Fra i tanti spunti di riflessione, credo che in questa delicata fase della storia scolastica, il suggerimento operativo e nel rispetto della norma, per contenere la prassi delle "classi pollaio", tenendo anche conto degli spazi ridotti di molte nostre aule, sia veramente prezioso! Se vogliamo promuovere la salute, come benessere, come indicato dall'ICF allora star bene a scuola significa anche poter abitare spazi adeguati al numero di alunni o studenti, di insegnanti e assistenti o altri operatori di una classe. Che ne pensate?
Penso che sia assolutamente fondamentale avere uno spazio adeguato, che permetta a tutti, sia ai ragazzi che ai docenti, di poter abitare lo spazio dell'aula in sicurezza e nel rispetto dello spazio vitale necessario a tutti... purtroppo però spesso le aule vengono sfruttate oltre la capienza massima. Francesca Romana
@@Vitadaguida grazie per aver condiviso la tua esperienza e la tua opinione a riguardo. Proprio perché si tratta di una problematica antica, che in questo momento mostra con evidenza gli svantaggi in termini di salute, potrebbe essere utile segnalare ai componenti del Consiglio di Istituto e sensibilizzare dirigenza e colleghi su questa opportunità legislativa. E questo naturalmente vale anche per lo specifico caso che ponevo, ovvero scuole inclusive che accolgono troppi alunni con disabilità rischiando di assumere la connotazione di scuole speciali. ;)
@deborah.1188 Cara Deborah, non era necessario un divieto, semplicemente le famiglie povere erano in situazione di svantaggio socio-culturale (e anche linguistico se consideriamo che è la TV a partire dal 194 che consente a diffusione di massa dell'italiano). In sostanza i figli contribuivano al sostentamento della famiglia cominciando a lavorare presto, spesso senza conseguire nemmeno la licenza elementare. L'evasione scolastica era la norma per i bambini delle classi subalterne.
Grazie per questa autorevole e preziosissima testimonianza🙏🏻❤
Ascoltare i maestri è sempre motivo di arricchimento❣
Fra i tanti spunti di riflessione, credo che in questa delicata fase della storia scolastica, il suggerimento operativo e nel rispetto della norma, per contenere la prassi delle "classi pollaio", tenendo anche conto degli spazi ridotti di molte nostre aule, sia veramente prezioso!
Se vogliamo promuovere la salute, come benessere, come indicato dall'ICF allora star bene a scuola significa anche poter abitare spazi adeguati al numero di alunni o studenti, di insegnanti e assistenti o altri operatori di una classe. Che ne pensate?
Penso che sia assolutamente fondamentale avere uno spazio adeguato, che permetta a tutti, sia ai ragazzi che ai docenti, di poter abitare lo spazio dell'aula in sicurezza e nel rispetto dello spazio vitale necessario a tutti... purtroppo però spesso le aule vengono sfruttate oltre la capienza massima. Francesca Romana
@@Vitadaguida grazie per aver condiviso la tua esperienza e la tua opinione a riguardo. Proprio perché si tratta di una problematica antica, che in questo momento mostra con evidenza gli svantaggi in termini di salute, potrebbe essere utile segnalare ai componenti del Consiglio di Istituto e sensibilizzare dirigenza e colleghi su questa opportunità legislativa. E questo naturalmente vale anche per lo specifico caso che ponevo, ovvero scuole inclusive che accolgono troppi alunni con disabilità rischiando di assumere la connotazione di scuole speciali. ;)
Professoressa, potrebbe fare un video sul curricolo, grazie
Cara, c'è già sugli short! Ecco il link: ua-cam.com/video/6mh0Xm8p7dU/v-deo.html
Ma in che modo ai "poveri " era escluso l' accesso ai licei? C'era un vero divieto normativo?
@deborah.1188 Cara Deborah, non era necessario un divieto, semplicemente le famiglie povere erano in situazione di svantaggio socio-culturale (e anche linguistico se consideriamo che è la TV a partire dal 194 che consente a diffusione di massa dell'italiano). In sostanza i figli contribuivano al sostentamento della famiglia cominciando a lavorare presto, spesso senza conseguire nemmeno la licenza elementare. L'evasione scolastica era la norma per i bambini delle classi subalterne.