I legami fra Napoleone e l'Italia si sprecano, tant'è che è impossibile riassumerli in un unico commento. Napoleone è nato cittadino francese per il rotto della cuffia, quindi sebbene fosse francese a tutti gli effetti (su questo dubbi non ce ne sono) ha mantenuto per tutta la vita un legame fortissimo con la cultura italiana, della quale si sentiva appartenente di diritto. Infatti per tutta la vita oltre che francese si considerò anche italiano (toscano o ligure in particolare, terre di origini della famiglia), anzi nei primi anni di vita non si sentiva affatto francese, una Patria che gli era estranea e anche ostile, provenendo da una famiglia di sentimenti indipendentisti, prima verso Genova e poi verso la Francia. La madre di Napoleone, l'Imperatrice madre Letizia Ramolino, per esempio, non imparò mai il francese né voleva farlo. In casa di Napoleone parlavano italiano, il suo maestro Pasquale Paoli, benché fosse un indipendentista, voleva che la Corsica fosse inquadrata all'interno di una grande repubblica italiana. Napoleone da bambino e ragazzo subì bullismo e discriminazioni come non abbastanza francese e perché parlava a malapena la lingua (e infatti parlò per tutta la vita il francese con forte accento italiano, tant'è che a volte non riuscivano a capire cosa volesse). Napoleone, sentendosi a tutti gli effetti anche italiano, non poteva accettare che l'Italia fosse ancora divisa e per questo quando fu al potere fu il massimo garante dell'indipendenza italiana dall'Austria, nonché prima il Presidente della Repubblica Italiana (1802-1805) e poi il Re d'Italia (1805-1814). Quando abdicò, lo fece da Imperatore dei francesi E Re d'Italia perché lui era il Capo dello Stato italiano, la seconda carica politica più importante dopo lo stesso titolo imperiale. Tutti i suoi atti ufficiali in Italia erano scritti in italiano, oltre che in francese. Napoleone parlò sempre molto bene degli italiani, i "fratelli minori" dei francesi, in tantissimi discorsi pubblici ai soldati, nelle lettere a politici, funzionari, ufficiali e generali e perfino nel Memoriale di Sant'Elena ribadì come il suo obiettivo finale per la penisola fosse l'unificazione. Un nato italiano (Regno di Sardegna) era tra i Marescialli dell'Impero, Andrea Massena. I generali italiani sono i non francesi con il maggiore numero di nomi ad essere incisi sull'Arco di Trionfo di Parigi e ad esempio uno di loro, Filippo Severoli, fu tra i pochi stranieri a cui fu permesso di avere generali francesi sotto il suo comando, a dimostrazione dell'altissima considerazione che Napoleone aveva per i suoi quasi compatrioti. E ancora, quando Napoleone prese Mosca volle che la prima unità a sfilare per la città fosse la Guardia italiana comandata da Giuseppe Sacchini e durante la ritirata lui e suo cognato Gioacchino Murat, Re di Napoli, furono scortati dai Veliti del Regno di Napoli, massimo segno di riconoscimento.
Aggiungo che ad Austerlitz combatterono anche italiani della guardia reale del Regno Italico di cui era sovrano e Napoleone ne mezionò il valore nel bollettino!
@@InfoRome Esatto e la Guardia italiana era comandata da Teodoro Lechi (1778-1866), che parlò molte volte con Napoleone in Italia, a Parigi, in Austria e in Russia. Quando nel 1848 iniziò la prima guerra d'indipendenza italiana Lechi fu prima nominato comandante della Guardia Civica Milanese e poi dei Corpi Volontari Lombardi. Sempre Lechi consegnò le aquile italiane napoleoniche a Carlo Alberto, gesto altamente simbolico, e consigliò ai generali sabaudi le strategie da seguire contro gli austriaci, grazie alla sua lunga esperienza nelle armate napoleoniche ma non fu ascoltato. Conobbe anche Garibaldi con il quale ebbe rapporti distaccati a causa delle diverse opinioni politiche (monarchico il primo, repubblicano il secondo).
