A mio parere è importante la diagnosi per orientarsi verso il trovare la cura migliore per sé stessi attraverso l'aiuto di figure competenti. Ma a mio parere la cosa più importante in assoluto è guardare le proprie dinamiche interne, conoscersi. La diagnosi rispetto a questo passa in secondo piano. Se una riesce a conoscere le proprie dinamiche interne riesce ad essere consapevole e imparare a gestirsi meglio. Anche perché non tutti i disturbi di personalità anche se sono gli stessi non si presentano mai uguali nelle persone. Ci sono varie gravità pure tra disturbi di personalità con lo stesso nome in base a come si sviluppano nella persona e al vissuto della persone ecc.
Ciao, ho appena scoperto il tuo canale! Io credo che sia importantissimo ricevere una diagnosi per diversi motivi: valutare la preparazione della psicoterapeuta a cui ti stai affidando, comprendere la forma (e non la sostanza, eh! Quella riguarda il percorso di vita) della propria sofferenza, ricevere una risposta e capire come impostare la psicoterapia. Il percorso terapeutico per una persona depressa differisce da quello indirizzato a una persona ansiosa o che ha subito maltrattamenti, che si esprimono tramite una diagnosi, per esempio, di PTSD. È importantissimo avere una nomenclatura dalla quale partire, alla quale aggiungere una diagnosi psicodinamica, che comprende invece la narrazione della vita del paziente, attraverso cui sviscerare tutte le dimensioni (amicale, romantica, lavorativa ecc). Io ho frequentato una psicoterapeuta per quattro anni senza però ricevere una diagnosi; appena il percorso è finito, mi sono resa conto di non aver lavorato su nulla proprio perché non avevo un punto di partenza...
@@kikca99 capisco benissimo quello che intendi! È che non tutte le persone che vanno in terapia hanno una malattia mentale o una neurodivergenza per cui serve una diagnosi, quindi a quel punto su cosa si lavora? I problemi che escono con la terapeuta non sono gli stessi sia che tu abbia una diagnosi o no? Uno dei dubbi più grandi è che spessissimo le persone ricevono diagnosi sbagliate e si ritrovano a fare terapie inefficaci anche per questo, perché rimangono ancorati ai sintomi della malattia piuttosto che ai sintomi della paziente. Non so se segui Shanti Lives: lei ha da poco scoperto di essere ADHD ma prima ha avuto infinite diagnosi diverse e tutte ipoteticamente sbagliate. Anni e anni della sua vita credendo di avere un determinato disturbo, agendo per curare quel disturbo, e poi non era quello… se non avesse avuto diagnosi forse si sarebbe focalizzata meno su quegli aspetti?
@@espeonsquad chiaramente mi riferisco alle persone che soddisfano i criteri per formulare una diagnosi del DSM. La diagnosi è una rivelazione per molte persone, che finalmente sanno cosa stanno affrontando. Ti consiglio di dare un'occhiata al profilo di Federica Carbone, una ragazza che ha sofferto di disturbo borderline di personalità e che ha scoperto di avere a ben ventotto anni di età. Ricevere quella diagnosi, le ha consentito di intraprendere un percorso specifico per curare quel disturbo e gli aspetti che lo caratterizzano, come la disregolazione emotiva ad esempio. Non sono d'accordo con te sul discorso dei sintomi, che invece sono importanti e vanno rilevati: curando il sintomo, si può approfondire la storia di vita dell'individuo. Conosco Shanti Lives, la seguo da tantissimi anni! La sua storia è particolare, perché lei stessa è alla stregua ricerca di una diagnosi. Nei suoi video ha ammesso di aver risposto alle domande dello psichiatra, basando le sue risposte sui sintomi del disturbo bipolare (mi ricordo questo video in particolare). Non credo che Shanti vada presa come un esempio, perché cambiò appositamente le