Che cosa si intende con "Amministrazione" nell'Opus Dei?

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  • Опубліковано 23 лис 2011
  • Sveta, una ragazza russa, ha chiesto l'ammissione all'Opus Dei come Numeraria Ausiliare. Mons. Echevarria le ricorda di confidare in San Josemaría per il Suo apostolato.
    Mentre lavori, digli qualcosa di affettuoso
    www.it.josemariaescriva.info/a...
    Rosalia Lopez vive a Roma dal 1946, quando vi si trasferì su invito di san Josemaría. Da pochi mesi aveva deciso di appartenere all'Opus Dei, mentre lavorava nell'amministrazione domestica della prima residenza dell' Opera a Bilbao. Ha lavorato nella sede centrale dell'Opus Dei da quel momento fino alla morte del fondatore, avvenuta il 26 giugno 1975.
    Qual è il suo ultimo ricordo?
    Lo vidi l'ultimo giorno, all'ora di colazione, prima che andasse a Villa delle Rose, a Castelgandolfo, dove si incontrò con figlie sue di tutti i Continenti. Ma il ricordo più vivo che mi è rimasto, si riferisce al giorno precedente. Terminato il pasto, prima di uscire dalla sala da pranzo, mi ringraziò: "molte grazie, Rosalia, figlia mia, per come ti sei occupata di noi". Era sempre molto grato, ma mi parve che lo dicesse in modo diverso, con un senso che andava oltre il servizio prestato por il mio lavoro in quel momento. Mi commossi molto, senza capire il perchè e lo commentai a Blanca Fontán che era vicino: "il Padre mi ha ringraziato in modo diverso". Blanca non vi attribuì molta importanza perchè sapeva della mia emotività. Il giorno dopo, senza essere tornato a parlarmi, il Padre andava in Cielo.
    Tanti anni vicino una persona che Giovanni Paolo II dichiarò santo il 6 ottobre 2002. Si rendeva conto che era un uomo di Dio?
    A Londra, nell'anno 1961
    Si. Il Padre portava a Dio; con lui imparai ad amare il Signore. Ricordo che un giorno stavo spolverando e si avvicinò per chiedermi "Ascolta, figlia mia, quanti atti di amore hai già fatto?" Io gli risposi, "Padre, di cosa si tratta?" E mi spiegò: "Guarda, quello che stai facendo offrilo a Dio Nostro Signore e, intanto, digli qualcosa di affettuoso "
    Cosa metterebbe in risalto del suo modo de essere?
    Era un vero Padre che sapeva amare e sapeva esigere. Ti amava molto, ti stava vicino, ti aiutava. L' ho visto rifare i letti, pulire, raccogliere e mettere in ordine le cose. Non faceva distinzione tra i vari lavori: tutti erano importanti e tutto doveva essere fatto bene, per amore di Dio.
    Ciò che più gli importava erano i suoi figli e le sue figlie. Nell'estate del 1962 trascorse alcune settimane a Londra; ero andata anch'io, con altre persone, per occuparmi della casa dove vivevano. Quando si rese conto che il giorno previsto per il ritorno a Roma coincideva col mio onomastico -- 4 settembre --, cambiò i biglietti. "Como possiamo andarcene se è l'onomastico di questa figlia mia?" ci disse. Tutti i giorni facevamo un po' di tertulia con lui e con don Álvaro del Portillo e non volevo mancare.
    Altri ricordi
    I primi mesi a Roma furono speciali. Quando arrivammo a Roma venne il Padre con D. Álvaro per riceverci all'aeroporto. Prima di arrivare all'appartamento in Piazza della Città Leonina dove vivevamo, aveva lavato i piatti e messo in ordine la cucina perché trovassimo tutto a posto. Quella sera cenammo con una tortilla di patate e pollo che avevamo portato in aereo, perchè sapevamo che a Roma vivevano nelle ristrettezze e soffrivano la fame. Era il dopoguerra. Non c'erano mezzi, nè denaro. Si cucinava - per gli ecclesiastici che il Padre invitava a pranzo per spiegare loro l'Opera - utilizzando i bracieri per riscaldare la casa. Mancavano le cose più elementari, ma con ingegnosità e con l'appoggio di san Josemaría riuscimmo a farcela.
    Mentre puliva, l'ho visto molte volte pregare sul terrazzo di casa, guardando in direzione degli appartamenti Pontifici: era chiaro che pregava per il Papa.
    Un altro ricordo è del 27 aprile 1954, quando il Padre morì, come dico io. Quando entrai in sala da pranzo, don Álvaro stava assistendo il Padre che aveva avuto uno shock per il diabete di cui soffriva da anni, e cercava di mettergli dello zucchero in bocca. Mi sollecitò ad andare a cercare il medico. Io, in quel momento vidi il Padre morto.
    La sera di quello stesso giorno, il Padre e don Álvaro, tornando a casa, entrarono dalla porta di Villa Sacchetti 36, invece di entrare da Bruno Buozzi come al solito. Mi parve un dettaglio di affetto perché noi rimanessimo tranquille al vederlo totalmente ristabilito. Più tardi, chiese che gli preparassimo una tortilla francese. Il giorno dopo, vedendomi, mi disse: "Rosalía, puoi darmi zucchero perchè sono guarito dal diabete".
    In molte occasioni mi diceva: quando passi davanti alla vetrata della Madonna, chiedile che ascolti il Padre.
    Rosalía, che cosa vorrebbe che rimanesse chiaro in questa intervista?
    La fede che aveva il Padre. Affidava tutto all'orazione perchè sapeva che l'Opera era di Dio.

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