Consiglio di ricavare quante più "pillole" possibili da questo video sui vari argomenti (sud, effetti del '68, il ruolo delle lobby nell'opposizione a sistemi di valutazione del merito, eccetera).
In tale caso, forza community! Le clip sono innanzitutto lavoro di segnalazione e condivisione degli utenti fruitori dei contenuti, sulla barra di UA-cam sotto al video c'è ora la funzione "clip" per tagliare parti e condividerle: segnalate i pezzi ed inviateli a LO tramite i canali social (messaggio Instagram preferibile) o mail, ne saranno fatte clip.
sto ascoltando da spotify (consiglio di recuperare le puntate da lí, a volte youtube è tediosa) intervento strepitoso, puntuale, e grounded. questo argomento è fondamentale rispetto all'operato politico, scientifico, e culturale di tutta liberi oltre, e qui viene addirittura esposto assieme alla ricerca sperimentale di Galli. a mio avviso, questa una tipica puntata bridge o breakthrou, poichè puó arrivare a quei ricercatori ed interessati alle scienze sociali che peró (purtroppo) diffidano "a sentimento" di liberi oltre, e solitamente sono di sinistra. questo è un tipo di puntata che puó rompere la bolla per comunicare al di fuori. sempre grazie a Boldrin e a tutta Liberi Oltre
Bellissimo video, spero che lo vedano più persone possibili, mi sono anche recuperato le vecchie interviste fatte alla confindustria di Boldrin, è veramente spaventoso che in 9 anni le cose non siano affatto cambiate e che i problemi di cui parlate non solo non siano stati risolti, ma che non sono stati nemmeno affrontati
Grazie LO! In questa live sono sintetizzati e veicolati una pletora di messaggi che ho ascoltato in vari vostri video. L'ospite con la sua pacata e competente esposizione è stato un vero piacere da ascoltare, soprattutto contrapposto al Professor Boldrin, più duro nelle sue abituali invettive. Trovo che la contrapposizione d'animi accompagnata dalla comune visione d'insieme valorizzi i due interlocutori, portando alla luce la loro competenza e le loro personalità come elementi distinti e parimenti significativi nella conversazione.
Grazie! Interessante. L'idea ingenua che mi sono fatto lavorando in aziende è che le organizzazioni non tendono a strutturarsi per competenza, ma per rapporti di potere e fedeltà e di conseguenza le valutazioni delle prestazioni dei lavoratori. Solo pressioni esterne all'organizzazione possono far diventare rilevante la competenza. Il merito all'interno di una organizzazione c'è solo se conta anche il merito tra organizzazioni. Nel pubblico questo è molto difficile. forse per evitare che le valutazioni siano solo legate a strutture di potere e fedeltà, si preferisce adottare il criterio dell'anzianità che riduce molto il problema dei favoritismi.
Il criterio dell anzianità non è un criterio di valutazione, perché l anzianità si conosve a priori come cresca: uniformemente. Infatti l anzianità non la si valuta, la si computa e se ne prende atto.
Nel pubblico avviene qualcosa di molto ingiusto: i meritevoli ed i capaci sono quelli che vengono oberati di lavoro e di responsabilità anche eccedenti il loro ruolo, gli scansafatiche invece vengono lasciati in posti con poco lavoro e poche responsabilità. Almeno nel privato il meritevole non assiste a queste ingiustizie, almeno non in forma così palese semplicemente perché lo scansafatiche viene licenziato, cosa quasi impossibile nel pubblico.
@@starman633 Magari fosse così, purtroppo ho assistito in prima persona a scansafatiche che non venivano licenziati nel privato. La realtà è che in Italia se hai una certa anzianità e un contratto a tempo indeterminato hai la quasi certezza di non essere licenziato anche facendo poco e nulla, sia nel pubblico che nel privato.
A 1:07:04 Boldrin cita "un caro collega" per cui l'unità d'Italia sarebbe stato un esperimento di multiculturalismo fallito. C'è un riferimento dove poter approfondire?
