Smile e Idles - Una questione di una certa urgenza

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  • Опубліковано 20 жов 2024
  • Tra i parametri preferiti della critica c'è sempre stato quello dell'urgenza creativa, ma cosa significa esattamente, e come si misura?
    ⬇ ⬇ ⬇ OH GUARDA QUA CHE CI STANNO I LINK UTILI EH ⬇ ⬇ ⬇
    🎶 Eccovi qualche link per ascoltarvi i due album:
    The Smile "Wall of Eyes"
    • SPOTIFY: open.spotify.c...
    • APPLE MUSIC: / wall-of-eyes
    IDLES "TANGK"
    • SPOTIFY: open.spotify.c...
    • APPLE MUSIC: / tangk
    🍹 LISTA delle robe interessanti citate durante il video (in ordine di apparizione):
    XL Recordings
    Partisan Records
    The Smile “A Light for Attracting Attention” • The Smile - A Light Fo...
    Black Country, New Road “Live at Bush Hall” • Black Country, New Roa...
    Black Midi “Hellfire” • Black Midi - Hellfire ...
    Mamalarky “Pocket Fantasy”
    Crack Cloud “Tough Baby”
    Arctic Monkeys • Arctic Monkeys - Whate...
    Tim Hecker
    Scott Walker
    LCD Soundsystem
    Gang of Four “Entertainment!” unavoltahosuon...
    Genesis “Selling England by the Pound” unavoltahosuon...
    Devo • Devo - Q.: Are We Not ...
    🔥 Vi ricordo che se non vi bastano mai le mie balbettanti elucubrazioni c’è sempre il mio caro BLOG - unavoltahosuon... 🔥
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    ► genericamentegiuseppe@gmail.com
    🍹 Se invece volete solo far caciara con il sottoscritto c'è sempre il nostro GRUPPO TELEGRAM : t.me/ubudancep...
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    ✎ I miei video non parlano di ciò che è "giusto" o di ciò che è "sbagliato" ascoltare, servono al solo scopo di trasmettere ad altri appassionati materiale di RIFLESSIONE. Questo non significa in alcun modo e per nessun motivo che chi mi ascolta debba essere d'accordo con me altrimenti è nel torto, non è questo il compito di fare CRITICA o DIVULGAZIONE. Dare spunti di riflessione è il mio impegno, non dirvi che esiste un Vero e un Falso in musica, altrimenti farei il prete. Detto questo la critica è GIUDIZIO, perché se non ci fosse modo di discernere il brutto dal bello non esisterebbero né l'arte né i meme sulla pizza con l'ananas.
    🗳 Lista VOTI 2024:
    docs.google.co...
    Eh sì,
    ♦ c'è il canale TIKTOK:
    www.tiktok.com...
    ♦ ho anche INSTAGRAM:
    / ubu_dance_party
    ♦ e c’è la pagina FACEBOOK:
    www.facebook.c...
    🎭 Per chi non sapesse proprio fare a meno dei mei giudizi sul mondo sappiate che mi occupo anche di CRITICA TEATRALE e scrivo su: www.altreveloc...
    A presto seguaci, un abbraccio a tutti voi.

КОМЕНТАРІ • 48

  • @pekisch79
    @pekisch79 7 місяців тому +8

    Cliccare (quasi) a caso su UA-cam e trovare un perfetto sconosciuto che mette in discussione cose che amo profondamente. Terminare la visualizzazione e aver solo voglia di dire "grazie", perché non c'è niente di più prezioso del confronto, delle idee e delle parole, delle opinioni divergenti che fanno sì che si evolva, e si cresca.
    L'album degli Smile mi è apparso come "sublime" e anche dopo la sbornia iniziale continuo a considerarlo un lavoro molto valido, pur riconoscendo molte delle tue osservazioni.
    Vado a sbirciare gli altri tuoi video, curiosissimo di scoprire quale disco e quali artisti ti abbiano conquistato il cuore.

    • @ubudanceparty
      @ubudanceparty  7 місяців тому +2

      Grazie a te per il riscontro, sono felice di sapere che quello che passa non è un giudizio per il gusto di giudicare un’opera o peggio ancora un ascoltatore, ma proporre chiavi di lettura, riflessioni, analisi. Le verità sono roba da preti e predicatori, i dubbi invece sono (o dovrebbero essere) l’oggetto della critica.

