vede nascere e si batte x non essere baciata perché il bacio è più intimo di un rapporto di sesso...ma poi crolla e piange e accetta di provare ancora a commuoversi.
@adrianavittuoni710 grazie per questo messaggio, che mette in luce qualcosa di prezioso del finale del film. Anora è abituata a essere adorata, bramata, ma non è abituata a essere amata. Non crede nemmeno più che qualcuno potrebbe accoglierla per quella che è. E in quella scena si trova davanti a questa realtà inaspettata. In sé, il momento è molto bello.
Dopo aver visto Tangerine,The Florida Project e Red Rocket di Sean Baker,sono andato a vedere in Sala quest’ultimo Anora.Rivedo in Anora tutta un’idea del regista dove le nuove generazioni trovano una difficoltà immensa nel diventare adulti e rapportarsi alla società come essi.Ragazze molto giovani che crescono troppo in fretta,come la madre Halley in The Florida Project o la manipolabile Strawberry di Red Rocket.Con un risultato che vede gli adulti che rimangono troppo bambini forse,come hai detto tu,per non uscire
da quel sogno.Poi trovo un velato segno di come Ani posso avere subito abusi,da come ha paura che Igor la volesse violentare al fatto che non vuole farsi chiamare Anora ma Ani,senza un motivo per specificato.Il finale racchiude tutto. Vedo l'ultima scena di "Anora" come un crollo esistenziale in cui l'unico modo in cui Ani può mostrare gratitudine è con il suo corpo in questo modo. Ma l'esplosione emotiva e psicologica del suo viaggio con Vanya la lascia in una situazione di stallo per andare avanti nel suo modo abituale di lavoratrice del sesso, il cui lavoro le impone di evitare qualsiasi legame umano sostanziale come quello che Igor sta forse cercando di creare.Un’altro tema può essere quello del consenso e di come quando lui tenta di baciarla in quel momento, per lei si tratta di superare un limite.Finale che racchiude molto.Primo atto un po’ troppo dilatato.Ma lo trovo un gran film che mi ha divertito e fatto riflettere.
Figurati se poteva essere fatto un film dove si parlava delle sex worker cone di donne sfruttate in una realta attuale dove proprio quelle sex worker ( molte fintamente) parlano di se come di donne libere di fare ciò che vogliono. Si cavalca sempre l'onda soprattutto nel cinema, altrimenti il regista per come vanno certe cose adesso e per come devono essere trattati certi temi, se la brucia quasi la carriera
Film noiosissimo. A partire dall'irruzione degli armeni va avanti col pilota automatico. Tutto prevedibile e le scene sono simili l'una all'altra. Due ore e un quarto di reiterazione della stessa situazione. Emozioni zero. Palma d'oro regalata
Ottima analisi, soprattutto riguardo il finale aperto. Ho avuto la fortuna di vederlo in originale. E' indubbiamente il film meglio recitato che ho visto quest'anno. All'inizio devo ammettere che, nonostante sorridessi ogni tanto, soprattutto per i comportamenti bizzarri e immaturi di Ivan, il film mi stava sì piacendo ma ancora non mi stava convincendo appieno a livello di storia. Ma poi Sean Baker mi sorprende con una delle sequenze migliori che ho visto quest'anno, l'aggressione domestica, magistralmente diretta, coreografata, recitata e montata. Prima sembra che il film stia virando da rom com verso il thriller, ma poi il regista comincia a rendere la situazione sempre più assurda, con lei che si difende prima a suon di insulti, poi a morsi, con gli scagnozzi che cominciano ad avere paura di lei (Igor non vuole neanche farle del male) e col prete ortodosso che deve lasciare il battesimo ed è in preda all'ansia. Il pubblico, me compreso, non ha smesso di ridere per almeno mezz'ora. Lì ho sentito che il film stava diventando da buono ad ottimo. La ricerca di Ivan forse poteva essere sforbiciata, diventa un po' ripetitivo, con loro che vanno in diversi locali e mostrano la fotografia del ragazzo. Ma poi il personaggio di Igor comincia ad acquisire sempre più spessore, i suoi gesti di gentilezza conquistano il pubblico ma non Anora, ancora turbata per come sia stata usata da Ivan e dai suoi genitori. Poi c'è l'esplosione catartica che mi ha fatto scendere una lacrima. Sia la Madison che Borisov meritano un Oscar anche solo per la scena finale, senza musica che ti dice cosa devi provare, col solo rumore dei tergicristalli che continua anche nei titoli di coda.