Stava ancora parlando! L'hanno interrotto 😭 Come si fa a invitare il Sommo Barbero a un evento e a non lasciarlo parlare tutto il tempo? 🤯 L'avrei continuato ad ascoltare per altre ventordici ore filate, e l'argomento era pure interessantissimo! Mi ha pure commosso alla fine di questo, sui nostri colori nazionali e su quelli che non esitavano a farsi ammazzare per difenderli... E al contempo quelli che se ne fregavano... Ha descritto magnificamente la nostra bellissima Italia, con tutte le sue follie e contraddizioni, e con tutto il suo coraggio ma anche la codardia ❤️🇮🇹❤ Orgoglioso di essere italiano, nel bene e nel male, anche vivendo dall'altra parte del mondo, continuerò sempre ad amare il mio folle Paese 🇮🇹
Non credo l'abbiano interrotto, sembra che la musica sia stata aggiunta in post produzione. Immagino piuttosto che il prof. abbia ringraziato frettolosamente appena ha concluso il discorso perché aveva sforato l'ora di tempo a sua disposizione.
Ma non l'hanno interrotto 😅, ero presente personalmente all'evento!, è il video che si interrompe!. Se ti interessa ascoltare la lectio magistralis, per intero, sia sul canale UA-cam del Comune di Parma che su quello di Montechiarugolo la trovi disponibile, sino al 5 Novembre!.
Finalmente sarò in teatro a Imola a sentire e vedere il Prof Barbero con Montanari. Ho fatto una caccia a questi biglietti da cecchino.... ed ha fatto centro! 🎉💪
Alle elementari, tanti ma tanti ma tanti anni fa, ci avevano insegnato che i colori della bandiera avevano il seguente significato: bianco come le nevi delle alte montagne, verde come le valli lussureggianti e rosso come il sangue degli eroi versato per liberare la nostra amata terra. È più poetico......
Mi piace pensare, anche se magari non esistono documenti ufficiali, che la bandiera italiana rappresenti la nostra cultura, che ci contraddistingue anche per la presenza della religione cristiana. E poi credo che ci sia un filo che unisce questi tre colori a Dante, italiano per eccellenza, che, ancora nel 1300 quando la bandiera italiana non esisteva ancora, nel purgatorio racconta dei tre colori che corrispondono alle tre virtù teologali : verde la speranza, rosso la carità e bianco la fede. 😊
Da Piacentino posso dire che l'arrivo in città delle truppe francesi nel 1796 viene ricordato soprattutto per i saccheggi. Sembra che i soldati fecero razzia di oro, argento e generi alimentari, saccheggiarono il Monte di Pietà e rubarono due tele del Carracci dal Duomo... Le cose peggiorarono nel 1805 quando imposero l'obbligo di leva militare di 5 anni (nel Ducato non c'era leva obbligatoria), con le conseguenti rivolte delle campagne che furono stroncate nel 1806 con esecuzioni sommarie.
@@The_Monarchistcriminalmente dimenticato, ma che ci vuoi fare se ti bollano come reazionario e ovvio che in un paese come il nostro verrai dimenticato. Infondo noi siamo gli unici in Europa con i Francesi e Polacchi a vedere la Rivoluzione come un fatto solamente positivo e Napoleone come un Liberatore invece che un Tiranno. In altri parti e un'po diverso la Restaurazione non fu vista in modo così negativo, ma la differenza la fa semplicemente il fatto che chi aveva fatto l'Unita d'Italia era figlio o nipote di chi si era schierato a favore della Rivoluzione Francese e di Bonaparte. Quindi era ovvio che delle Insorgenze bisogna vergognarsi infondo quelle stesse masse di contadini che si rivoltarono contro i Francesi furono le stesse che guardarono distaccate il nostro Risorgimento. Anche se ovviamente come dice Barbero ci fu una parte del popolo a favore del Risorgimento e ancora prima dei Francesi ma comunque la questione e più complicata di cosi
@@shevanguardian8258 concordo, ma la questione è che Napoleone per l'Italia è stato sia un liberatore che un tiranno. Ci ha liberato dal medioevo sociale e culturale di cui ancora eravamo schiavi (la riforma del codice civile, penale, commerciale, l'abolizione delle frontiere ecc.), e dall'altro canto ha annesso tutto il nord-ovest e la Toscana alla Francia, ha creato un aborto di repubblica italiana vassalla dell'impero francese con Lombardia, Veneto, Romagna e Marche, e nel sud ha spodestato i Borbone nominando Re Gioacchino Murat. Spogliò l'Italia di numerosissime opere d'arte (poi in parte restituite), e sfruttò gli italiani per il progetto politico francese. Molti di quelli che lo sostenevano pensando ad un Italia unita, libera e repubblicana si sentirono traditi. Invece per la gente rurale fu un vero trauma, uno stravolgimento radicale delle loro tradizioni secolari e del loro modo di vivere.
