Poche cose sanno evocare la tragedia degli Alpini in Russia come questa musica straziante. Cerchiamo di ricordare sempre quello che hanno.sofferto i nostri padri.
Era la notte bianca di Natale ed era l’ultima notte degli alpini; silenzioso come frullo d’ale c’era il fuoco grande nei camini. Nella pianura grande e sconfinata e lungo il fiume - parea come un lamento - una nenia triste e desolata che piangeva sull’alito del vento. Cammina cammina la casa è lontana la morte è vicina e c’è una campana che suona, che suona: Din don, dan... Che suona, che suona: Din don, dan... Mormorando, stremata, centomila voci stanche di un coro che si perde fino al cielo, avanzava in lunga fila la marcia dei fantasmi in grigioverde. Non è il sole che illumina gli stanchi gigli di neve sulla terra rossa. Gli alpini vanno come angeli bianchi e ad ogni passo coprono una fossa. Tutto ora tace. A illuminar la neve neppure s’alza l’ombra di una voce lo zaino è divenuto un peso greve; ora l’arma s’è mutata in croce. Lungo le piste sporche e insanguinate son mille e mille croci degli alpini, cantate piano, non li disturbate, ora dormono il sonno dei bambini. Cammina cammina la guerra è lontana la casa è vicina e c’è una campana che suona, ma piano: Din, don, dan... Che suona, ma piano: Din, don, dan...
Da brivido, una canzone che tocca il cuore
Poche cose sanno evocare la tragedia degli Alpini in Russia come questa musica straziante.
Cerchiamo di ricordare sempre quello che hanno.sofferto i nostri
padri.
Una delle poche cose che mi commuovono
La più evocativa degli alpini, onore alla Patria❤
la cantavo con il Coro Brigata pina Orobica ora è un bellissimo ricordo da pelle d'oca
Bepi de Marzi un grande
Meravigliosa bravissimi
visitiamo ogni tanto qualche sacrario ... una volta c'era il 4 novembre .
Alpini ❤
Bravi!
Non suggerisce commozione ,,è,,commozione.
Bisogna preservare la memoria, fatela ascoltare
POESIA
La guerra è lonTANA...
Un ottava sopra
pelle d'oca
bravissimi
Era la notte bianca di Natale
ed era l’ultima notte degli alpini;
silenzioso come frullo d’ale
c’era il fuoco grande nei camini.
Nella pianura grande e sconfinata
e lungo il fiume - parea come un lamento -
una nenia triste e desolata
che piangeva sull’alito del vento.
Cammina cammina
la casa è lontana
la morte è vicina
e c’è una campana
che suona, che suona:
Din don, dan...
Che suona, che suona:
Din don, dan...
Mormorando, stremata, centomila
voci stanche di un coro che si perde
fino al cielo, avanzava in lunga fila
la marcia dei fantasmi in grigioverde.
Non è il sole che illumina gli stanchi
gigli di neve sulla terra rossa.
Gli alpini vanno come angeli bianchi
e ad ogni passo coprono una fossa.
Tutto ora tace. A illuminar la neve
neppure s’alza l’ombra di una voce
lo zaino è divenuto un peso greve;
ora l’arma s’è mutata in croce.
Lungo le piste sporche e insanguinate
son mille e mille croci degli alpini,
cantate piano, non li disturbate,
ora dormono il sonno dei bambini.
Cammina cammina
la guerra è lontana
la casa è vicina
e c’è una campana
che suona, ma piano:
Din, don, dan...
Che suona, ma piano:
Din, don, dan...
Alpina scusate