"Erano i capei d'oro a l'aura sparsi" (RVF 90) - Laura come "donna angelo"... o forse no?
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- Опубліковано 11 лют 2025
- Per la 3 E liceo linguistico e per la 3 I liceo delle scienze umane ecco a voi una nuova videolezione di letteratura italiana.
Proseguiamo il nostro viaggio all'interno del "Canzoniere" di Francesco Petrarca (1304-1374) leggendo, analizzando e commentando insieme il sonetto "Erano i capei d'oro a l'aura sparsi" (RVF 90).
Si tratta di una poesia giustamente famosa non solo per la sua evidente bellezza, ma per i numerosi spunti che offre a vari livelli: è una "descriptio", cioè una descrizione della bellezza di Laura; è un confronto tra il passato e il presente; è un'autentica miniera di topoi, cioè di luoghi comuni letterari.
Ma ci serve anche per capire come l'espressione "donna angelo" abbia in Petrarca un valore profondamente diverso rispetto a quello che abbiamo avuto modo di incontrare in Dante.
Dunque buona lettura e... buono studio!
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Erano i capei d’oro a l’aura sparsi
che ’n mille dolci nodi gli avolgea,
e ’l vago lume oltra misura ardea
di quei begli occhi, ch’or ne son sì scarsi;
e ’l viso di pietosi color’ farsi,
non so se vero o falso, mi parea:
i’ che l’esca amorosa al petto avea,
qual meraviglia se di sùbito arsi?
Non era l’andar suo cosa mortale,
ma d’angelica forma; e le parole
sonavan altro che pur voce umana;
uno spirto celeste, un vivo sole
fu quel ch’i’ vidi: e se non fosse or tale,
piagha per allentar d’arco non sana.
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/ @lucaaquadro
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