  • @CarloGarof
    @CarloGarof 7 місяців тому

    Grazie!❤ Pienamente d’accordo

  • @antoniorondino9858
    @antoniorondino9858 7 місяців тому

    Incredibile, trovo per caso questo canale, ha pochissimi iscritti, sono d’accordo al massimo su 2 cose dette su 10, eppure trovo tutto ciò assolutamente fantastico e stimolante! Complimenti…

    • @ubudanceparty
      @ubudanceparty  7 місяців тому +1

      Grazie a te per questo bellissimo commento! Come dico sempre fare proseliti e dire cosa è vero o meno è il lavoro del prete, non del critico. Stimoli, idee, dubbi, poi però chi ascolta deve avere lo spazio per la sua opinione e il suo giudizio, che può anche essere diametralmente opposto a quello del critico. È proprio il bello di fare questo lavoro!

    • @antoniorondino9858
      @antoniorondino9858 7 місяців тому

      @@ubudanceparty esatto. In ogni caso sono molto curioso di sapere quali siano i tuoi dischi preferiti in questa epoca rock. Uno mi è sembrato di capire che sia Joy as an act…

    • @ubudanceparty
      @ubudanceparty  7 місяців тому

      @@antoniorondino9858 Preferiti o che ritengo importanti? Perché sono due cose molto, molto, molto diverse!

    • @antoniorondino9858
      @antoniorondino9858 7 місяців тому

      @@ubudanceparty quelli che ritieni importanti…quindi prescindendo dal gusto personale.

    • @ubudanceparty
      @ubudanceparty  7 місяців тому +1

      - Car Seat Headrest, “Twin Fantasy”, “Teens of Denial”
      - DIVORCE, “DIVORCE”
      - Parquet Courts, “Human Performance”
      - Birds Of Maya, “Ready To Howl”
      - Ty Segall, “Twins”, “Slaughterhouse”
      - Thee Oh Sees, “Carrion Crawler/The Dream”, “Protean Threat”
      - Idles, “Joy ad an Act of Resistance”
      - GEZAN, “It Was Once Said to Be a Song”
      - Parannoul, “To See the Next Part of the Dream”
      - Squid, “Bright Green Field”
      - Joanna Newsom, “Have One On Me”, Ys”
      - Soul Glo, “Diaspora Problems”
      - Sault, “Untitled (Black Is)”
      - Squadra Omega, “Squadra Omega”
      - La Piramide di Sangue, “Tebe”
      - Mai Mai Mai, “ϕ / Phi”
      - The Microphones, “Microphones in 2020”
      - Model/Actriz, “Dogsbody”
      - Buggin, “Concrete Cowboys”
      Sono indeciso se metterci “Hellfire” dei Black Midi, che però è un album che tendenzialmente mi convince poco, ma che esprime delle tendenze emergenti. Anche il revival del black metal ha prodotto cose egregie tipo “Das Tor” dei Paysage d’Hiver. Stessa cosa per “Live at Bush Hall” dei Black Country New Road, tensioni che sembrano muoversi verso stili sempre più canonizzati. Anche Niños del Cerro stanno sedimentando bene, così come la scena shoegaze orientale (cioè oltre a Parannoul, anche Shinsei Kamattechan che hanno un approccio diverso), o il pop schizzato di Shoji Meguro.
      Poche certezze, tanti dubbi.

  • @alessiopulga
    @alessiopulga 7 місяців тому +1

    Grandissimo❤

    • @ubudanceparty
      @ubudanceparty  7 місяців тому

      Così tanto che non entro più neanche nelle magliette comprate lo scorso anno, porca miseria.

