Worldbuilding vs storytelling secondo Philip Pullman [Story Doctor]

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  • Опубліковано 27 вер 2024
  • Nel volume DAEMON VOICES lo scrittore Philip Pullman (autore del ciclo fantasy di Queste Oscure Materie) parla tra le altre cose della differenza tra immaginare un mondo e scrivere una storia.
    Il paragone che utilizza è quello del bosco e del sentiero, e può essere un concetto molto utile per capire come evitare di venire sopraffatti dal desiderio di esplorare il mondo che abbiamo inventato, che è uno dei più frequenti problemi di worldbuilding, soprattutto per generi come fantasy e fantascienza.
    Fai come Pullman: rimani sul sentiero!
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    #scrittura #scritturacreativa #scrivere #worldbuilding #fantasy

КОМЕНТАРІ • 7

  • @RemOne72
    @RemOne72 3 місяці тому +1

    Molto interessante. Grazie.

  • @andrewnext6
    @andrewnext6 3 місяці тому +1

    Cacchio.
    Ho dovuto interrompere il video per cercare la parola teleologia.
    Grazie, non la conoscevo.

    • @StoryDoctor
      @StoryDoctor  3 місяці тому +1

      Pare che sono un cogl- ma a volte qualche sorpresa la caccio fuori

  • @Riveda1972
    @Riveda1972 3 місяці тому

    Grazie per questa riflessione. Hai ragione, credo che il problema si presenti soprattutto nel caso dei generi del fantastico (science fiction, xxxPunk, Fantasy) e più limitatamente nel campo della narrativa storica. Credo anche che i più esposti ai rischi che hai ricordato (esagerare nel concentrarsi sul "mostrare" il mondo che si è inventato) colpisca a maggior ragione chi è anche appassionato di gioco di ruolo (cosa che spesso vale per molti autori fantasy). Io perlomeno ho rischiato di cascarci in pieno e ogni volta che mi metto a scrivere devo darmi bacchettate sulle mani per non ricascarci.
    Andrebbe comunicato ciò che è strettamente necessario a entrare nella mentalità dei personaggi e capire il perchè di certe loro scelte, ad esempio. Il resto può essere taciuto (discorso dell'iceberg) o se proprio ci si esalta nello scrivere ambientazioni fantastiche e il proprio romanzo vende abbastanza da esaltare i lettori e incuriosirli, si può sempre pubblicare un atlante del mondo immaginario o aprirsi una wiki fandom dove sbizzarrirsi inserendo tutti gli elementi dell'ambientazione come nei manuali di ambientazione di D&D... evitare di fare Alberto Angela che ogni due per tre appare sulla scena e racconta per filo e per segno tutto quello che circonda la vicenda del/i protagonista/i o i personaggi che ricorrono al "as you know bob" per raccontare cose che effettivamente, al lettore, serve sapere solo fino a un certo punto :D
    Chi deve aver chiaro in testa il worldbuilding è chi scrive. Chi legge è sufficiente che comprenda quello che è necessario per entrare nella testa e nelle motivazioni dei personaggi.

    • @StoryDoctor
      @StoryDoctor  3 місяці тому +1

      Sì infatti, in certi casi è consigliabile semmai mettere un'appendice separata che permette di ottenere nozioni ulteriori senza interrompere il percorso della storia.

    • @mariadangelo7879
      @mariadangelo7879 Місяць тому +1

      Sono d'accordo con te.
      Io ho costruito nel dettaglio il mio mondo (clima, storia, architettura, lingua, usi e costumi di ogni stato/città/villaggio, piatti tipici, ecc...), principalmente per non commettere errori di incoerenza o di plausibilità durante le vicende raccontate nella storia dei personaggi principali. Ho pensato che così potessero muoversi più liberamente all'interno di un mondo coerente ed efficace. Chiaramente tutto questo serve a me per non perdere pezzi durante la narrazione.