Come passeri sperduti | Intervista a Ennio Trivellin
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- Опубліковано 4 жов 2024
- Ennio Trivellin aveva sedici anni quando è stato deportato a Mauthausen e poi a Gusen I. Le SS hanno preso prima suo padre, poi la stessa sorte toccherà a lui, staffetta partigiana catturata per delazione.
Ennio Trivelin:
"Verona era una sede pericolosa per queste cose, era praticamente la sede della capitale della Repubblica Sociale, della Repubblica Fascista, proprio. Noti che era un fascismo diventato velenoso" racconta Trivellin, "[...] E anche se non te ne parlavano mai, e il sabato bisognava andare a fare le esercitazioni della Gioventù italiana del Littorio eccetera, la capacità critica del giovane esiste e a poco a poco è cominciata una specie di rivolta interiore. [...]"
"Mauthausen.
È qualcosa di difficile da descrivere.
Sembrano quei film dell'orrore che fan vedere adesso al cinema [...]. Tutti pensano che sia un campo di concentramento. No: è un penitenziario, se uno lo vede. È forse l'unico che ha quelle caratteristiche. È costruito su una collina, bellissima per un albergo perchè vedi il Danubio sotto. [...] Potenti mura di granito, non c'era il reticolato fuori, il reticolato era dentro!
[...] Ci guardiamo intorno e vediamo venire avanti due carri spinti a mano da fantasmi vestiti a righe che li spingevano, e uno davanti che teneva il timone...carico di cadaveri nudi. 'O è un manicomio, o io sto vivendo un film surreale' mi dicevo 'non riesco a capire cosa succeda qua'..."
Le memorie di Ennio Trivellin sono state raccolte nel libro "Come passeri sperduti" di Paola Dalli Cani (Cierre Verona 2016).
L'intervista è stata realizzata il 12 novembre a Bolzano in occasione del XVI Congresso Nazionale dell'ANED - Associazione Nazionale Ex Deportati nei campi nazisti.
Gli autori ringraziano ANED e il prof Trivellin per la disponibilità concessaci.
Intervista, riprese e montaggio a cura di Erica Picco e Zeno Gaiaschi.
Ennio, io so`che tu riceverai da Dio la Ricompensa per tutto cio`che ti e`stato tolto in quei tempi, Dio ti Consolera`con la Vita felicemente Eterna, sia a te e tutti coloro che come te e piu`hanno sofferto!! Dio ti Benedica te`e tutte quelle Milioni di Vittime Innoccenti!!!ovunque tu oggi sia !!!
Grande persona, grazie per averci permesso di assistere a questo racconto del signor Trivellin.
Grande Ennio ! Che il Cielo l'abbia in gloria. Sono stato a Mauthausen recentemente e sono entrato dalla porta mongola con l'Appelplatz che sarà lunga 600 metri ed ha ragione il Sig. Ennio, sarebbe un hotel fantastico là sulla collina col panorama sottostante, però è diventato luogo sacro, intoccabile al profitto economico.
Il finale del lampione è straordinario
Grazie Ennio per la tua preziosa testimonianza.
Avete combattuto per la liberta' lo scopo era quello di tutti i giovani che avevano preso coscienza di stare combattendo una guerra persa in partenza anche perche' voi militari italiani eravate stati abbandonati dul campo di battaglia senza viveri e con poche armi Non avreste mai potuto vincere mi sarei ritirata anche io abbandonando le armi altrimenti avrei dovuto battermi contro i miei stessi connazionali italiani quindi rispetto assoluto per chi si è rifiutato di combattere quella guerra inutile e inservibile al popolo italiano onore a te e viva i partigiani che fra l'altro ammiro e stimo perché nel 45 sono riusciti ha liberare torino la mia citta'
hai le idee parecchio confuse, spero tu sia molto giovane. il signor trivellin li voleva combattere eccome i suoi connazionali italiani, ma hai visto il video?
Grazie signor Ennio.
Ottima intervista ma eliminare il rumore della porta
Ciao Renato, purtroppo eravamo in un punto di passaggio e non ci è stato possibile migliorare l'audio meglio di così. Grazie del tuo feedback!
Ma perchè in così tanti dicono Matausen , quando invece era MAUTHAUSEN...
Sì è una storpiatura all'italiana chiamarlo Matausen. Anche mio padre lo chiamava così. Il prof. Barbero spiega che ha assonanza con mattatoio e matar dallo spagnolo. Io credo che non sia così e lo chiamino Matausen le persone che non conoscono la lingua tedesca. Infatti Maut = pedaggio, dazio e Hausen = casa, edificio.
@@jeanjeudi6364 Sono d'accordo con lei, Barbero dice fesserie. So del significato di Mauthausen, per averlo anche visitato.
Che lucido pensiero critico