  • @giuseppemaiavacca661
    @giuseppemaiavacca661 6 місяців тому +1

    Complimenti per la chiarezza, per il tuo modo di argomentare, davvero ottimi. Non mi esprimo, visto che non li conosco abbastanza, sugli Idles. Per quanto riguarda gli Smile (premessa doverosa: tutto cio che naviga attorno a Radiohead e Thom Yorke mi affascina e mi fa sentire felice e commosso come null'altro😅), capisco il tuo punto di vista, ma non lo sposo, nel senso che, a mio parere, la sensibilità musicale che traspare dai brani degli Smile travalica e mette in ombra quella "urgenza" di cui parli nel video. È un parere da "tifoso"😅, ovviamente, ma credo che Yorke e Greenwood siano tutt'altro che statici o, passami il termine, imborghesiti, e penso che ci si prospettino, non so in quali forme, sorprese di "ricerca" spiazzanti in futuro. E poi dai, hanno già fatto cose imprevedibili in passato, e in gran quantità, vedi quel, per me, capolavoro che risponde al nome di Amnesiac. O no? Grazie del tuo video, ti seguirò spesso 😊

    • @ubudanceparty
      @ubudanceparty  6 місяців тому +1

      Grazie per i complimenti, sempre immeritati!
      Sono contento che dal video tu non ti sia sentito influenzato né oppresso dal mio giudizio, perché non è il mio scopo, mi piace mettere al servizio di chi mi segue strumenti di analisi, poi ognuno è libero di usarli a suo piacimento.
      In passato Yorke e Greenwood sono riusciti a trovare una quadra che progressivamente si è caratterizzata per elementi riconducibili al progetto Radiohead e basta, marcandone l’estetica e costringendo gli epigoni a smarcarsi. Sicuramente hanno sperimentato, anche se quasi sempre dentro la forma canzone (non è un giudizio questo ma solo una constatazione). In “Amnesiac”, che tu citi, ci sono i Primal Scream, i Pavement, Autechre, Can, Nick Cave, Ride, e senza mai copiare nessuno emerge comunque uno stile, una scrittura, assolutamente originale e ipnotica (lo trovo molto più interessante di “OK Computer”, in tal senso).
      Detto questo credo che ormai quel canone si sia un po’ troppo cristallizzato diventando dogma, più che sperimentarlo ancora mi pare ne stiano creando brevi e inconcludenti digressioni, sicuramente suonate in modo impeccabile e con gusto, ma che risuonano più come echi che come uno spontaneo grido.

  • @albertodelia1086
    @albertodelia1086 2 місяці тому

    Sono d'accordo sugli smile ma sono in disaccordo con tangk. Per me è un racconto maturo di un uomo che dopo i 40 anni pensa a se stesso e oltrepassa i suoi scheletri. Ho apprezzato molto la cura del suono, il mio brano preferito è POP POP POP e secondo me potrebbe essere un nuovo punto di partenza per uno stile diverso da prima. Ancora più minimale e claustrofobico.

  • @PachankaDunk
    @PachankaDunk 7 місяців тому +1

    ottimi e molto interessanti i tuoi punti di vista e la tua analisi, per me cmq i the smile sono e rimangono essenzialmente una live band per me , forse l'esigenza è più quella di esibirsi dal vivo che scrivere album, credo che quello dei live sia il loro habitat più naturale, su gli idles non sono troppo d'accordo ma che importa! 🙏🙂

    • @ubudanceparty
      @ubudanceparty  7 місяців тому +2

      È comunque una tendenza interessante quelli che metti così velatamente a tavola, ovvero la costruzione di un album come necessità per poi andare a fare concerti. Lo diamo ancora per scontato, ma non è detto che sarà la regola. L’ultimo dei Black Country, New Road è una live che prima è andata su UA-cam e solo dopo sulle piattaforme streaming, tutti pezzi che non registreranno in studio. L’album che ha avuto maggior riscontro per Parannoul è stato la live del suo secondo lavoro in studio.
      Progressivamente l’egemonia del formato album-in-studio sta iniziano ad essere messa in discussione, che non significa in alcun modo una sua scomparsa, ma forse l’esigenza di alcuni artisti di esprimersi anche senza di esso ora che non è più strettamente necessario. Già gli Smile comunque sia arrivano dagli anni ’90-’00, dove il formato era fondamentale, oggi invece le nuove leve lo percepiscono sempre di più come ausiliario.