"parole fortissime contro il mercato, contro il capitalismo che annienta i diritti della persona": per un attimo ho pensato si stesse riferendo a quanto detto dal buon Paco, il papa rivoluzionario e progressista, pochi giorni fa :) Battute a parte, contenuto eccelso, as usual.
Sul fatto che non esiste silicon valley senza stanford, credo sia vero empiricamente. Il grosso sviluppo tecnologico si ha dove esiste una eccellenza educativa, insieme altro fattori. esempi il biotech a boston, arte a nyc, etc. Non nascono mai in alabama o in uzbetistan, mai.
lobbies, ideologia o cultura dominante sia di matrice cattolica che comunista giustissimo; aggiungo - provo a fare un'ipotesi- proprio il modo di vivere dell'italia molto basato sulle relazioni alle quali corrisponde consenso che gratifica, fa vivere bene, e potere. Intendo che chi vuole vivere in Italia (per es. anche quei docenti eccellenti cui accennate che potrebbero aspirare ad insegnare ovunque, ok, ma che magari cmq non amano l'estero, preferiscono lo stile di vivere italiano) deve vivere nelle relazioni, relazioni che presuppongono quantomeno un certo mascheramento della competizione, e comunque la difesa del sistema livellante di tutela comune di tutti i membri della "comunità"; ma il punto è che questa accettazione del "costo" delle relazioni - difendere il sistema livellante che in teoria per "i migliori" potrebbe essere visto come contro il proprio interesse e le proprie ambizioni - è compensata dal potere che ne deriva: stare al centro di queste relazioni ti da la soddisfazione, la gratificazione di questo potere di leadership nella comunità. Io un po' me la spiego così:è vero, il grande luminare potrebbe insegnare nell'università internazionale famosa, avere fondi per le sue ricerche, avere stipendi maggiori per sé ecc. ma in cambio ottiene potere nella comunità dei pari italiani, ottiene potere, considerazione, come potrei dirlo? se vi dicessi "amore" vi stupireste troppo? qualcosa del genere. Insomma ottiene una integrazione sociale che lo premia e lo gratifica sia a livello psicologico che sociale e poi magari anche economico al di fuori dello stipendio da docente, può ottenere altri posti, altre prebende ecc. Sono semplicemente due modi di ambire diversi.
Prof domanda di vita Che gratificazioni in più può dare una carriera universitaria nelle top università? Chiedo da neo dottorando in Olanda che ha visto quasi solo atenei italiani
Ho notato una limitata conoscenza delle politiche meridionali, in particolare in Calabria. Posto qui un aspetto della questione tratto da una analisi del prof Vincenzo Falcone, molto più titolato di me sulla questione. "Il modello industriale in Calabria degli anni ’70 è stato uno strumento politico-clientelare senza precedenti nella storia del sottosviluppo meridionale; una beffa per i calabresi ed un’occasione irripetibile per imprenditori opportunisti e “mazzettari” e per politici che hanno fatto dei finanziamenti a pioggia la loro fortuna, a livello elettorale e personale. Un contesto fertile anche per la mafia che, non solo si è arricchita in modo esponenziale, ma ha potuto allargare il suo potere a dismisura, a detrimento del territorio e dell’ambiente di una regione che, durante la vigenza dell’intervento straordinario e delle provvidenze comunitarie, ha subìto l’avvelenamento del mare, il degrado del territorio e l’insediamento di “sistemi industriali”, nella stragrande maggioranza, incompiuti, incompleti, nocivi e pericolosi. In conseguenza di ciò, la Calabria continua a caratterizzarsi come una delle regioni a bassissimo tasso di industrializzazione, con una presenza quasi totale di micro-aziende rivolte, in larga parte, alla domanda locale, poco propense a processi innovativi e con un basso livello di produttività. Questa debolezza va individuata nel contesto più generale del fallimento di cinquant’anni di politica industriale, a livello ordinario, straordinario e comunitario in tutto il Mezzogiorno d’Italia. Infatti, dopo i primi quindici anni dall’istituzione della Cassa per il Mezzogiorno, attraverso la quale erano stati programmati anche investimenti industriali di rilievo, si registrò un’inversione di tendenza, a causa della grande pressione del potentato economico del Nord d’Italia nei confronti del