Sono un giovane mediocre (Velleità e lavoro in Italia)

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  • Опубліковано 25 жов 2024

КОМЕНТАРІ • 509

  • @WesaChannel
    @WesaChannel  5 років тому +22

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    • @federico8049
      @federico8049 5 років тому

      Non credo di aver mai sentito la tua opinione su psichiatria, uso di psicofarmaci e simili, in qualsiasi contesto. Ti ascolto sempre, da tanto tempo, continua così che alzi il livello!

    • @WesaChannel
      @WesaChannel  5 років тому

      Sì che funzionano

    • @angelorossi1045
      @angelorossi1045 5 років тому

      @@WesaChannel hai due lauree?

    • @Pei1983
      @Pei1983 5 років тому +1

      La mediocrità è dire a un giovane di rinunciare ai propri sogni in quanto considerati dal mercato balzani. A mio avviso qui hai toppato caro mio, tenendo conto del fatto che anche tu sei un umanistica.

    • @angelorossi1045
      @angelorossi1045 5 років тому

      @@Pei1983 ma se cozzano con la realtà.

  • @lalettricesolitaria
    @lalettricesolitaria 5 років тому +79

    Ho rivisto il video due volte per cercare di pensare a una risposta ben argomentata, ma non riesco ad andare oltre la mia esperienza personale e per questo sono consapevole che ciò che scriverò non potrà rappresentare una regola generale. Non penso nemmeno ne esistano in questo frangente, altrimenti avremmo tutti una soluzione pronta da seguire senza doverci pensare e saremmo di fatto degli automi senza storia.
    Da persona con formazione umanistica, non ho fatto altro che sentire commenti di chi mi scoraggiava a intraprenderla. Compagni di classe, insegnanti, estranei sul tram, persone conosciute per caso sul treno, non per ultimo un barbone a Milano Centrale che senza nemmeno conoscermi, mi ha detto "ah, ma non è una professione del futuro studiare Lettere".
    Io gli ho risposto: "Lo è, del mio futuro."
    Così come ho risposto, per anni, a tutti quelli che mi consigliavano di fare altro perché il mercato del lavoro chiede altro.
    Ho provato a pensarci, ma non sono stata assolutamente attratta da altre facoltà, perché io desideravo solo quel corso di studi, da anni. Ho poi terrore del corpo, del sangue, non potevo scegliere medicina. Non ho per nulla la mente analitica, costante e determinata per studiare materie ingegneristiche, e con la matematica ho sempre avuto un rapporto sterile e arido, ben conscia che si tratta di una materia capace di appassionare fortemente alcune persone, di lasciare senza interesse altre. Tra quelle, io (e ho fatto lo Scientifico, ci ho provato, ascoltando chi mi diceva di non fare il Classico perché "c'è greco"... )
    Sono sempre stata consapevole del mondo del lavoro in Italia, della domanda, di ciò che c'è ed è richiesto, così ho accettato di lavorare subito, non appena possibile, in ambiti non collegati ai miei studi, già mentre studiavo. Scoprendo attitudini, passioni, capacità insospettabili e scoprendo anche cosa davvero non mi riesce in ambito lavorativo, cosa so fare e cosa no.
    Per poi essere licenziata, nonostante non lavorassi in ambito umanistico, in tronco, dalla mattina alla sera, causa crisi - per due volte di seguito in due posti diversi, perché le aziende fallivano. Per poi essere rifiutata ai colloqui non per la laurea, ma per l'età, perché sono donna in età da "maternità" e una serie di altri motivi che spesso non mi sono mai nemmeno stati forniti, anche quando espressamente richiesti.
    Così, addio Italia. Come molti altri.
    Capisco perfettamente il tuo discorso sulla realtà, ma mi sono resa conto - per quanto mi riguarda - che è impossibile prevederla, conoscerla e cercare di fotterla, anche quando ci sei dentro. Io non ho alcun rimpianto sui miei studi, continuo a portarli avanti, a lavorare da freelance, a cercare lavori anche non inerenti il mio percorso (in questo senso, di certo, non mi illudo e mi adatto benissimo), continuo a scrivere e a sentirmi felice di questo. Poco posso sapere davvero di me, come tutti, ma di quel poco che conosco, una cosa è certa: se non ci avessi provato, me ne sarei pentita per tutta la mia breve e unica vita.

  • @francescopiana9375
    @francescopiana9375 5 років тому +183

    Sono un chimico e per esperienza, facoltà come ingegneria sono piene di gente che la ha scelta solo per le prospettive di lavoro e che non avendo nessun interesse per la materia, o abbandonano, o si laureano con voti pessimi e poi vanno a fare lavori poco qualificati dove non serve nemmeno la maturità. Serve la passione per eccellere.

    • @edoardob8424
      @edoardob8424 5 років тому +21

      Quello che dici è totalmente smentito dai dati. Fine.

    • @erikas.6790
      @erikas.6790 5 років тому

      *ingegneria

    • @stefano4170
      @stefano4170 5 років тому +41

      Si ma non è detto che tutti abbiano una passione ben precisa e soprattutto applicabile nel campo lavorativo,che come dice wesa è ben lontano dal mondo dei sogni. Anch'io se vivessi in una società diversa da questa mi lascerei trascinare dalle cose più piacevoli/rilassanti come possono essere la musica o il mondo dell'arte in generale. Però o si ha un dono innato in queste "arti",oppure conviene darsi da fare per trovare un lavoro più concreto. é quello che sto facendo io,studiando ingegneria(che nonostante la difficoltà,ci sono molti aspetti che mi piacciono del lavoro che andrò a fare) poi se si vogliono far convivere altre passioni al proprio mestiere forse è la cosa migliore,l'importante è non rimanere nell'ignoranza o nella pigrizia e quello che si fa farlo bene

    • @goodmann4503
      @goodmann4503 5 років тому +21

      Chi si iscrive a ingegneria senza passione non si laurea è diverso

    • @francescopiana9375
      @francescopiana9375 5 років тому +9

      Tipo l'alto rapporto fra immatricolazioni e laureati in corso? Grazie, era da un po' che non lo ricontrollavo @@edoardob8424

  • @cinemapills3839
    @cinemapills3839 5 років тому +226

    A volte ti odio perché hai perfettamente ragione

  • @SignorWaltz
    @SignorWaltz 5 років тому +62

    "Considerato che non sono un artista
    E con le velleità non ci si vive
    Mi ritrovai con un lavoro vero
    Uno di quelli proprio senza glamour"

  • @danleu8426
    @danleu8426 5 років тому +21

    Nel momento in cui ho dovuto scegliere una scuola superiore ho fatto il tuo identico ragionamento: ignorando la mia passione per la letteratura mi sono iscritto ad un istituto tecnico. Sono caduto in una profonda depressione sul finire del quarto anno, riuscendo a prendere la maturità solo perché i professori si erano accorti del mio stato mentale. Tutto perché facevo qualcosa che mi avrebbe dato lavoro, ma in cui non mi riconoscevo e non mi dava alcuna soddisfazione.
    Se potessi tornare indietro farei la scelta più stupida e seguirei le mie passioni.

  • @Crix333
    @Crix333 5 років тому +179

    Studio storia e mi son sentito chiamato in causa!
    Non sono d'accordo con il tuo ragionamento. Sono consapevole di quello che mi aspetta, potrei non trovare impiego per quello che ho studiato ma cosa avrei dovuto fare? Scegliere una materia per cui non sono portato e non ho interesse? Senza questi due fattori complementari nessuno diventa ingegnere, informatico o qualsiasi altro impiego nel mondo tecnico e scientifico. Avrei fallito nel tentativo e sarei finito a fare un lavoro a bassa qualifica, con l'eterno rimpianto di non aver seguito i miei interessi. Magari finiró lo stesso a fare un lavoro poco qualificato, ma per lo meno, so di aver tentato il tutto per tutto.
    Solo perché siamo mediocri e la realtà non corrisponde ai nostri sogni, non significa che dobbiamo arrenderci così facilmente.

    • @Uolverino7036
      @Uolverino7036 5 років тому +9

      @Crix ti faccio compagnia, studio scienze naturali

    • @TheNzaosisters
      @TheNzaosisters 5 років тому +16

      Condivido in pieno. Trovo che questo tipo di messaggi svaluti ancor di più le cosiddette materie umanistiche. Bisognerebbe poi ricordare che i lavori legati alla cultura sono storicamente da sempre strettamente legati all'ambito pubblico, che è praticamente immobile, quindi anche per questo è molto più difficile riuscire a trovare lavori stabili o comunque meno precari rispetto ad altri.

    • @AlessandroAlbieroA
      @AlessandroAlbieroA 5 років тому +6

      @@TheNzaosisters hai toccato l'unico punto che Wesa non ha sviluppato nel video e che (per me) è la realtà

    • @Strop2198
      @Strop2198 5 років тому +2

      Anche io studio storia e prima di cominciare ho pensato cosa avrei potuto fare. Secondo me abbiamo buone possibilità

    • @liceozucchi
      @liceozucchi 5 років тому +6

      Parole sacrosante, io sono archeologo.

  • @badgamer66220
    @badgamer66220 5 років тому +183

    Sarò brutale: che senso ha investire su un percorso che non vogliamo intraprendere, per puro calcolo, per poi finire rinchiusi in un lavoro che odiamo e con cui dovremo convivere per il resto di una miserabile vita indegna di essersi vissuta?

    • @utherdent7228
      @utherdent7228 5 років тому +31

      Ancora con queste narrazioni vittimistiche da terza media?

    • @badgamer66220
      @badgamer66220 5 років тому +66

      @@utherdent7228 dov'è il vittimismo? Non ho detto che il mondo mi deve qualcosa. Ho detto che è meglio scegliere la PROPRIA strada e averci provato, piuttosto che scegliersi da principio una vita inutile, perchè in questo caso magari avrai pure più soldi, ma la tua vita sarà molto più fallimentare.

    • @guitarastronomyaviation6507
      @guitarastronomyaviation6507 5 років тому +27

      È molto semplice, perché non Hai alternativa. La scelta è tra fare l'ingegnere e fare il barbone causa mancanza di lavoro. Ora magari potrai obiettare che è meglio essere un barbone felice piuttosto che un ingegnere stressato. Può darsi, che ti devo di'

    • @badgamer66220
      @badgamer66220 5 років тому +35

      @@guitarastronomyaviation6507 no, probabilmente non sta meglio il barbone. Però DECIDERE di passare gran parte della nostra vita a fare qualcosa che non vogliamo fare per me è inaccettabile. Male che va ci provi e poi, se non funziona, finisci a fare un lavoro che non è nelle tue corde, consapevole di non aver avuto il talento/capacità per seguire la propria passione.

    • @anonimo6603
      @anonimo6603 5 років тому +16

      Il punto però rimane: Vuoi un lavoro come si deve? Scegli fra una lista di percorsi di studio.
      Se proprio non si vuole rinunciare alla passione, per esempio filosofia, considerala un hobby. Segui anche quel percorso di studi, ma una volta che hai ottenuto un lavoro degno di essere chiamato tale.
      Non ci perdi niente, hai la tua passione (che non avrebbe mai portato a un lavoro) ed hai un lavoro (che puoi sopportare in quanto alimenta la tua passione), poi se vedi che c'è uno sbocco per qualcosa di più interessante e allo stesso modo remurativo passa a quel qualcosa di più interessante. Ma una laurea di valore c'è l'avrai sempre, un posto dove tornare e non morire di fame è assicurato.

  • @tommasodibrango6174
    @tommasodibrango6174 5 років тому +54

    La cosa che mi lascia perplesso è che usi la parola “realtà” come se si trattasse di qualcosa di semplice e univoco. Il sottoscritto, per esempio, è cresciuto sentendosi dire che “con Lettere non si mangia” e che “la scuola è un settore saturo”, ma alla fine ho visto una generazione di umanisti entrare nella scuola con un anno o due di precariato alle spalle grazie ai concorsi degli ultimi anni - e viceversa: vedo non pochi ingegneri che precari lo sono a vita e magari, giunti sulla soglia degli “-anta”, cercano di infilarsi a lavorare in qualche partecipata statale. Con questo, ovviamente, non dico che la realtà ci dice che le lauree umanistiche sono il passepartout del domani: dico però che la realtà è meno sempliciotta di quel che dice qualche articolo del “Sole 24 Ore” (che, oltretutto, essendo un giornale non è neutro, ma è una fonte che offre prospettive da valutare attentamente ma con spirito critico).