    • @PachankaDunk
      @PachankaDunk 7 місяців тому

      @@ubudancepartygrazie!

    • @alpiffero
      @alpiffero 7 місяців тому

      @@ubudanceparty Peraltro molti album "di studio" oggi sono registrati in presa diretta; i mezzi moderni ormai lo permettono. Come delle specie di "live al chiuso", i musicisti si trovano un giorno e suonano tutto in insieme. Negli ambiti che seguo io direi anzi che è piuttosto comune, non funziona giusto per chi vuole inserire delle elettroniche

  • @FLOS_11
    @FLOS_11 5 місяців тому

    Credo che, in parte, il senso di aver creato il nuovo progetto musicale dei The Smile fosse proprio quello di slegarsi un attimo dalle pretese del pubblico e della critica, senza dover rispondere alle aspettative per cui ogni album dei Radiohead debba essere necessariamente un lavoro originale ed irripetibile (nonostante questa aspettativa credo ci sarà sempre per qualsiasi lavoro legato a Thom Yorke/jonny Greenwood).
    Poi penso che anche per limiti anagrafici ormai tendano ad avere un ruolo limitato nell’innovazione musicale

    • @ubudanceparty
      @ubudanceparty  5 місяців тому

      L’originalità in musica è un mito al quale non faccio affidamento. Anche i Radiohead furono figli del loro tempo e il loro sound possiede precise geografie che si possono mappare, ma ovviamente avevano qualcosa da dire nel panorama alternativo di fine anni ’90 inizi ’00. Sicuramente a causa del loro successo c’è sempre stata una spasmodica attesa per i loro lavori, ma non è un metro di misura valido in sede critica.
      Sicuramente The Smile è un progetto diverso, tarato su una libertà espressiva che invece di spingere verso lidi di ricerca si è fatta più convoluta, centrata sui desideri dei singoli musicisti. Il che, di nuovo, non è un metro di misura valido in sede critica.
      L’innovazione poi è un elemento tecnico, non qualitativo. Essere innovativi non significa necessariamente fare buona musica. L’innovazione diventa un valore quando si codifica come elemento che influenza in modo decisivo il carattere espressivo di una proposta musicale. Altrimenti è solo un orpello tecnico. Fondamentale in sede di studi musicologici, irrilevante ai fini di una disamina critica.
      Ciò che mi lascia perplesso del progetto non è la mancanza di qualcosa (che sia l’innovazione o l’originalità) ma ciò che è presente, cioè poche idee e neanche molto sviluppate. È musica da sottofondo, da caminetto e tisana, non che ci sia niente di male, ma neanche la si può premiare solo perché frutto dello sforzo di tre eccezionali musicisti. Ci sono tantissime band nell’ambito del rock non mainstream che stanno proponendo cose decisamente più interessanti, e alla fine i due album degli Smile sembrano troppo spesso echi di qualcosa, e allora a meno che uno non sia un fan tanto vale recuperarsi gli album validi di Radiohead e dimenticare questi.

    • @FLOS_11
      @FLOS_11 5 місяців тому

      @@ubudanceparty Sui parametri che possano essere più o meno sede di critica non ho ovviamente nulla da ribattere, non essendo il mio campo. E che ci sia altro di più interessante nel medesimo genere è difficilmente opinabile (anzi sarei preoccupato non fosse così ahah)
      Permettimi solo di dire che definirla musica da caminetto e tisana è già un po’ più una questione di gusti, io mi diverto non poco con i the smile (non che stonerebbero davanti al caminetto comunque).
      Grazie per la risposta, buon lavoro!

    • @ubudanceparty
      @ubudanceparty  5 місяців тому +1

      Quando scrivo o dico una roba tipo «musica da caminetto» comunque faccio riferimento a un contesto (ovvero: in confronto ad altre cose che ci sono a giro questo è un prodotto che richiede un ascoltatore da pipa in bocca, cioè un po' scafato come il sottoscritto, che non ha più le energie di un giovane che cerca costantemente cose nuove e abrasive).
      Dopo di che il giudizio sui gusti altrui come al solito lo lascio ai preti. Grazie a te per le considerazioni e gli stimoli!