Luigi Zamboni e Giovanni Battista De Rolandis furono eroi, così come Giuseppe Compagnoni ma sono tutte figure ormai quasi dimenticate. Sono d'accordo con il professor Barbero che sia corretto far partire il Risorgimento già nel 1794 a Bologna proprio con Zamboni e De Rolandis, considerati i creatori della bandiera italiana, per lo meno con il significato che ebbe durante tutto il processo unitario e ancora oggi. In ogni caso ritengo che sia corretto considerare l'epopea napoleonica in Italia come l'inizio stesso di quella risorgimentale.
Si l'eta napoleonica si posso considerare come "inizio" del nostro Risorgimento anche perché molti di quelli che poi sono sopravvissuti hanno partecipato a tutti i vari moti degli anni 20 e 30 fino al 48 i più anziani, poi a concludere il Risorgimento sono stati i loro figli e nipoti. Seppur io non sono concordo sul fare vedere la Storia della nostra Unità Nazionale in modo così Manicheo, mettendo sotto il tappeto le varie divisioni che si trovano in esso.
@@shevanguardian8258 Certo il Risorgimento è stato un processo molto ampio e sfaccettato e le varie anime al suo interno avevano le idee più disparate ma tutti erano d'accordo che un'Italia dovesse esistere. Situazione simile con la Resistenza partigiana.
I colori di Bologna sono il rosso e il blu. Il bianco da quanto ho capito era dovuto alle origini di De Rolandis che proveniva da un paese in provincia di Asti
@@enricomancini9218 ....Lo stemma della Città di Bologna è costituito da uno scudo ovato diviso in quattro parti, due contenenti una croce rossa su sfondo bianco sovrastata da un capo d'Angiò e le altre due la scritta color oro Libertas posta in banda su sfondo azzurro...............🤷♂😜
@@ivanovinai9152 la croce di San Giorgio era usata da molte città guelfe. l'Inghilterra sembra che la chiese in prestito a Genova nel XII sec. per tutelare le sue navi che entravano nel Mediterraneo
@@geridelbello4480 Veréssum, anzi; di più. In sospeso ci sarebbe, il condizionale è d'obbligo, anche una questione di affitto del prestito d'uso del drappo, questo non pagato da parte della corona verso i genovesi. In quanto tali qualche tempo fa il Sindaco di Genova ha richiesto gli arretrati al governo inglese il quale, manco a dirlo, s'è fatto una risata sottolineando che non solo loro detengono il tipico humor britannico 💁🏻♂️
I legami fra Napoleone e l'Italia si sprecano, tant'è che è impossibile riassumerli in un unico commento. Napoleone è nato cittadino francese per il rotto della cuffia, quindi sebbene fosse francese a tutti gli effetti (su questo dubbi non ce ne sono) ha mantenuto per tutta la vita un legame fortissimo con la cultura italiana, della quale si sentiva appartenente di diritto. Infatti per tutta la vita oltre che francese si considerò anche italiano (toscano o ligure in particolare, terre di origini della famiglia), anzi nei primi anni di vita non si sentiva affatto francese, una Patria che gli era estranea e anche ostile, provenendo da una famiglia di sentimenti indipendentisti, prima verso Genova e poi verso la Francia. La madre di Napoleone, l'Imperatrice madre Letizia Ramolino, per esempio, non imparò mai il francese né voleva farlo. In casa di Napoleone parlavano italiano, il suo maestro Pasquale Paoli, benché fosse un indipendentista, voleva che la Corsica fosse inquadrata all'interno di una grande repubblica italiana. Napoleone da bambino e ragazzo subì bullismo e discriminazioni come non abbastanza francese e perché parlava a malapena la lingua (e infatti parlò per tutta la vita il francese con forte accento italiano, tant'è che a volte non riuscivano a capire cosa volesse). Napoleone, sentendosi a tutti gli effetti anche italiano, non poteva accettare che l'Italia fosse ancora divisa e per questo quando fu al potere fu il massimo garante dell'indipendenza italiana dall'Austria, nonché prima il Presidente della Repubblica Italiana (1802-1805) e