risposte per ricevere una specifica diagnosi che desiderava: ha trascorso molto tempo su Internet per cercare di rivedersi in quache disturbo. Insomma, non è un comportamento da prendere come esempio. Ha anche assunto dei farmaci stabilizzatori dell'umore, che non le apportarono dei benefici perché non le servivano a nulla. Capisco il tuo ragionamento, ma secondo me è completamente sbagliato e va contro la ricerca scientifica. I pazienti meritano di essere consapevoli dei propri disturbi e di capire cosa stia accadendo loro. Prendi come riferimento dei problemi di diversa natura, come i tumori o delle malattie autoimmuni: serve a qualcosa nascondere queste diagnosi a chi ne soffre? No... Per farti un esempio, ti riporto la mia storia: dopo aver avuto quel brutto percorso con la prima psicoterapeuta, ne ho iniziato un altro. La mia attuale psicoterapeuta ha deciso di rivelare la mia diagnosi dopo due anni e mezzo di lavoro su me stessa. Ha dapprima approfondito la mia storia, i miei sintomi e via discorrendo, quindi non è stato un lavoro frettoloso e superficiale. Ne ho ricavato tanti vantaggi e ho potuto smuovere dei ricordi che avevo rimosso, riguardanti un trauma infantile. Senza quella diagnosi, mi sarei sentita sbagliata in todo, dato che non avrei potuto comprendere da dove arrivasse il disagio.
Secondo me si è importante ma da come l’hai esposta tu mi sembra proprio una cosa soggettiva ,sono anche d’accordo con te dopo quello che hai detto e vorrei dire anche se è un vero amico o un vero partner o qualsiasi altra cosa ti sta vicino sia ne momenti no che si ma forse è un discorso troppo ampio bel video ,molto intelligente buona giornata 😊
Penso anche io che le persone che ti vogliono bene rimangano anche nei tuoi momenti di difficoltà, però la depressione è più che “un momento”, può durare anni e può essere veramente frustrante e “contagiosa”. Personalmente stare h24 con una persona clinicamente depressa a livelli molto gravi distruggerebbe la mia salute mentale, dovrei necessariamente allontanarmi. Per questo capisco se qualcun altro sceglie di fare lo stesso
Dalla mia esperienza le persone che non hanno determinate difficoltà mentali non le capiscono nemmeno se una persona gli dice di avere una diagnosi. Sono cose estremamente difficili da comprendere per chi non le ha mai nemmeno sperimentate determinate difficoltà. Io preferisco non dire nulla delle mie difficoltà dalla mia esperienza le altre persone non possono capire anche se ci provano. Poi c'è anche chi scappa spavento e pensa chissà cosa se gli dici di avere una malattia mentale quindi preferisco evitare. C'è molto stigma sui disturbi mentali su alcuni in particolare più di altro. Ne ho conosciuto una marea di persone con disturbi mentali di varie tipologie. Sono stato in una comunità ne ho viste tante. Dalla mia esperienza anche con un malattia mentale si può stare anche estremamente meglio.ci ho messo 10 anni anni e più ma moltissime mie difficoltà le.ho attenuate. la cosa brutta è che c'è anche chi ha un determinato disturbo di personalità ma non vuole ammetterlo di averlo quindi neanche si fa aiutare.
Assolutamente, hai ragione su questo. È che io personalmente nella definizione trovavo conforto e paradossalmente mi sentivo meno “pazza”. Poi, nella realtà delle cose, sicuramente non mi avrebbe aiutato a livello relazionale. Però mi sembrava di poter dimostrare che stavo davvero male e non ero solo io a esagerare sempre tutto. Non so quanto questo abbia senso, in effetti 😅
Adesso mi hai messo un tarlo nella testa! Devo pensare che io sono davvero così come mi sento perchè è il mio carattere... oppure quel che penso sia il mio carattere è in realtà la mia malattia che decide devo essere così e non posso farci niente?!
