Biomasse di massa - REPORT - Il caso ALCE di Fornoli
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- Опубліковано 12 січ 2025
- Sì ai piccoli impianti per generare energia elettrica e calore per teleriscaldamento in sostituzione degli impianti fossili esistenti e nelle aree non raggiunte dalla metanizzazione.
No ai grossi impianti che sprecano energia, non creano ricchezza e posti di lavoro ed impediscono lo sviluppo dei piccoli impianti, indispensabili per creare consorzi forestali per la gestione sostenibile del bosco, nell'ottica della difesa attiva del territorio, per tutelarlo dal rischio frane e per effettuare una seria prevenzione degli incendi e che complessivamente sono più sostenibili, creano più posti di lavoro e remunerano maggiormente la legna.
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Legambiente insieme ai comitati di cittadini presentano ricorso al TAR contro il mega impianto a biomasse Alce di Fornoli - Bagni di Lucca
Il caso Alce: la violazione delle leggi con conseguenze sull'ambiente e sui livelli occupazionali
Bagni di Lucca eccellenza europea del termalismo dimenticato
Legambiente insieme a sette cittadini di Borgo a Mozzano e Bagni di Lucca e ad un'impresa locale hanno presentato ricorso giurisdizionale amministrativo davanti il TAR Toscana-Firenze, rappresentati e difesi in giudizio dall'Avvocato Nicola Marcuccetti del Foro di Massa per chiedere l'annullamento della determinazione n. 3305 dell' 8 giugno 2010 del Dirigente del Servizio Ambiente della Provincia di Lucca Dott. Ing. Roberto Pagni, con la quale è stata concessa ad Alce S.p.A. l'Autorizzazione Unica per la realizzazione e l'esercizio di un impianto di produzione di energia elettrica da biomasse da ubicarsi a Fornoli, Bagni di Lucca (LU).
I motivi del ricorso sono stati illustrati alla stampa stamane nel corso di una conferenza alla presenza del presidente di Legambiente Toscana Piero Baronti, del presidente del circolo di Legambiente Lucca Michele Urbano, dell'Avvocato difensore di Legambiente Nicola Marcuccetti, del Presidente del Comitato Ambiente e Salute di Bagni di Lucca e Borgo a Mozzano Donatella Zanotti e di tutti i rappresentanti dei comitati e dei cittadini ricorrenti.
"Alce il più grande progetto d'impianto a biomasse dell'Italia centrale posto a 2 km dalle più vicine terme, non solo è stato autorizzato nonostante siano state segnalate ripetutamente violazioni di leggi ed atti di programmazione territoriale, cui non è stata mai stato data seguito o risposta - afferma Michele Urbano, Presidente di Legambiente Lucca - ma è incompatibile con lo sviluppo termale di Bagni di Lucca, contraddice le finalità del progetto Bonespirit, finanziato con un budget di fondi europei con 1,4 milioni di euro, di cui la Provincia di Lucca è capofila e diverge nettamente con le strategie nazionali documentate da recenti studi di settore dal Presidente Regionale di Confindustria, che indicano come nel 2005 il 20% del PIL nazionale sia dipeso da turismo e cultura".
L'autorizzazione del nuovo impianto a biomasse, che ha travalicato di gran lunga i limiti quantitativi previsti dal Piano Energetico Regionale e Provinciale vigenti, che produrrà maggiore inquinamento per ossidi di azoto e particolato rispetto all'impianto precedente, che insisterà su un'area ad elevato rischio idraulico e fragilità dal punto di vista degli acquiferi, violerà anche gli obblighi di legge che prevedono la VIA (Valutazione d'Impatto Ambientale) per la produzione di sostanze chimiche (tannino) che utilizzano oltre 35.000 ton/anno di materie prime.
"L'inosservanza del PIER (Piano Energetico Regionale), stabilito dalla Regione e fatto proprio dalla Provincia - dichiara Piero Baronti, Presidente di Legambiente Toscana - impedirà lo sviluppo dei piccoli impianti a biomasse indispensabili, in un ottica di gestione forestale per limitare il rischio di incendi e nella difesa attiva del territorio per limitare il rischio di frane; con soluzioni cogenerative (elettricità e teleriscaldamento per le abitazioni) in sostituzione degli impianti da fonte fossile esistenti nelle zone montane non raggiunte dalla metanizzazione".
L'energia che sarà sprecata nella valle (il calore non utilizzato dall'impianto ALCE) non potrà diventare valore economico capace di remunerare maggiormente gli operatori del bosco, che avranno per la propria merce prezzi bassi imposti da contratti di filiera pluriennali, e creare nuovi posti di lavoro. Bisogna, inoltre, tenere presente la straordinaria varietà di acque ipertermali, che sgorgano dalle falde del colle di Corsena da 19 fonti diverse ad una temperatura compresa tra i 39° e 54° C. Un microambiente unico in europa, quello delle terme di Bagni di Lucca, recentemente inserite dal Consiglio Europeo (unica provincia in Italia) nel progetto "Thermae Europae" per le sue acque solfato-bicarbonato-calciche che vantano uno straordinario potere curativo e rigenerante.