poi il Re d'Italia (1805-1814). Quando abdicò, lo fece da Imperatore dei francesi E Re d'Italia perché lui era il Capo dello Stato italiano, la seconda carica politica più importante dopo lo stesso titolo imperiale. Tutti i suoi atti ufficiali in Italia erano scritti in italiano, oltre che in francese. Napoleone parlò sempre molto bene degli italiani, i "fratelli minori" dei francesi, in tantissimi discorsi pubblici ai soldati, nelle lettere a politici, funzionari, ufficiali e generali e perfino nel Memoriale di Sant'Elena ribadì come il suo obiettivo finale per la penisola fosse l'unificazione. Un nato italiano (Regno di Sardegna) era tra i Marescialli dell'Impero, Andrea Massena. I generali italiani sono i non francesi con il maggiore numero di nomi ad essere incisi sull'Arco di Trionfo di Parigi e ad esempio uno di loro, Filippo Severoli, fu tra i pochi stranieri a cui fu permesso di avere generali francesi sotto il suo comando, a dimostrazione dell'altissima considerazione che Napoleone aveva per i suoi quasi compatrioti. E ancora, quando Napoleone prese Mosca volle che la prima unità a sfilare per la città fosse la Guardia italiana comandata da Giuseppe Sacchini e durante la ritirata lui e suo cognato Gioacchino Murat, Re di Napoli, furono scortati dai Veliti del Regno di Napoli, massimo segno di riconoscimento.
Aggiungo che ad Austerlitz combatterono anche italiani della guardia reale del Regno Italico di cui era sovrano e Napoleone ne mezionò il valore nel bollettino!
@@InfoRome Esatto e la Guardia italiana era comandata da Teodoro Lechi (1778-1866), che parlò molte volte con Napoleone in Italia, a Parigi, in Austria e in Russia. Quando nel 1848 iniziò la prima guerra d'indipendenza italiana Lechi fu prima nominato comandante della Guardia Civica Milanese e poi dei Corpi Volontari Lombardi. Sempre Lechi consegnò le aquile italiane napoleoniche a Carlo Alberto, gesto altamente simbolico, e consigliò ai generali sabaudi le strategie da seguire contro gli austriaci, grazie alla sua lunga esperienza nelle armate napoleoniche ma non fu ascoltato. Conobbe anche Garibaldi con il quale ebbe rapporti distaccati a causa delle diverse opinioni politiche (monarchico il primo, repubblicano il secondo).
di corso I mean
Napoleone parlava il dialetto della Corsica non Italiano vero e proprio.
@@vittoriahawksworth8117 Napoleone provenendo da una famiglia nobile aveva imparato a parlare anche l'italiano standard.
In questa era di mezzo con poche
idee e molta confusione, una certezza c'è. Ascoltare Alessandro è
tanto piacevole quanto istruttivo.
Da reggiano mi sono emozionato a sentire questa storia della mia città. Grazie!
Stava ancora parlando! L'hanno interrotto 😭 Come si fa a invitare il Sommo Barbero a un evento e a non lasciarlo parlare tutto il tempo? 🤯 L'avrei continuato ad ascoltare per altre ventordici ore filate, e l'argomento era pure interessantissimo!
Mi ha pure commosso alla fine di questo, sui nostri colori nazionali e su quelli che non esitavano a farsi ammazzare per difenderli... E al contempo quelli che se ne fregavano...
Ha descritto magnificamente la nostra bellissima Italia, con tutte le sue follie e contraddizioni, e con tutto il suo coraggio ma anche la codardia ❤️🇮🇹❤ Orgoglioso di essere italiano, nel bene e nel male, anche vivendo dall'altra parte del mondo, continuerò sempre ad amare il mio folle Paese 🇮🇹
Non credo l'abbiano interrotto, sembra che la musica sia stata aggiunta in post produzione. Immagino piuttosto che il prof. abbia ringraziato frettolosamente appena ha concluso il discorso perché aveva sforato l'ora di tempo a sua disposizione.
Ma non l'hanno interrotto 😅, ero presente personalmente all'evento!, è il video che si interrompe!. Se ti interessa ascoltare la lectio magistralis, per intero, sia sul canale UA-cam del Comune di Parma che su quello di Montechiarugolo la trovi disponibile, sino al 5 Novembre!.