@andreacinefilo grazie per il tuo passaggio. Sono contento che tu abbia fatto un bel viaggio con questo film!
Grazie per l'analisi molto precisa e dettagliata del film. Volevo aggiungere alcune sottolineature che mi hanno colpito. Il culmine del sogno che i due protagonisti vivono è rappresentato dal matrimonio che i due celebrano a Las Vegas, la città delle luci, dove i sogni svaniscono all'alba, che sarà lunga e amara per Anora quasi una presa di coscienza che Ivan non accetta fuggendo. Infine l'importanza del nome ( che ci identifica e dice chi siamo). Anora per tutto il film non vuole mai essere chiamata con il suo vero nome fino alla fine quando Igor la chiama per nome motivando anche il perché lo fa, (a lui piace il suo vero nome) praticamente la mette a nudo rivela la sua essenza e questo è ancora più evidente nel contrasto finale dove lei cerca di ringraziare nel solo modo che conosce ma lui sposta la cosa su un altro livello più personale e intimo, cerca di baciarla creando una fortissima tensione in lei che sfocia in un pianto che lui accoglie con un abbraccio facendo uscire la sua essenza.
@NicolaBozzo Grazie mille. Perfetto quello che dici sul nome secondo me.
Salve! Sono andato a vedere Anora, film premiato e quant'altro. I primi 15 minuti si vedono solo scene abbastanza chiare e fin qui tutto ok, poi mi è sembrato uno sciocco film teenager, poi una sorta di commedia alla francese, poi un po' di dramma qua e la, personalmente l'ho trovato un film con un grandissimo potenziale, ma di per sé un opportunità persa, un film sciocco, la cosa piú bella in assoluto secondo me è solo il finale, gli ultimi 5 minuti, quei 5 minuti valgono tutto il film secondo me, ma neanche me lo sono goduto a pieno perché per il resto della pellicola non si è capito che strada volesse prendere, tensione 0. Quindi mi trovo d'accordissimo con te.
@IlNarrattore-ue9qg eh, sono abbastanza d'accordo, anche se c'è della complessità vera quindi film sciocco non lo definirei. Sul fatto che sia una possibilità persa non so: capisco perché lo dici, ma dall'altra parte mi domando se invece lui non abbia pienamente colto la possibilità che stava cercando: un film che potesse piacere, non turbare, che fosse intelligente e sollevasse temi forti senza compromettersi troppo. Non lo dico a titolo di biasimo, mi domando proprio quale fosse la natura del progetto.
@IlCinemaDentroDiTe Io dico solo che la potenza di una buona intenzione si sarebbe espressa al suo massimo negli ultimi 5 minuti del film, quella parte secondo me è stata davvero intensa, ma neanche troppo dato che ha perso tutta la sua forza pensando a tutto ciò che è accaduto prima e soprattutto come è accaduta. Sinceramente è stato come vedere una sorta di 3/4 generi di film spezzettai in stile Benny Hill show. Non mi hanno fatto affezionare, non hanno approfondito, accade tutto veloc mente, ripeto... premiato a Cannes... mah. Secondo me è stata tipo una sorta di mossa di marketing per lanciare l'attrice, un po' come per Sidney Sweeney.
@IlNarrattore-ue9qg sì i generi ruotano tanto e non sempre con fluidità. La rotazione di genere è delicata, può generare momenti bellissimi e creare fratture che rompono il sogno.
Il finale eleva ciò che è venuto prima. Se quella scena di grande liberazione e autenticità di sentimento funziona, è perché c'è stata una costruzione prima. La consapevolezza di lei con l'unico modo con cui ha di mostrare gratitudine verso qualcuno che non l'ha giudicata.
@Manuel-ks9qo grazie per questa riflessione. Quello che dici sui finali è verissimo in sé, cioè che prendono forza non solo da se stessi ma dall'organicità di ciò che li ha preceduti. Questo è molto vero. Nel merito di questo film non sono certo che quest'organicità ci fosse nel secondo atto. Mi sa che dovrei rivederlo.
