Caro professore, sono un poeta e scrittore canavesano, ma per sbarcare il lunario da 16 anni mi arrabatto tra una fabbrica e l'altra; momentaneamente sto lavorando in un'azienda che produce teste e basamenti per motori di taglia grande. Un po' per furberia da parte della proprietà, un po' per la speculazione internazionale energetica, per sopperire al rincaro delle bollette gas/luce, da dicembre stiamo lavorando con temperature inammissibili. Oggi, dopo settimane di pazienza e sopportazione, abbiamo scioperato al fronte dei 10° interni (caldaie totalmente spente per ""lavori in corso"", NEI GIORNI PIÙ FREDDI DELL'ANNO!). Se è questo il futuro e il progresso, no, non ci sto e non ci stiamo. Oggi ci siamo ribellati fermando la produzione. Vorrei che quello che ho visto oggi si diffondesse almeno nel nostro Paese, ma è chiedere troppo... Se è questo il progresso e il diritto oggi, ripeto, non ci sto!
Bravo! È questa la libertà che i politici ci esportano a difendere! La libertà di essere sfruttati, sottopagati, di essere licenziati per una volontà arbitraria di datore di lavoro che è sempre libero di non prolungare il contratto di lavoro (questo è successo con mio marito dopo 25 anni di lavoro per una ditta che ad un certo punto da deciso di ottimizzare le tasse. Gli hanno detto che non c'è l'avevano con il suo lavoro, lui è bravo, per cui sono pronti che lui fosse andato a lavorare ma a nero. Quindi senza assicurarmi! Quindi gli hanno proposto una libertà di subire eventuali infortuni senza manca essere assicurato) . Siamo liberi solo di andare ogni tot anni alle urne per votare e poi osservare sempre gli stessi politici parlare sempre le stesse cose che non coincidono con quello che poi una volta eletti loro fanno. E chiunque sia eletto la politica rimane la stessa (come è successo con le ultime elezioni). Io sono stata per molti anni libera di non poter accedere alla mia professione perché il mio settore è bloccato ormai da 10 anni. Grazie al cielo ci sono riuscita ad iscrivermi all'ultimo bando e sostenerne l'esame. Ma ci sono migliaia di persone che ne aspirano, ma ormai hanno una grande libertà di non averne una minima speranza. E il settore di cui parlo certo che è un settore di talmente scarsa importanza per un paese come l'Italia che ormai la 3-4 legislatura governativa che se ne frega... Io parlo del turismo. In tutto sommato io e la mia famiglia abbiamo una grande fortuna di godere di tutta questa preziosissima libertà....
@@RiccardoDiBiagio88 certamente, ma è la serietà e la mancanza di organizzazione che contraddistingue i nostri governi di merda d'innanzi alle crisi e alle transizioni che mi preoccupa gravemente. Ed è soprattutto e sempre ad appannaggio dei soliti ricchi e a scapito di noi bestie lavoratrici...
Io sono anni che, quando mi serve qualcosa, vado nelle "botteghe" dove si pratica il baratto: porto ciò che non mi serve (e non solo abbigliamento) e prendo ciò che mi serve. Ovviamente non trovi l'ultimo capetto alla moda e spesso non trovi ciò che in quel momento ti servirebbe ma, poiché abbiamo comunque tanto (oserei dire troppo), si può sempre aspettare per trovare ciò che vorremmo....Ci sono anche i mercati con le bancarelle dell'usato...frequento anche quelle
Professore che bello vedere e sentire questo. sto scrivendo la mia tesi di laurea magistrale in pedagogia proprio su questo argomento dalla rivoluzione industriale alle fast fashion
Condivido in pieno. Non è possibile continuare su questi parametri. Il Mondo va cambiato totalmente e il pensiero va modificato a 360 gradi. Moda usa e getta o quasi, è alla base anche di un modo di concepire "tutto" usa e getta: sentimenti, emozioni, passioni, valori,principi, relazioni. Un Mondo così non mi appartiene, non mi piace e la colpa è solo nostra, non certo della Natura, delle piante, degli animali: è dell'essere umano e di come si è evoluto. Non è più possibile e sostenibile un ritmo così "fast". Bisogna fare qualcosa nella maniera più assoluta. I ritmi vanno modificati, l'economia va cambiata, i profitti vanno ridefiniti, la Vita delle persone va riconcepita, dando più valore alle relazioni che all'avere in termini materiali. Oltretutto, è il Pianeta che ce lo chiede, perché le risorse, soprattutto idriche e gassose (aria, ossigeno, in particolare) non sono inesauribili. I rifiuti non sapremo più dove buttarli. Ci stiamo pensando? No. Prima di produrre di più, bisogna pensare ai danni connessi.
