grazie per il contributo. Sono molto interessato alla storia del ducato di Napoli, di cui si sa pochissimo o comunque nessuno ne parla mai. Che lingua si parlava a Napoli in quel periodo? sono rimaste testimonianze archeologiche e monumentale di quell'epoca a Napoli e dintorni?
Probabilmente un volgare meridionale con forti influssi lessicali greci per la lingua parlata e latino e greco per le documentazioni scritte. Per quanto concerne le testimonianze archeologiche non è rimasto quasi nulla del periodo, qualcosa nel cantiere della metropolitana di Piazza Municipio ed in uno scavo abusivo in Piazza Borsa. Famoso anche se ai limiti per la datazione tarda è il Campanile della Chiesa di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta.
Interessantissimo racconto su fatti del tutto, da me, sconosciuti. Fra questo canale; _La Fara, Humanistic Valley,_ e _Evropa Antiqva_ (e altri), queste uniche prospettive storiche da appassionati di tutta la nostra penisola sono un importantissimo contributo al nostro Sapere comune.
Skinner, Patricia. Family Power in Southern Italy: The Duchy of Gaeta and its Neighbours, 850-1139. Cambridge University Press: 1995 Il ducato di Napoli, in Giuseppe Galasso (a cura di), Storia d'Italia, vol. III: Il mezzogiorno dai Bizantini a Federico II, Torino, UTET, 1983 Alessandro di Telese, Ruggero II re di Sicilia John Julius Norwich, I Normanni nel Sud 1016-1130. I Bizantini in Italia, Giorgio Ravegnani. C'è parecchio anche direttamente sul Dizionario biografico degli italiani
a Napoli si era sviluppata un particolare "pidgin" in cui fino all'anno mille coesistevano nei vari strati della popolazione la conoscenza di lingue diverse, i ceti più alti erano in grado di discorrere in greco e latino mentre gli strati più bassi comunicavano unicamente in una lingua semi-romanza con una forte presenza di parole greche. Nella Campania Longobarda tutto intorno già si parlava un volgare campano a noi oggi perfettamente intellegibile e così in parte doveva essere anche a Napoli.
Un po' di Luce sull'alto medioevo campano. Mi ero fermato alla battaglia del fiume Sarno( o dei monti Lattari- il Vesuvio non c'entra) dove Narsete ,generale di Giustiniano, batte Teia re dei Goti e successore di re Totila anno 552 dc
@edizionisavarese6820 aggiungiamo che non è vero che Napoli non fu mai conquistata. Pandolfo IV Longobardo di Capua la occupò con il favore dei Bizantini che non vedevano di buon occhio l'indipendenza di Napoli dall'impero bizantino. E fu proprio per questo motivo che Sergio IV il bisnonno di Sergio VI si rivolse ai Normanni di Ariano, che sconfissero Pandolfo e riposero Sergio IV a Napoli. E furono proprio i napoletani a donare i primi territori tra cui Aversa ai Normanni e nominare Rainulfo Drengot I conte di Aversa. Fu l'inizio di una lunga amicizia tra Napoli e i Normanni della casata Drengot. I Drengot rimasero a difendere Napoli dagli odiati Longobardi. Ma poi si allearono anche con i Longobardi contro i bizantini sotto Guaimario IV di Salerno. Ironia della sorte furono proprio i Drengot a chiamare gli Altavilla di Guglielmo braccio di ferro. 1038, l'invasione della Sicilia. Tutto il resto è storia. Gli 8 fratelli Altavilla che in una sorta di staffetta liberarono l'Italia meridionale da bizantini, mussulmani, Longobardi e Germani, ma non dallo stato pontificio che li usò per i propri comodi soprattutto con il Guiscardo. Una guerra che durò 50 anni dal 1040 al 1090 ma di cui nessuno osa parlarne per il semplice fatto che chi beneficiò di tutto fu lo stato pontificio.
grazie per il contributo. Sono molto interessato alla storia del ducato di Napoli, di cui si sa pochissimo o comunque nessuno ne parla mai. Che lingua si parlava a Napoli in quel periodo? sono rimaste testimonianze archeologiche e monumentale di quell'epoca a Napoli e dintorni?