  • @fabiopatane9160
    @fabiopatane9160 7 місяців тому

    Stavo per lasciare il mio "mi piace" per l'impressione di competenza e di capacità critica che mi stava trasmettendo la visione di questo video. Poi ho sentito l'espressione: "mascolinità tossica".

    • @ubudanceparty
      @ubudanceparty  7 місяців тому +1

      Se un album parla di mascolinità tossica o di identità culturale armena o di dipendenza dall'eroina dovrei far finta che parla di fiori e coniglietti?
      Non è che se un album esprime delle idee io ne sia il portavoce, ma puoi star certo che non sarò mai colui che le censura.

    • @fabiopatane9160
      @fabiopatane9160 7 місяців тому

      @@ubudanceparty Vedi, il problema (o meglio, un problema, ) è identificare un tema. Identificarlo con quell'espressione (insensata) è riconoscerle un valore, e darle credito. È, quindi, una presa di posizione ideologica che aborro.

    • @ubudanceparty
      @ubudanceparty  7 місяців тому +2

      Il termine “mascolinità tossica” arriva all’interno di un discorso politico affermatosi negli anni ’80, non sono di certo io a dargli credito, facendo il critico di mestiere sarebbe da parte mia disonesto intellettualmente non riconoscerne l’impatto sulla cultura occidentale. Inoltre è esattamente il termine usato dagli IDLES, quindi non solo sarei disonesto, ma anche manipolatore se ne negassi l’urgenza nella loro poetica. Non mi sono mai permesso di censurare nessun artista e il suo pensiero, nemmeno quelli che aborro o che non ritengo validi secondo i miei parametri.
      Se per te tutto questo significa prendere una posizione ideologica sei libero di pensarlo.

    • @fabiopatane9160
      @fabiopatane9160 7 місяців тому

      @@ubudanceparty Proverò a spiegarmi meglio, considerato che mi sembri una persona intelligente e ragionevole. Non conosco la storia di IDLES ma, a meno che, in un'occasione specifica - un'intervista, una conferenza-stampa, ad esempio, - non abbiano dichiarato ufficialmente di occuparsi di "mascolinità tossica" (termine, in italiano, per lo meno ambiguo), eventualità che squalificherebbe IMMEDIATAMENTE la presunta poetica del gruppo, usare una definizione idiota per interpretare un tema caratteristico dei loro testi è, in sé, ideologico, fazioso, e conformista, perché incasella in uno slogan ridicolo e vuoto un'infinità di possibili "sensi" poetici, di interpretazioni, di suggestioni, di provocazioni. Usare un'espressione piuttosto che un'altra, più appropriata, è inoltre riconoscere un valore a tale espressione, mentre sarebbe il caso di contrastare certe derive folli, facendo ricorso ad un'analisi il più possibile obiettiva e precisa. È, quindi, scegliersi una parte. E siccome siamo in guerra, i nemici si riconoscono anche dal linguaggio che usano. Spero di esser stato chiaro.

    • @ubudanceparty
      @ubudanceparty  7 місяців тому +1

      Il valore di una poetica non si basa sulla nostra personale relazione con quel tema. Ritengo per esempio molto problematica la violenza espressa nei testi dei Mayhem, che ne definisce assolutamente la poetica e per me esprime a livello intellettuale misero e indegno, ciò però non ne scardina il valore artistico.
      Stessa cosa in altre forme di espressione artistica, Louis-Ferdinand Céline è uno dei miei scrittori preferiti, e nei suoi romanzi migliori si fa fiero portavoce di concetti come il razzismo e la misoginia in modi gravissimi. Non lo ritengo un essere umano degno di attenzione, ma non di meno ha scritto dei romanzi bellissimi.
      Ovviamente usare un’espressione significa avvalorala, ma questo è un tipico atto politico. Il mio compito non è valutare gli atti politici, ma gli atti artistici.
      Un termine come “mascolinità tossica” ha la sua storia, ormai è al centro di diverse questioni politiche da più di quarant’anni, come per esempio altri termini tipo “islamofobia”. Molte persone che conoscono ritengono questo termine frutto di un errore ideologico, un termine pericoloso e fondamentalmente sbagliato. Eppure se leggo "Sottomissione" di Michel Houellebecq e ne faccio una recensione, evito a tutti i costi di usare un termine polarizzante perché molte persone non lo ritengono legittimo?
      Non sono io il giudice delle grammatiche del mio contemporaneo, le studio, le uso, le contestualizzo. Dopo di che il mio giudizio è sempre è solo estetico, il giudizio politico lo lascio a chi mi ascolta e ognuno lo può interpretare come preferisce secondo le proprie sensibilità. Rispetto chi non va a vedere i film di Polański per posizione ideologica così come chi non ascolta il black metal di derivazione nazista per lo stesso motivo. Ciò non toglie che la mia posizione come professionista non è quella del fruitore occasionale, ma del critico, e questo comporta una deontologia sulla quale non voglio soprassedere.