  • @Hypnos157
    @Hypnos157 5 років тому +75

    Il discorso che fai è giusto, e lo condivido. Ma, però c'è un ma. Supponiamo, a grandissime linee, che un ragazzo non sia portato per intraprendere un percorso scientifico, e ce ne sono, ma decida comunque di iscriversi ad una facoltà molto pesante quale può essere ingegneria per aspettative future migliori, mi chiedo a questo punto: vale davvero la pena spendere una marea di tempo all'università per laurearsi in un campo in cui si è poco portati, divenendo così un ingegnere mediocre e magari mettendoci pure il doppio del tempo, rispetto a qualcun altro che ce ne metterà molto di meno e sarà oggettivamente un ingegnere molto migliore di te? Se io entro ad ingegneria a 20 anni e magari esco che ne ho 30 con un voto pure abbastanza basso, siamo davvero sicuri che il mercato del lavoro prenderà me, e non un ingegnere magari più giovane e più competente? E se le esigenze del mercato del lavoro dovessero cambiare durante il mio periodo universitario? Si dice che tra qualche anno ci sarà uno scarto di insegnanti, quindi molti laureati umanistici magari potranno essere reintegrati, per fare un mero esempio. Non lo so, è un ragionamento che ho maturato insieme ad un mio amico l'altra volta, è vero che bisogna guardare alle aspettative future, ma bisogna anche fare i conti con sé stessi e con le proprie capacità, altrimenti si fa passare la storia che tutti possono fare tutto, e non va bene. Anche questo, a mio modesto avviso, è guardare in faccia alla, realtà. Ho esempi di ingegneri laureati a 35 anni oggettivamente parlando molto scarsi, che non sono mai riusciti ad integrarsi come si deve a causa della concorrenza spietata di giovani molto più preparati, portati e in gamba di loro, quindi non so fin dove il tuo discorso possa valere, per quanto io lo condivida sia chiaro

    • @FrancescaRDfrd
      @FrancescaRDfrd 5 років тому +37

      Infatti nel discorso di Wesa non emergono quelle che sono le naturali inclinazioni. Io mi sono costretta a fare qualcosa che odiavo, perdendo molti anni all'università . Ho trovato lavoro solamente nel momento in cui mi sono decisa a "seguire i miei sogni". Viceversa, un mio amico laureato in ingegneria meccanica con il massimo dei voti (con passato da ricercatore) lavora in un call center. Il discorso di Wesa è non solo troppo disincantato, ma non tiene conto di molti, troppi fattori.

    • @micheleraspanti5212
      @micheleraspanti5212 5 років тому +3

      Stavo per scrivere la stessa cosa, meno male che prima ti ho letto! Effettivamente c'è i rischio di buttare degli anni bellissimi (ho adorato i miei anni universitari, senza amare l'università) dietro qualcosa che non ci piace e che ci avvelena il quotidiano

    • @flory2993
      @flory2993 5 років тому +7

      Ho fatto il tuo stesso ragionamento. Si potrebbe aggiungere: meglio essere un laureato umanistico eccellente per cui non c'è domanda o un laureato scientifico mediocre per cui c'è molta domanda (e concorrenza)?

    • @ITALIamo
      @ITALIamo 5 років тому +8

      Concordo :) Credo che un altro problema sia il fatto che la scuola stessa tenda a farci amare di più le materie umanistiche rispetto a quelle scientifiche, un fatto che porta quindi a quel mismatch di cui parla Wesa. Proprio perché in altri paesi gli studi umanistici sono poco ambiti, però, i laureati italiani possono costituire un valore aggiunto.

    • @Giupyno
      @Giupyno 5 років тому +11

      Quantum Solipsism sono Ingegnere, laureato in tempi normali, a 25 anni. Non ho avuto difficoltà a trovare un posto di lavoro sia nella mia città Natale ne in quella in cui vivo. Ho avuto e continuo ad avere (ho 34 anni ora) richieste sia in Italia che all’estero. Per quanto riguarda i fuori corso cronici, ne conosco tanti (un paio anche nel mio ufficio di una multinazionale) e tutti hanno un lavoro anche ben pagato. Quando c’è richiesta, è così, nel bene e nel male. Il discorso di Wesa, purtroppo, rispecchia la realtà, con tutte le sue sfaccettature ed eccezioni, come sempre in tutte le cose.

  • @helmortart
    @helmortart 5 років тому +27

    Scusate, saro' lungo. Non mi piace dare del mediocre alla gente.
    Ma Wesa ha ragione: volevo scrivere un messaggio per darvi speranza, aiuto, ma Wesa ha ragione ed e' meglio aprire gli occhi alla gente piuttosto che fingere che tutto vada bene.
    Credo che la gente spesso tenda a non vedere quello che vuole davvero.
    Spesso si scelgono settori umanistici perche' ci si immagina arte e filosofia come non fare un bel niente tutto il giorno, immaginandosi su di un triclino a bere vino e mangiando uva per poi dire "Ah! La vita!", oppure ci si immagina artisti perche' si e' cresciuti con telefilm disney dove una bimba canticchiante diventa una star canticchiante in due secondi, o peggio ancora si fanno sogni romantici di se stessi davanti ad un cavalletto d'artista urlando contro una tela mentre il mondo applaude il tuo mal di vivere.
    Sempre meglio che spaccare sassi in una industria senza cuore, giusto?
    Queste sono fantasie.
    Escludendo solo alcuni soggetti ricchissimi del passato, l'arte soprattutto, e' stata sempre fatta da gente che ha mangiato poco ed ha sacrificato tanto, troppo.
    Sono un'artista e quando lo dico la gente mi chiede: Si, ma che lavoro fai?
    Mi sveglio ogni giorno alle 6-7 e finisco alle 3 di notte.
    Il 90% del mio tempo lo passo a lavoro, niente amici, niente ragazze, niente videogames, perche' tutto e' legato ad un business cosi' sottile che se non lo muovi costantemente muori di fame. No, non c'e' tempo per non avere tempo.
    Gran parte delle ore sono spese in lavori da ufficio, di disegnare, dipingere, creare, lo si fa pochissimo.
    "Ma l'arte e' emozioni, pensieri, sentimento": STRONZATE.
    E' solo denaro, vivi per il denaro. E' un business.
    Leggetevi le biografie di artisti importanti e di come hanno raggiunto la popolarita' e vi spaventerete, biografie vere, non roba da scuola fatta di citazioni ed esaltazioni.
    Volete fare questo lavoro da grandi?
    Preparatevi a stare in mutande, a dimenticarvi del cibo buono, del sapore delle cose divertenti, dimenticate una vita umana e poco a poco l'arte vi congelera' tutto quello che era il vostro calore. Avete la forza di abbandonare amici, famiglia e partner per l'arte?
    Ah e non credete che capiti solo a me...
    Ripeto, leggetevi biografie di attori, musicisti e gente artisticamente importante.
    Funziona cosi.
    E anche se dopo anni di lavoro inizierete a vedere la grana arrivare, come nel mio caso, allora finirete per spendere tutti i vostri soldi in investimenti che possono aiutarvi a vendere di piu' o a farvi conoscere. Quindi, continuerete a fare questa vita crudele.
    Onestamente. Lo so, questo e' spaventoso ma in qualche masochistico aspetto della mia personalita' mi piace, sto bene, perche' ho delle sfide e dei target da raggiungere ed ecco perche' continuo, mi tiene impegnato.
    Aggiungo, sapete quanti dei miei amici si sono suicidati con questo stile di vita?
    Un mio amico poeta si e' dato fuoco dopo essersi cosparso di benzina per poi colpirsi piu' volte con un coltello perche' il dolore era atroce.
    Quindi, potete farcela se volete, come artisti, ma ricordandovi che il prezzo da pagare e' alto, altissimo, insostenibile a volte. E spesso finirete per invidiare un cameriere.

    • @lollostralollo5170
      @lollostralollo5170 5 років тому +1

      La tua storia é davvero interessante. Lavori nel design?

    • @michelepiocurci7924
      @michelepiocurci7924 5 років тому

      Ti ringrazio per il commento, doloroso sì, ma per quanto mi riguarda anche vivificante. Grazie.

    • @letsrundom3433
      @letsrundom3433 2 роки тому +2

      Un tuo amico si è prima dato fuoco e nel mentre si è pugnalato? Perdonami, sicuramente la tua esperienza è reale, ma quest'ultimo a leggerlo mi sembra veramente assurdo

  • @gabrielem1406
    @gabrielem1406 5 років тому +86

    Fuga "dai" cervelli è un lapsus niente male!
    Potrebbe essere lo spunto per il prossimo video, chissà! 😉

    • @francismcalister7811
      @francismcalister7811 5 років тому +2

      Ho notato anch'io

    • @WesaChannel
      @WesaChannel  5 років тому +8

      ehehehe

    • @albip
      @albip 5 років тому +5

      è una cit a futurama

    • @polnreff4112
      @polnreff4112 5 років тому +2

      Gabriele M si parlerà dell’utilizzo di droghe psichedeliche e funghi

    • @emanueleposa9312
      @emanueleposa9312 5 років тому +2

      Ci pensavo pure io. Fuga dai cervelli e ci si rifugia nella lega :)

  • @TheAlyonn
    @TheAlyonn 5 років тому +44

    Non sono d'accordo, io posso portare la mia esperienza assolutamente opposta: da 14enne non avevo le idee molto chiare sul mio futuro, così scelsi quello che all'epoca mi sembrava più promettente ovvero enologia. Mi sono diplomato con un ottimo voto proprio all'inizio del boom del prosecco (sono veneto), offerte di lavoro a pioggia, ottime retribuzioni, tempo indeterminato di regola.. tutto perfetto diresti, invece no, un anno di lavoro nel settore è bastato a farmi capire che non me ne fregava nulla del vino.
    Quando mi svegliavo la mattina per andare in cantina mi assaliva la depressione, mi chiedevo: "E'possibile che il mio percorso di vita finisca con il trovare un lavoro fisso? Davvero dovrò passare il resto dei miei giorni a fare questa cosa, per bella o brutta che sia?"
    Così mi sono licenziato e ho cominciato a dedicarmi a me stesso, ho fatto viaggi, letture, esperienze, lavori e lavoretti dei più vari che mi hanno fatto conoscere nuove realtà e persone, mi sono avvicinato alla filosofia e ho trovato in essa una fonte di crescita personale enorme, spero di potermi iscrivere quest'anno (scelta che non ha nulla a che vedere in ottica di lavoro).
    Certamente ho rinunciato alla sicurezza economica ma posso dire che ne è valsa assolutamente la pena perchè in cambio ho ricevuto per la prima volta la mia vita.
    In definitiva fate sempre quello che vi piace e vi gratifica! Sbaglierete spesso ma sarà necessario, e ricordate che lavorare non è lo scopo di vivere, ma solo un mezzo per sopravvivere!

    • @TheAlyonn
      @TheAlyonn 5 років тому +1

      Una piccola perla dal passato:
      ua-cam.com/video/J3lU7CBgbzM/v-deo.html&ab_channel=MrNichilista

  • @ultimatejager4058
    @ultimatejager4058 5 років тому +12

    Posso dire che è estremamente triste e squallido basare la propria vita su ciò che dà maggiore sicurezza lavorativa piuttosto che su ciò che appassiona? Quasi quasi preferirei il reddito di cittadinanza

  • @marcocrema6963
    @marcocrema6963 5 років тому +7

    “Per non essere un giovane mediocre bisogna essere un giovane eccezionale. Bisogna essere dei grandi lavoratori, con un grandissimo spirito di sacrificio e con una grandissima capacità di lottare nel mondo reale; e non nel mondo dei sogni.”

  • @milena7933
    @milena7933 5 років тому +19

    Sono totalmente in disaccordo con questo video...ne capisco il senso, ma trovo difficile abbandonare il pensiero romantico che ognuno studi quello che più lo nutre, intellettualmente e spiritualmente. È una cosa che nn riesco a lasciar andare e forse, è l'unico pensiero sano di questo paese, che si contrappone all'inseguimento quasi ossessivo degli altri paesi, di dover produrre ciò che è utile.

  • @extremegeneration
    @extremegeneration 5 років тому +76

    Complimenti per il canale Wesa, sono un italiano che lavora in Canada, come Data Scientist. Quello che hai discusso oggi è un argomento che mi sta particolarmente a cuore.
    l'Italia si sta lasciando sfuggire quella che è la rivoluzione dell'intelligenza artificiale e del mondo tech. Oramai i margini a livello Paese sono trainati dall'innovazione nel mondo software (che poi si trasferisce su tutta la catena del valore).
    Invece fateci caso, in Italia questi argomenti non sono quasi mai affrontati dal dibattito pubblico (la politica promette reddito di cittadinanza e sussidi vari, mai il problema è che in un mondo competitivo come quello odierno tali persone sottoqualificate non potranno mai trovare un lavoro con il loro livello di skills).
    Inoltre, in Italia non mancherebbero i capitali per investire e conquistare un posto tra gli hub tecnologici, invece manca proprio una consapevolezza della classe dirigente su questi argomenti (complice certamente la dimensione media delle imprese). Sicuramente sul mercato del lavoro internazionale è molto difficile per una persona altamente qualificata esprimere al massimo le sue potenzialità in Italia

    • @devilkirby1982
      @devilkirby1982 5 років тому +3

      Se l Italia continua ad essere in coda per gli investimenti in ricerca scientifica, non potrà mai creare una base solida per un economia scientifica . Le poche isole che ci sono funzionano ma sono appunto isole

    • @tdsdesa
      @tdsdesa 5 років тому

      Posso chiederti , anche se non centra nulla, cosa ne pensi di piattaforme di learning tipo Codecacademy e DataCamp?

    • @extremegeneration
      @extremegeneration 5 років тому +2

      @@tdsdesa è un argomento che ho trattato in diversi video. La mia opinione da persona che lavora nel settore è che la maggior parte delle volte sono non servono a nulla, specialmente per chi viene da background lontani dal mondo computer science. La maggior parte di questi corsi cerca solo di cavalcare l'onda d'interesse per la professione "data Scientist" o "software engineer"

    • @lorianesimocroce3580
      @lorianesimocroce3580 5 років тому

      @@extremegeneration Cappato e Ass.Coscioni ne parlano a livello politico. Peccato che nessun media parla di loro.

    • @marcobovo463
      @marcobovo463 5 років тому +2

      Già negli anni 90 si parlava di poca voglia di investire da parte dello stato. Ora purtroppo non è il momento giusto, soprattutto per un governo populista che non deve investire, ma regalare i soldi senza motivo, cosa ottima al momento attuale, ma che ci privera' del futuro.