Governo nazionale, affinché gli investimenti industriali venissero concentrati nelle regioni settentrionali. Il Governo nazionale, dal canto suo, doveva soddisfare due esigenze: da un lato ridurre le tensioni ed i conflitti sociali provenienti dalle regioni del Mezzogiorno che gridavano alla mancata industrializzazione del Sud e, dall’altro, far fronte alle forti pressioni delle grandi imprese del Centro-Nord che chiedevano investimenti di varia natura, a compensazione della conseguenza della crisi che aveva investito i principali settori produttivi di quell’area. In questo contesto, lo sviluppo del Mezzogiorno venne affrontato su spinta di un’economia di mercato che non aveva nulla a che vedere con i reali problemi del Sud d’Italia, dove, il Governo nazionale “piazzava” impianti ad alta intensità di capitale, in settori fuori mercato, inquinanti, assolutamente inidonei sia a produrre reddito e creare occupazione, sia ad innescare incisivi effetti moltiplicatori nell’indotto. Per quanto riguarda, in particolare la Calabria, se si analizza il contesto industriale di quel periodo, si può facilmente constatare che nessun intervento organico ed equilibrato venne effettuato per dare sostegno innovativo ai rari impianti medio/grandi già esistenti sul territorio regionale e per migliorare l’organizzazione gestionale e commerciale delle micro-aziende manifatturiere (al di sotto dei 5 addetti) che costituivano oltre il 70% del totale. Non tener conto delle peculiarità e delle vocazioni naturali della regione significò indebolire, ulteriormente, persino rispetto allo stesso Mezzogiorno, il tessuto industriale calabrese, tant’è vero che, in soli dieci anni (1961/1971), si persero circa 10.000 posti di lavoro, pari al 25% del totale1 ed occorsero vent’anni per riportare la “situazione industriale” della Calabria allo stato in cui si trovava nel 1961. Tra l’altro, durante il ventennio 1971/1991, si registrò la più massiccia ondata di emigrazione del dopoguerra che vide partire dalla Calabria oltre 200.000 persone. Oggi, la situazione non è assolutamente migliorata; anzi dobbiamo registrare che è peggiorata se si considera che negli anni ’50/’60, 15 stabilimenti (anche se dispersi sul territorio e con produzioni molto differenziate) occupavano, ciascuno più di 100 addetti, mentre oggi sono quasi tutte sparite. Un semplice calcolo ci dice che ormai l’industria manifatturiera ha raggiunto livelli bassissimi, nel contesto del sistema produttivo regionale, poco innovativo e gracile, con il 94% composto da aziende al di sotto di 10 addetti, prevalentemente, nel comparto agro-alimentare ed edile2 , a scapito di quelli più avanzati, quali, ad esempio, la meccanica e l’elettronica, che hanno subito, in questi ultimi anni, una flessione di manodopera di oltre il 50%. Questa debolezza strutturale dell’economia industriale ha fatto sì che le imprese calabresi, essendo quasi tutte di piccolissime dimensioni (e con criticità di tipo organizzativo e manageriale, diseconomie esterne e disequilibri gestionali e finanziari), da un lato non riescono a soddisfare l’ingente offerta di lavoro e dall’altro si rivelano incapaci di esportare prodotti e servizi fuori regione, anche a causa, in molti casi, di una errata politica degli incentivi che ha privilegiato la pratica dei contributi a fondo perduto, rispetto a quella dei mutui a tasso agevolato o di altri possibili vantaggi, collegati al lavoro ed agli aspetti gestionali. Le pochissime iniziative imprenditoriali registrate in questi anni sono delle eccezioni e delle casualità da attribuire ad un semplice mutamento nella composizione della domanda che ha stimolato qualche imprenditore a creare, in modo spontaneo, nuove imprese caratterizzate da attività di prima lavorazione e per soddisfare la domanda locale 'CALABRIA - L'industrializzzazione senza volto (l'inganno e la beffa) ' Vincenzo Falcone
Ma come mai la cultura cattolica non ha avuto lo stesso effetto descritto da Galli sulla Baviera? Il partito principale, la csu, è anch'esso "cristiano-sociale"
I tedeschi sono enormemente più analitici, razionali ecc degli italiani, lo dimostra il fatto che hanno puntato sulla tecnologia, istruzione, qualità, immigrazione ecc infatti hanno un'economia molto migliore della nostra, ora e in futuro.
