L’applicazione dell'European Accessibility Act ha un impatto positivo anche nel mondo del lavoro?

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  • Опубліковано 25 січ 2025
  • Procediamo con la quinta domanda, quindi siamo a metà del nostro percorso. Richiamo in campo Francesca Sbianchi, chiedendole: l'ambito di applicazione dell'European Accessibility Act ha un impatto positivo anche per contrastare la discriminazione nel mondo del lavoro?
    Buonasera Antonio. Lo European Accessibility Act non si limita a stabilire requisiti tecnici per garantire l'accessibilità di prodotti e servizi nel mercato europeo, ma promuove anche, indirettamente, una cultura più inclusiva nel mondo del lavoro.
    Le aziende, per conformarsi allo European Accessibility Act, devono adottare pratiche inclusive, investire in formazione e sensibilizzazione delle risorse umane, e assicurarsi che i loro strumenti digitali e le infrastrutture siano accessibili. Questo approccio favorisce un ambiente lavorativo più accogliente per le persone con disabilità, contribuendo a ridurre le barriere fisiche, culturali e digitali che portano a forme di discriminazione nel mondo del lavoro.
    Questo impatto positivo si può osservare su più livelli: dall'accesso al lavoro alla retention dei talenti. Infatti, migliorando l'accessibilità nell'ambito lavorativo, le aziende dimostrano maggiore sensibilità e riescono a mantenere più talenti all'interno delle organizzazioni.
    Inoltre, c'è un importante impatto legato alla conformità legale, poiché lo European Accessibility Act funge da incentivo per ridurre il rischio di azioni legali relative alla discriminazione e favorisce una parità di trattamento. I principi di accessibilità incoraggiano le imprese a ripensare i processi, a creare spazi fisici e digitali senza barriere e a valorizzare la diversità come vantaggio competitivo.
    È importante sottolineare che lo European Accessibility Act impone obblighi ai datori di lavoro. Tra questi vi è l'accessibilità degli strumenti digitali e delle tecnologie utilizzate sul lavoro. Se i datori di lavoro utilizzano prodotti o servizi inclusi nell'ambito di applicazione della direttiva, come software, applicazioni mobili, terminali di pagamento o apparecchiature self-service, questi devono essere accessibili e utilizzabili da persone con disabilità.
    Lo European Accessibility Act richiede anche che i servizi digitali forniti ai dipendenti, come siti web, applicazioni mobili, portali aziendali e strumenti di gestione del personale, siano accessibili. Ciò include, ad esempio, buste paghe elettroniche e formazioni accessibili.
    Per quanto riguarda i prodotti e i servizi, i datori di lavoro che li producono, distribuiscono o utilizzano devono rispettare i requisiti tecnici e funzionali di accessibilità, garantendo che non vi siano discriminazioni nei confronti dei lavoratori con disabilità.
    Sebbene lo European Accessibility Act non regoli esplicitamente gli spazi di lavoro fisici, l'integrazione di tecnologie accessibili può influenzare la progettazione degli stessi. Ad esempio, dispositivi self-service accessibili possono essere un elemento importante.
    Lo European Accessibility Act si collega e rafforza altre normative esistenti, come la Direttiva sull'uguaglianza nell'occupazione del 2000 (Direttiva numero 78), che vieta la discriminazione sui luoghi di lavoro e obbliga i datori a fornire accomodamenti ragionevoli alle persone con disabilità.
    La mancata conformità ai requisiti di accessibilità previsti dallo European Accessibility Act può portare a sanzioni amministrative, pecuniarie o ad azioni legali da parte di dipendenti con disabilità, come previsto dalla legge italiana numero 67 del 2006.
    In conclusione, anche se lo European Accessibility Act non regola direttamente i rapporti di lavoro, i suoi requisiti creano obblighi indiretti per i datori, specialmente in termini di strumenti digitali, servizi e tecnologie. Questo ha un impatto estremamente positivo per le persone con disabilità, le persone con DSA e, in generale, per chi beneficia di un mondo del lavoro più inclusivo.
    Grazie Francesca. Possiamo quindi sintetizzare: hai parlato di obblighi, ma non si tratta solo di un obbligo, bensì di un'opportunità. È un'opportunità per trattare le persone che lavorano con noi come esseri umani.
    Le ricerche testimoniano che persone liete di lavorare nel posto in cui si trovano non solo lavorano meglio, ma contribuiscono a un benessere aziendale diffuso, che diventa anche un fattore economico.
    Grazie, Francesca.

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