Caro professore, naturalmente condivido in pieno questa critica feroce in prospettiva marxista. Per quanto ne so, in Europa esistono "sensibilità" molto diverse ovvero: nei paesi come l'Italia, dove la creazione di tessuti e vestiti é un settore molto antico; ci furono proteste e prese di posizione, quando la globalizzazione aveva determinato l'invasione dei capi di abbigliamento dall'estremo oriente (per tacere delle delocalizzazioni di molte società italiane, comprese quelle degli stilisti made in italy...). Invece, nei paesi del nord europa, abituati ormai da decenni ad importare i capi di abbigliamento dall'estero, la possibilità di acquistare vestiti e tessuti a prezzo stracciato era ed é assai allettante, perciò spesso hanno privilegiato questo vantaggio, fingendo di non sapere e vedere la speculazione che c'era dietro. Un caro saluto (P.S. se penso che la Cina é un paese ufficialmente comunista, ma ormai da decenni si applicano i principi più spietati del capitalismo/ liberismo, in barba ai valori del marxsimo, inorridisco😡🤬)
Questo argomento è piuttosto "datato", ci sono un sacco di documentari a riguardo, uno su tutti i due The minimalist su Netflix di D'Avella. Detto questo, argomento che non perde mai appeal, anzi vedendo come sta andando bisogna sforzarsi di più e parlarne ancora di più. Io personalmente ero uno che comprava "tanto", 6-7 anni fa ho iniziato invece ad essere più consapevole ed oggi ho un guardaroba molto "wittgenstaniano", ovvero ridotto all'osso. Quasi monocolore. Spendo qualcosa in più ma cerco solo marche sostenibili. Con vestiti che mi durano anni. Butto solo quando sono logori.
Grazie prof. Ormai siamo all autodistruzione. Noi siamo temporaneamente ospiti sulla terra poiché i nostri figli la erediteranno...cosa gli lasceremo? Speriamo in un risveglio delle coscienze.
@@dartnight365 breaking italy fa schifo ad informare, piuttosto segui Carlo sini Antonio Loiacono Gabriele Ghisellini Carlo Rovelli Luca Mercalli e Lamberto Giannini ❣️
Se una persona non cresce di statura o di peso, una volta che ha capito quale tipo di abbigliamento fa per lei perché deve continuamente cambiare vestiti? La mia generazione era come in divisa, jeans e maglietta bianca. Una giacca a vento di buona qualità dura 15 anni. La mia la ho ereditata da una cara amica di mia madre. Compro calze e biancheria, il resto lo ho. Se una persona è snella e trova i colori che le piace indossare perché deve comprare vestiti continuamente? Sono molto frequenti le pubblicità di Sheine. Quando ho bisogno di qualcosa per i miei figli vado al mercato, così posso toccare il tessuto e guardare la etichetta.
Oltre all'insostenibilità questa Fast Fashion ha anche un lato comico, tipo i tempi moderni di Charlie Chaplin E mi immagino il momento in cui si grippa tutto il sistema di questa insensata iperproduzione
Certo, ma non si tratta solo di ambienti, numeri ecc... anzi quell'approccio logico alla denuncia è esattamente lo stesso che causa il fenomeno consumistico, valutazione basata sui denaro e non sul valore, sulla produttività e non forza lavoro. Il punto focale è la qualità nel tempo (il solito discorso tra breve e lungo termine) vestiti che durano decenni, e belli, significano MINOR SPRECO di forza lavoro E BASTA, il resto è conseguenza. Addirittura si era ribellato Armani del fast fashion perché in ambito qualitativo è un concetto opposto a chi punta sulla qualità, MA il fast fashion è anche conseguenza (basandosi sul basso prezzo, costo e qualità) del sovrapprezzo capitalista e mitizzazione dei prodotti di (sempre più spesso presunta) qualità, sovrapprezzo sempre fondato sul marketing ecc... ecc...
