Il termine Scapigliatura viene usato per la prima volta dal giornalista e scrittore Cletto Arrighi (pseudonimo di Carlo Righetti, uno dei maggiori esponenti del movimento) nel suo romanzo intitolato "La Scapigliatura e il 6 febbraio" pubblicato nel 1862. «In tutte le grandi e ricche città del mondo incivilito esiste una certa quantità di individui d'ambo i sessi v'è chi direbbe una certa razza di gente - fra i venti e i trentacinque anni non più; pieni d'ingegno quasi sempre, più avanzati del loro secolo; indipendenti come l'aquila delle Alpi, pronti al bene quanto al male, inquieti, travagliati, turbolenti - i quali - e per certe contraddizioni terribili fra la loro condizione e il loro stato, vale a dire fra ciò che hanno in testa, e ciò che hanno in tasca, e per una loro maniera eccentrica e disordinata di vivere, e per… mille e mille altre cause e mille altri effetti il cui studio formerà appunto lo scopo e la morale del mio romanzo - meritano di essere classificati in una nuova e particolare suddivisione della grande famiglia civile, come coloro che vi formano una casta sui generis distinta da tutte quante le altre. Questa casta o classe - che sarà meglio detto- vero pandemonio del secolo, personificazione della storditaggine e della follia, serbatoio del disordine, dello spirito d'indipendenza e di opposizione agli ordini stabiliti, questa classe, ripeto, che a Milano ha più che altrove una ragione e una scusa di esistere, io, con una bella e pretta parola italiana, l'ho battezzata appunto: la "Scapigliatura Milanese"»
Molto bello non sapevo l'esistenza di questo movimento grazie mille
Grazie mille a te 🙏
🤝🏼 Grazie
Grazie a te per il commento 🙏
Grazie a te
🙏
Ogni epoca ha avuto i propri contestatori, anticonformisti, in particolare nel mondo dell'arte. Interessante pillola sugli scapigliati. Un saluto
Grazie mille 🙏. Buona notte.
Ma non fu Victor Hugo il fondatore degli scapigliati?
Perché proprio questo termine scapigliati.... Gli è stato dato oppure se lo scelsero loro?
Il termine Scapigliatura viene usato per la prima volta dal giornalista e scrittore Cletto Arrighi (pseudonimo di Carlo Righetti, uno dei maggiori esponenti del movimento) nel suo romanzo intitolato "La Scapigliatura e il 6 febbraio" pubblicato nel 1862.
«In tutte le grandi e ricche città del mondo incivilito esiste una certa quantità di individui d'ambo i sessi v'è chi direbbe una certa razza di gente - fra i venti e i trentacinque anni non più; pieni d'ingegno quasi sempre, più avanzati del loro secolo; indipendenti come l'aquila delle Alpi, pronti al bene quanto al male, inquieti, travagliati, turbolenti - i quali - e per certe contraddizioni terribili fra la loro condizione e il loro stato, vale a dire fra ciò che hanno in testa, e ciò che hanno in tasca, e per una loro maniera eccentrica e disordinata di vivere, e per… mille e mille altre cause e mille altri effetti il cui studio formerà appunto lo scopo e la morale del mio romanzo - meritano di essere classificati in una nuova e particolare suddivisione della grande famiglia civile, come coloro che vi formano una casta sui generis distinta da tutte quante le altre. Questa casta o classe - che sarà meglio detto- vero pandemonio del secolo, personificazione della storditaggine e della follia, serbatoio del disordine, dello spirito d'indipendenza e di opposizione agli ordini stabiliti, questa classe, ripeto, che a Milano ha più che altrove una ragione e una scusa di esistere, io, con una bella e pretta parola italiana, l'ho battezzata appunto: la "Scapigliatura Milanese"»
@@NonPuoiNonSaperlo grazie