  • @Mikro85-p5p
    @Mikro85-p5p 5 років тому +14

    Il fatto é che l'Uomo, inteso come specie, DEVE emanciparsi, finalmente, dal lavoro. E invece il lavoro resta tutt'oggi base e altezza, misura delle cose umane. Altro che Dio... Il progresso della specie, della nostra specie, si ferma davanti a questa torre intoccabile, il lavoro. Bisognerá scalarla, o girarci intorno, o scavare un túnnel e passarci sotto, ma smettere di abitarla considerandola l'unica possibile dimora. Il concetto stesso di lavoro va superato. Spero che qualcuno lo capisca, sul serio, prima o poi. Prima sarebbe meglio.

    • @marcoborghi9327
      @marcoborghi9327 4 роки тому +4

      Il tuo ragionamento non fila molto perché rimane la piccola incognita di come riempire quella cosa che c'è dietro l'ombelico chiamata stomaco.

    • @lorenzoairo5085
      @lorenzoairo5085 2 роки тому

      Il progresso virtualmente potrebbe portar e a ciò, ma questo comporta in primis un cambio di sistema millenario che lega lavoro a retribuzione in denaro.
      In secondo luogo implicherebbe una perfetta gestione ed accettazione di tale nuovo sistema.
      Molto banalmente poi l'attuale sistema piace a chi i soldi li ha e il lavoro lo dà e ci sarà massima opposizione al raggiungimento di un nuovo equilibrio.
      La storia è sempre ciclica purtroppo

  • @federicogerli
    @federicogerli 5 років тому +9

    Secondo me, parlo da neolaureato in ingegneria, comunque esiste un fattore comune di “mettersi in gioco” che vale a prescindere dall’ambito tecnico/umanistico/medico etc. Io ho visto tanti pensare che la laurea sia un biglietto di ingresso per il lavoro. Come una condizione necessaria e sufficiente. In quanto laureato, qualcuno (chi?) ti deve un lavoro. Ma anche dove c’è molta offerta, come nel mio ambito, questo approccio ti taglia le gambe. E dove c’è poca offerta, capisco bene quello che dici tu delle aree umanistiche.
    Sicuramente alcuni corsi di studi danno uno slancio più immediato e ampio verso il mondo del lavoro, ma il primo vero punto è ciascuno quanto è disposto a spendersi, sacrificarsi e rischiare.
    Giusto considerare gli sbocchi lavorativi nel momento in cui si sceglie una facoltá, ma secondo me questo viene dopo le passioni/inclinazioni personali

  • @sucoronet3718
    @sucoronet3718 5 років тому +16

    Ragazzi non accontentatevi mai, andate via dall'italia e fatelo il prima possibile. In questo momento storico l'italia non ha nulla da offrire ad un giovane se non un lavoro sottopagato. A me sta troppo sul cazzo il fatto che un mio amico laureato come farmacista lavori per 1500 e io prendo lo stesso tanto in garmania facendo il pizzaiolo. Ok che faccio quasi 50ore a settimana, ma è la mia prima esperienza in questo campo e non ero minimamente preparato nel farlo

  • @luca4760
    @luca4760 5 років тому +14

    Completamente d'accordo con Riccardo, se sei abbastanza appassionato in un ambito e il lavoro non c'è finisci per inventartelo. Bisogna essere disposti a fare TANTE rinunce e a farsi davvero il mazzo. Il bello è che se sei veramente appassionato del tuo ambito le rinunce non vengono più viste come tali, ma come qualcosa di necessario per raggiungere la propria possibilità di esprimersi. Il farsi il mazzo viene affrontato con spirito di sfida e con entusiasmo, così come uno sportivo affronta una gara o una partita.

  • @maryellacreations4190
    @maryellacreations4190 5 років тому +23

    Mi è piaciuto questo video perché apre gli occhi su una realtà ben presente. Mi sarebbe piaciuto di più però se fosse stato più incentrato sulla "terminologia" che sul umanistico-non umanistico. Quello che leggo tra le righe è: "non sognare, fai". Io l'avrei chiamato così, questo titolo, "non sognare, fai".
    Non capisco perciò l'accanimento sull'umanistico. Paradossalmente, essendo un mondo in continua evoluzione tecnologica che va incontro all'automazione del lavoro, noto che chi ha un percorso umanistico alle spalle ha più capacità di inventarsi e crearsi un'occupazione tutta cucita su sé stesso. E con "noto" intendo anche dire che ho attorno a me più testimonianze concrete di percorsi umanistici andati a finire "da qualche parte" che l'opposto. Anche se da qualche parte vuol dire fare cose strane e nuove per ciò a cui siamo abituati (vedi gli youtuber, per dire un mestiere comprensibile a noi che bazzichiamo UA-cam). Comunque è *qualcosa* .
    Quello che manca nella scuola (farci capire cosa serve e in quale quantità, nel mondo del lavoro) viene compensato da chi prova, sbaglia, conferma o devia le proprie convinzioni. Sognare non è un reato e fa bene alla vita, così come allo studio. Fa male però al futuro, perché il sogno non ha esperienza, non si incrocia mai con la realtà. Il "fare" ci fa capire dove sbagliamo e dove no.
    Però fare, essere attivi, e allo stesso tempo portare avanti un sogno/passione, portano ad un'altra parola che potrebbe definirle entrambe… chiamiamola "ambizione". Beh, l'ambizione vista in questo senso non ha niente di così terribile. Anzi sarebbe l'unica cosa da incoraggiare realmente in ognuno di noi.
    Secondo me una persona che alle medie pensa di poter diventare un medico o un artista non sta ambendo… sta *sognando* . Chi sa cosa ha tra le mani, sa cosa sa fare e dove eccelle, lui *ambisce* , e quando c'è di mezzo una passione la faccenda diventa davvero vitale per quella persona.

  • @WalterWhite-cs8le
    @WalterWhite-cs8le 5 років тому +6

    Parole da scolpire nella pietra: quanto hai ragione!
    Mi ritengo un giovane mediocre e rimpiango ogni giorno le scelte fatte anni fa per inseguire i miei “sogni” e passioni e che mi hanno portato ad un presente di insostenibile precarietá e frustrazione. Ora, che sono più consapevole sto cercando di rimediare, rimettendomi a studiare per prendere una maledetta laurea in robe che non mi interessano e mi annoiano a morte, ma che hanno molta più richiesta nel mercato del lavoro. Spero che per me non sia troppo tardi, non lo so, ma per i più giovani non lo è di sicuro, seguite i consigli di Riccardo!

  • @goromir7093
    @goromir7093 5 років тому +5

    Quelli che commentano il video di wesa senza averlo nemmeno compreso mi fanno capire che accettare la realtà è difficile. Rifugiarsi nell’illusione di poter fare tutto è facile, ma bisogna capire che esistono dei sacrifici da dover fare, bisogna saper accettare i propri limiti prima di tutto. Non c’è una scorciatoia

  • @nico_river
    @nico_river 5 років тому +10

    Questo è certamente un video amaro che rispecchia purtroppo la realtà e bisogna farci i conti, ma non credere che questo mi abbia demoralizzato dal voler intraprendere un percorso universitario in scienze della comunicazione e media anzi, mi ha fatto venir ancora più voglia di spaccare i culi non so se era l’effetto che volevi dare questo video.
    Aggiungo che per molti anni sono stato bloccato professionalmente perché io ho seguito proprio i consigli che poni in questo video nella scelta di una formazione superiore in linea con le prospettive del futuro e non incline alle proprie passioni o all'indole (oltre allo scarsissimo interesse che avevo) e mi sono diplomato come tecnico elettronico e telecomunicazioni, il risultato? non ho mai lavorato nel settore e non credo di lavorarci mai, è senza dubbio giusto valutare un percorso di studi inerente alla situazione sociale e alle prospettive di futuro ma non dimentichiamoci di noi stessi.

    • @gloria7190
      @gloria7190 5 років тому +2

      Quoto tutto quello che hai detto.

  • @axinth
    @axinth 5 років тому +23

    E' avvilente il fatto che siamo il paese con più siti patrimonio dell' UNESCO al mondo e non siamo in grado di sfruttare tutto questo per creare abbastanza posti di lavoro in ambito umanistico.

  • @Design____ByS
    @Design____ByS 5 років тому +3

    Video importantissimo. Posso testimoniare che sono una di quelle persone che segue l'impossibile (perché non posso farne a meno) e spesso, nel mezzo di questo casino, incertezze, rejections, lotte costanti e vita sociale e familiare e lasciamo stare relazionale pari a zero mi ritrovo a sognare una vita tranquilla. Purtroppo non posso perché la mia anima me lo impedisce ma se la vostra anima vi porta alla tranquillità per favore siate felici.

  • @paolo358
    @paolo358 5 років тому +8

    Hai ragione, nella scelta universitaria guardando la realtà si verrebbe indirizzati verso un certo tipo di studi e, così facendo si andrebbe incontro ad un buon posto di lavoro e ad una buona retribuzione, tutto bellissimo, ma a che prezzo? Saremmo costretti ad una vita "incatenati" ad un lavoro probabilmente odiato divenendo parte del meccanismo produttivo della società. Conosco persone che hanno fatto questa scelta e nonostante conducano una vita agiata non sono felici, tutt'altro. Preferisco di gran lunga tentare in ciò che davvero ritengo "mio" e indirizzarmi verso qualcosa che mi calzi anche senza avere le spalle coperte da un buono stipendio.

  • @parenoy5789
    @parenoy5789 5 років тому +9

    Ha ragione Wesa, io ho fatto la scelta universitaria tenendo ben presente questo, però ora mi ritrovo con una laurea di carattere tecnico che non voglio spendere per il fatto che mi rendo conto che renderebbe molto poco produttivo e tendenzialmente triste

  • @SimoSimo-gi8hf
    @SimoSimo-gi8hf 5 років тому +5

    Sono laureato in Scienze Politiche e ultimamente ho avuto un pizzico di invidia per un mio amico laureato in Filosofia che ha trovato un posto a tempo determinato come bidello.
    Qui in Italia ormai anche i sogni altamente sottodimensionati sono mere utopie.

  • @MarcoRussi
    @MarcoRussi 5 років тому +21

    "Io studio quello che voglio e poi lo Stato mi deve garantire il lavoro", "Ingegneria e simili sono cose da nerd sfigato", "Io studio economia perchè voglio fare I soldi", "Mio padre mi ha sempre detto di studiare giurisprudenza", ... altre cazzate dovreste averle giá sentite anche voi.

    • @ilaria1794
      @ilaria1794 5 років тому

      Marco Russi e pensa che economia e giurisprudenza ancora si salvano quasi...con difficoltà ma ti collochi, il problema sono lauree tipo design, arte, lingue e tante scienze delle merendine che sono proliferate negli ultimi anni. Forse era meglio quando o corsi di laurea erano solo quelli classici.

    • @marcvsxlii
      @marcvsxlii 5 років тому +4

      eppure lingue e design in Italia ce ne sarebbe un gran bisogno, mentre in economia e giurisprudenza i laureati si buttano

    • @ilaria1794
      @ilaria1794 5 років тому +1

      Mark XLII bisogno non so, dubito, perché altrimenti troverebbero collocazione. Per dire design è così settoriale e così specifico che o fai quel lavoro o niente. Economia e giurisprudenza ti aprono a tutto, il discorso è che sicuramente sono sottopagati, sopratutto dopo che uno ha buttato il sangue per 5 anni. Io ho tutti gli amici che hanno fatto settori “artistici” che lavorano in tutt’altro campo, mentre i miei amici che hanno fatto lauree più classiche comunque hanno trovato qualcosa più in linea con il proprio profilo. Siamo saturi sicuramente di tutto poi sta un po’ a te come te la giochi dopo, male che va si va a fare il professore ahaha

    • @tdsdesa
      @tdsdesa 5 років тому

      @@ilaria1794 Veramente design è una branca dell'ingegneria che spinge tantissimo.

    • @ilaria1794
      @ilaria1794 5 років тому +2

      tdsdesa ehm no. Branca di architettura, informati bene. Il mio ragazzo ha studiato design quindi so benissimo di cosa parlo...

  • @emmeciti4501
    @emmeciti4501 5 років тому +14

    Non sono d'accordo con una parte del discorso, nella misura in cui pare che la scelta universitaria sia (o debba essere) necessariamente finalizzata all'inserimento nel mondo del lavoro. A mio parere, sarò impopolare, lo so, scegliere l'università sulla base delle sole prospettive lavorative è il modo migliore per fallire. La questione è inerente più alle aspettative che maturano a seguito del conseguimento del titolo. Mi spiego: se mi laureo in lettere aspettandomi che ciò mi darà accesso al Gotha della cultura, o di diventare un prestigioso accademico, o l'erede di Dostoevskij è chiaro che questo è il modo migliore per generare giovani mediocri. Ma ciò è un problema degli studenti più che delle istituzioni scolastiche superiori o universitarie. Avere "troppi" laureati in materie umanistiche non significa nulla, e non credo che il problema della disoccupazione sia determinato (nemmeno indirettamente, nel senso che non vedo alcuna correlazione) dal numero di laureati in lettere, ma da questioni strutturali dell'economia italiana. La grossa percentuale di PMI è il vero limite allo sviluppo italiano, perché salvo rare eccezioni le piccole-medie imprese sono anche... mediocri.