Ci si attacca al tram... Haahahahah, apparte gli scherzi penso che dovremmo fare (anche nel nostro piccolo) quello che in fondo fà il proffesore saudino, cioé cercare di accendere quella scintilla di curiosità e "luce" di conoscienza nelle menti di chi più possiamo, perché hai ragione tu il socialismo e comunismo ha fallito ovunque anche in qui paesi dove adesso magari c'é il partito unico comunista, bisogna ripartire da zero ( o quasi) accendere la miccia della speranza, della rivoluzione e del cambiamento perché abbiamo perso così tanto di quello che è stato fatto in tutto il 1900 che ora aizzare anche solo i lavoratori di una piccola azienda per fare semplicemente sciopero è impresa titanica, quindi è come se dovessimo ripartire da zero
Non hanno mai nemmeno avuto la possibilità di esprimersi in realtà. Leggiti il manifesto o altri lavori di Karl Marx e similari, poi esamina se davvero certe realtà erano comuniste o era un "Red washing"
@@laprimularossa4626 si tendenzialmente è così, peró quello che intendo dire è che ora come ora é molto difficile anche fare semplici scioperi, dobbiamo fare una vera e propia guerra culturale per innescare le fiamme degli scioperi e del cambiamento, ora come ora non ci sono neanche le "braci ardenti" di un pensiero di cambiamento. Io la penso così dato che la situazione é molto problematica, poi magari mi sbaglio e serve invece un approccio più a cazzo duro
Caro professore, sono un poeta e scrittore canavesano, ma per sbarcare il lunario da 16 anni mi arrabatto tra una fabbrica e l'altra; momentaneamente sto lavorando in un'azienda che produce teste e basamenti per motori di taglia grande. Un po' per furberia da parte della proprietà, un po' per la speculazione internazionale energetica, per sopperire al rincaro delle bollette gas/luce, da dicembre stiamo lavorando con temperature inammissibili. Oggi, dopo settimane di pazienza e sopportazione, abbiamo scioperato al fronte dei 10° interni (caldaie totalmente spente per ""lavori in corso"", NEI GIORNI PIÙ FREDDI DELL'ANNO!). Se è questo il futuro e il progresso, no, non ci sto e non ci stiamo. Oggi ci siamo ribellati fermando la produzione. Vorrei che quello che ho visto oggi si diffondesse almeno nel nostro Paese, ma è chiedere troppo...
Se è questo il progresso e il diritto oggi, ripeto, non ci sto!
con le rinnovabili questo problema nn esisterebbe
Bravo! È questa la libertà che i politici ci esportano a difendere! La libertà di essere sfruttati, sottopagati, di essere licenziati per una volontà arbitraria di datore di lavoro che è sempre libero di non prolungare il contratto di lavoro (questo è successo con mio marito dopo 25 anni di lavoro per una ditta che ad un certo punto da deciso di ottimizzare le tasse. Gli hanno detto che non c'è l'avevano con il suo lavoro, lui è bravo, per cui sono pronti che lui fosse andato a lavorare ma a nero. Quindi senza assicurarmi! Quindi gli hanno proposto una libertà di subire eventuali infortuni senza manca essere assicurato) . Siamo liberi solo di andare ogni tot anni alle urne per votare e poi osservare sempre gli stessi politici parlare sempre le stesse cose che non coincidono con quello che poi una volta eletti loro fanno. E chiunque sia eletto la politica rimane la stessa (come è successo con le ultime elezioni). Io sono stata per molti anni libera di non poter accedere alla mia professione perché il mio settore è bloccato ormai da 10 anni. Grazie al cielo ci sono riuscita ad iscrivermi all'ultimo bando e sostenerne l'esame. Ma ci sono migliaia di persone che ne aspirano, ma ormai hanno una grande libertà di non averne una minima speranza. E il settore di cui parlo certo che è un settore di talmente scarsa importanza per un paese come l'Italia che ormai la 3-4 legislatura governativa che se ne frega... Io parlo del turismo. In tutto sommato io e la mia famiglia abbiamo una grande fortuna di godere di tutta questa preziosissima libertà....
@@RiccardoDiBiagio88 certamente, ma è la serietà e la mancanza di organizzazione che contraddistingue i nostri governi di merda d'innanzi alle crisi e alle transizioni che mi preoccupa gravemente. Ed è soprattutto e sempre ad appannaggio dei soliti ricchi e a scapito di noi bestie lavoratrici...