La malattia non incide sul nostro carattere ma sui nostri pensieri, le due cose spesso si confondo ma sono due cose differenti. La malattia non decide nulla, è solo un insieme di sintomi e tu sei quello che decide cosa farne. Non so se mi sono spiegata, è un concetto complesso :/
@@espeonsquad Infatti non c' ho capito niente Come faccio a decidere cosa farne o meno...di qualcosa che non posso avere in mano?! Perchè i sintomi si avvertono, ma non sono (per fortuna) oggetti da comprare prima e tenere come soprammobili dopo! Ma forse sono io che ho frainteso come sempre, chissà...
@@AndreaDAvena-p5f chiaro che non li puoi mettere nel cestino, ma sei tu che pensi i tuoi pensieri. Puoi scegliere quanto spazio dar loro all'interno della tua vita, quanta importanza dargli in base alle consapevolezze che hai di te, della tua malattia, di cosa è funzionale o meno per te
Ciao! Non posso dirti con certezza perché non sono un medico, dovresti chiedere al tuo psichiatra. Per quanto riguarda la mia esperienza ogni cambiamento di dose (sia in più che in meno) mi causava mal di testa e senso di vertigini per qualche giorno, ma è molto soggettivo
@@espeonsquad perché così sappiamo contro cosa stiamo lottando e dare un nome in qualche modo tranquillizza e ti fa pensare allora non è tutta colpa mia, non sono svogliato o pigro e non ho buttato la vita nel cesso solo perché sono stupido..
@@nicorossi2825 è un discorso che comprendo, ma se poi si rischiasse di pensare: “non riuscirò mai a stare meglio perché ho questa cosa che non posso togliermi”? La diagnosi ci tranquillizza perché ci sembra che ci tolga delle responsabilità - cosa che non è del tutto falsa. Ma se poi le lasciassimo tutta la responsabilità? Sia che soffriamo di una malattia mentale sia che non sia così, non buttiamo mai la nostra vita nel cesso “solo perché siamo stupidi” e di sicuro non è mai “solo colpa nostra”, e la terapia ce lo insegna a prescindere da un foglio di carta o meno. In più immagina se volessimo (o, più che altro, avessimo bisogno di) diagnosi che però non c’è. Nel mio caso mi sarei sentita completamente invalidata nel mio malessere se avessi fatto dei test e non sarebbe uscita nessuna diagnosi. Avrei pensato: allora veramente ho fatto tutto questo perché sono stupida? Sono davvero pigra e svogliata?
@@espeonsquad ma in teoria non può non esistere una diagnosi.. che sia qi basso, ritardo cognitivo, pigrizia, depressione maggiore, distimia, fobia sociale , borderline e via discorrendo cmq una motivazione per cui tu sei così c'è.. poi sta allo psichiatra psicologo trovarla.. e nel momento in cui la trovi , le dai un nome, da li in teoria si dovrebbe partire con la terapia psicologica e anche (per quelle più gravi) farmacologica.. se non sai o non vuoi sapere cosa hai , quale è il tuo problema, come fai a risolverlo.. non sapresti manco da dove iniziare.. a maggior riguardo se devi trattarla con antidepressivi. Non puoi trattare il disturbo Borderline di personalità con i farmaci con cui si deve invece curare Psicosi o Schizofrenia.. ci sono farmaci specifici per ogni disturbo.. perciò non puoi non sapere la diagnosi. non so se mi spiego
@@nicorossi2825 non tutti quelli che vanno dallo psicologo hanno una malattia mentale e di conseguenza non tutti hanno bisogno di un aiuto farmacologico, quindi potrebbe tranquillamente esserci una "non diagnosi". Capisco però cosa intendi, più che altro conoscere la malattia ti aiuta a capire quali siano gli schemi che la alimentano. Non so. Sono molto combattuta su questa cosa perché da un lato ti capisco e appoggio la tua visione delle cose, dall'altro come dico nel video non so se per me avrebbe funzionato, e quindi mi sono chiesta se sia possibile che anche per altri potrebbe non funzionare..