    • @Hypnos157
      @Hypnos157 5 років тому

      "la questione è più inerente alle aspettative maturate che al conseguimento del titolo"
      Sono d'accordissimo, a mani basse

  • @SimoPN94
    @SimoPN94 5 років тому +31

    Condivido poco e niente. L' intero video è incentrato sull'idea di affermazione sociale attraverso il lavoro nella nostra società. Ma che senso ha visto che il lavoro e la società stessa non sono altro che illusioni di felicità e completezza quasi completamente contrarie alla natura dell'uomo? il senso della vita è capire se stessi, e soprattutto capire che il FARE non è il centro, ma l'ESSERE. Se avessi torto si suiciderebbero solo i poveri, e invece guarda un po è il contrario. Quello che voglio dire è questo: trovate un lavoro che vi piace, che vi fa divertire ma non mettetelo al centro della vostra vita. L'importante è quello che siamo non quello che facciamo.

    • @annachiaragigliozzi4041
      @annachiaragigliozzi4041 5 років тому +10

      1) Il lavoro volenti o nolenti occupa buona parte delle nostre vite, non abbiamo possibilità di scelta ( se non quella di farci mantenere o rimanere senza un quattrino)
      2) Le nostre azioni sono espressione di ciò che siamo, il fare è conseguenza dell'essere, le cose non possono essere scisse l'una dall'altra

    • @cosimodirondo6214
      @cosimodirondo6214 5 років тому +1

      @@annachiaragigliozzi4041 è proprio così.

    • @SimoPN94
      @SimoPN94 5 років тому +1

      @@annachiaragigliozzi4041 rispondendo al tuo 1 ho detto che il FARE non è il centro della nostra vita ma questo non significa che sia inutile. E infatti ho anche detto che bisogna pensare a noi stessi e poi al lavoro; qualunque sia. questo significa che se trovi un lavoro che ti rende felice meglio, se non lo trovi ti accontenti ricordandoti che quello che fai non è il centro ma quello che sei. Se nel mio commento sono stato poco chiaro mi scuso ma come vedi non ho detto niente che contraddice la tua risposta. Anche per il 2 sono daccordo: le nostre azioni sono espressione di ciò che siamo, esatto. Ma TUTTE le azioni, e solo in minima parte quelle lavorative. Visto che appunto, se non si è felici del proprio lavoro, esso non ci rappresenta. Non è nient'altro che un mezzo di lucro ( che non è una cosa negativa per intenderci)

  • @micheleraspanti5212
    @micheleraspanti5212 5 років тому +2

    Nella scuola, adesso, si iniziano a fare attività di orientamento, che servono (o dovrebbero servire) ad aiutare i ragazzi a trovare un loro posto nel mondo. Ma loro non sanno quello che vogliono fare e la maggior parte di loro mi dicono che faranno ingegneria o giurisprudenza così poi avranno lavoro (anche se non è così). Pochissimi, e con molti dubbi, dicono che proseguiranno con le materie umanistiche, perché non sanno quello che li aspetta dopo. Penso che i ragazzi inizino ad avere più chiare di noi le difficoltà che li attendono in futuro, anche perché siamo stati bravissimi a proiettare su di loro le nostre ansie.
    Quando mi chiedono consigli, io ragiono al contrario tuo: dico loro di fare ciò che preferiscono, perché così vivranno meglio i loro anni universitari e studieranno più volentieri, finendo magari per trovare un lavoro che gli piace. Provo così a smorzare il tuo ragionamento, che sentono continuamente, in modo da mettere più fattori sulla bilancia.
    Anche perché i non volenterosi in lettere, risulteranno non volenterosi anche in ingegneria e finiranno comunque per fare un lavoro alienante e mal retribuito (salvo altre capacità non inerenti lo studio).
    Per quanto ho potuto vedere/capire, il problema risiede negli istituti tecnici, usati per lo più come parcheggio di adolescenti che non vogliono studiare, su cui dovremmo investire per avere quegli operai specializzati del futuro, dei quali c'è grande domanda. Fortunatamente alcuni istituti tecnici iniziano a funzionare meglio.
    Ti seguo sempre, e qualche volta ti faccio anche vedere in classe. A fine anno, quando la discussione sul futuro si fa più viva, farò sentire questo video al quinto, perché anche se la pensiamo in maniera diversa, è mio dovere aiutare i ragazzi, che magari troveranno motivazioni nel tuo ragionamento.

  • @tdsdesa
    @tdsdesa 5 років тому +3

    Concordo Wesa, è la dura verità. Vorrei aggiungere solo una cosa, secondo me indipendentemente dalla propria scelta universitaria ci sono competente trasversali che ormai è inammissibile non avere. L'esempio più classico è non saper biascicare una parola in inglese o in una seconda lingua. Il fatto di studiare lettere poi non ti esime dall'essere un ignorante digitale totale che non ha idea di come si usa un foglio excel. Sapere un minimo districarsi con i nuovi mezzi di comunicazione, avere dei rudimenti di montaggio video/fotografia sono tutte cose che un po' tutti dovremmo avere, a maggior ragione se si ha un titolo di studio iperinflazionato.

  • @francescolaterza6060
    @francescolaterza6060 5 років тому +3

    Raccontiamo ai ragazzi che da grandi faranno un lavoro che oggi non esiste e cavolo se è vero, avrebbero dovuto raccontarlo anche a noi. Ad esempio tu fai un lavoro che ai tempi della tua formazione non era neanche ipotizzabile. Sarà banale ma è necessario che si parta dalla scuola. La scuola dovrebbe formare persone e non professioni, se poi forma per professioni che a breve spariranno diventa davvero difficile vedere la luce!

  • @patrizioromanoo
    @patrizioromanoo 5 років тому +16

    Purtroppo non tutti sono tagliati per fare ingegneria o altre lauree economicamente appetibili. Il top è fare un compromesso tra PASSIONI, COMPETENZE e MERCATO. Trovare l'equilibrio tra tutte e tre le componenti è la chiave

  • @Billo91montefiascone
    @Billo91montefiascone 5 років тому +5

    A me questo discorso lascia perplesso. Non me li lasciano i dati del sole 24 ore che sono oggettivi e li ci siamo. Però il fatto che trovare lavoro sia più facile per chi fa le lauree scientifiche lo trovo estremamente relativo, anche lì in gran parte lavorano i migliori, i problemi sono per tutti! La dico da persona che ha fatto quel che si dice in questo video, uno che pur avendo una propensione in filosofia alle superiori si è laureato in una facoltà scientifica. Quello che voglio dire insomma è che non consiglierei a nessuno di scegliere il suo futuro leggendo il sole 24 ore, ci sono così tante cose in mezzo tra un discorso politico e le propria soggettività che i dati che vengono detti in questo video possono diventare totalmente irrilevanti.

  • @valentina-vv4km
    @valentina-vv4km 5 років тому +2

    Assolutamente d'accordo con te. Dopo una laurea triennale in lettere e una laurea magistrale in storia dell'arte alla fine la cosa più utile che ho fatto per i mio futuro si rivela l'aver studiato giapponese con costanza fino ad ottenere una certificazione di livello alto in modo da poterla sfruttare per lavorare, appunto, in Giappone. Lontana dagli affetti e dagli amici. Purtroppo da ragazzino, soprattutto cresciuto in un ambiente dove va tutto bene, ragionamenti tanto lungimiranti non li fai. Tornassi indietro prenderei tutta un'altra strada ma, del resto, del senno di poi sono piene le fosse.

  • @arch.micheletucci47
    @arch.micheletucci47 5 років тому +3

    Ho qualche anno in più di voi e nella sostanza Wesa ha fatto un lungo e articolato discorso per arrivare alla conclusione che bisogna essere realisti e sbattersi per ottenere quello che si desidera in campo lavorativo. Manca un solo particolare a questo delizioso quadretto, è necessaria la dura gavetta, è doloroso ma bisogna accettarlo. Fare le giuste esperienze formative sul campo è fondamentale per capire, sviluppare e misurare le proprie capacità nel proprio settore lavorativo. Si possono fare in Italia o all'estero ma si deve sempre puntare al migliore compromesso personale qualità e sacrificio. Non voglio buttarla sul lacrime e sangue ma purtroppo le condizioni familiari da cui si parte sono e rimangono una discriminante, esistono le eccezioni legate alle capacità personali e alle occasioni che la vita a volte ci propone e che bisogna essere pronti a cogliere...

    • @arch.micheletucci47
      @arch.micheletucci47 5 років тому

      ​@Monly96 Quello che volevo sottolineare era proprio questo atteggiamento vittimistico, erano le stesse argomentazioni che sentivo io a cavallo tra gli anni 90 e il 2000, ho iniziato a la lavorare nel settore edile in piena crisi. Ti adatti, scruti l'orizzonte alla ricerca della tua nicchia di mercato, stringi le chiappe e pedali. Per imparare devi fare esperienza e devi escogitare quelle che reputi le migliori strategie adatte a te. Se parti da una svantaggiata situazione familiare/sociale è tuo l'onere della salita e non ti devi aspettare favori da nessuno. E' un dato di fatto, non lo puoi cambiare con le parole e le analisi sulla progressiva degradazione del mondo del lavoro, questa è la situazione italiana da oramai 30 anni. La semplice constatazione che il mondo è una merda non lo fa cambiare e ne migliora la tua condizione.

    • @Nightlights87
      @Nightlights87 5 років тому

      Con la scusa della gavetta non pagano

  • @stellina5289
    @stellina5289 3 роки тому +2

    Sono convinta che il percorso di studi universitario va scelto rigorosamente seguendo la propria passione e inclinazione. Non ha senso fare cose che non interessano, allora meglio fermarsi al diploma. Con la passione abbiamo delle marce in più per avvicinarsi al lavoro dei sogni, la passione è la motivazione piu forte per inventarsi un lavoro o riuscire a trovarlo. Io ho conseguito laurea e post laura in storia dell arte, ora non insegno o faccio la storica dell arte di professione, ma, essendo brava nella ricerca documentaria, mi sono trovata a lavorare in una importante biblioteca con uno stipendio di tutto rispetto. Ho deciso di rimanere in Italia e sapevo che sarebbe stato difficile, ho studiato tantissimo e a 34 anni ho vinto un concorso pubblico a tempo indeterminato. All estero avrei fatto cose piu inerenti al mio percorso di studi, sarei stata più soddisfatta nel lavoro, ma ho deciso di rimanere in Italia dove ho dovuto accettare un inevitabile compromesso. Lo sapevo già ai tempi dell università che sarebbe stato difficile perchè ho sempre pensato che sarei rimasta in questo paese.

  • @Marco-dr2on
    @Marco-dr2on 5 років тому +2

    Io personalmente ritengo che, in un mondo libero, ognuno dovrebbe essere in grado di scegliere il percorso di studi che più desidera e di cui è appassionato; non dovrebbe essere limitato o ostacolato da un sistema che richiede il contrario rispetto a ciò per il quale ci sta piacendo. Uno studente di materie umanistiche, per esempio, dovrebbe quindi essere in grado di intraprendere e continuare il suo percorso perchè è ciò che ama: non ritengo opportuno che una persona debba intraprendere una strada che non gli piace per il semplice fatto che il mondo del lavoro richiede ciò. Siamo nel 2019 e ormai i lavori ce li si inventa se davvero si è motivati. Inoltre, se questi stessi studenti che in Italia non trovano un'occupazione e vanno all'estero, dovrebbe essere lo Stato ad adeguarsi alle esigenze della popolazione e non viceversa. Odio dirlo, ma la "fuga di cervelli" è una cosa che l'Italia si merita a questo punto, nel senso che chi dovrebbe occuparsene (i politici) non lo sta facendo, dimostrando un totale disinteresse sotto questo aspetto. Finchè il Governo non agirà, difficilmente riusciremo ad uscire da questa situazione e l'Italia non riuscirà mai a mostrare il suo potenziale ed essere uno dei protagonisti a livello globale dello sviluppo.

  • @lucabastianello9830
    @lucabastianello9830 5 років тому +2

    Sono d'accordo in parte. Anche dal lato tecnico ci sono grossi problemi. Con aziende che cercano solo giovani sotto i 29 anni (prima 25), o con poche competenze o comunque esperienza ma disposti a farsi pagare una miseria. Alcune si fanno persino "spaventare" dal fatto che si abbia una laurea quasi fosse un crimine.
    Comunque su una cosa erri, ovvero inseguire quello che il mercato del lavoro cerca, perché quando si sceglie, non lo si può sapere, cambia velocemente, il percorso delle superiori dura 5 anni ed è già enorme a livello di mercato, se ci aggiungiamo anche l'università sono altri 5. E spesso lavori sono collegati alla scelta di entrambi i percorsi, vuol dire 10 anni. A quel punto allora si dovrebbe chiedere uno stretto legame tra scuola e lavoro, ma vuol dire rimpiazzare stile USA e getta perché ogni anno dovrebbe assorbire, quindi anche volendo creerebbe disoccupazione.
    Ti do anche ragione sulle aspettative molto alte di alcuni, ma non assocerei la preparazione con le capacità.