@@ellinamovchan6380 tutta la mia solidarietà che va oltre la parola scritta in questa sede: un simbolico abbraccio!
Io sono anni che, quando mi serve qualcosa, vado nelle "botteghe" dove si pratica il baratto: porto ciò che non mi serve (e non solo abbigliamento) e prendo ciò che mi serve. Ovviamente non trovi l'ultimo capetto alla moda e spesso non trovi ciò che in quel momento ti servirebbe ma, poiché abbiamo comunque tanto (oserei dire troppo), si può sempre aspettare per trovare ciò che vorremmo....Ci sono anche i mercati con le bancarelle dell'usato...frequento anche quelle
Professore che bello vedere e sentire questo. sto scrivendo la mia tesi di laurea magistrale in pedagogia proprio su questo argomento dalla rivoluzione industriale alle fast fashion
io vorrei insegnare nei paesi del sud del mondo
Noi, gli abitanti degli allevamenti intensivi
Condivido in pieno. Non è possibile continuare su questi parametri. Il Mondo va cambiato totalmente e il pensiero va modificato a 360 gradi. Moda usa e getta o quasi, è alla base anche di un modo di concepire "tutto" usa e getta: sentimenti, emozioni, passioni, valori,principi, relazioni.
Un Mondo così non mi appartiene, non mi piace e la colpa è solo nostra, non certo della Natura, delle piante, degli animali: è dell'essere umano e di come si è evoluto. Non è più possibile e sostenibile un ritmo così "fast".
Bisogna fare qualcosa nella maniera più assoluta. I ritmi vanno modificati, l'economia va cambiata, i profitti vanno ridefiniti, la Vita delle persone va riconcepita, dando più valore alle relazioni che all'avere in termini materiali. Oltretutto, è il Pianeta che ce lo chiede, perché le risorse, soprattutto idriche e gassose (aria, ossigeno, in particolare) non sono inesauribili. I rifiuti non sapremo più dove buttarli. Ci stiamo pensando? No.
Prima di produrre di più, bisogna pensare ai danni connessi.
L'obsolescenza programmata portata ai massimi livelli
Caro professore, naturalmente condivido in pieno questa critica feroce in prospettiva marxista. Per quanto ne so, in Europa esistono "sensibilità" molto diverse ovvero: nei paesi come l'Italia, dove la creazione di tessuti e vestiti é un settore molto antico; ci furono proteste e prese di posizione, quando la globalizzazione aveva determinato l'invasione dei capi di abbigliamento dall'estremo oriente (per tacere delle delocalizzazioni di molte società italiane, comprese quelle degli stilisti made in italy...). Invece, nei paesi del nord europa, abituati ormai da decenni ad importare i capi di abbigliamento dall'estero, la possibilità di acquistare vestiti e tessuti a prezzo stracciato era ed é assai allettante, perciò spesso hanno privilegiato questo vantaggio, fingendo di non sapere e vedere la speculazione che c'era dietro. Un caro saluto (P.S. se penso che la Cina é un paese ufficialmente comunista, ma ormai da decenni si applicano i principi più spietati del capitalismo/ liberismo, in barba ai valori del marxsimo, inorridisco😡🤬)
Questo argomento è piuttosto "datato", ci sono un sacco di documentari a riguardo, uno su tutti i due The minimalist su Netflix di D'Avella. Detto questo, argomento che non perde mai appeal, anzi vedendo come sta andando bisogna sforzarsi di più e parlarne ancora di più. Io personalmente ero uno che comprava "tanto", 6-7 anni fa ho iniziato invece ad essere più consapevole ed oggi ho un guardaroba molto "wittgenstaniano", ovvero ridotto all'osso. Quasi monocolore. Spendo qualcosa in più ma cerco solo marche sostenibili. Con vestiti che mi durano anni. Butto solo quando sono logori.
Io nemmeno in quel caso. Li smebro e tengo da parte il tessuto per quando ho in mente qualche progettino che richiede cucire
Grazie prof.
Ormai siamo all autodistruzione.
Noi siamo temporaneamente ospiti sulla terra poiché i nostri figli la erediteranno...cosa gli lasceremo?
Speriamo in un risveglio delle coscienze.
