I Come all ye maidens young and fair And you that are blooming in your prime Always beware and keep your garden fair Let no man steal away your thyme (1) Chorus: For thyme it is a precious thing And thyme brings all things to my mind Thyme with all its flavours, along with all its joys Thyme, brings all things to my mind II Once I had a bunch of thyme I thought it never would decay Then came a lusty sailor who chanced to pass my way And stole my bunch of thyme away III The sailor gave to me a rose(2) A rose that never would decay He gave it to me to keep me reminded Of when he stole my thyme away TRADUZIONE DI CATTIA SALTO I Venite tutte voi fanciulle giovani e belle, voi che siete nel fiore degli anni, state sempre attente a custodire il vostro bel giardino, e non lasciate che l’uomo rubi il vostro timo. CORO Perchè il timo è cosa preziosa e mi riporta il passato in mente, con tutto i suoi aromi con tutte le sue gioie il timo mi riporta il passato in mente, II Una volta avevo un cespuglio di timo e credevo che non sarebbe mai appassito, poi venne un marinaio gagliardo a incrociare per caso la mia strada e mi rubò il cespuglio di timo. III Il marinaio mi lasciò una rosa una rosa che mai appassirà, me l’ha lasciata per ricordarmi di quando ha rubato il mio timo. NOTE 1) associazione per assonanza tra le parole thyme e time è resa ancora più manifesta nel ritornello, il richiamo alla brevità della giovinezza rende il timo assai prezioso 2) alcuni intendono la rosa come l’allusione a qualche malattia venerea incurabile, oggi è l’AIDS, ma in passato sicuramente la sifilide, il male di Venere che portava alla pazzia e alla morte; più probabilmente indica una gravidanza dal mio blog terreceltiche.altervista.org/the-bunch-of-thyme-or-the-warning-songs-in-folks/
Una warning song in cui le erbe compaiono come simboli per insegnare alla fanciulle i comportamenti più socialmente convenienti, nello specifico che si mantenessero pure e caste fino al matrimonio e trovo fantastico che sia interpretata da due donne, due generazioni affiancate, due colonne del british folk. E’ un canto tradizionale irlandese probabilmente di origini seicentesche in cui si esorta le fanciulle a custodire la propria verginità come un fiore prezioso. Chi canta è una ragazza alla quale un marinaio di passaggio ha rubato il cespuglio di timo piantato nel giardino in cambio di una rosa. Mentre il timo simboleggia la verginità e la purezza femminile, la rosa è il simbolo della passione amorosa, la carnalità di un’unione tra uomo e donna. Ma ben lungi dall’essere una canzone sui piaceri del sesso, la venatura del canto è triste e malinconica, la rosa nel giardino sembrerebbe alludere a una gravidanza in senso infausto, una sorta di punizione per la perdita dell’innocenza fuori dal matrimonio: allora e ancora per tutto l’Ottocento una ragazza-madre era “macchiata” per sempre, disprezzata ed emarginata socialmente, spesso scacciata dalla casa paterna, con davanti solo prospettive di vita degradanti per sè e per il figlio bastardo. Il secondo insegnamento morale della storia conseguente al preservare la verginità per lo sposo, è la certezza che solo nel matrimonio la donna potrà trovare le gioie della vita: accudire al marito, alla casa e ai figli che nasceranno, questo è il suo solo e unico “lieto fine”
Two very special Lady's. Rest in peace Norma,long may you run Eliza.
Too beautiful for words
This just perfect.
RIP Norma Waterson.
Simply beautiful.
I
Come all ye maidens young and fair
And you that are blooming
in your prime
Always beware and keep
your garden fair
Let no man steal away
your thyme (1)
Chorus:
For thyme it is a precious thing
And thyme brings all things to my mind
Thyme with all its flavours,
along with all its joys
Thyme, brings all things to my mind
II
Once I had a bunch of thyme
I thought it never would decay
Then came a lusty sailor
who chanced to pass my way
And stole my bunch of thyme away
III
The sailor gave to me a rose(2)
A rose that never would decay
He gave it to me
to keep me reminded
Of when he stole my thyme away
TRADUZIONE DI CATTIA SALTO
I
Venite tutte voi fanciulle giovani e belle,
voi che siete nel fiore
degli anni,
state sempre attente a custodire
il vostro bel giardino,
e non lasciate che l’uomo rubi
il vostro timo.
CORO
Perchè il timo è cosa preziosa
e mi riporta il passato in mente,
con tutto i suoi aromi
con tutte le sue gioie
il timo mi riporta il passato in mente,
II
Una volta avevo un cespuglio di timo
e credevo che non sarebbe mai appassito, poi venne un marinaio gagliardo a incrociare per caso la mia strada e mi rubò il cespuglio di timo.
III
Il marinaio mi lasciò una rosa
una rosa che mai appassirà,
me l’ha lasciata
per ricordarmi
di quando ha rubato il mio timo.
NOTE
1) associazione per assonanza tra le parole thyme e time è resa ancora più manifesta nel ritornello, il richiamo alla brevità della giovinezza rende il timo assai prezioso
2) alcuni intendono la rosa come l’allusione a qualche malattia venerea incurabile, oggi è l’AIDS, ma in passato sicuramente la sifilide, il male di Venere che portava alla pazzia e alla morte; più probabilmente indica una gravidanza
dal mio blog terreceltiche.altervista.org/the-bunch-of-thyme-or-the-warning-songs-in-folks/
Una warning song in cui le erbe compaiono come simboli per insegnare alla fanciulle i comportamenti più socialmente convenienti, nello specifico che si mantenessero pure e caste fino al matrimonio e trovo fantastico che sia interpretata da due donne, due generazioni affiancate, due colonne del british folk.
E’ un canto tradizionale irlandese probabilmente di origini seicentesche in cui si esorta le fanciulle a custodire la propria verginità come un fiore prezioso. Chi canta è una ragazza alla quale un marinaio di passaggio ha rubato il cespuglio di timo piantato nel giardino in cambio di una rosa. Mentre il timo simboleggia la verginità e la purezza femminile, la rosa è il simbolo della passione amorosa, la carnalità di un’unione tra uomo e donna. Ma ben lungi dall’essere una canzone sui piaceri del sesso, la venatura del canto è triste e malinconica, la rosa nel giardino sembrerebbe alludere a una gravidanza in senso infausto, una sorta di punizione per la perdita dell’innocenza fuori dal matrimonio: allora e ancora per tutto l’Ottocento una ragazza-madre era “macchiata” per sempre, disprezzata ed emarginata socialmente, spesso scacciata dalla casa paterna, con davanti solo prospettive di vita degradanti per sè e per il figlio bastardo. Il secondo insegnamento morale della storia conseguente al preservare la verginità per lo sposo, è la certezza che solo nel matrimonio la donna potrà trovare le gioie della vita: accudire al marito, alla casa e ai figli che nasceranno, questo è il suo solo e unico “lieto fine”