  • @andreinapozzi7698
    @andreinapozzi7698 Рік тому +1

    Bravo,lucidamente realistico. Io 50 anni fa ho scelto di studiare scienze infermieristiche anche perché ,come donna,avrei avuto una CERTEZZA economica . Quanti sacrifici,dolori,paure,soeranze. Quanta gioia e altre scelte LIBERE di vita mia,personale(famiglia,2 figlie). Quanta stanchezza fisica e mentale,paura di non farcela. Ora so che ho fatto una scelta difficile,poco remunerata ma saggia per me donna libera

  • @Didomarrone
    @Didomarrone 5 років тому +1

    Scrivo da 17enne che frequenta la 4ª liceo scientifico scienze applicate e che inesorabilmente dovrebbe affacciarsi su quello che il mondo universitario propone. Il fatto che la scuola non ti inserisca nella mentalità del mondo del lavoro è in parte vero, però nel suo essere una porcata l’alternanza scuola lavoro almeno un po’ mi ha fatto vedere cosa volesse dire interfacciarmi con dei clienti, dover saper improvvisare nel vendere una lavatrice non avendone mai fatta una, consigliare un rasoio od un altro, come se li avessi provati tutti, o ancora vendere delle macchine del caffè, io che un caffè non lo avevo nemmeno mai assaggiato. È un’esperienza faticosa che mal si sposa con gli impegni scolastici richiesti da una classe terza (l’anno scorso) di liceo scientifico, tanto che a fine anno ho registrato la peggiore media avessi mai avuto, 0,5 sotto l’anno prima. Però tutto sommato mi ha fatto crescere, anche solo nell’affrontare il mondo del lavoro, non dico con esperienza sia mai, ma almeno sapendo più o meno che forma abbia. E infondo forse leggere nel curriculum che ha 16 anni ho passato per 5 mesi tutti i miei venerdì pomeriggio e tutti i miei sabati a lavorare magari potrebbe ispirare un po’ più di fiducia per un ipotetico datore di lavoro, può essere che non sia così, che sia una riga che nessuno leggerà mai, ma ogni tanto si ci può permettere di pensare positivo
    Per la scelta universitaria purtroppo ancora non sono chissà quanto orientato, fra i miei interessi avevo pensato ad ingegneria dell’automobile o ingegneria meccanica, e ci sono svariati morivi paraculo: in un futuro non troppo lontano assistenti alla guida sempre più raffinati, per poi sfociare nella guida autonoma, saranno sempre più necessari, quindi ci vuole qualcuno che ci lavori, possibilmente in Italia, inoltre le macchine sono un bene che si vende sempre, se poi pensiamo ad un ambito sportivo vediamo come il presente impegno di FCA in Formula 1 con ben due scuderie competitive e degne di nota, denota un interesse sempre presente anche in ambito del Motorsport. Ci sono inoltre anche le moto per le quali vale lo stesso discorso, molte case italiane sono recentemente rinate sotto fondi cinesi, come Benelli e SWM, chissà che per quando avrò finito gli studi queste vogliano riaffacciarsi nel mondo dello sport, o comunque cerchino di ampliare il bacino di utenza, per non parlare di quelle già esistenti: Ducati che recentemente ha sicuramente cercato di ampliare l’utenza con moto più specifiche, stessa cosa per Moto Guzzi che ha proposto una moto simil-BMWGS che promette molto bene. Sinceramente credo sia un ambito dove ci sia bisogno di gente

  • @silverdrop812
    @silverdrop812 5 років тому +4

    Un altro problema serio è, secondo me, parlare solo dei laureati. La situazione è drammatica per tutti. Chi non ha avuto la fortuna di potersi laureare, deve morire di fame? Chi studia 3 anni invece di 10, deve morire di fame? Il problema è per tutti, non c'è lavoro e se si trova è sicuramente a condizioni tutt'altro che accettabili, a meno che non si abbiano forti raccomandazioni o un culo della madonna. La laurea dovrebbe garantire accesso ad alcuni mestieri, non a tutti. Ci sono lavori per cui non serve. Ma comunque non si trova manco quello. Povera Italia.

  • @elisa.707
    @elisa.707 5 років тому +1

    Wesa, apprezzo tantissimo questo video e mi sto ritrovando a fare riflessioni molto simili (il mio spunto è stato il libro "trova lavoro subito all'estero" di forchielli). Personalmente mi sto un po' mangiando le mani non tanto per aver inseguito un sogno impossibile, ma per aver scelto una strada più "facile". La verità è questa, sicuramente la predisposizione conta, ma anche un genio si trova più in difficoltà davanti a discipline complesse come la fisica o la matematica (ad alti livelli) rispetto alla storia, ad esempio.. Cioè nel secondo caso, è più semplice sentirsi di avere " la verità in tasca" perché fondamentalmente serve più disciplina che genio. Ecco, la mia scelta è stata scommettere sulla disciplina, ma adesso mi ritrovo a pensare "chissà se non avrei potuto fare di più", se magari avessi potuto trovare una sfida più ambiziosa in cui buttarmi, e chissà, vincerla.. Ora non è tutto perduto, ho ritrovato la voglia di mettermi in gioco, non mi sono ancora laureata e anche se l'Università mi ha fatto rosicare un sacco, vorrei ancora studiare.. La mia sfida sarà il dottorato all'estero :)

  • @giuliacrespi8425
    @giuliacrespi8425 5 років тому +1

    Ho una giovane cugina che due anni fa ha iniziato un percorso di studi sul restauro puntando direttamente all'estero dopo la laurea specialistica, nessuno ha alzato un sopracciglio. Noi ci aspettavamo di rimanere qui, loro no. E va tutto bene tranne che finanziamo la specializzazione di figure professionali agli altri paesi senza nessuna resa.
    Mia cugina non tornerà per le vacanze, o comunque non per fare shopping in Italia.

  • @devisbabolin
    @devisbabolin 5 років тому +73

    Che storia wesa, ma possiamo essere soddisfatti se ci adattiamo ai bisogni del paese? O saremmo sempre infelici?

    • @mockupower
      @mockupower 5 років тому +4

      Bisogna adattarsi, fare sacrifici e poi piano piano andare verso la direzione che si desidera.

    • @JulianOrley
      @JulianOrley 5 років тому +10

      La felicità non è qualcosa di assoluto... Non esiste un lavoro per cui saremo sempre felici. Il lavoro è lavoro ed è sempre un'assunzione di responsabilità. Ma possiamo essere un po' più felici in generale se abbiamo un lavoro che ci aiuta a vivere bene, quale esso sia. Credo sia un po' questo il lato pragmatico del discorso di wesa

    • @enearox1687
      @enearox1687 2 роки тому

      @@mockupower cazzat4

  • @davidepinto1620
    @davidepinto1620 5 років тому +2

    Riccardo, ti direi di sì se dovessi pensare al tuo esempio, o, in parte al mio (sono laureato in Giurisprudenza ed ho un master in Public Management). Se non fosse che la mia fidanzata è biologa, ha un Phd in ingegneria dei materiali ed un master in farmacologia. Ora fa l'insegnante di sostegno in un istituto alberghiero. E credimi se ti dico che ha mandato CV ovunque, ha fatto colloqui in giro ma niente (è stata senza lavorare per 1 anno). Il problema vero è che da 40 anni ad oggi 1) nel pubblico ci sono state SOLO assunzioni clientelari, e quando non erano tali, bastava saper fare la "X" per avere il fantomatico posto fisso 2) nel privato l'offerta c'è praticamente solo al settentrione (sono napoletano, e i 3/4 dei miei amici/colleghi o vive al nord o all'estero) e, quando si trova un lavoro non si ha mai la certezza di poter costruire qualcosa (una mia amica e collega d'università dopo 5 anni che lavorava, solo a settembre è stata assunta a tempo indeterminato) 3) visti i punti sub1) e sub2) è rimasta "solo" la libera professione, estremamente inflazionata, tale da creare un'offerta di lavoro al ribasso, che causa profondi squilibri, sia per quanto riguarda l'andamento del mercato stesso, sia per quanto riguarda la soddisfazione personale ed economica dell'individuo (che si riflette nella qualità del lavoro stesso). Io mi rendo conto che su questo tema si discute da anni, ma nessun governo (di qualsiasi colore) ha mai capito che questo paese è vecchio, soprattutto nel modo di pensare.Basterebbe, tanto per dirne una, fare grossi investimenti e riforme nel campo dell'istruzione (Strutture, Piani Didattici, Risorse Umane e orientamento nel mondo del lavoro).
    Si capisce che sto cercando lavoro da 6 mesi?
    ps
    su psn sono poba1981, aggiungimi

  • @noober83
    @noober83 5 років тому +3

    In alternativa considerate una carriera un po'più coerente col mercato del lavoro e dedicate parte del vostro tempo libero a quelle aspirazioni (poesia, scrittura, recitazione) che vi danno soddisfazione.

  • @lucacasassa2k10
    @lucacasassa2k10 5 років тому +18

    Non c'è mai stato un periodo storico in cui avesse senso inseguire i propri sogni come oggi, non ha nessun senso fare altri ragionamenti per scegliere la propria formazione, in questo momento non serve avere ottimi lavoratori ma ottime persone.
    E' tristissimo quello che dici ed è molto scorretto far passare l'idea che uno dei principali problemi della disoccupazione giovanile in Italia sia dovuto a scelte velleitarie da parte dei ragazzi.
    Anzi, è proprio vergognoso; in un Paese in cui le prospettive di lavoro medio sono un lavoro in nero, sottopagato, dove si è sovraqualificati, senza possibilità di carriera e in cui devi pure dire grazie e sentirti fortunato per avere uno stipendio, il problema sarebbe che ci sono troppi che vogliono fare gli artisti?
    Veramente?
    Quando si è ricoperti di merda l'unica alternativa non è nuotare ma provare a volare col rischio di cadere. Tu, in un certo senso, ne sei la prova.

    • @robertap.635
      @robertap.635 5 років тому

      Quoto.

    • @marcoborghi9327
      @marcoborghi9327 4 роки тому

      Se ti laurei in chimica farmaceutica nessuno ti pagherà in nero , vedrai.

  • @Sars78
    @Sars78 5 років тому +7

    Con il cenno alle 'velleita'' mi hai ricordato i tizi 'dal temperamento artistico' che Heinrich Böll, in 'Opinioni di un Clown', contrappone agli 'artisti' veri e propri. Vabbe', come non concordare con quanto dici? Il problema comunque e' molto piu' grave di quanto non appaia. Non c'e' solo una 'fuga di cervelli' (io ne conosco diversi)... c'e' una altrettanto drammatica 'fuga di operai specializzati' (ne conosco a carrettate, io sono tra questi) ... operai, si intende, del XXI secolo. Come disse un tale, chi non avanza retrocede. L'Italia sta retrocedendo da tempo. Speriamo che al declino economico non si sovrapponga un declino anche culturale. Speriamo di tenere la testa sulle spalle, speriamo di non lasciarci vincere dal fascismo sovranista, dal crimine, dalla rassegnazione. Mettiamo in conto di dover aspettare almeno 20 anni prima di iniziare a 'crescere'.

  • @michelet.1402
    @michelet.1402 5 років тому +3

    Ciao Wesa, io penso ci sia un elemento di fondo non considerato, che è quello delle competenze diciamo "trasversali". Faccio filosofia e quello che ci si sente ripetere da chiunque veda la disciplina dall'esterno è questo: "ma dopo cosa vai a fare? L'insegnante?". Ecco qui non sono considerate le competenze trasversali, ossia tutta quella sfera di capacità logiche (e perchè no, creative) che una disciplina umanistica come la filosofia contribuisce a formare. Prendo te come esempio, tu sei laureato in filosofia ma in ciò che fai la filosofia (e la comunicazione) non è l'elemento centrale. Il tuo lavoro è quello di comunicatore, principalmente, di contenuti che A VOLTE sono filosofici; l'abilità e la flessibilità di una formazione filosofica (ma umanistica in generale) ti permettono di scollarti da un lavoro basato sulle nozioni.
    Ovvio, poi da sole le competenze trasversali non bastano, è fondamentale secondo me una formazione più approfondita e mirata.
    Il video mi è piaciuto comunque, e grazie dei consigli di lettura.

  • @elgraucho
    @elgraucho 5 років тому +2

    Non so quanto possa centrare con l'argomento ma riporto una frase che una volta un mio amico disse ad un altro mio amico molto studioso : "Guardalo, prende 110 e lode ma non sa neanche scavare una buca"

  • @and199930
    @and199930 5 років тому +4

    Video molto interessante...
    Hai affermato che ad esempio anche a scuola si tende sempre a direzionare i ragazzi verso i propri sogni
    Io personalmente pensavo il contrario...alla mia scuola(sono uscito dal liceo l'anno scorso) c'è stato un vero terrorismo psicologico da questo punto di vista e molto spesso si sentivano affermazioni da parte dei prof del tipo"ma che ci devi dare con questa facoltà(qualsiasi umanistica)non ti serve a niente...piuttosto fai una scientifica"
    Quindi mi chiedevo se ci fossero delle ricerche a riguardo che analizzano proprio il trend generale in base al quale a scuola si è troppo distaccati dal concreto...qualora ci fossero allora accetterei il fatto che la mia situazione è stata solo un'eccezione
    Ma comunque...tralasciando ciò
    Effettivamente quello che affermi è dolorosamente vero...tuttavia mi sembra un discorso troppo essenzialista...che considera le persone come macchine che potrebbero scegliere l'una o l'altra facoltá semplicemente in base alle opportunità future...
    Avrei tanto voluto che mi appassionassero materie quali ingegneria o medicina...o almeno...avrei tanto voluto poter essere in grado di affrontare 5 se non di più anni di studio di cose di cui non mi frega assolutamente niente solo grazie alla motivazione pragmatica del "trovare lavoro subito e meglio retribuito"
    Però quel che dici a fine video è vero...se hai scelto una facoltà umanistica devi sapere che non puoi permetterti di non essere brillante e che sarà molto più difficile trovare lavoro se non impossibile...l'importante dunque è andare verso il nostro "destino" consapevolmente
    Scusami il pippone...probabilmente è anche sgrammaticato o sintatticamente orribile...ma ho scritto a lezione e non ho modo di rileggere

  • @Alberto-wz7pz
    @Alberto-wz7pz 5 років тому +1

    Gran bel video Wesa, veramente. Un discorso che per molti può sembrare scontato ma che, come ci dimostra la realtà, per troppi è difficile da accettare

  • @danielegiuriato2049
    @danielegiuriato2049 5 років тому +2

    Come diceva Aldo Moro: Non abbiamo scelto il tempo in cui vivere, tuttavia dobbiamo fare del nostro meglio per vivere bene nel tempo che ci è stato assegnato'. Penso che tutti (o almeno per me è così) se potessimo scegliere vorremmo tornare indietro nel tempo perché questa epoca non ci piace. Tuttavia dobbiamo fare il meglio che possiamo con i mezzi a disposizione.