A mio parere è importante la diagnosi per orientarsi verso il trovare la cura migliore per sé stessi attraverso l'aiuto di figure competenti. Ma a mio parere la cosa più importante in assoluto è guardare le proprie dinamiche interne, conoscersi. La diagnosi rispetto a questo passa in secondo piano. Se una riesce a conoscere le proprie dinamiche interne riesce ad essere consapevole e imparare a gestirsi meglio. Anche perché non tutti i disturbi di personalità anche se sono gli stessi non si presentano mai uguali nelle persone. Ci sono varie gravità pure tra disturbi di personalità con lo stesso nome in base a come si sviluppano nella persona e al vissuto della persone ecc.
Ciao, ho appena scoperto il tuo canale! Io credo che sia importantissimo ricevere una diagnosi per diversi motivi: valutare la preparazione della psicoterapeuta a cui ti stai affidando, comprendere la forma (e non la sostanza, eh! Quella riguarda il percorso di vita) della propria sofferenza, ricevere una risposta e capire come impostare la psicoterapia. Il percorso terapeutico per una persona depressa differisce da quello indirizzato a una persona ansiosa o che ha subito maltrattamenti, che si esprimono tramite una diagnosi, per esempio, di PTSD. È importantissimo avere una nomenclatura dalla quale partire, alla quale aggiungere una diagnosi psicodinamica, che comprende invece la narrazione della vita del paziente, attraverso cui sviscerare tutte le dimensioni (amicale, romantica, lavorativa ecc). Io ho frequentato una psicoterapeuta per quattro anni senza però ricevere una diagnosi; appena il percorso è finito, mi sono resa conto di non aver lavorato su nulla proprio perché non avevo un punto di partenza...
@@kikca99 capisco benissimo quello che intendi! È che non tutte le persone che vanno in terapia hanno una malattia mentale o una neurodivergenza per cui serve una diagnosi, quindi a quel punto su cosa si lavora? I problemi che escono con la terapeuta non sono gli stessi sia che tu abbia una diagnosi o no?
Uno dei dubbi più grandi è che spessissimo le persone ricevono diagnosi sbagliate e si ritrovano a fare terapie inefficaci anche per questo, perché rimangono ancorati ai sintomi della malattia piuttosto che ai sintomi della paziente. Non so se segui Shanti Lives: lei ha da poco scoperto di essere ADHD ma prima ha avuto infinite diagnosi diverse e tutte ipoteticamente sbagliate. Anni e anni della sua vita credendo di avere un determinato disturbo, agendo per curare quel disturbo, e poi non era quello… se non avesse avuto diagnosi forse si sarebbe focalizzata meno su quegli aspetti?
@@espeonsquad chiaramente mi riferisco alle persone che soddisfano i criteri per formulare una diagnosi del DSM. La diagnosi è una rivelazione per molte persone, che finalmente sanno cosa stanno affrontando. Ti consiglio di dare un'occhiata al profilo di Federica Carbone, una ragazza che ha sofferto di disturbo borderline di personalità e che ha scoperto di avere a ben ventotto anni di età. Ricevere quella diagnosi, le ha consentito di intraprendere un percorso specifico per curare quel disturbo e gli aspetti che lo caratterizzano, come la disregolazione emotiva ad esempio. Non sono d'accordo con te sul discorso dei sintomi, che invece sono importanti e vanno rilevati: curando il sintomo, si può approfondire la storia di vita dell'individuo.
Conosco Shanti Lives, la seguo da tantissimi anni! La sua storia è particolare, perché lei stessa è alla stregua ricerca di una diagnosi. Nei suoi video ha ammesso di aver risposto alle domande dello psichiatra, basando le sue risposte sui sintomi del disturbo bipolare (mi ricordo questo video in particolare). Non credo che Shanti vada presa come un esempio, perché cambiò appositamente le risposte per ricevere una specifica diagnosi che desiderava: ha trascorso molto tempo su Internet per cercare di rivedersi in quache disturbo. Insomma, non è un comportamento da prendere come esempio. Ha anche assunto dei farmaci stabilizzatori dell'umore, che non le apportarono dei benefici perché non le servivano a nulla.