Scoppio di orgoglio reggiano per la conferma di una secolare tradizione di goffaggine
Finalmente sarò in teatro a Imola a sentire e vedere il Prof Barbero con Montanari. Ho fatto una caccia a questi biglietti da cecchino.... ed ha fatto centro! 🎉💪
Comunque Parma, Piacenza, Reggio e Modena non si smentiscono mai nel prendersi per i fondelli ahahah
Viva l'Italia! speriamo le cose possano migliorare presto
Molto interessante ❤
Dopodichè
Alle elementari, tanti ma tanti ma tanti anni fa, ci avevano insegnato che i colori della bandiera avevano il seguente significato: bianco come le nevi delle alte montagne, verde come le valli lussureggianti e rosso come il sangue degli eroi versato per liberare la nostra amata terra.
È più poetico......
Voglio la t-shirt con su scritto NON CI SI PUÒ FIDARE DI PIACENZA
Mi piace pensare, anche se magari non esistono documenti ufficiali, che la bandiera italiana rappresenti la nostra cultura, che ci contraddistingue anche per la presenza della religione cristiana. E poi credo che ci sia un filo che unisce questi tre colori a Dante, italiano per eccellenza, che, ancora nel 1300 quando la bandiera italiana non esisteva ancora, nel purgatorio racconta dei tre colori che corrispondono alle tre virtù teologali : verde la speranza, rosso la carità e bianco la fede. 😊
Da Piacentino posso dire che l'arrivo in città delle truppe francesi nel 1796 viene ricordato soprattutto per i saccheggi. Sembra che i soldati fecero razzia di oro, argento e generi alimentari, saccheggiarono il Monte di Pietà e rubarono due tele del Carracci dal Duomo... Le cose peggiorarono nel 1805 quando imposero l'obbligo di leva militare di 5 anni (nel Ducato non c'era leva obbligatoria), con le conseguenti rivolte delle campagne che furono stroncate nel 1806 con esecuzioni sommarie.
Le insorgenze anti francesi sono un periodo dimenticato.
@@The_Monarchistcriminalmente dimenticato, ma che ci vuoi fare se ti bollano come reazionario e ovvio che in un paese come il nostro verrai dimenticato.
Infondo noi siamo gli unici in Europa con i Francesi e Polacchi a vedere la Rivoluzione come un fatto solamente positivo e Napoleone come un Liberatore invece che un Tiranno. In altri parti e un'po diverso la Restaurazione non fu vista in modo così negativo, ma la differenza la fa semplicemente il fatto che chi aveva fatto l'Unita d'Italia era figlio o nipote di chi si era schierato a favore della Rivoluzione Francese e di Bonaparte. Quindi era ovvio che delle Insorgenze bisogna vergognarsi infondo quelle stesse masse di contadini che si rivoltarono contro i Francesi furono le stesse che guardarono distaccate il nostro Risorgimento. Anche se ovviamente come dice Barbero ci fu una parte del popolo a favore del Risorgimento e ancora prima dei Francesi ma comunque la questione e più complicata di cosi
@@shevanguardian8258 concordo, ma la questione è che Napoleone per l'Italia è stato sia un liberatore che un tiranno. Ci ha liberato dal medioevo sociale e culturale di cui ancora eravamo schiavi (la riforma del codice civile, penale, commerciale, l'abolizione delle frontiere ecc.), e dall'altro canto ha annesso tutto il nord-ovest e la Toscana alla Francia, ha creato un aborto di repubblica italiana vassalla dell'impero francese con Lombardia, Veneto, Romagna e Marche, e nel sud ha spodestato i Borbone nominando Re Gioacchino Murat. Spogliò l'Italia di numerosissime opere d'arte (poi in parte restituite), e sfruttò gli italiani per il progetto politico francese. Molti di quelli che lo sostenevano pensando ad un Italia unita, libera e repubblicana si sentirono traditi.
Invece per la gente rurale fu un vero trauma, uno stravolgimento radicale delle loro tradizioni secolari e del loro modo di vivere.
"Reggiani di Montecchio, son tartufi questi?" [Cit. per pochissimi]
Ha mica una figlia che si chiama Roberta?
Amici miei?