  • @alissaa95
    @alissaa95 5 років тому +3

    sono d'accordo con te, io all'epoca della mia scelta feci lo stesso identico ragionamento, ma dalla mia avevo, a prescindere dall'offerta lavorativa, la passione per la matematica. Quindi vorrei spezzare una lancia per i colleghi umanisti, perché secondo me hai tralasciato un punto fondamentale. Le lauree umanistiche (tutte, ma in particolare quelle umanistiche) non dovrebbero essere prese come carta straccia con naturale sbocco lavorativo, ma come formazione personale, che sicuramente ti rende più consapevole e competitivo sul lavoro, anche se non dovrai avere a che fare direttamente con arte, letteratura, musica e filosofia. Ciò richiede sforzo e creatività, ma è la definizione della bicicletta che hai deciso di pedalare. Certo è che non si può pretendere di diventare tutti artisti, quello no.

  • @f.1791
    @f.1791 5 років тому +4

    Io studio infermieristica, per quanto riguarda la prima parte del video non vedo altro futuro per me se non all'estero o in una città come Milano o Bologna. Sono d'accordo con quello che dici, ho visto troppe persone rovinate da studi portati avanti (anche bene) che non hanno avuto gli esiti sperati,e si trattava sempre di studi umanistici o socio giuridici. Entrando n discorso velleità artistiche avendo suonato sempre per diletto ho altrettanto visto tante personalità che si credevano grandi rockstar e vip dell'indie senza esserlo e senza manco essere usciti dalla provincia.
    Meglio adattarsi, magari fare anche quello che ci piace, ma è importante scegliere più coscenziosamente e magari avere una porta aperta all'estero nel caso l'italia non ci vada più bene (che il vero problema di moltissimi studi umanistici che non siano studiare lingue è la nulla spendibilitá fuori).
    Complimenti per il video, una delle poche analisi lucide.

    • @sucoronet3718
      @sucoronet3718 5 років тому +1

      Vai all'estero. Credimi, in italia non prenderai quanto meriti e spesso la gente rimane legata ad un lavoro dove non è soddisfatto solo per la paura di non trovare altro (e non è una paura infondata). Io da 2 anni faccio il pizzaiolo, ma in 3 mesi ho cambiato 3 posti di lavoro perché o non mi trovavo bene per via delle ore di lavoro o perché volevano pagarmi meno di quanto potevo accettare...e non son rimasto mai più di 5 giorni senza lavorare. Ed è questo che odio per l'italia, che è veramente raro che un giovane sia appagato dal suo lavoro

  • @ugos9872
    @ugos9872 5 років тому +1

    Io ho appena compiuto i miei 20 anni, frequento il primo anno di università e sono troppo consapevole che ciò che dici sulla nostra epoca è troppo vero.

  • @federicomazzarino
    @federicomazzarino 5 років тому +1

    Caspita Wesa, questa volta non sono completamente d'accordo. Mi ritrovo a essere uno che ha studi umanistici, ma lavora in ambito tecnico senza avere mai avuto problemi a trovare lavoro. Certo, la prima estate che ho lavorato avevo 13 anni, ho avuto la fortuna di apprendere un'etica del lavoro e la "sfortuna" di essere stato costretto a industriarmi. Ora, nel mio ambito, la filosofia, la sociologia, etc. per me fanno la differenza ogni giorno. Il problema secondo me l'hai solo sfiorato, è ben più grave e complesso e attiene al ns benessere e all'assenza di quella "necessità" che spinge l'essere umano a... mi fermo, ma mi piacerebbe che trattassi il tema un giorno. Peace.

  • @lollorusso11
    @lollorusso11 2 роки тому +1

    Il problema non è solo dei giovani che scelgono un percorso umanistico. La deresponsabilizzazione di una politica che non riesce a dare valore al nostro patrimonio socio-culturale artistico. L'Italia è tra i primi al mondo per patrimoni umanistici, abbiamo una cultura fortemente umanista (e non abbastanza scientifica dato quanto si spende in ricerca scientifica e visti i salari).
    Il quadro è drammatico.

  • @arditxhafa3904
    @arditxhafa3904 5 років тому +2

    Io, propenso all'arte, appassionato alla psicologia, ho scelto ingegneria, non mi appassiona, a furia di farla comincia a piacermi, so che mi pentirò, cambierò strada quando non sarò soddisfatto, ma ora continuo.
    P.s. tra l'altro metà dei miei colleghi ha in mente di emigrare, per la mia branca non c'è un futuro accettabile in Italia, ma io ora dovrei studiare Inglese, mi servirà.

    • @gretathunberg3344
      @gretathunberg3344 3 роки тому

      Alla fine come è finita? Hai continuo con ingegneria o hai cambiato?

  • @micema3445
    @micema3445 5 років тому +37

    Riassunto del video: solo chi si impegna ed è davvero davvero molto bravo può campare facendo quello che gli piace, gli altri si attaccano al cazzo.
    Severo ma giusto

    • @lollostralollo5170
      @lollostralollo5170 5 років тому

      La realtà funziona cosí purtroppo

    • @lollostralollo5170
      @lollostralollo5170 5 років тому

      @@TheD4rkR00m beh oddio, sarebbe bello un mondo disneyano ideale dove tutti campano facendo quello che amano fare

    • @lollostralollo5170
      @lollostralollo5170 5 років тому +4

      @@TheD4rkR00m io parlo proprio di "campare" facendo ció che ci piace, non di eccellere o di essere il migliore in quell'ambito. Meritocrazia ok, ma nessuno merita di morire di fame, a prescindere da quello che (non) fa

  • @lorenzofiabane253
    @lorenzofiabane253 3 роки тому +1

    Ma è semplice: non posso costruirmi un futuro magari stabile ma su qualcosa che non mi piace e che non è una passione. Posso vivere agitatamente per tutta la vita, ma sarà davvero vivere dedicare quel tempo a ciò che non mi piace? Investo quel poco che ho nello studio di quello che mi piace, poi tirerò a campare in quelche modo ma almeno vivrò la mia modestissima vita grazie a ciò che mi piace. Se non va, morirò!

  • @gabriele_redaelli
    @gabriele_redaelli 5 років тому +5

    Sono un ragazzo di 18 anni che l'anno prossimo dovrà fare la scelta universitaria. Dopo questo video mi sorgono spontanee alcune domande. Su cosa devo basare la mia scelta? Mi adatto alla richiesta del paese? Oppure scelgo in base ai miei sogni?
    Penso esista una terza possibiltà, forse la meno facile ma la più vera. Si può scegliere di seguire i propri sogni dal punto di vista accademico e al contempo crearsi una carriera lavorativa in ambiti che non richiedono uno studio, ad esempio come cameriere, barista ecc... (Sarebbe uno studio forzato se non si decidesse di seguire la "propria indole").

    • @muesalsa
      @muesalsa 2 роки тому

      alla fine com'è andata

  • @gianlumeneguzzi
    @gianlumeneguzzi 5 років тому +23

    E dove è finito lo spirito dell’artigiano che lavora per questioni esistenziali ?
    E il tuffo di Roberto che abbandona le certezze in direzione dell’isola ? Avrei centrato più il discorso sulla sincerità e l’onestà intellettuale, perché
    vedo la salvezza della vita proprio in questo, non in un adattamento servile all’offerta. Molti di quelli che studiano materie umanistiche lo fanno con superficialità e solo per vantare una laurea. Alzerei il livello delle università umanistiche, con test al pari di quelle scientifiche (molto più complessi) e le orienterei al lavoro, così da diminuire gli studenti ma garantire a quelli che lo fanno con passione una percentuale più alta di successo.
    Probabilmente sbaglio, che ne pensi ?

    • @JulianOrley
      @JulianOrley 5 років тому

      L'artigiano che tu descrivi non è altro che il libero imprenditore o freelance con partita iva... Ma ha sempre bisogno di adattarsi alle richieste per lavorare... A meno che uno non desideri fare Walden di Thoreau o il più moderno Alexander Supertramp di into the wild, c'è sempre bisogno di confrontarsi con la realtà della società. Il punto del discorso mi pare proprio questo.

  • @mariesarascaravaggi9226
    @mariesarascaravaggi9226 5 років тому +2

    Il problema riguarda anche molto chi ha sopra i 30anni,troppo spesso tagliati fuori e che,magari devono mantenere una famiglia,nessuno si è mai fatto carico di noi ultra trentenni,considerati troppo "vecchi"per poter essere presi in considerazionr e troppo giovani per andare in pensione.Non sappiamo piú dove sbattere la testa.

  • @francescac5589
    @francescac5589 5 років тому +2

    ma che vita sarebbe poi, quella di chi non avendo voglia di farsi il mazzo si accontenta di quello che offre il mercato, ma che non corrisponde ai suoi sogni? vivrà una vita non sua...
    secondo me non si scappa: farsi il mazzo (a volte davvero enorme) prima per stare bene dopo.
    ps quel tuo primo video sull'università e il futuro è illuminante

  • @Evisceratore
    @Evisceratore 3 роки тому +1

    Per me vale solo una cosa : la passione
    Nella mia esperienza ho capito che la passione fa tutta la differenza del mondo, la passione è quella marcia in più che ti permette di lavorare anche se il lavoro è poco, è sicuramente una motivazione 10000 volte più valida e concreta di chi decide di fare ingegneria "perchè trovo lavoro facilmente". Magari è anche vero, ma se a ingegneria ti iscrivi con quelle premesse stai sicuro che ti ritrovi comunque ad essere un ingegnere mediocre, perchè c'è chi ha sempre desiderato essere ingegnere, e quelli si ritrovano con una motivazione molto più solida della tua (e questo fa tutta la differenza), invece tu con quelle motivazioni non farai molta strada, probabilmente riuscirai a trovare anche un lavoro, per il quale risulterei mediocre , magari potrebbe costarti addirittura il licenziamento o magari tu decida di abbandonarlo di tua spontanea volontà, l'azienda va bene , l'azienda va male , non te ne fregerebbe un cazzo, ti ritroverai li a fare i tuoi compitini senza mai metterci nulla in più, e fidatevi che anche cosi non vai molto avanti.
    Un mio amico ha sempre saputo cosa diventare nella vita, ha sempre messo passione in quello che faceva ,finita la scuola era anche più che preparato per quello che aveva studiato (grazie alla sua passione),per questioni economiche non ha potuto iscriversi ad ingegneria, andò a lavorare il giorno stesso dopo aver conseguito il diploma (si, diploma) per una grande azienda, gli è bastato mostrargli il suo portfolio, contratto indeterminato dalla serra alla mattina, negli anni ha fatto carriera e oggi ricopre un ruolo per il quale sarebbe richiesta la laurea, oltre alla sua mansione principale , fa anche formazione a laureati neo assunti, la maggior parte di loro mi disse che avevano un livello di preparazione imbarazzante e non avevano la minima idea di cosa dovessero fare....LA PASSIONE

  • @diegohp93
    @diegohp93 5 років тому +115

    Sono assolutamente in disaccordo con quanto dici nel video. Mi spiego.
    La prima cosa su cui sono in disaccordo è quando dici che in Italia si consiglia di studiare ciò che ci appassiona e questo non va bene perché se uno vuole fare l'umanista non c'è posto per lui. Quanti ragazzi iniziano un corso di studi e lo interrompono perché non sono appassionati alla materia? Quanti ragazzi iniziano ingegneria perché consigliati dal classico "appena esci da ingegneria hai lavoro, pensa a quello"? Quanti ragazzi non studiano matematica o fisica perché "l'unica cosa che puoi fare dopo è il professore"? Troppi.
    Sarebbe invece meglio che ognuno seguisse le proprie inclinazioni, perché quando uno studia ciò che più ama, trovare un lavoro dopo potrebbe anche essere difficile, ma sarà sicuramente più facile INVENTARSI un lavoro. Come stai facendo tu, come fanno migliaia di altre persone in Italia.
    Dici inoltre che in Italia non ci sono lavori per gli umanisti, ma anche questo è parzialmente falso. Il problema è che in Italia non si investe in questi lavori, perché di umanisti l'Italia ne avrebbe un disperato bisogno! Se penso solo a chi studia archeologia, che spesso va a fare dottorati all'estero e viene spedito a lavorare in siti italiani. Una gran parte degli studi umanistici in Italia sono gestiti da Università e Società tedesche, olandesi, austriache...e questo perché noi non ci investiamo soldi e rimangono dei buchi che gli altri vengono a tappare!
    Detto questo, io credo che l'idea di intraprendere degli studi seguendo le proprie passioni sia l'ottimo. L'ideale sarebbe avere un Paese di gente che conosce bene ciò che ama e che ama ciò che conosce bene. Il problema del lavoro rimane, ma non penso che sia la scelta di un ragazzo per l'università a risolverlo. Penso infatti che debba essere risolto ad un livello più alto (e penso anche che se in tutti questi anni non ci siamo riusciti, difficilmente ci riusciremo a breve).

    • @utherdent7228
      @utherdent7228 5 років тому +3

      Hai dei dati per affermare tutte queste cose?