Mi piacerebbe tantissimo sentire una sua recensione sul vecchio film...ma sempre attuale della Wertmuller...con Giannini e la Melato ' sperduti in un isola deserta.....' perché il tema ricchi contro poveri pure è trattato sotto un punto di vista sottile...
@LedaFerro-r9c grazie per aver ricordato un tempo meraviglioso del cinema...
Ciao Giovanni. Non ho ancora visto il film, ma in base alla tua recensione mi viene da pensare che entrambi i protagonisti abbiano la ferita da privazione...
@francescapettazzi954 può senz'altro essere letto così. Forse non solo. Ma facci sapere quando vai a vederlo.
ciao Giovanni. Iol ho molto amato questo film sebbene durante la visione non ero sicuro di capire dove stesse andando a parare. Però ho avuto delle belle sensazioni nella libertà che esprime sean baker nel prendere elementi da generi diversi, scardinarne gli stilemi e riproporli in una salsa "nuova".
Ho sentito come una boccata di aria fresca.
E poi in alcuni momenti mi ha spiazzato, per esempio nella scena dell'arrivo degli sgherri armeni, dove di fatto si fa violenza alla protagonista senza mai toccarla. È una scena di violenza, ma in sala ridevamo, perché fa oggettivamente ridere, però intanto le immagini facevano pensare a una riflessione più alta che si chiude/apre sul dettaglio della bocca di Anora che strilla "RAPE". Lì, ho proprio pensato alla forza di una scrittura che riesce a rendere comica una situazione così violenta (e attuale), senza dimenticare quanto sia importante parlarne. Ha solo usato un tono diverso e io l'ho trovato geniale.
Poi sono stato trascinato dalla vicenda e a un certo punto ho pensato che avrei voluto seguire i protagonisti ancora un altro po', perché mi piaceva stare con loro.
E poi quel finale splendido dove finalmente Anora piange e si sfoga, finalmente libera di esprimere questa sensazione grazie al legame sincero con l'irresistibile Igor.
Tra l'altro, se non l'hai visto, ti consiglio di recuperare Scompartimento n. 6. film splendido nel quale recita Jura Borisov dando un'altra prova incredibile.
@lavolpe22 ciao Giuseppe grazie per il messaggio.
Non so se l'ho trovato così nuovo e geniale. La commistione dei generi ormai è ovunque da un po', spesso usata come via d'uscita quando non si riescono a risolvere le questioni narrative.
I tempi della scena di violenza a me sono sembrati lenti perché ci sono molti campi medi con tre attori in campo per diverse battute e questo lo rende teatrale, però sono percezioni soggettive.
La scena finale è una bella idea narrativa, ma non mi ci sono sentito portato in modo organico fino in fondo.
Vorrei sapere cosa pensi del montaggio, perché per me ci sono 20 minuti di troppo.
@IlCinemaDentroDiTe ciao Giovanni :)
ti rispondo alle due cose, sul finale e la domanda sul montaggio, in modo simile, ma con esiti diversi.
Da una parte, per il finale, mi sono chiesto a un certo punto come facesse il personaggio di Anora a non piangere mai, quindi ho pensato che prima o poi l'avrebbe fatto. Baker ha deciso di farlo nel miglior modo per il suo film.
sulla domanda al montaggio invece, torno ancora su un'aspettativa spuntata durante la visione del film, che in questo caso è stata più la previsione di qualcosa che è sembrato scontato : cioè, il posto in cui ritrovano Vanja. Ecco, quando ho detto "beh sarà per forza lì" ho pensato che qualcosina avrebbe potuto accorciarla, sebbene, ripeto, io abbia amato questa deriva narrativa che ha portato su binari senza meta :)
@lavolpe22 Voi montatori. :-D
Caro Giovanni, grazie per la bella recensione. Volevo solo fare un appunto: il posto dove lavora Anora non è un bordello. E' uno strip club. Per quanto possa essere un ambiente degradato, le ragazze non sono prostitute ma spogliarelliste. Poi è a scelta individuale se le ragazze si prostituiscano o no. Forse per quello il regista ha un tono lieve nella prima parte. Nel locale non fanno sesso, si strusciano solamente. A New York non esistono bordelli legalizzati ma solo alcuni locali di strip. Questo è importante perchè Anora non è una sfruttata, ma una che per scelta e forse per difficoltà, o mancanza di educazione, oppure per soldi facili e veloci, sceglie di fare questa professione. Mi ha colpito infatti quando si rivela nel film il suo essere anche prostituta.