Capisco il tuo ragionamento, ma secondo me è completamente sbagliato e va contro la ricerca scientifica. I pazienti meritano di essere consapevoli dei propri disturbi e di capire cosa stia accadendo loro. Prendi come riferimento dei problemi di diversa natura, come i tumori o delle malattie autoimmuni: serve a qualcosa nascondere queste diagnosi a chi ne soffre? No...
Per farti un esempio, ti riporto la mia storia: dopo aver avuto quel brutto percorso con la prima psicoterapeuta, ne ho iniziato un altro. La mia attuale psicoterapeuta ha deciso di rivelare la mia diagnosi dopo due anni e mezzo di lavoro su me stessa. Ha dapprima approfondito la mia storia, i miei sintomi e via discorrendo, quindi non è stato un lavoro frettoloso e superficiale. Ne ho ricavato tanti vantaggi e ho potuto smuovere dei ricordi che avevo rimosso, riguardanti un trauma infantile. Senza quella diagnosi, mi sarei sentita sbagliata in todo, dato che non avrei potuto comprendere da dove arrivasse il disagio.
Secondo me si è importante ma da come l’hai esposta tu mi sembra proprio una cosa soggettiva ,sono anche d’accordo con te dopo quello che hai detto e vorrei dire anche se è un vero amico o un vero partner o qualsiasi altra cosa ti sta vicino sia ne momenti no che si ma forse è un discorso troppo ampio bel video ,molto intelligente buona giornata 😊
Penso anche io che le persone che ti vogliono bene rimangano anche nei tuoi momenti di difficoltà, però la depressione è più che “un momento”, può durare anni e può essere veramente frustrante e “contagiosa”. Personalmente stare h24 con una persona clinicamente depressa a livelli molto gravi distruggerebbe la mia salute mentale, dovrei necessariamente allontanarmi. Per questo capisco se qualcun altro sceglie di fare lo stesso
Dalla mia esperienza le persone che non hanno determinate difficoltà mentali non le capiscono nemmeno se una persona gli dice di avere una diagnosi. Sono cose estremamente difficili da comprendere per chi non le ha mai nemmeno sperimentate determinate difficoltà. Io preferisco non dire nulla delle mie difficoltà dalla mia esperienza le altre persone non possono capire anche se ci provano. Poi c'è anche chi scappa spavento e pensa chissà cosa se gli dici di avere una malattia mentale quindi preferisco evitare. C'è molto stigma sui disturbi mentali su alcuni in particolare più di altro. Ne ho conosciuto una marea di persone con disturbi mentali di varie tipologie. Sono stato in una comunità ne ho viste tante. Dalla mia esperienza anche con un malattia mentale si può stare anche estremamente meglio.ci ho messo 10 anni anni e più ma moltissime mie difficoltà le.ho attenuate. la cosa brutta è che c'è anche chi ha un determinato disturbo di personalità ma non vuole ammetterlo di averlo quindi neanche si fa aiutare.
Assolutamente, hai ragione su questo. È che io personalmente nella definizione trovavo conforto e paradossalmente mi sentivo meno “pazza”. Poi, nella realtà delle cose, sicuramente non mi avrebbe aiutato a livello relazionale. Però mi sembrava di poter dimostrare che stavo davvero male e non ero solo io a esagerare sempre tutto. Non so quanto questo abbia senso, in effetti 😅
Adesso mi hai messo un tarlo nella testa! Devo pensare che io sono davvero così come mi sento perchè è il mio carattere... oppure quel che penso sia il mio carattere è in realtà la mia malattia che decide devo essere così e non posso farci niente?!
La malattia non incide sul nostro carattere ma sui nostri pensieri, le due cose spesso si confondo ma sono due cose differenti. La malattia non decide nulla, è solo un insieme di sintomi e tu sei quello che decide cosa farne. Non so se mi sono spiegata, è un concetto complesso :/
@@espeonsquad Infatti non c' ho capito niente
Come faccio a decidere cosa farne o meno...di qualcosa che non posso avere in mano?! Perchè i sintomi si avvertono, ma non sono (per fortuna) oggetti da comprare prima e tenere come soprammobili dopo!