A questo discorso manca un punto fondamentale. Le comparazioni e le classifiche unzione o solo su sistemi simili. Come valuto la produttività dei nostri giudici per esempio? Annualmente emergono in Italia il triplo dei casi di reato rispetto alla Germania. Ma questo dato è inutile perché avendo un casellario giudiziario diverso è un dato che muore li. Se lo prendo come buono.dovremmo dire che i nostri magistrati anno il triplo della produttività dei loro colleghi tedeschi.
Domanda: visto che la concorrenza funziona come incentivo a migliorarsi e impegnarsi, allora sarebbe giusto anche che in un sistema pubblico sanitario come il nostro, chi non segue uno stile di vita sano fatto di sana alimentazione e movimento/pesi in palestra debba venir seguito meno nelle cure mediche in caso di bisogno rispetto a uno che invece fa l’inverso, giusto? Altrimenti chi segue uno stile di vita sano e si impegna per mantenere una buona condizione di salute paga le cure a quelli che non lo fanno.
Vero ma ... complicato problema di "moral hazard e adverse selection", o di informazione se vuoi: come controlliamo che tutti adottino lo stesso, salutare, stile di vita?
Meritocrazia e Pubblica Amministrazione o Italia ...sono due anni che un mio progetto su Intelligenza Artificiale e pacchetti turistici , presentato alla Regione, trova tutti d accordo e complimentosi ...ma, non si parte mai. Mai, mai. Qualcuno mi ha detto che devo trovare la "chiave". Quindi, di cosa stiamo parlando. Stato troll come le sue Istituzioni
Trovo fastidioso l'astio di Giampaolo Galli verso magistratura. Il malfunzionamento della giustizia è un problema ben più complesso delle sole prestazioni lavorative dei singoli magistrati.
Consiglio di ricavare quante più "pillole" possibili da questo video sui vari argomenti (sud, effetti del '68, il ruolo delle lobby nell'opposizione a sistemi di valutazione del merito, eccetera).
Quoto
Segnalo alla redazione pillole
D'accordo. 👍
In tale caso, forza community! Le clip sono innanzitutto lavoro di segnalazione e condivisione degli utenti fruitori dei contenuti, sulla barra di UA-cam sotto al video c'è ora la funzione "clip" per tagliare parti e condividerle: segnalate i pezzi ed inviateli a LO tramite i canali social (messaggio Instagram preferibile) o mail, ne saranno fatte clip.
Uno degli interventi migliori di LO, kudos. Seguo dai tempi di noisefromamerika. Saluti
sto ascoltando da spotify (consiglio di recuperare le puntate da lí, a volte youtube è tediosa)
intervento strepitoso, puntuale, e grounded. questo argomento è fondamentale rispetto all'operato politico, scientifico, e culturale di tutta liberi oltre, e qui viene addirittura esposto assieme alla ricerca sperimentale di Galli.
a mio avviso, questa una tipica puntata bridge o breakthrou, poichè puó arrivare a quei ricercatori ed interessati alle scienze sociali che peró (purtroppo) diffidano "a sentimento" di liberi oltre, e solitamente sono di sinistra. questo è un tipo di puntata che puó rompere la bolla per comunicare al di fuori.
sempre grazie a Boldrin e a tutta Liberi Oltre
Bellissimo video, spero che lo vedano più persone possibili, mi sono anche recuperato le vecchie interviste fatte alla confindustria di Boldrin, è veramente spaventoso che in 9 anni le cose non siano affatto cambiate e che i problemi di cui parlate non solo non siano stati risolti, ma che non sono stati nemmeno affrontati
È un video che bisognerebbe far ascoltare in loop ovunque: scuole, università, luoghi di lavoro, TV...