  • @lorenzoiozzo6629
    @lorenzoiozzo6629 7 місяців тому

    Bel video, sopratutto per il discorso sul ruolo della critica, che negli ultimi tempi mi sembra che effettivamente intenda dire cosa è bello e cosa è brutto, sopratutto attraverso i voti, che disprezzo. TANGK a me piace da ascoltare, almeno nella maggior parte delle canzoni, ma sono piuttosto d'accordo con quello che dici, anche se non del tutto, è certo però che si rifaccia a tanti stilemi del rock già visti e rivisti e che non sia una valida strada per il futuro

    • @ubudanceparty
      @ubudanceparty  7 місяців тому +1

      Più che altro mi pare che in questo rifarsi a paradigmi già esplorati non ci sia una necessità espressiva. Va benissimo cambiare, ma se lo fai evidentemente è perché hai esaurito un linguaggio oppure vuoi dire cose diverse e ti serve una sensibilità sonora diversa. Ci sono carriere in questo senso splendide, come Nick Cave o Scott Walker, mi pare però che gli Idles stiano invece stiano attraversando un cambiamento senza una direzione artistica molto chiara.

  • @robinrosa1867
    @robinrosa1867 7 місяців тому +1

    Essenziale, da interpretare: "riesci con la musica a congiungere l'urgenza di trasmettermi qualcosa di oggi con il linguaggio dell'oggi.".

    • @ubudanceparty
      @ubudanceparty  7 місяців тому

      Il problema è che non è qualcosa che puoi fare a tavolino, altrimenti uno avrebbe la formula magica e l’arte si limiterebbe all’uso dogmatico di una ricetta. Buffo, perché è un concetto di per sé semplice, ma la sua messa a terra è una delle cose più contro intuitive che ci siano.

  • @gl6554
    @gl6554 7 місяців тому

    Concordo sugli smile. Gli idles per il mio gusto, hanno fatto il primo album veramente di mio gradimento.

    • @ubudanceparty
      @ubudanceparty  7 місяців тому +1

      E Joy invece? Non ti ha convinto?

  • @EdoCFH
    @EdoCFH 7 місяців тому +1

    Secondo me c'è dietro gli Idles c'è da qualche anno una cultura dell'hype, e non parlo della promozione ma del fatto che gli Idles hanno creato una fanbase che adora in modo religioso la band e secondo me in qualunque forma sonora sarebbero uscito Tankgs, oggi avremmo avuto una critica che per racconta i suoi beniamini da voti e giudizi altisonanti.
    Questa premessa per dire che il reale valore dell'album secondo me è molto più basso del percepito iper valorizzato da un sensazionalismo eccessivo. Tangk ha veramente pochissima carne al fuoco sotto la coltre di nebbia di riverberini e synth vari... la desertificazione sonora di cui parli io la sento tantissimo in quest'album. Tangk è quel tipo di album che fa sentire hipster ed intellettuale il ragazzetto 20enne che può dire di ascoltare post punk o i nuovi radiohead sentendosi figo. E dico queste cose deluso e da fan...