🙏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏
Teste quadre❤
Luigi Zamboni e Giovanni Battista De Rolandis furono eroi, così come Giuseppe Compagnoni ma sono tutte figure ormai quasi dimenticate. Sono d'accordo con il professor Barbero che sia corretto far partire il Risorgimento già nel 1794 a Bologna proprio con Zamboni e De Rolandis, considerati i creatori della bandiera italiana, per lo meno con il significato che ebbe durante tutto il processo unitario e ancora oggi. In ogni caso ritengo che sia corretto considerare l'epopea napoleonica in Italia come l'inizio stesso di quella risorgimentale.
Lo farei parte dall'arrivo di Napoleone nel 1796, la Legione Lombarda che combatte nell'armata d'italia è la prima col tricolore.
@@InfoRome Sì il 1796 ci sta come anno di inizio.
Ho letto un libro di Alessandro Mella "viva l'imperatore, viva l'Italia". L'autore piemontese vede nell'epoca napoleonica l'inizio del Risorgimento.
Si l'eta napoleonica si posso considerare come "inizio" del nostro Risorgimento anche perché molti di quelli che poi sono sopravvissuti hanno partecipato a tutti i vari moti degli anni 20 e 30 fino al 48 i più anziani, poi a concludere il Risorgimento sono stati i loro figli e nipoti. Seppur io non sono concordo sul fare vedere la Storia della nostra Unità Nazionale in modo così Manicheo, mettendo sotto il tappeto le varie divisioni che si trovano in esso.
@@shevanguardian8258 Certo il Risorgimento è stato un processo molto ampio e sfaccettato e le varie anime al suo interno avevano le idee più disparate ma tutti erano d'accordo che un'Italia dovesse esistere. Situazione simile con la Resistenza partigiana.
La nostra pianeta terra 🌎 gira dentro un buco nero!!!
Complimenti
Domanda è il tricolore della Repubblica di Roma nera bianca e rossa ?
Ho goduto
ci han sempre detto balle...rossoera il sangue versato7 verde la ns terra rigogliosa/ bianco la purezza d anim della gente ....eheheheheh
Fru so che ci sei sempre per le bandiere
Dimmi qual è il nome di quel podcast che spinge...
Anticamente c'erano delle regole da studiare in guerra, ora sembra non ve ne siano più 😢
Ma come fa a dire che nel 1796 gli austriaci si ritirano nel lombardo-veneto? Barbero c'era ancora Venezia...
Minuto 29
Si era dunque dato il caso
3:10
????
Ah non era basilico, mozzarella e pomodoro?
I colori di Bologna sono il rosso e il blu. Il bianco da quanto ho capito era dovuto alle origini di De Rolandis che proveniva da un paese in provincia di Asti
Rosso blu è lo stemma della squadra di calcio non della città di Bologna.
@@enricomancini9218 ....Lo stemma della Città di Bologna è costituito da uno scudo ovato diviso in quattro parti, due contenenti una croce rossa su sfondo bianco sovrastata da un capo d'Angiò e le altre due la scritta color oro Libertas posta in banda su sfondo azzurro...............🤷♂😜
Milano, Genova, Bologna e Inghilterra hanno la stessa bandiera: croce di San Giorgio rossa in campo bianco.
@@ivanovinai9152 la croce di San Giorgio era usata da molte città guelfe.
l'Inghilterra sembra che la chiese in prestito a Genova nel XII sec. per tutelare le sue navi che entravano nel Mediterraneo
@@geridelbello4480 Veréssum, anzi; di più.
In sospeso ci sarebbe, il condizionale è d'obbligo, anche una questione di affitto del prestito d'uso del drappo, questo non pagato da parte della corona verso i genovesi.
In quanto tali qualche tempo fa il Sindaco di Genova ha richiesto gli arretrati al governo inglese il quale, manco a dirlo, s'è fatto una risata sottolineando che non solo loro detengono il tipico humor britannico 💁🏻♂️
Dalle Alpi al Quarnaro, grazie fascisti molte grazie.
Chissà se pure qui appariranno i soliti commenti disagiati dei reggiani
Eravamo repubblica, taci
Io non sapevo che la battaglia di Montechiarugolo l'avessero fatta i reggiani.
Una goduria ascoltare barbero
Si ma alcune sono sue interpretazioni...