Interessantissima dissertazione sull'analisi storica dell'economia e della società del nostro paese. Da ascoltare per comprendere
Grazie LO! In questa live sono sintetizzati e veicolati una pletora di messaggi che ho ascoltato in vari vostri video. L'ospite con la sua pacata e competente esposizione è stato un vero piacere da ascoltare, soprattutto contrapposto al Professor Boldrin, più duro nelle sue abituali invettive. Trovo che la contrapposizione d'animi accompagnata dalla comune visione d'insieme valorizzi i due interlocutori, portando alla luce la loro competenza e le loro personalità come elementi distinti e parimenti significativi nella conversazione.
Grazie
Video interessantissimo, domande on point, l’expertise di Michele è stata fondamentale per questa intervista. Ottimo lavoro!
un ottima chiaccherata che mi sento di suggerire di continuare con approfondimenti sui singoli argomenti . Un ottimo lavoro grazie
Intervista eccellente. Queste cose dovrebbero essere trasmesse in tv, al posto degli innumerevoli inutili talk show
Esatto
speraci ahahah
magari un giorno 🥲
Video che riassume con precisione la cattiveria storica di alcune classi sociali
Bel video, mette tristezza perché questi temi sono assenti dalla vita pubblica
Mi era sfuggito. Ma davvero da vedere!
Complimenti per questa live
Bellissima discussione, sono sempre rapito da come riuscite a rendere comprensibili le tematiche trattate
Grazie! Interessante.
L'idea ingenua che mi sono fatto lavorando in aziende è che le organizzazioni non tendono a strutturarsi per competenza, ma per rapporti di potere e fedeltà e di conseguenza le valutazioni delle prestazioni dei lavoratori. Solo pressioni esterne all'organizzazione possono far diventare rilevante la competenza. Il merito all'interno di una organizzazione c'è solo se conta anche il merito tra organizzazioni.
Nel pubblico questo è molto difficile. forse per evitare che le valutazioni siano solo legate a strutture di potere e fedeltà, si preferisce adottare il criterio dell'anzianità che riduce molto il problema dei favoritismi.
Il criterio dell anzianità non è un criterio di valutazione, perché l anzianità si conosve a priori come cresca: uniformemente.
Infatti l anzianità non la si valuta, la si computa e se ne prende atto.
Nel pubblico avviene qualcosa di molto ingiusto:
i meritevoli ed i capaci sono quelli che vengono oberati di lavoro e di responsabilità anche eccedenti il loro ruolo, gli scansafatiche invece vengono lasciati in posti con poco lavoro e poche responsabilità. Almeno nel privato il meritevole non assiste a queste ingiustizie, almeno non in forma così palese semplicemente perché lo scansafatiche viene licenziato, cosa quasi impossibile nel pubblico.
@@starman633 Magari fosse così, purtroppo ho assistito in prima persona a scansafatiche che non venivano licenziati nel privato. La realtà è che in Italia se hai una certa anzianità e un contratto a tempo indeterminato hai la quasi certezza di non essere licenziato anche facendo poco e nulla, sia nel pubblico che nel privato.
grazie
ordinato il libro. lo leggerò
Comprare il libro di Giampaolo è un dovere civico
Ho comprato il libro, ho iniziato a sfogliarlo e lo consiglio
A 1:07:04 Boldrin cita "un caro collega" per cui l'unità d'Italia sarebbe stato un esperimento di multiculturalismo fallito. C'è un riferimento dove poter approfondire?
Qual è il link al video di Confindustria? Confindustria Ravenna?
Si potrebbero mettere time-stamp sui video? Li trovo sempre molto utili, e non credo di essere l'unico. Grazie per la qualità dei contenuti comunque!
Dove si può trovare il dibattito di cui parlano all'inizio?
Per informazione, chi sarebbe il top mate,antico nella redazione roars?
sarebbe interessantissima una analisi sulla meritocrazia nelle aziende italiane.
"parole fortissime contro il mercato, contro il capitalismo che annienta i diritti della persona": per un attimo ho pensato si stesse riferendo a quanto detto dal buon Paco, il papa rivoluzionario e progressista, pochi giorni fa :)
Battute a parte, contenuto eccelso, as usual.