    • @ubudanceparty
      @ubudanceparty  7 місяців тому +2

      Nel giudizio non prendo mai in considerazione gli ascoltatori, che siano fan o meno credo siano debbano essere sempre liberi di esprimere la propria considerazione per un artista senza che questa abbia alcuna influenza sul discorso critico.
      I fan fanno i fan, mentre i critici fanno i critici. Semmai il problema è la presenza di pubblicisti che si fingono critici, che fomentati dagli uffici stampa e senza una precisa cultura critica ma solo giornalistica (quando va bene) raccontano la musica senza porsi domande su di essa.
      Tutti gli album mainstream subiscono un’iper-valorizzazione delle loro caratteristiche, questo è intrinseco al fenomeno della celebrità, e non è qualcosa su cui ci siano grossi margini di intervento culturale a mio avviso. Non è la “cultura dell’hype”, parola relativamente nuova per spiegare un fenomeno antico come il mondo, è il normale corso dei fenomeni a trazione popolare dai tempi della “Beatlesmania” e prima ancora del novelty di Helen Kane, eccetera. Ci sta che la fanbase degli IDLES ne faccia una valutazione esagerata, quello che però mi sembra problematico è la critica che si comporta da fanbase.
      È mai possibile ridurre ogni album a questioni generiche di natura culturale senza mai prendere in considerazione le unicità di quel lavoro, cosa ci racconta effettivamente, e se la qualità di quel racconto è meritevole oppure no?

    • @EdoCFH
      @EdoCFH 7 місяців тому

      ​@@ubudanceparty Parlo da ex recensore che 10anni fa aveva uno dei tantissimi blog metal con anche relativamente seguito. Mi ritrovi perfettamente nel discorso ma a mio modo di vedere c'è anche un gap nella comunicazione dei critici di oggi che dovrebbero aggiungere una dimensione, un contesto, una narrativa, dietro il mero riassunto dell'esecuzione dei brani. Io non ho letto una singola recensione che parlasse del fatto che questo album è stato scritto in studio e praticamente improvvisato con Godrich che ha fatto da direttore d'orchestra. L'album è povero perchè è frutto di pochi mesi di lavoro, Talbot non aveva una linea di testo. Questo lo si sa leggendo le interviste che hanno fatto nei vari magazine e tradotte malino qui. Prendendo questo contesto e riascoltando "Roy" io non riesco nemmeno a dire che sia una canzone, è al massimo l'idea embrionale di una di una serie di sezioni che si susseguono una dietro l'altra non rielaborate.

    • @ubudanceparty
      @ubudanceparty  7 місяців тому +1

      Sai, credo che vada ampliato lo sguardo sulla questione Nigel Godrich, e ti dico anche perché io l’ho volutamente eliminata del tutto dalla riflessione.
      Godrich ha un suo modo di lavorare, che è noto, ma per me ciò che definisce in senso negativo l’approccio in questo album non è tanto l’aver avuto poco tempo o aver improvvisato molto, semmai sono state sulle scelte fatte per restituire questa esperienza.
      Di album costruiti in poco tempo e con produzioni poco azzeccate o tremende ce ne sono tanti nella storia, ma non per questo sono tutti brutti album, anzi, alcuni sono dei capolavori. Per me il punto non è tanto nel metodo e nelle alterità in confronto al passato, ben vengano anzi! Il punto è che la scelta di restituire questo percorso “altro”, diverso dal loro modus operandi, alla fine si è risolto nell’assoluta genericità invece che provando a esprimere nuove questioni (e qui entra in gioco la band, non il produttore).
      Alla fine la musica è al servizio di un messaggio, che può essere anche shock e splatter alla Alice Cooper come demenziale e iconoclasta alla Skiantos, ma l’importante è che questo sia vettore di una musicalità e non il contrario, altrimenti l’effetto è posticcio e plasticoso, come nel caso di “TANGK”.
      Mi piacciono anche i brani “embrionali”, ma puoi farlo in modo che lascino ambiguità e senso di sospensione (penso, per esempio, a Rock 'n' Roll Fantasy dei Pink Mountaintops) oppure lasciando la sensazione che c’era ancora da lavorarci sopra, come giustamente fai notare. Le due cose si distinguono più in fase di composizione che di produzione.

