I padri miei, i padri che c'ho avuto io Erano seri e prudenti Gli abiti grigi, i modi calmi e misurati Persino nei divertimenti. Parlavano con le donne di casa Con quell'aria da vecchi padroni Quel tanto di distacco e di superiorità. I padri miei, appassionati di poesia Nei loro antichi appartamenti Sotto le lampade di vetro a sospensione Dietro discreti paraventi Parlavano e discutevano Come vecchi europei ammuffiti Imprigionati dal glicine e dalla stupidità. I padri miei, i padri che c'ho avuto io In un'Italia un po' strana Non han potuto fare a meno di sognare L'Africa orientale italiana. Nei padri miei c'è un'aria che assomiglia Alle foto dei vecchi bersaglieri Che mostrano a colori la loro dignità. I padri miei non ispiravano allegria Chiudevano le porte a tutto E per i giovani vivaci, esuberanti Non avevano nessun rispetto. Punivano, perdonavano Come vecchi maestri di scuola Suggestionati dal cuore e dalla moralità. Ma avevano una certa consistenza E davano l'idea di persone Persone di un passato che se ne va da sé. I padri tuoi, i padri tuoi I padri come potrei essere io Non sono austeri e riservati Si vestono più o meno come voi Sono padri colorati. I padri tuoi Si sentono vicini ai tuoi problemi Parlandone così da pari a pari Senza fare i signori, senza falsa dignità. I padri tuoi Di cosa mai li puoi rimproverare Non certo di una assurda incomprensione Nemmeno di cattiva educazione o di abuso di potere. I padri tuoi Che sembrano studenti un po' invecchiati Non hanno mai creduto nel mito Del mestiere del padre e nella loro autorità. I padri tuoi... In un'immagine sfuocata, un po' allungata Viene fuori senza alone di errori... Viene fuori, viene fuori, viene fuori I padri tuoi Son sempre più sensibili e corretti Non hanno la mania di intervenire Puoi fare tutto quello che ti pare, sono sempre più perfetti. I padri tuoi Nel ruolo di moderni animatori Son tutti diventati libertari Collezionano invenzioni, innovazioni, attualità. I padri tuoi... In un'immagine sfuocata, un po' allungata Viene fuori senza alone di errori... Viene fuori una figura pulita e inconsueta Corredata di nuovissimi umori Viene fuori, viene fuori, viene fuori I padri tuoi, i padri tuoi I padri come potrei essere io Come potrei essere io, come potremmo essere noi. Spalanchiamo le porte a tutto per il progresso del mondo Noi che non siamo certo padri fascisti, padri autoritari Liberi e permissivi non rappresentiamo vecchie istituzioni. Spalanchiamo le porte a tutto per il risveglio del mondo Noi così impegnati, così pieni di rigore Allegramente noi compriamo biciclette da cross per i nostri figli. Spalanchiamo le porte a tutto per l'esultanza del mondo Del solito mondo, del solito... Noi che continuiamo a regalare centinaia di palloni Biliardini e macchinine giapponesi. Spalanchiamo le porte a tutto per lo sviluppo del mondo Noi che non facciamo nessuna resistenza E che ci stravacchiamo nel benessere e nella mascherata della libertà. Spalanchiamo le porte a tutto per il trionfo del mondo Del solito mondo, del solito mondo, del solito mondo, del solito... In un'immagine sfuocata, un po' allungata Viene fuori senza alone di errori... Viene fuori una figura pulita quasi bianca, dissanguata Una presenza con pochissimo spessore che non lascia la sua traccia Una presenza di nessuna consistenza che si squaglia, si sfilaccia Viene fuori, viene fuori una figura disossata Che a pensarci proprio bene nell'insieme dà l'idea di libertà... Viene fuori, viene fuori, viene fuori I padri tuoi, i padri tuoi, i padri tuoi, i padri tuoi, i padri tuoi, i padri tuoi.
Incredibile, attuale, educativo. Strpitoso
Sempre più attuale, Gaber é stato un profeta.