Chi citava?
@@giovannichiaranti9775 Leone XIII
Sul fatto che non esiste silicon valley senza stanford, credo sia vero empiricamente. Il grosso sviluppo tecnologico si ha dove esiste una eccellenza educativa, insieme altro fattori. esempi il biotech a boston, arte a nyc, etc. Non nascono mai in alabama o in uzbetistan, mai.
lobbies, ideologia o cultura dominante sia di matrice cattolica che comunista giustissimo; aggiungo - provo a fare un'ipotesi- proprio il modo di vivere dell'italia molto basato sulle relazioni alle quali corrisponde consenso che gratifica, fa vivere bene, e potere. Intendo che chi vuole vivere in Italia (per es. anche quei docenti eccellenti cui accennate che potrebbero aspirare ad insegnare ovunque, ok, ma che magari cmq non amano l'estero, preferiscono lo stile di vivere italiano) deve vivere nelle relazioni, relazioni che presuppongono quantomeno un certo mascheramento della competizione, e comunque la difesa del sistema livellante di tutela comune di tutti i membri della "comunità"; ma il punto è che questa accettazione del "costo" delle relazioni - difendere il sistema livellante che in teoria per "i migliori" potrebbe essere visto come contro il proprio interesse e le proprie ambizioni - è compensata dal potere che ne deriva: stare al centro di queste relazioni ti da la soddisfazione, la gratificazione di questo potere di leadership nella comunità. Io un po' me la spiego così:è vero, il grande luminare potrebbe insegnare nell'università internazionale famosa, avere fondi per le sue ricerche, avere stipendi maggiori per sé ecc. ma in cambio ottiene potere nella comunità dei pari italiani, ottiene potere, considerazione, come potrei dirlo? se vi dicessi "amore" vi stupireste troppo? qualcosa del genere. Insomma ottiene una integrazione sociale che lo premia e lo gratifica sia a livello psicologico che sociale e poi magari anche economico al di fuori dello stipendio da docente, può ottenere altri posti, altre prebende ecc. Sono semplicemente due modi di ambire diversi.
Prof. ha il link per l'intervista che si cita ad inizio live?
ua-cam.com/video/jMzMwJTx6jg/v-deo.html
@@LiberiOltre grazie mille!
Prof domanda di vita
Che gratificazioni in più può dare una carriera universitaria nelle top università?
Chiedo da neo dottorando in Olanda che ha visto quasi solo atenei italiani
Qui forse trovi qualche risposta ua-cam.com/video/ad-a3TuEXF8/v-deo.html
Ho notato una limitata conoscenza delle politiche meridionali, in particolare in Calabria. Posto qui un aspetto della questione tratto da una analisi del prof Vincenzo Falcone, molto più titolato di me sulla questione.
"Il modello industriale in Calabria degli anni ’70 è stato uno strumento politico-clientelare senza precedenti nella storia del sottosviluppo meridionale; una beffa per i calabresi ed un’occasione irripetibile per imprenditori opportunisti e “mazzettari” e per politici che hanno fatto dei finanziamenti a pioggia la loro fortuna, a livello elettorale e personale. Un contesto fertile anche per la mafia che, non solo si è arricchita in modo esponenziale, ma ha potuto allargare il suo potere a dismisura, a detrimento del territorio e dell’ambiente di una regione che, durante la vigenza dell’intervento straordinario e delle provvidenze comunitarie, ha subìto l’avvelenamento del mare, il degrado del territorio e l’insediamento di “sistemi industriali”, nella stragrande maggioranza, incompiuti, incompleti, nocivi e pericolosi. In conseguenza di ciò, la Calabria continua a caratterizzarsi come una delle regioni a bassissimo tasso di industrializzazione, con una presenza quasi totale di micro-aziende rivolte, in larga parte, alla domanda locale, poco propense a processi innovativi e con un basso livello di produttività. Questa debolezza va individuata nel contesto più generale del fallimento di cinquant’anni di politica industriale, a livello ordinario, straordinario e comunitario in tutto il Mezzogiorno d’Italia. Infatti, dopo i primi quindici anni dall’istituzione della Cassa per il Mezzogiorno, attraverso la quale erano stati programmati anche investimenti