    • @maariaDDS
      @maariaDDS 5 років тому +14

      diegohp93 sono d’accordo con te, sebbene capisco anche quello che dice Wesa. Diciamo così: a livello molto teorico ha più senso quello che dice lui, a livello pratico però c’è da chiedersi chi riesca a studiare e poi ad applicare qualcosa per cui non è appassionato o in cui non crede. Lo studio richiede un sacco di sacrifici, e personalmente non riesco a investire la (quasi) totalità del mio tempo (ed energie) per qualcosa che non sento mio. Tre anni fa “scelsi” (si trattava più di una “non scelta” dettata da dove c’è più domanda in ambito lavorativo) di studiare medicina, feci il primo anno, andò alla grande. Il secondo anno la musica cambiò e tutto lo studio aveva preso una piega decisamente (come è scontato che sia, cosa mi aspettavo io?) medica. È stato come andare a sbattere contro un muro, ho sofferto per mesi.. poi ho deciso di cambiare studio. Da settembre studio biologia (sono rimasta sempre nell’ambito scientifico, certo, però parliamo di due cose completamente diverse). Questo nonostante il fatto che molte persone (tra cui la responsabile della facoltà) mi dicessero “ma no che fai, sono già tantissimi studenti, c’è enorme concorrenza, continua a fare medicina”.
      Al momento sono felicissima di aver preso questa scelta (anzi, mi sarebbe piaciuto capirlo prima e farmi condizionare meno dagli altri), e spero che il mio percorso su questa via vada al meglio!

    • @cionni78
      @cionni78 5 років тому +4

      Non so che posizione prendere ma vorrei fare qualcosa per l'Italia al pieno delle mie capacità. Non. voglio passare il testimone a qualcun'altro dobbiamo iniziare noi a cambiare le cose per il futuro. Questo video mi ha demoralizzato, come quasi ogni video politico che vedo. Rimboccarsi le maniche e lavorare duro per lasciare ai nostri figli qualcosa di cui lamentarsi

    • @theanswer9046
      @theanswer9046 5 років тому +2

      @@maariaDDS come ti capisco, stessa storia ma con ingegneria.

    • @matteocostagli4866
      @matteocostagli4866 5 років тому +3

      diegohp93 Vorrei provare a risponderti io punto punto:
      1) purtroppo un mondo dove ognuno fa quello che vuole e ha il lavoro dei sogni si chiama Utopia. Hai perfettamente ragione che una persona fa meglio le cose che piace fare ma purtroppo la Realtà è l’ultimo giudice. Se non hai un talento nel fare quella cosa o gli spazi sono troppo pochi è inutile intestardirsi. Magari la miglior cosa è trovare un lavoro più vicino alle proprie affinità. Se ti piace la letteratura fai lettere straniere e non antiche, se ti piace la logica fai informatica o matematica e non filosofia. Sono esempi, poi ci sono le eccezioni, ma purtroppo bisogna rispondere sempre alla domanda: “sono abbastanza per la realtá, ho le capacità per fare quella cosa?”. È brutto ma altrimenti sarai costretto a vivere in Utopia.
      2) Hai ragione in parte. È vero che non ci sono i soldi ma è anche vero che non ci sono gli spazi. Nel mondo moderno, volente o nolente, abbiamo bisogno di tecnici perchè la nostra società si basa sulla tecnica. È brutto? È la realtá! E purtroppo negli ultimi decenni (ora sta leggermente migliorando) kili di professori hanno urlato l’importanza delle materie umanistiche far uscire la societá da quest’epoca decadente (l’ultimo che ho scoperto è un certo Galimberti). Questo ha fatto sì che si perdesse il contatto con la realtá: abbiamo principalmente bisogno di tecnici, poi dopo di umanisti (comunque essenziali)
      3) Concordo a pieno, ma purtroppo ci sono poche persone che hanno la vocazione a 18 anni. Molto spesso scelgono l’università guidati da stimoli esterni. Ecco penso che per il bene della persona chi sta intorna debba essere pragmatico (consigliando un indirizzo che possa portarlo alla serenità) e non proporgli pie illusioni. Poi dopo tutto il lavoro occupa al massimo 40 ore su 168 settimanali (se non sei un pazzo furioso, ma altrimenti si presuppone che ti piaccia quello che fai) perció una persona puó benissimo realizzarsi in pieno fuori dall’orario lavorativo.

  • @hadacampanilla6976
    @hadacampanilla6976 5 років тому +3

    Grazie mille per gli articoli ed il video

  • @graziacancellara1918
    @graziacancellara1918 3 роки тому +1

    Concordo e aggiungo : la scuola italiana é rimasta all'Ottocento, invece le aziende, persino le piú piccole, progrediscono velocemente. La scuola ci dice che sarà l' azienda a formarci e che bastano "brillanti" studi e la vita sarà in discesa. L' azienda , invece non ha il tempo da perdere per formare , vuole gente già formata e già esperta con una mente molto elastica. Non si tratta solo di spirito di sacrificio che manca o di illusioni o pretese che i giovani hanno. I ragazzi vanno educati ad amare anche cose che non tanto piacciono e soprattutto ad allenare corpo e mente nel fare materialmente le cose. Abbiamo le mani addormentate. Ogni paese dovrebbe ad esempio riportare la manifattura al suo interno con conseguente aumento di operai , segretari, ingegneri ecc... In un ambiente del genere nel sud Italia non ci resta che aggrapparci alla remota possibilità del posto fisso o a fare le pulizie. Gli altri impieghi sono un po' tutti campati per aria e poco remunerativi.

  • @aanndnned
    @aanndnned 5 років тому +86

    Smettila di mandare la gente verso le materie scientifiche che poi finiscono a fare gli youtubers perché quelle materie neanche gli piacevano

    • @nickkube
      @nickkube 5 років тому +6

      non so, ma io tutti quelli con la laurea scientifica che conosco non hanno mai avuto problemi di lavoro. Gli altri invece....

    • @JulianOrley
      @JulianOrley 5 років тому +13

      Ragazzi finitela di fare i soliti scienziati snob... Perché il problema potrebbe vedersi benissimo all'inverso: tanta gente fa materie umanistiche perché incontra professori di materie scientifiche talmente teste di caz*o e/o cani che gli passa subito la voglia...

    • @Strop2198
      @Strop2198 5 років тому +4

      @LightNessITA mi sembra che il numero di gente che abbandona l'università o impiega più anni del previsto a finirla, non sia troppo diverso tra gli studi umanistici e quelli scientifici

    • @JulianOrley
      @JulianOrley 5 років тому +7

      @@Strop2198 infatti secondo me è un problema strutturale del sistema scolastico italiano, in cui le università sono molto più difficili e le scuole superiori non danno la giusta preparazione. Così molti giovani iniziano l'università dovendo partire da zero. Io facendo ripetizioni lo vedo: gli studenti delle superiori devono ricorrere alle ripetizioni per sopperire alle mancanze della scuola. Chi non può permettersele avrà vita più difficile dovendo fare tutto da solo

    • @Strop2198
      @Strop2198 5 років тому +1

      @LightNessITA non capisco cosa vorresti provare che c'é un carico di materiale che poi non serve? Puó essere in alcuni casi, ma non mi sembra che questo non accada in studi "tecnici"

  • @tommasositzia6356
    @tommasositzia6356 5 років тому +3

    Riflessione dolorosissima, ma doverosa. Sono d'accordo: la nostra generazione vive una tragedia. Il contrasto tra velleità e lavoro è fortissimo ed evidente.

  • @olgaabbiani3712
    @olgaabbiani3712 5 років тому +3

    Sognare un mondo in cui tutti possano avere le stesse opportunità, senza "mediocri" o "eccellenti", è un sogno troppo velleitario?

  • @damy2000
    @damy2000 5 років тому +1

    Analisi molto profonda, bellissimo il messaggio finale! Complimenti per la tua lucidità di analisi.

  • @annagorina87
    @annagorina87 4 роки тому +2

    Interessante il discorso, sei preparato sul argomento. Ma seguendo il tuo raggionamento mi viene nella mente che prima di andare in scuola le persone devono laurerasi nelle scienze della chiarovigenza e progettazione del percosro di lavoro e poi scegliere liceo..... non so..

  • @theshooter89
    @theshooter89 5 років тому +1

    Non sono d'accordo con molti commenti qui sotto, non ho percepito affatto un invito a privilegiare la scelta di indirizzi scientifici piuttosto che umanistici perchè con "Lettere non si mangia". Wesa parla espressamente di "scelta consapevole" più di una volta, in maniera molto chiara. Ciò che trovo estremamente interessante è un collegamento mentale che mi ha fatto scaturire con un recente (successivo a questo di Wesa di parecchi mesi quindi non collegabile se non retrospettivamente, ovvio) podcast di Shy con Giulia Pastorella, in cui racconta di come le aziende ed il mercato del lavoro all'estero sia molto più consapevole e valorizzante nei confronti di lavoratori con formazione umanistica, anche in campi completamente diversi come il tech o l'industria. Non è solo questione di mancanza di investimenti nel settore propriamente umanistico o nel sovrannumero di laureati umanistici, ma anche di quanto le aziende italiane (PMI, ma non solo) non riconoscano il possibile valore aggiunto di un bagaglio umanistico in campi diversi (senza scomodare citazioni stucchevolmente banali e semplicistiche del Marchionne con background di studi in Filosofia [non ho mai provato granchè simpatia per Marchionne, NdA]). Avere un ambiente di lavoro che ti dia la possibilità di mettere a frutto il tuo bagaglio umanistico nello sviluppare la tua professionalità in campi diversi purtroppo ci manca, in Italia. Avremmo un gran bisogno di letterati e filosofi anche nei ranghi delle nostre aziende metalmeccaniche o farmaceutiche, ma serve un cambio di mentalità di quelli che sono tanto difficili qua nel nostro grande piccolo Stivale. Imho.
    Sono personalmente ossessionato dalla paura di riscoprirmi mediocre, con un sanguinante rimpianto personale di aver abbandonato Ingegneria Informatica (una sorta di mio "sogno pragmatico", in rapporto al contesto di questo video) ed essere "finito" in un lavoro che mi piace molto pur non riuscendo a farmi sentire realizzato del tutto. Il fatto è che, cercando di spogliarmi dalla mia soggettiva "insoddisfazione cronica di me stesso e delle mie inespresse potenzialità", in realtà sono riuscito effettivamente a ritagliarmi uno spazio soddisfacente nel mercato del lavoro, con un impiego che richiede effettivamente un buon livello di professionalità e competenza in un ramo piuttosto specifico che quasi non esiste in alcun percorso formativo scolastico/universitario se non in maniera puramente marginale/nozionistica. Inizialmente avevo attribuito tutto questo ad una preponderante influenza del Caso, della Fortuna, del Culo insomma, ma nel corso degli anni le mie autoanalisi retrospettive mi han fatto prendere coscienza che in realtà tutto ciò è stato figlio di diversi fattori che con il Culo han davvero poco a che fare (e qui mi ricollego anche a molti commenti qui sotto): mi sono fatto un mazzo così, mi sono messo in gioco in cose nuove e diverse fra loro, ho preso legnate sui denti, sputato sangue, cambiato casa e regione di punto in bianco svariate volte, messo in discussione passioni/sogni/aspettative, cercando la realizzazione personale non nel lavoro in sè ma in ciò che esso poteva trasmettermi, anche a discapito dei risvolti economici (guadagno meno sia del pizzaiolo tedesco sia del laureando in medicina che han commentato qui sotto), prendendomi pure dell'idiota varie volte da diversi colleghi/amici per scelte lavorative che (non) ho fatto.
    Cerchiamo di seguire i nostri sogni con la consapevolezza di ciò che potremmo farne nel mondo reale per realizzarci come esseri umani, poco importa se finiamo a fare tutt'altro se questo ci rende davvero sereni e realizzati, nulla è inutile se riusciamo a trarne un arricchimento per la nostra identità.
    Ennesimo gran bel video interessante, ma questa non è una novità, Wesa :) keep on

  • @emili9715
    @emili9715 Рік тому

    Secondo me la chiave è identificare la propria passione e integrarla in un ambito che ci porta allo stile di vita che vogliamo. Mi spiego, le mie passioni sono viaggiare e imparare nuove lingue. Non ho studiato lingue né turismo, ho studiato chimica perché mi piaceva abbastanza. Ho trovato un lavoro come consulente chimico in cui viaggio e che paga molto bene, di conseguenza posso permettermi di portare avanti i miei interessi e viaggiare. L'importante è trovare un equilibrio che non ti faccia sentire frustrato e tenersi il più possibile altre porte aperte

  • @_Agosto_
    @_Agosto_ 5 років тому +6

    Non mi hai messo nessunissima ansia, nono
    *si spara*

  • @MissBlueSister
    @MissBlueSister 5 років тому

    Prima delle scuole superiori mi dicevano "se vuoi fare ciò che ti piace, impegnati e ce la farai" ma alle superiori i professori "siete degli incapaci, siete la peggior classe di tutto l'istituto. Non combinerete niente! Dovrete fare per forza l'università o non andrete avanti nella vita". Non so se considerarla psicologia al contrario, perché le uniche cose che potevano essere criticate riguardo la mia classe erano: 1. Non c'era tanto impegno nello studio (ci sono stati compagni che non studiavano ma, oltre alla scuola, avevamo anche altre attività extrascolastiche in convenzione con la scuola che ci impegnavano, cioè teatro e musica/conservatorio. Avevamo ogni anno concerti musicali e di fine anno. Questo comportava, oltre ai compiti, avere 1-2 mesi di prove prima del concerto e le lezioni di musica quattro volte a settimana, mattina e pomeriggio. Lo so, non è giustificabile non fare i compiti ma dovevamo impegnarci in altre cose che arrivavamo a casa tardi [le 8 di sera], dovevamo studiare per la lezione di musica/concerto e poco tempo per fare i compiti. [Mi ricordo di un concerto finito molto tardi e il giorno dopo la prof di diritto aveva fatto un'interrogazione a sorpresa. Solo la secchiona della classe aveva preso la sufficienza] Ho fatto volentieri tutta questa fatica ma era stressante) 2. Disturbo in classe, cose che succedono in qualsiasi classe.
    In realtà, a meno che tu non abbia già un'idea dalle superiori o prima che lavoro vuoi fare, non sai che direzione prendere. Università (quale facoltà?)? Cerco lavoro anche se non ho competenze e nessun studio universitario? Mi butto nell'accademia militare/marina/polizia/carabinieri? Conservatorio?