  • @gianlucagullotta115
    @gianlucagullotta115 7 місяців тому

    ENTRAMBI IRRILEVANTI PER LA STORIA DELLA MUSICA

    • @ubudanceparty
      @ubudanceparty  7 місяців тому +1

      Notoriamente nel mondo della ricerca musicologica, l’unica cosa rilevante nella storia della musica sono le sigle degli anime ai tempi di MTV anime night.

    • @gianlucagullotta115
      @gianlucagullotta115 7 місяців тому

      @@ubudanceparty esatto

  • @PixiesToSpill
    @PixiesToSpill 7 місяців тому

    Come mai definisci il concetto di originalità come "inutile mito"? Essendo questo concetto proprio dell'arte in genere e, solo in un secondo momento declinato nel discorso musicale, credo che sia in realtà l'idea verso la quale dover sempre tendere per provare ad emergere dal solito riciclo anonimo di stilemi, alla ricerca di un linguaggio personale realmente espressivo.
    Certo, bisognerebbe preventivamente dare una definizione di cosa si intenda per "originalità", distinguendola il prima possibile dal concetto altrettanto inflazionato di "innovazione" che tante volte viene utilizzato come mero sinonimo

    • @ubudanceparty
      @ubudanceparty  7 місяців тому

      Niente è originale, perché tutto deriva da un contesto ed è continuazione di percorsi più o meno dichiarati o soggiacenti. L’originalità non è un concetto proprio dell’arte, ma un concetto che abbiamo generato filosoficamente e appiccicato al processo creativo. Ma non funziona così. L’innovazione e i processi di sperimentazione non sono “originali” ma, per l’appunto, processi frutto di una progettazione e di impulsi culturali.
      Anche l’idea stessa che l’arte debba tendere all’originalità o alla sperimentazione sono concetti che si sono definiti nel novecento come risposta critica e filosofica alle avanguardie, ma ciò che rende meravigliosa l’arte e il processo artistico è che non si fa ingabbiare in dialettiche aprioristiche.
      Sicuramente, come giustamente fai notare, il linguaggio personale di un artista è la fonte della diversità che rende eterogenea la proposta artistica. Ma “personale” non è necessariamente sinonimo di “originale”. Questo non significa che non abbia senso tendere all’originalità o ambirla, tutt’altro, significa però evitare di mitizzarla e renderla un dogma per riconoscere della qualità in un prodotto artistico.

    • @PixiesToSpill
      @PixiesToSpill 7 місяців тому

      @@ubudanceparty
      Avevo intuito che per originalità tu intendessi una sorta di big bang che creasse un solco tra un "prima" e un "dopo", quasi prescindendo dal flusso delle istanze culturali/sociali del passato e del presente. Ma una tale interpretazione dell'originalità è talmente puerile, pretestuosa e astorica che sì, se fosse così, avresti ragione tu a definirla inutile mito.
      Ho notato in questi anni che si può far riferimento all'originalità in una maniera molto più calata nella realtà, che riconosce i clichè per quello che sono e ne tenta il superamento appropriandosi di riferimenti del passato e filtrandoli con le esigenze comunicative del presente. Se la musica è (o dovrebbe essere) linguaggio dotato di una propria determinata forma stilistica, vien da sè che il concetto di originalità attiene a quell'attitudine che l'artista ha di rielaborare l'abbecedario della storia musicale, giungendo ad una sintesi unica, ma non necessariamente innovativa.
      Per questo reputo "originale" e "personale" due sinonimi anche perchè, letteralmente, se creo un linguaggio personale vuol dire che è mio, ha una mia impronta unica e dunque originale rispetto alle altre copie stereotipiche.

    • @ubudanceparty
      @ubudanceparty  7 місяців тому

      Insomma, una questione di lemmi e significati!
      Siamo sulla stessa lunghezza d’onda, a livello però puramente di linguaggio (problema non secondario per chi si occupa di critica!) cerco di astenermi dall’uso del termine “originale” in ambito artistico. Anche perché comunque sia in italiano “originale” è un prodotto o un concetto che non si ispira a nessuno né dipende da cause culturali prossime, non si rifà a modelli precedenti e non rassomiglia a nulla che sia a lui contemporaneo. Quindi per essere più leggibile possibile nel parlarne lo tratto secondo i suoi valori grammaticali (e culturali).