industriali di rilievo, si registrò un’inversione di tendenza, a causa della grande pressione del potentato economico del Nord d’Italia nei confronti del Governo nazionale, affinché gli investimenti industriali venissero concentrati nelle regioni settentrionali. Il Governo nazionale, dal canto suo, doveva soddisfare due esigenze: da un lato ridurre le tensioni ed i conflitti sociali provenienti dalle regioni del Mezzogiorno che gridavano alla mancata industrializzazione del Sud e, dall’altro, far fronte alle forti pressioni delle grandi imprese del Centro-Nord che chiedevano investimenti di varia natura, a compensazione della conseguenza della crisi che aveva investito i principali settori produttivi di quell’area. In questo contesto, lo sviluppo del Mezzogiorno venne affrontato su spinta di un’economia di mercato che non aveva nulla a che vedere con i reali problemi del Sud d’Italia, dove, il Governo nazionale “piazzava” impianti ad alta intensità di capitale, in settori fuori mercato, inquinanti, assolutamente inidonei sia a produrre reddito e creare occupazione, sia ad innescare incisivi effetti moltiplicatori nell’indotto. Per quanto riguarda, in particolare la Calabria, se si analizza il contesto industriale di quel periodo, si può facilmente constatare che nessun intervento organico ed equilibrato venne effettuato per dare sostegno innovativo ai rari impianti medio/grandi già esistenti sul territorio regionale e per migliorare l’organizzazione gestionale e commerciale delle micro-aziende manifatturiere (al di sotto dei 5 addetti) che costituivano oltre il 70% del totale. Non tener conto delle peculiarità e delle vocazioni naturali della regione significò indebolire, ulteriormente, persino rispetto allo stesso Mezzogiorno, il tessuto industriale calabrese, tant’è vero che, in soli dieci anni (1961/1971), si persero circa 10.000 posti di lavoro, pari al 25% del totale1 ed occorsero vent’anni per riportare la “situazione industriale” della Calabria allo stato in cui si trovava nel 1961. Tra l’altro, durante il ventennio 1971/1991, si registrò la più massiccia ondata di emigrazione del dopoguerra che vide partire dalla Calabria oltre 200.000 persone. Oggi, la situazione non è assolutamente migliorata; anzi dobbiamo registrare che è peggiorata se si considera che negli anni ’50/’60, 15 stabilimenti (anche se dispersi sul territorio e con produzioni molto differenziate) occupavano, ciascuno più di 100 addetti, mentre oggi sono quasi tutte sparite. Un semplice calcolo ci dice che ormai l’industria manifatturiera ha raggiunto livelli bassissimi, nel contesto del sistema produttivo regionale, poco innovativo e gracile, con il 94% composto da aziende al di sotto di 10 addetti, prevalentemente, nel comparto agro-alimentare ed edile2 , a scapito di quelli più avanzati, quali, ad esempio, la meccanica e l’elettronica, che hanno subito, in questi ultimi anni, una flessione di manodopera di oltre il 50%. Questa debolezza strutturale dell’economia industriale ha fatto sì che le imprese calabresi, essendo quasi tutte di piccolissime dimensioni (e con criticità di tipo organizzativo e manageriale, diseconomie esterne e disequilibri gestionali e finanziari), da un lato non riescono a soddisfare l’ingente offerta di lavoro e dall’altro si rivelano incapaci di esportare prodotti e servizi fuori regione, anche a causa, in molti casi, di una errata politica degli incentivi che ha privilegiato la pratica dei contributi a fondo perduto, rispetto a quella dei mutui a tasso agevolato o di altri possibili vantaggi, collegati al lavoro ed agli aspetti gestionali.
Le pochissime iniziative imprenditoriali registrate in questi anni sono delle eccezioni e delle casualità da attribuire ad un semplice mutamento nella composizione della domanda che ha stimolato qualche imprenditore a creare, in modo spontaneo, nuove imprese caratterizzate da attività di prima lavorazione e per soddisfare la domanda locale
'CALABRIA -
L'industrializzzazione senza volto (l'inganno e la beffa) ' Vincenzo Falcone
Concorderemente dpbbio a e dichiara le indipendenE italiane. A NOI.