Il fallimento educativo ormai è uno stile di vita
I padri miei, i padri che c'ho avuto io
Erano seri e prudenti
Gli abiti grigi, i modi calmi e misurati
Persino nei divertimenti.
Parlavano con le donne di casa
Con quell'aria da vecchi padroni
Quel tanto di distacco e di superiorità.
I padri miei, appassionati di poesia
Nei loro antichi appartamenti
Sotto le lampade di vetro a sospensione
Dietro discreti paraventi
Parlavano e discutevano
Come vecchi europei ammuffiti
Imprigionati dal glicine e dalla stupidità.
I padri miei, i padri che c'ho avuto io
In un'Italia un po' strana
Non han potuto fare a meno di sognare
L'Africa orientale italiana.
Nei padri miei c'è un'aria che assomiglia
Alle foto dei vecchi bersaglieri
Che mostrano a colori la loro dignità.
I padri miei non ispiravano allegria
Chiudevano le porte a tutto
E per i giovani vivaci, esuberanti
Non avevano nessun rispetto.
Punivano, perdonavano
Come vecchi maestri di scuola
Suggestionati dal cuore e dalla moralità.
Ma avevano una certa consistenza
E davano l'idea di persone
Persone di un passato che se ne va da sé.
I padri tuoi, i padri tuoi
I padri come potrei essere io
Non sono austeri e riservati
Si vestono più o meno come voi
Sono padri colorati.
I padri tuoi
Si sentono vicini ai tuoi problemi
Parlandone così da pari a pari
Senza fare i signori, senza falsa dignità.
I padri tuoi
Di cosa mai li puoi rimproverare
Non certo di una assurda incomprensione
Nemmeno di cattiva educazione o di abuso di potere.
I padri tuoi
Che sembrano studenti un po' invecchiati
Non hanno mai creduto nel mito
Del mestiere del padre e nella loro autorità.
I padri tuoi...
In un'immagine sfuocata, un po' allungata
Viene fuori senza alone di errori...
Viene fuori, viene fuori, viene fuori
I padri tuoi
Son sempre più sensibili e corretti
Non hanno la mania di intervenire
Puoi fare tutto quello che ti pare, sono sempre più perfetti.
I padri tuoi
Nel ruolo di moderni animatori
Son tutti diventati libertari
Collezionano invenzioni, innovazioni, attualità.
I padri tuoi...
In un'immagine sfuocata, un po' allungata
Viene fuori senza alone di errori...
Viene fuori una figura pulita e inconsueta
Corredata di nuovissimi umori
Viene fuori, viene fuori, viene fuori
I padri tuoi, i padri tuoi
I padri come potrei essere io
Come potrei essere io, come potremmo essere noi.
Spalanchiamo le porte a tutto per il progresso del mondo
Noi che non siamo certo padri fascisti, padri autoritari
Liberi e permissivi non rappresentiamo vecchie istituzioni.
Spalanchiamo le porte a tutto per il risveglio del mondo
Noi così impegnati, così pieni di rigore
Allegramente noi compriamo biciclette da cross per i nostri figli.
Spalanchiamo le porte a tutto per l'esultanza del mondo
Del solito mondo, del solito...
Noi che continuiamo a regalare centinaia di palloni
Biliardini e macchinine giapponesi.
Spalanchiamo le porte a tutto per lo sviluppo del mondo
Noi che non facciamo nessuna resistenza
E che ci stravacchiamo nel benessere e nella mascherata della libertà.
Spalanchiamo le porte a tutto per il trionfo del mondo
Del solito mondo, del solito mondo, del solito mondo, del solito...
In un'immagine sfuocata, un po' allungata
Viene fuori senza alone di errori...
Viene fuori una figura pulita quasi bianca, dissanguata
Una presenza con pochissimo spessore che non lascia la sua traccia
Una presenza di nessuna consistenza che si squaglia, si sfilaccia
Viene fuori, viene fuori una figura disossata
Che a pensarci proprio bene nell'insieme dà l'idea di libertà...
Viene fuori, viene fuori, viene fuori
I padri tuoi, i padri tuoi, i padri tuoi, i padri tuoi, i padri tuoi, i padri tuoi.
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