Lasceremo fallout. Letteralmente
ci sveglieremo...
dipende quando
@@ClubMetafisico quando cadranno le bombe(giusto per continuare in tema fallout)
@@dartnight365 vabbè, almeno ritorneremo nel giusto modo alla natura
@@dartnight365 breaking italy fa schifo ad informare, piuttosto segui
Carlo sini
Antonio Loiacono
Gabriele Ghisellini
Carlo Rovelli
Luca Mercalli
e Lamberto Giannini ❣️
Se una persona non cresce di statura o di peso, una volta che ha capito quale tipo di abbigliamento fa per lei perché deve continuamente cambiare vestiti? La mia generazione era come in divisa, jeans e maglietta bianca. Una giacca a vento di buona qualità dura 15 anni. La mia la ho ereditata da una cara amica di mia madre. Compro calze e biancheria, il resto lo ho. Se una persona è snella e trova i colori che le piace indossare perché deve comprare vestiti continuamente? Sono molto frequenti le pubblicità di Sheine. Quando ho bisogno di qualcosa per i miei figli vado al mercato, così posso toccare il tessuto e guardare la etichetta.
L'ennesima pazzia nichilista , i sani di mente sono sempre meno sul nostro povero globo terracqueo
Oltre all'insostenibilità questa Fast Fashion ha anche un lato comico, tipo i tempi moderni di Charlie Chaplin
E mi immagino il momento in cui si grippa tutto il sistema di questa insensata iperproduzione
Che mondo stiamo costruendo...
Grande soliloquio web!
Grazie!
Paradosso: sotto la sua immagine che istruiva appariva, immobile, la pubblicità di Shein...
Certo, ma non si tratta solo di ambienti, numeri ecc... anzi quell'approccio logico alla denuncia è esattamente lo stesso che causa il fenomeno consumistico, valutazione basata sui denaro e non sul valore, sulla produttività e non forza lavoro. Il punto focale è la qualità nel tempo (il solito discorso tra breve e lungo termine) vestiti che durano decenni, e belli, significano MINOR SPRECO di forza lavoro E BASTA, il resto è conseguenza. Addirittura si era ribellato Armani del fast fashion perché in ambito qualitativo è un concetto opposto a chi punta sulla qualità, MA il fast fashion è anche conseguenza (basandosi sul basso prezzo, costo e qualità) del sovrapprezzo capitalista e mitizzazione dei prodotti di (sempre più spesso presunta) qualità, sovrapprezzo sempre fondato sul marketing ecc... ecc...
io che ne sto fuori
😞😞😞
Caro prof., lei ha anche ragione, ma il socialismo reale e il comunismo hanno fallito ovunque.....che si fa?!
Ci si attacca al tram... Haahahahah, apparte gli scherzi penso che dovremmo fare (anche nel nostro piccolo) quello che in fondo fà il proffesore saudino, cioé cercare di accendere quella scintilla di curiosità e "luce" di conoscienza nelle menti di chi più possiamo, perché hai ragione tu il socialismo e comunismo ha fallito ovunque anche in qui paesi dove adesso magari c'é il partito unico comunista, bisogna ripartire da zero ( o quasi) accendere la miccia della speranza, della rivoluzione e del cambiamento perché abbiamo perso così tanto di quello che è stato fatto in tutto il 1900 che ora aizzare anche solo i lavoratori di una piccola azienda per fare semplicemente sciopero è impresa titanica, quindi è come se dovessimo ripartire da zero
@@jhonrico003 Se l'azienda è piccola è Impossibile....
Non hanno mai nemmeno avuto la possibilità di esprimersi in realtà.
Leggiti il manifesto o altri lavori di Karl Marx e similari, poi esamina se davvero certe realtà erano comuniste o era un "Red washing"
@@laprimularossa4626 si tendenzialmente è così, peró quello che intendo dire è che ora come ora é molto difficile anche fare semplici scioperi, dobbiamo fare una vera e propia guerra culturale per innescare le fiamme degli scioperi e del cambiamento, ora come ora non ci sono neanche le "braci ardenti" di un pensiero di cambiamento.
Io la penso così dato che la situazione é molto problematica, poi magari mi sbaglio e serve invece un approccio più a cazzo duro
@@dartnight365 Erano comuniste e hanno dimostrato che il comunismo non funziona.
Professore parlaci di Djokovic un vero eroe è non della Marvel