Penso però che per le regioni del Nord ci sia stata crescita a partire dagli anno 90, o sbaglio?
Sono tornato indietro tre volte per accertarmi che Boldrin avesse davvero citato Lacan. Ma che sta succedendo?
Non so, dimmi tu. Che problemi hai?
@@LiberiOltre suvvia era una battuta! Da probabilmente unico 'lacaniano" che vi segue la cosa mi ha fatto sorridere
@@simonegagliardi5857 paura eh
@@pelinsantilli de che?
Chi è il "Top matematico"? Da studente di matematica mi interessa assai.
La mia ipotesi è che parlino di Giuseppe Mingione.
...perche' quando vi ascolto alla fine mi viene da piangere e penso che ai miei figli tocchera' un futuro di cacca ?
Ma come mai la cultura cattolica non ha avuto lo stesso effetto descritto da Galli sulla Baviera? Il partito principale, la csu, è anch'esso "cristiano-sociale"
I tedeschi sono enormemente più analitici, razionali ecc degli italiani, lo dimostra il fatto che hanno puntato sulla tecnologia, istruzione, qualità, immigrazione ecc infatti hanno un'economia molto migliore della nostra, ora e in futuro.
👍👍👏
aurelio deve migliorare molto la sua dizione, ripete troppe volte "ehm" "hmm" "eeeh", più deciso Aurelio! Detto questo è un bravo ragazzo e preparato.
A questo discorso manca un punto fondamentale. Le comparazioni e le classifiche unzione o solo su sistemi simili.
Come valuto la produttività dei nostri giudici per esempio? Annualmente emergono in Italia il triplo dei casi di reato rispetto alla Germania.
Ma questo dato è inutile perché avendo un casellario giudiziario diverso è un dato che muore li. Se lo prendo come buono.dovremmo dire che i nostri magistrati anno il triplo della produttività dei loro colleghi tedeschi.
Anno?
Gli investimenti dello Stato al meridione a chi alla mafia?
sbaglio o le live di twitch possono essere ricaricate solo dopo un determinato periodo? Occhio casomai buttano giú questo canale
Nono, anche subito, non c'è alcun problema
Domanda: visto che la concorrenza funziona come incentivo a migliorarsi e impegnarsi, allora sarebbe giusto anche che in un sistema pubblico sanitario come il nostro, chi non segue uno stile di vita sano fatto di sana alimentazione e movimento/pesi in palestra debba venir seguito meno nelle cure mediche in caso di bisogno rispetto a uno che invece fa l’inverso, giusto? Altrimenti chi segue uno stile di vita sano e si impegna per mantenere una buona condizione di salute paga le cure a quelli che non lo fanno.
Vero ma ... complicato problema di "moral hazard e adverse selection", o di informazione se vuoi: come controlliamo che tutti adottino lo stesso, salutare, stile di vita?
Sulla salute funziona molto ma molto meglio l'informazione e l'educazione puntando tantissimo sull'insegnarlo fin bambini.
Meritocrazia e Pubblica Amministrazione o Italia ...sono due anni che un mio progetto su Intelligenza Artificiale e pacchetti turistici , presentato alla Regione, trova tutti d accordo e complimentosi ...ma, non si parte mai. Mai, mai. Qualcuno mi ha detto che devo trovare la "chiave". Quindi, di cosa stiamo parlando. Stato troll come le sue Istituzioni
Trovo fastidioso l'astio di Giampaolo Galli verso magistratura. Il malfunzionamento della giustizia è un problema ben più complesso delle sole prestazioni lavorative dei singoli magistrati.
Nessun astio verso le persone. Il sistema giudiziario è però pazzesco, uno delle principali palle al piede di questo paese.
Ma chi ospita chi?
Cosi' difficile da capire? :)
@@LiberiOltre eh parli a massa
"Lo traduco alla Boldrin..."