Probabilmente un volgare meridionale con forti influssi lessicali greci per la lingua parlata e latino e greco per le documentazioni scritte. Per quanto concerne le testimonianze archeologiche non è rimasto quasi nulla del periodo, qualcosa nel cantiere della metropolitana di Piazza Municipio ed in uno scavo abusivo in Piazza Borsa. Famoso anche se ai limiti per la datazione tarda è il Campanile della Chiesa di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta.
Interessantissimo racconto su fatti del tutto, da me, sconosciuti.
Fra questo canale; _La Fara, Humanistic Valley,_ e _Evropa Antiqva_ (e altri), queste uniche prospettive storiche da appassionati di tutta la nostra penisola sono un importantissimo contributo al nostro Sapere comune.
Grazie dell'apprezzamento, proviamo sempre a fare del nostro meglio per la riscoperta della nostra Storia Patria!
Ciao, scusami potresti passarmi le fonti e la bibliografia?
Skinner, Patricia. Family Power in Southern Italy: The Duchy of Gaeta and its Neighbours, 850-1139. Cambridge University Press: 1995
Il ducato di Napoli, in Giuseppe Galasso (a cura di), Storia d'Italia, vol. III: Il mezzogiorno dai Bizantini a Federico II, Torino, UTET, 1983
Alessandro di Telese, Ruggero II re di Sicilia
John Julius Norwich, I Normanni nel Sud 1016-1130.
I Bizantini in Italia, Giorgio Ravegnani.
C'è parecchio anche direttamente sul Dizionario biografico degli italiani
@@edizionisavarese6820 grazie mille
@@lelouchlamperouge2344 è un piacere!
Si narra che il palazzo Ducale di Napoli sorgesse nell’attuale zona del ponte di San Severino
esatto è molto probabile!
domanda si parlava ancora greco a Napoli?
a Napoli si era sviluppata un particolare "pidgin" in cui fino all'anno mille coesistevano nei vari strati della popolazione la conoscenza di lingue diverse, i ceti più alti erano in grado di discorrere in greco e latino mentre gli strati più bassi comunicavano unicamente in una lingua semi-romanza con una forte presenza di parole greche. Nella Campania Longobarda tutto intorno già si parlava un volgare campano a noi oggi perfettamente intellegibile e così in parte doveva essere anche a Napoli.
Un po' di Luce sull'alto medioevo campano. Mi ero fermato alla battaglia del fiume Sarno( o dei monti Lattari- il Vesuvio non c'entra) dove Narsete ,generale di Giustiniano, batte Teia re dei Goti e successore di re Totila anno 552 dc
Grazie, proviamo sempre a fare del nostro meglio!
Aggiungiamo che Rainulfo di Alife era anche Normanno della casata Drengot.
Esattamente, un Drengot Quarrel discendente dei primi normanni arrivati nel Sud Italia ancor prima dell'imposizione dei fratelli Altavilla.
@edizionisavarese6820 aggiungiamo che non è vero che Napoli non fu mai conquistata. Pandolfo IV Longobardo di Capua la occupò con il favore dei Bizantini che non vedevano di buon occhio l'indipendenza di Napoli dall'impero bizantino. E fu proprio per questo motivo che Sergio IV il bisnonno di Sergio VI si rivolse ai Normanni di Ariano, che sconfissero Pandolfo e riposero Sergio IV a Napoli. E furono proprio i napoletani a donare i primi territori tra cui Aversa ai Normanni e nominare Rainulfo Drengot I conte di Aversa. Fu l'inizio di una lunga amicizia tra Napoli e i Normanni della casata Drengot. I Drengot rimasero a difendere Napoli dagli odiati Longobardi. Ma poi si allearono anche con i Longobardi contro i bizantini sotto Guaimario IV di Salerno. Ironia della sorte furono proprio i Drengot a chiamare gli Altavilla di Guglielmo braccio di ferro. 1038, l'invasione della Sicilia. Tutto il resto è storia. Gli 8 fratelli Altavilla che in una sorta di staffetta liberarono l'Italia meridionale da bizantini, mussulmani, Longobardi e Germani, ma non dallo stato pontificio che li usò per i propri comodi soprattutto con il Guiscardo. Una guerra che durò 50 anni dal 1040 al 1090 ma di cui nessuno osa parlarne per il semplice fatto che chi beneficiò di tutto fu lo stato pontificio.