Worldbuilding vs storytelling secondo Philip Pullman [Story Doctor]
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- Опубліковано 27 вер 2024
- Nel volume DAEMON VOICES lo scrittore Philip Pullman (autore del ciclo fantasy di Queste Oscure Materie) parla tra le altre cose della differenza tra immaginare un mondo e scrivere una storia.
Il paragone che utilizza è quello del bosco e del sentiero, e può essere un concetto molto utile per capire come evitare di venire sopraffatti dal desiderio di esplorare il mondo che abbiamo inventato, che è uno dei più frequenti problemi di worldbuilding, soprattutto per generi come fantasy e fantascienza.
Fai come Pullman: rimani sul sentiero!
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#scrittura #scritturacreativa #scrivere #worldbuilding #fantasy
Molto interessante. Grazie.
My pleasure
Cacchio.
Ho dovuto interrompere il video per cercare la parola teleologia.
Grazie, non la conoscevo.
Pare che sono un cogl- ma a volte qualche sorpresa la caccio fuori
Grazie per questa riflessione. Hai ragione, credo che il problema si presenti soprattutto nel caso dei generi del fantastico (science fiction, xxxPunk, Fantasy) e più limitatamente nel campo della narrativa storica. Credo anche che i più esposti ai rischi che hai ricordato (esagerare nel concentrarsi sul "mostrare" il mondo che si è inventato) colpisca a maggior ragione chi è anche appassionato di gioco di ruolo (cosa che spesso vale per molti autori fantasy). Io perlomeno ho rischiato di cascarci in pieno e ogni volta che mi metto a scrivere devo darmi bacchettate sulle mani per non ricascarci.
Andrebbe comunicato ciò che è strettamente necessario a entrare nella mentalità dei personaggi e capire il perchè di certe loro scelte, ad esempio. Il resto può essere taciuto (discorso dell'iceberg) o se proprio ci si esalta nello scrivere ambientazioni fantastiche e il proprio romanzo vende abbastanza da esaltare i lettori e incuriosirli, si può sempre pubblicare un atlante del mondo immaginario o aprirsi una wiki fandom dove sbizzarrirsi inserendo tutti gli elementi dell'ambientazione come nei manuali di ambientazione di D&D... evitare di fare Alberto Angela che ogni due per tre appare sulla scena e racconta per filo e per segno tutto quello che circonda la vicenda del/i protagonista/i o i personaggi che ricorrono al "as you know bob" per raccontare cose che effettivamente, al lettore, serve sapere solo fino a un certo punto :D
Chi deve aver chiaro in testa il worldbuilding è chi scrive. Chi legge è sufficiente che comprenda quello che è necessario per entrare nella testa e nelle motivazioni dei personaggi.
Sì infatti, in certi casi è consigliabile semmai mettere un'appendice separata che permette di ottenere nozioni ulteriori senza interrompere il percorso della storia.
Sono d'accordo con te.
Io ho costruito nel dettaglio il mio mondo (clima, storia, architettura, lingua, usi e costumi di ogni stato/città/villaggio, piatti tipici, ecc...), principalmente per non commettere errori di incoerenza o di plausibilità durante le vicende raccontate nella storia dei personaggi principali. Ho pensato che così potessero muoversi più liberamente all'interno di un mondo coerente ed efficace. Chiaramente tutto questo serve a me per non perdere pezzi durante la narrazione.