Ma forse sono io che ho frainteso come sempre, chissà...
@@AndreaDAvena-p5f chiaro che non li puoi mettere nel cestino, ma sei tu che pensi i tuoi pensieri. Puoi scegliere quanto spazio dar loro all'interno della tua vita, quanta importanza dargli in base alle consapevolezze che hai di te, della tua malattia, di cosa è funzionale o meno per te
@@espeonsquad In parole povere quello che faccio da una vita
Ciao morena con l aumento di sertralina da 100mg a 150mg è normale avere ancora la nausea ?
Ciao! Non posso dirti con certezza perché non sono un medico, dovresti chiedere al tuo psichiatra. Per quanto riguarda la mia esperienza ogni cambiamento di dose (sia in più che in meno) mi causava mal di testa e senso di vertigini per qualche giorno, ma è molto soggettivo
@@espeonsquad dopo quanto tempo hai sentito benefici della sertralina ?
@@MariannaBarbera dopo circa 2/3 settimane
Io le diagnosi me le faccio da sola!😂
Non sono d'accordo. Dobbiamo identificare il nostro malessere e dargli un nome
@@nicorossi2825 perché?
@@espeonsquad perché così sappiamo contro cosa stiamo lottando e dare un nome in qualche modo tranquillizza e ti fa pensare allora non è tutta colpa mia, non sono svogliato o pigro e non ho buttato la vita nel cesso solo perché sono stupido..
@@nicorossi2825 è un discorso che comprendo, ma se poi si rischiasse di pensare: “non riuscirò mai a stare meglio perché ho questa cosa che non posso togliermi”? La diagnosi ci tranquillizza perché ci sembra che ci tolga delle responsabilità - cosa che non è del tutto falsa. Ma se poi le lasciassimo tutta la responsabilità?
Sia che soffriamo di una malattia mentale sia che non sia così, non buttiamo mai la nostra vita nel cesso “solo perché siamo stupidi” e di sicuro non è mai “solo colpa nostra”, e la terapia ce lo insegna a prescindere da un foglio di carta o meno. In più immagina se volessimo (o, più che altro, avessimo bisogno di) diagnosi che però non c’è. Nel mio caso mi sarei sentita completamente invalidata nel mio malessere se avessi fatto dei test e non sarebbe uscita nessuna diagnosi. Avrei pensato: allora veramente ho fatto tutto questo perché sono stupida? Sono davvero pigra e svogliata?
@@espeonsquad ma in teoria non può non esistere una diagnosi.. che sia qi basso, ritardo cognitivo, pigrizia, depressione maggiore, distimia, fobia sociale , borderline e via discorrendo cmq una motivazione per cui tu sei così c'è.. poi sta allo psichiatra psicologo trovarla.. e nel momento in cui la trovi , le dai un nome, da li in teoria si dovrebbe partire con la terapia psicologica e anche (per quelle più gravi) farmacologica.. se non sai o non vuoi sapere cosa hai , quale è il tuo problema, come fai a risolverlo.. non sapresti manco da dove iniziare.. a maggior riguardo se devi trattarla con antidepressivi. Non puoi trattare il disturbo Borderline di personalità con i farmaci con cui si deve invece curare Psicosi o Schizofrenia.. ci sono farmaci specifici per ogni disturbo.. perciò non puoi non sapere la diagnosi. non so se mi spiego
@@nicorossi2825 non tutti quelli che vanno dallo psicologo hanno una malattia mentale e di conseguenza non tutti hanno bisogno di un aiuto farmacologico, quindi potrebbe tranquillamente esserci una "non diagnosi". Capisco però cosa intendi, più che altro conoscere la malattia ti aiuta a capire quali siano gli schemi che la alimentano. Non so. Sono molto combattuta su questa cosa perché da un lato ti capisco e appoggio la tua visione delle cose, dall'altro come dico nel video non so se per me avrebbe funzionato, e quindi mi sono chiesta se sia possibile che anche per altri potrebbe non funzionare..