La vera leggenda di Ghella e L'hotel ANGST

Поділитися
Вставка
  • Опубліковано 31 гру 2024
  • Angst significa "paura", e dare questo nome a un hotel nel 1800 fu una sfida al destino.
    Adolf Angst arrivò a Bordighera con un sogno: costruire il più imponente hotel d'Europa, ci riuscì, ma luci e ombre accarezzarono il suo progetto.
    Sulla terra dove voleva erigere l'hotel anni prima abitava una donna, un personaggio curioso, dicevano una strega..., dal nome Ghella.
    Viveva in una piccola capanna, circondata da alberi di sorbo, sterpi e rovi coprivano il sentiero e gatti neri si affacciavano dalle piccole finestre, fruscio di serpi nell'erba, voci sinistre la notte.
    Molti cercarono di convincerla a vendergli quel terreno, ma Ghella era una strega, il tempo e il denaro non avevano valore per lei, che rifiutò .
    Una notte qualcuno si avvicinò alla capanna, dandole fuoco, il corpo della strega non fu mai ritrovato, ma tra le fumanti rovine rimase uno specchio, grande, antico.
    Adolf lo trovò, ricoperto di edera e decise di portarlo con sé, avrebbe dovuto troneggiare nella hall dell'hotel, invano cercarono di fargli capire che sfidare nuovamente il destino sarebbe stato pericoloso.
    Una notte senza luna l'uomo vide una figura scura aggirarsi nella stanza e udi una voce: "L'Angst è mio e me lo riprenderò, pezzo dopo pezzo, e la paura abiterà con te."
    Lo specchio sarebbe stata la porta del mondo dell'oscurità dal quale Ghella sarebbe uscita la notte per poi rientrare prima che l'alba avesse spento tutte le stelle.
    Adolf , fino ad alora , non rivide mai Ghella, ma ogni giorno trovava accanto allo specchio della sua stanza fragili capelli d'argento, segno che la strega passava indisturbata tra le stanze attraverso gli specchi.
    L'Angst in breve tempo divenne uno dei più prestigiosi hotel d'elite per la bella Europa del tempo.
    Nelle notti gli ospiti cominciarono a sentire rumori sinistri, porte che si chiudevano all'improvviso, quadri che si animavano, fantasmi e rumore di catene gettarono sull'Angst un alone di mistero e di paura.
    Ogni sera quando Adolf andava verso la sua stanza udiva passi alle spalle e nonostante si voltasse non aveva mai incontrato nessuno. L'alone di mistero che aleggiava intorno all'hotel aumentò il numero dei visitatori, anziché essere un deterrente.
    Una sera di luna piena la strega decise di partecipare alla festa che si teneva nel grande salone, arrivò evanescente e leggera, al suo passaggio gli specchi della sala si scurirono e alcune candele si spensero, qualcuno gridò: "Strega", il grande lampadario cominciò ad oscillare, i muri si sgretolarono, una violenta scossa di terremoto devastò l'hotel, e si levò una voce: "L'Angst è mio e me lo riprenderò." Era il giorno delle Ceneri del 1887, i danni furono gravissimi, ma Ghella commise un errore, quando arrivò davanti allo specchio e la sua superficie si fece liquida per permetterle il passaggio era già l'alba e Angst alle sue spalle la vide e capì . Ricominciarono i lavori per permettere all'hotel di tornare agli antichi splendori, le centottanta stanze in breve tempo risplendevano di nuova luce.
    Passò la storia per quelle stanze, nomi illustri e patti segreti si intrecciarono.
    La paura abitava ancora lì, gli ospiti che si riflettevano in quegli specchi erano colpiti da una maledizione, che nel tempo avrebbe eroso le loro vite, come tarli in sinuosi.
    Passi...ancora passi e porte che si chiudevano e non permettevano più di uscire, grida che nessuno sentiva e le notti sempre più lunghe e nere.
    Adolf attese in silenzio, una notte che Ghella uscisse dallo specchio e poi fece velare tutte le superfici riflettenti delle stanze, nessuna porta per la strega per tornare indietro. Quella notte fantasmi chiari si levarono sul giardino, e lungo le scale, passi, voci, bisbigli, sino all'alba.
    Quando la luna percorso il suo cammino, si curvava sul cielo, Ghella arrivò allo specchio, ma non poté entrare, corse sulle scale, ma ogni specchio era velato.
    Scappò gridando nelle cucine, seguita dai fantasmi che con la luce si sciolsero sui marmi, creando un chiaroscuro di macchie e colori.
    Quando il cielo incendiò l'oriente, la luce invase gli scantinati bui e della strega rimase solo un mucchio di stracci scuri.
    Tutti gli specchi si frantumarono. Un vecchio baule fu riempito di ricordi.
    Ma Adolf non aveva vinto, quello fu l'inizio della fine. Nel 1917 l'hotel divenne un ospedale militare, fu pesantemente colpito dalle bombe.
    Adolf Angst morì nel 1924.
    Requisito nel 1940 per farne un ospedale militare inglese.
    L'hotel non si riprese, anzi cominciò un lento declino, furono bruciati e trafugati marmi, infissi, arredi, lampadari. Gli sterpi e i rovi invasero il giardino, l'imponente scritta sul tetto cadde.
    Io so che Ghella è chiusa in quel vecchio baule e si agita per tornare, ferendosi sulle schegge di specchi, riflesso del passato, ma io non so la strada per riportarla a casa. Ancora oggi la notte ascolto i rumori sinistri e familiari dalla soffitta, chissà che non si sia abituata alla nuova casa...?!?
    Racconto di fantasia della scrittrice Cristina Cardone

КОМЕНТАРІ •