@Paolomarchettini1 grazie per questa precisazione assolutamente corretta e centrale. Hai ragione.
Grazie a te Giovanni!! Le tue recensioni sono sempre molto profonde e accurate. Grazie di cuore!
Concordo sulla durata, poteva essere sforbiciato di qualche minuto anche se non ho trovato particolari cali di ritmo. Ad una prima visione ammetto di essere stato travolto dal film quindi non ho visto particolari difetti, ed il finale ha una potenza rara (specialità di Baker, basti solo pensare al bellissimo finale di The Florida Project). Un saluto da un vecchio ex studente civico!
@gabrieletoresani grazie! Che piacere che ogni tanto torniate!
Sono Adriana Volevo aggiungere a tutto quanto lei ha detto con cui mi trovo completamente d'accordo sia sui contenuti che il film trata sia sui tempi che all'inizio sono piuttosto lunghi facendo emergere un montaggio un po' da limare . Volevo aggiungere che nella scena finale Io ho colto anche oltre a quello che ha detto lei il fatto che Anora non vuole essere credere in un amore che vede nascere e si batte x non essere baciata perché il bacio è più intimo di un rapporto di sesso...ma poi crolla e piange e accetta di provare ancora a commuoversi.
@adrianavittuoni710 grazie per questo messaggio, che mette in luce qualcosa di prezioso del finale del film. Anora è abituata a essere adorata, bramata, ma non è abituata a essere amata. Non crede nemmeno più che qualcuno potrebbe accoglierla per quella che è. E in quella scena si trova davanti a questa realtà inaspettata. In sé, il momento è molto bello.
Dopo aver visto Tangerine,The Florida Project e Red Rocket di Sean Baker,sono andato a vedere in Sala quest’ultimo Anora.Rivedo in Anora tutta un’idea del regista dove le nuove generazioni trovano una difficoltà immensa nel diventare adulti e rapportarsi alla società come essi.Ragazze molto giovani che crescono troppo in fretta,come la madre Halley in The Florida Project o la manipolabile Strawberry di Red Rocket.Con un risultato che vede gli adulti che rimangono troppo bambini forse,come hai detto tu,per non uscire
da quel sogno.Poi trovo un velato segno di come Ani posso avere subito abusi,da come ha paura che Igor la volesse violentare al fatto che non vuole farsi chiamare Anora ma Ani,senza un motivo per specificato.Il finale racchiude tutto. Vedo l'ultima scena di "Anora" come un crollo esistenziale in cui l'unico modo in cui Ani può mostrare gratitudine è con il suo corpo in questo modo. Ma l'esplosione emotiva e psicologica del suo viaggio con Vanya la lascia in una situazione di stallo per andare avanti nel suo modo abituale di lavoratrice del sesso, il cui lavoro le impone di evitare qualsiasi legame umano sostanziale come quello che Igor sta forse cercando di creare.Un’altro tema può essere quello del consenso e di come quando lui tenta di baciarla in quel momento, per lei si tratta di superare un limite.Finale che racchiude molto.Primo atto un po’ troppo dilatato.Ma lo trovo un gran film che mi ha divertito e fatto riflettere.
@alessandroscarsetto grazie per il tuo passaggio. Condivido .
Figurati se poteva essere fatto un film dove si parlava delle sex worker cone di donne sfruttate in una realta attuale dove proprio quelle sex worker ( molte fintamente) parlano di se come di donne libere di fare ciò che vogliono. Si cavalca sempre l'onda soprattutto nel cinema, altrimenti il regista per come vanno certe cose adesso e per come devono essere trattati certi temi, se la brucia quasi la carriera
Che film della madonna Lilya 4 ever!
@DavideBondielli vero?
Film noiosissimo. A partire dall'irruzione degli armeni va avanti col pilota automatico. Tutto prevedibile e le scene sono simili l'una all'altra. Due ore e un quarto di reiterazione della stessa situazione. Emozioni zero. Palma d'oro regalata
@giovannigreco8481 grazie per il tuo messaggio. Eh sì, qualche problema come dicevo ce l'ho visto anch'io.