  • @kilau7894
    @kilau7894 5 років тому +1

    Caro wesa, è un bel video, che mi tocca profondamente. Sono, forse, una di quelle persone che si trova dalla parte giusta della barricata. Uscita dal classico, non ho esitato a orientarmi verso materie scientifiche, ma questo solo grazie a un bravissimo professore di matematica e fisica e ho scelto la cosa più pragmatica: ingegneria informatica. Ma alla base conservo un grande amore sia per le materie umanistiche che per quelle scientifiche, diciamo un po' per tutto lo scibile umano, quindi sono fortunata. Ma con che coraggio dovrei condividere con i miei amici di facoltà umanistiche il tuo video dove spezzi i loro sogni?

  • @Strop2198
    @Strop2198 5 років тому +1

    Non riesco ad essere d'accordo con questo discorso, l'università non puó essere considerata utile solo per studi scientifici o solo per eccellenze. È un percorso difficile anche ottenendo ottimi risultati. Io studio storia e vivo con due ingegneri. Attraverso loro ne ho conosciuti molti altri, per quanto abbiano scelto una specializzazione nessuno ha idee precise di cosa si ritroverà a fare. Io prima di intraprendere questo percorso mi sono prefigurato quali strade potessi intraprendere e ne ho trovate di più concrete. L'insegnamento legando storia e filosofia, prendere parte all'israt, lavorare per privati nella mia zona (si esistono privati che richiedono storici) o continuare un percorso di ricerca legato o meno ad un professore universitario. Spero sia solo l'inizio.

  • @SimoLInk1698
    @SimoLInk1698 5 років тому

    Onestamente questo video riflette la mia esperienza riguardo la formazione che ho vissuto negli ultimi 2 anni.
    2 anni fa sono uscito dal liceo scientifico, e metà della mia classe (circa 7-8 persone) non ha continuato gli studi, quindi sono "vuoti" dal punto di vista formativo. Io, dopo averci pensato molto, ho deciso di entrare nella facoltà di Lingue, facendo però un compromesso tra quello che avrei voluto studiare (materie umanistiche), le mie capacità vere e proprie, e le prospettive lavorative (si fa presto a dire che 3 mesi da lavapiatti a Londra ti insegnano l'inglese, ma non è così), compromesso che spero mi ripagherà, anche se non sono poi così ottimista a riguardo. Nel percorso casa-uni che faccio a piedi passo spesso davanti a un'agenzia per il lavoro, e negli annunci sulle vetrine si cercano nove volte su dieci lavori tipo "Saldatore a filo, Piegatore di lamiere, Riparatore d'auto" eccetera, e spesso sento in televisione che gli imprenditori cercano ma non trovano "Tecnici specializzati". E ogni volta penso che avrei dovuto fare l'industriale.

  • @aleuomoimmaginario2023
    @aleuomoimmaginario2023 5 років тому +1

    il fatto è che per esperienza personale ormai devi essere maledettamente bravo anche in campo scientifico, parlando sempre di situazioni pulite e libere (scevre da parrocchiette, raccomandazioni, congreghe...), anche perché ciò che viene insegnato nell'università tecnica, almeno nel mio caso (energetica/elettrotecnica) poco collima con quanto richiesto dal mercato del lavoro, se non ad altissimi livelli (e quel livello è per pochi, facciamo un 27/28 di media accademica in su per provare a giocarsela).

  • @RomanStraightEdge
    @RomanStraightEdge 5 років тому +1

    Secondo me il sacrificio si può fare per i propri sogni: fai un lavoro che non ti piace per mantenerti e nel frattempo ti fai il mazzo per spingere il lavoro che vuoi fare. Come ho fatto io e come fanno tanti altri, giovani o meno. Hai una passione umanistica o artistica? La coltivi, la studi e intanto ti mantieni facendo altri lavori. Non è tutto bianco o nero, i giovani lo sanno e molti per le loro passioni hanno questo tipo di spirito di sacrificio. Tanti giovani hanno le palle, basta con questo atteggiamento negativo verso chi vuole scegliere la propria strada. Poi se prendi in considerazione solo quelli che piangono e chiedono che il sistema si pieghi ai loro bisogni è un altro conto. Ma ne ho conosciuti veramente pochi, la maggior parte degli artisti che conosco lavora in altri ambiti, e si fa il sacrosanto culo! Magari non diventeranno mai scrittori o artisti di fama, ma rinunciare ai propri sogni è un atteggiamento da perdenti in partenza! Se hai un sogno irrealizzabile, lavori il doppio: per vivere e per realizzarlo.

  • @FrancescoCarraroIng
    @FrancescoCarraroIng 5 років тому +1

    Ciao! A mio avviso il distacco dal mondo del lavoro dell'ambiente universitario dipende drasticamente dall'evoluzione che ha avuto la valutazione dell'attività dei professori. Mi spiego: ad oggi l'unica cosa che conta nel mondo accademico sono le pubblicazioni scientifiche, ne consegue che i professori siano spesso ottimi ricercatori e raramente professionisti del mestiere. Al contrario fino agli anni 80 i prof erano quasi tutti esperti professionisti e solo alcuni ottimi ricercatori. Ciò comporta che ovviamente le persone che insegnano ora siano di per sé molto lontani dal mondo del lavoro, ma come potrebbe essere differente se si occupano solo di ricerca?
    Ci sono pochissime figure ormai che riescono ad essere ancora ottimi ricercatori ed esperti professionisti.
    Per quel che mi riguarda, da appassionato di storia e filosofia alla scelta dell'università ho finito per scegliere ingegneria civile...ed ora ho un PhD in scienza dell'ingegneria (mi fa sempre sorridere pensare di essere dottore in filosofia 😂😅)..

  • @JoEydrums89
    @JoEydrums89 5 років тому

    Proprio vero ciò che dici. Abbiamo la stessa laurea e ad oggi, a quattro anni dalla laurea, non ho ancora trovato un'occupazione stabile. Troppo qualificato per lavori "umili" e zero domanda nel mio campo. Sono esattamente nella via di mezzo.

  • @isaia4108
    @isaia4108 5 років тому +1

    Ciao la storia ci insegnia che noi Italiani siamo stati i primi al Mondo in tutto anche restando in Italia. Adesso siamo sempre i primi al mondo pur non essendo in italia. Purtroppo l'unica cosa che si può dire Grazie Governi di Me..da.

  • @elerox3261
    @elerox3261 5 років тому +1

    Personalmente ritengo che non sia necessariamente corretto il fatto che in Italia vi siano più figure preparate in ambito umanistico rispetto a quelle preparate in un ambito scientifico. Negli ultimi anni mi sembra che i numeri per le facoltà di ingegneria siano cresciuti di parecchio, trend inverso per quanto concerne invece facoltà come giurisprudenza (la mia) e altre. Il vero problema risulta essere il tasso di abbandono, tanto per quanto concerne l'istruzione superiore, quanto soprattutto per l'educazione universitaria.

  • @JulianOrley
    @JulianOrley 5 років тому

    Non sminuire il fatto di essere su UA-cam, perché è una cosa bella che anche qui ci sia chi mette questi contenuti. Per tornare all'argomento principale io credo che le piccole e medie imprese in Italia siano così tante perché manca davvero il rispetto per il lavoro e le competenze degli altri. Capi che ti trattano come più gli gira, sia umanamente che economicamente, mettono una gran voglia di lavorare in proprio. Ed ecco che in Italia si rimane sempre piccoli

  • @MicheleLavezzariViolin
    @MicheleLavezzariViolin 5 років тому +1

    Da “giovane mediocre” quale sono fa davvero male questo video.
    Grazie.

  • @Musicario_Dario
    @Musicario_Dario 5 років тому +2

    Non so se odiarti o ringraziarti.... ho preso il fumetto e praticamente appena lo aperto si è trasformato in chuck norris, un cazzotto diretto in da face.

  • @dariotobruk8749
    @dariotobruk8749 5 років тому

    Vorrei porre la questione da un'altra prospettiva: invece di "seguire le passioni" perché non orientare il proprio percorso di vita con "cosa posso fare io per il mondo"? In questo modo, da giovane mediocre con velleità, ho studiato per un lavoro in sanità, mi sto specializzando in un area molto interessante e che mi appassiona, settore che ai tempi non avrei mai pensato potesse soddisfarmi. Guardando cosa potevo dare, invece di pensare a cosa avrei voluto ricevere, ho scoperto che le mie attitudini sono diverse dalle mie passioni (che per carità, coltivo a tempo libero). Sono abbastanza bravo, ho un lavoro sicuro, ma sono pronto a crescere ancora e magari a non fermarmi e continuare a studiare. Quello che mi orienta non è solo cosa mi piace, ma...in cosa sono bravo, cosa serve agli altri (il prossimo attorno), cosa può coincidere con queste tre istanze? Per una visione di insieme consiglio, oltre ai libri già citati dal grande Wesa, anche la graphic novel "Lo scultore" di Scott McCloud e il divertentissimo romanzo "Io non ci volevo venire qui" di Angelo Orlando Meloni
    . Certo sono frutti amari ma pur sempre nutrienti, e superata la fase egocentrica e adolescenziale, morbo di noi Millennials, la vita, piano piano, può assumere un po' di senso in più.

  • @marce3893
    @marce3893 5 років тому +1

    Sembra brutto da dire, ma basterebbe abbassare gli standard accademici nello STEM.
    Se mi laureo adesso in Italia, ho un valore di 9 e l'Italia mi paga per un valore di 6. è ragionevole per me andarmene dall'Italia verso un Paese che mi apprezza per quanto valgo.
    Se mi laureo con gli standard abbassati, adesso posso ancora valere 9, nel qual caso me ne vado, ma anche un mero 6, e in questo caso andare all'estero non è un'opzione.

  • @dariotatangelo6888
    @dariotatangelo6888 5 років тому +1

    In Italia non abbiamo scienziati umanistici. Il motivo è nel fatto che non abbiamo esami seri di metodologia. Senza metodo non c'è scienza, abbastanza facile da capire.
    Per questo motivo chi studia scienze politiche, giuridiche, storiche ecc. non è in grado di fare ricerca o verificare determinate ipotesi. La paura del numero deriva da questa spaccatura. Molto lavori in Italia si potranno fare con profilo medium skill, cioè laureati o diplomato con uno studio professionale scientifico vicino. I numeri e alcune parti del sapere scientifico devono essere strumenti e linguaggi comuni. Ci sono laureati in filosofia che sono ottimi programmatori.
    In altri Paesi è stato capito, infatti i master di primo livello sono accessibili a tutti, senza grosse correlazioni con il percorso di studi della laurea triennale. In Italia per passare da scienze politiche ad economia o giurisprudenza (che sono anche abbastanza affini) I mandiamo nel panico le segreterie nel calcolo dei cfu tipo ragioniere.
    PS il mio ragionamento è frutto delle mie analisi di quando ero studente e di lavoratore nelle risorse umane (selezione del personale e formazione).
    Tra l'altro da un tuo video ho deciso scrivere articoli su LinkedIn di divulgazione sul digitale e il mercato del lavoro con anche un mio messaggio: #BeYourHero
    Quest'ultimo è una mia rielaborazione sul tuo video sulla responsabilità da assumersi nelle zone grigie.

  • @andrea001
    @andrea001 4 роки тому +1

    se vuoi lavorare le facoltà tecniche il lavoro te lo danno, se poi sei disposto a viaggiare non resterai certo senza lavoro, il problema è quale lavoro, spesso lavori di livello medio basso e mal pagati. Il laureato oggi pensa di trovare lavori di livello buono ma spesso si trova a fare lavori x cui basterebbe un diploma. Forse e dico forse bisognerebbe anche scremare un po di piu a livello universitario xk se sono tutti laureati è ovvio che non posso tutti fare lavori di buon livello

  • @ErLuka73
    @ErLuka73 5 років тому

    Per esperienza.... I giovani non hanno voglia di fare niente, e devo ringraziarli perché ho potuto cambiare lavoro con uno molto più retribuito. Ho 30 anni, progettista termotecnico (per più di 10 anni) ora faccio il manutentore generico ma in una multinazionale, guadagno 40% in più di quando facevo il progettista, auto aziendale, telefono aziendale e ottimi premi produzione. Io ho accettato subito, era 1 anno che la posizione era aperta ma quando dicevano che bisognava dare la disponibilità 1 settimana al mese per la reperibilità e che a volte bisogna lavorare oltre le 17.30 tutti declinavano l'offerta
    I laureati vogliono subito un lavoro con lo stipendio alto solo perché sono laureati... È pieno di termotecnici e geometri che sono molto più competenti di architetti ed altri laureati.