Robert LIPPOK Crucifixus (short version) Inner_Spaces Milan 2019

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  • Опубліковано 18 жов 2024
  • INNER_SPACES
    AUDITORIUM SAN FEDELE MILANO
    25 febbraio 2019
    Figura di spicco dell’elettronica contemporanea e sperimentatore tout court già nel 1983 con la band punk dissidente Ornament und Verbrechen, Robert Lippok inizia a esplorare la zona di confine tra il jazz, l’elettronica e l’emergente galassia industrial. Dal 1995, con il fratello Ronald, inizia il progetto To Rococo Rot, tra il post-rock e l’elettronica, impegnato nell’indagine acustica e l’improvvisazione.
    I suoi lavori da solista, pubblicati per raster-noton, reinterpretano l’estetica contemporanea e minimale dell’etichetta tedesca attraverso ampi ricorsi a fonti sonore organiche e concrete e al ‘calore’ delle macchine analogiche. Ha all’attivo numerose collaborazioni, tra cui alcune tournée in duo con il pianista Ludovico Einaudi.
    Un legame di amicizia unisce Robert Lippok ai gesuiti di Milano, che ha portato a San Fedele tre diversi progetti, uno in Chiesa, con il fratello Ronald, e due in Auditorium. Il musicista è nato nel 1966 a Berlino Est, nella Repubblica Democratica Tedesca, è cresciuto in una famiglia cattolica, ricorda quegli anni in cui si viveva la fede nella clandestinità.
    Ha realizzato Crucifixus, il 25 febbraio 2019, nell’ambito del ciclo di opere commissionate da San Fedele Musica sulla tematica del dialogo tra arte e fede. Un live set in cui il musicista berlinese intreccia tre diversi materiali sonori come in una scena pittorica rinascimentale della Crocifissione.
    Da una parte delle registrazioni sul campo effettuate a Milano prima del concerto, con lo scopo di costituire un ambiente sonoro della vita quotidiana di una città, a imitazione dei dipinti cinquecenteschi rappresentanti il Cristo in croce in cui a volte appaiano in lontananza dei paesaggi urbani dell’epoca. Sorprendentemente, mentre si svolgeva la scena cruenta della crocifissione, la vita della città continuava e non tutti erano al corrente di quello che accadeva.
    L’altro materiale sonoro è performativo, con la produzione di suoni percussivi dal vivo mediante un martello e le dita della mano che colpiscono le corde di una cetra da tavolo amplificata. Ogni suono viene trasformato in tempo reale attraverso filtri, ritardi e altre procedure. Evidente allusione agli utensili dei soldati preposti al supplizio della croce.
    Infine, nell’ultima parte, emerge dal registro grave un bordone, un continuo sonoro costruito su una terza maggiore, armonicamente ricca, che illumina tutta la scena di una luce che trasfigura l’elemento doloroso per poi mutare in un crescendo sfociante nel suono saturato e contrassegnato da ritorni del tema ritmico del martello.
    Si raggiunge la massima tensione, sorta di presa di coscienza degli accadimenti della morte in croce del Signore da parte del credente che contempla e medita sulla Passione, orientando l’attenzione sulla presenza di Cristo sulla croce. In questo modo, la crudeltà della crocifissione acquista una luce nuova, una mitezza che arriva improvvisamente e trasforma questo momento di sofferenza in efficacia di salvezza.
    Poi, d’un colpo cala il sipario, sorta di scena della deposizione del corpo del Signore, tutto si sfuma, rimangono le frequenze basse inquietanti, suoni di campanelli, reminiscenze sonore percussive con ampio riverbero, frammenti di registrazioni sul campo, si ritorna al silenzio, è il Sabato Santo.

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