sono totalmente contrario all’idea di scattare per mostrare agli altro. io scatto perché vedo cose che mi piacciono, i perché mi piace allenare me stesso e migliorarmi sempre. è una cosa che ho dentro e la faccio per me! grazie per aver portato Vivian
Ci sono molte cose a limite della superficialità e della Lobotomia razionale in questo video, non le elenco perché c'è già chi l'ha fatto. Secondo me l'autore del video dovrebbe rivedere un parte la sua filosofia fotografica, apparentemente - con il dovuto beneficio del dubbio - schiava di concetti espressi già da troppi anni e considerazioni che secondo il mio punto di vista sono superati da tempo. Affermare quelle che sono le "Volontà testamentarie Fotografiche" della Maier è un grosso errore di sottovalutazione oltre che di arronganza, perché della Maier si sa poco o nulla, e per "Logica" si può facilmente dedurre avendo pochi indizi ma abbastanza evidenti, che la maier vivesse - nonostante un impiego come tata - in condizioni di indigenza economica. Si sottovaluta il "Costo" dello sviluppo della pellicola soprattutto negli anni 60, 70, 80. Non è come negli anni 90 dove trovavi un negozio che sviluppava pellicole in 18 minuti a basso costo, ai tempi ti rivolgevi a laboratori di natura professionale, che si facevano pagare ed anche tanto. Infatti l'unica produzione sviluppata dalla maier in vita era proprio quella iniziale in medio formato con la rolleiflex. Semmai è disonesto quello che è stato fatto dall'editoria e dagli organi istituzionali dell'Arte che hanno marciato sopra il carro del successo sulla "Fenomenologia" della vita della Maier, laddove si parla di più della Biografia e del mistero dei rullini non sviluppati piuttosto che delle sue opere. Affermare che l'Arte va condivisa è un "Misunderstanding", Picasso non faceva quadri per condividerli, lavorava su commissione per vendere "1" suo quadro ad "1" persona, non per condividerla, si faceva arte per fare soldi, non volete accettarlo cavoli vostri, il resto chiacchiere. Chi fa foto per condividerle "oggi" lo fa per vendere e fare soldi, si chiama scopo di lucro non lo fa per l'arte, chi fa foto per condividerle "oggi" lo fa per la fama e la gloria non per l'arte, si chiamano Egocentrismo e Vanità. L'Arte è solo la coperta con la quale si copre i propri difetti, una Maschera. Io faccio fotografia di Strada, in passato condividevo oggi non lo faccio più perché di essere un fotografo di successo non frega niente, ho capito che non mi serviva, oggi scatto libero dai "Dogmi di Fede Fotografici", dai megapixel, dalla gamma dinamica, dalle focali 1.2, dallo scatto Manuale "come fanno i veri Fotografi", e da quando lo faccio mi godo la fotografia è sono diventato anche più bravo, poi nella vita si può sempre cambiare opinione. Se un giorno mi andrà di condividere magari lo farò, ma ciò che noto leggendo i vari commenti un po ovunque e vedendo video di Profeti della Fotografia nei vari social, che da 20 anni si ripetono sempre le stesse caz..te, ...Lobotomie.
Tutto parte dal perché si fa Fotografia... tutto parte da lì e tutto dipende da quello. Ho trovato i concetti espressi in questo video davvero sbagliati...e vorrei sottolineare che li ritengo sbagliati non all' interno della sfera dell' opinabile... li ritengo sbagliati perché cercano di fare diventare "universale" qualcosa che, al contrario, è assolutamente e squisitamente "personale". Già al minuto 3,18 ... girando attorno al dato di fatto che la Maier in realtà faceva Fotografia per se stessa (e non fotografava affatto per nessun altro), con la tua fantasiosa interpretazione che hai dato: "scattava per un pubblico immaginario" ... hai già velatamente affermato secondo te che bisogna sempre fotografare per "qualcuno"...cosa che invece, per fortuna, non è affatto così. Quel concetto lo hai ripreso poco dopo, quando al 4,08 hai detto : "... oggi ci sentiamo costretti a fotografare per un pubblico, ma cosa succede se ci liberiamo di questa pressione, se fotografassimo solo per il piacere di farlo? Ma chi lo ha detto che ci sentiamo costretti a fotografare per un pubblico? Probabilmente TU ti senti costretto, TU senti questa pressione e visto che parli di "liberarsi", probabilmente tu ti senti "prigioniero" del concetto che devi fotografare per un pubblico... ...un numero spaventoso di persone fotografano solo per loro stessi e stanno benissimo così, non devono farlo per nessun pubblico e non sentono alcuna pressione. Poi ti lanci in considerazioni altamente discutibili, che trascurano (anzi, non lo considerano proprio) il pensiero, le volontà, dirette o indirette che siano, di qualsiasi persona/autore... quando al 4,23 tu dici: "Vivian Maier ovviamente non avrebbe mai immaginato che le sue fotografie potessero diventare così famose, che lei potesse diventare così famosa in tutto il mondo, ma grazie alla loro scoperta, proprio il mondo intero ha potuto apprezzare la sua arte". Grazie alla loro scoperta? È stato un fatto terribile! Quello che hanno fatto alla Maier è stato allucinante...si sono appropriati delle sue immagini ancora "latenti ", mai sviluppate, contravvenendo al suo chiarissimo desiderio di tenere privata una sua pratica, una sua sensibilità, un suo modo di vedere il mondo, un suo modo di essere... e di vivere... ...e non sto nemmeno a parlare dell' aspetto economico che ne è derivato (altrettanto allucinante)... mi fermo a quello "logico", "legale", "giuridico" e "morale". La fotografia di Vivian Maier, avrebbe dovuto morire con lei, e nessuno doveva arrogarsi il diritto di renderla pubblica al mondo, non solo per il terribile aspetto lucrativo, ma anche per l'aspetto logico e morale chiaramente indicato dalle motivazioni e dalle intenzioni della stessa Maier. Al 4,38 " arrivi a scoprire le tua carte, quando affermi: "...quindi condividere il nostro lavoro, quindi condividere le nostre fotografie, non è solo un atto di mera vanità, okay, non ci interessa quella cosa, diciamo che è un modo per ispirare, per connettersi, per condividere, per raccontare delle storie, questo è importante, e per lasciare un segno soprattutto" ...scopri le tue carte perché tutto quello che hai elencato dopo "atto di mera vanità" è, al contrario di quello che tu affermi, proprio una parte della stessa vanità... ...e con il "raccontare storie" (per non parlare del "lasciare un segno soprattutto") torni alla logica un po' distorta con la quale in molti affermano "fotografare è comunicare" come se la fotografia fosse solo quello e non ci fossero altre vie e altre motivazioni. Come dico sempre invece: la Fotografia non è SOLO comunicazione, è certamente ANCHE comunicazione ma è certamente ANCHE tante altre cose...e si può benissimo fare Fotografia anche grande Fotografia, interessante profonda ed emozionante senza voler per forza dire, raccontare, o comunicare alcunché. Questo non significa affatto che quella fotografia non comunichi...comunica eccome, comunica moltissimo... significa semplicemente che non è stata realizzata con lo scopo di comunicare alcunché. Poi arrivi definitivamente al paradosso, quando prendi un esempio limpido e già storicizzato come quello di Vivian Maier, che ha fotografato una vita per se stessa, senza la minima intenzione di condividere e comunicare niente con nessuno e a nessuno... ... e vorresti adattare al tuo pensiero, questo esempio che esprime chiaramente l'intenzione contraria proprio al tuo pensiero, quando al 4,58 affermi: "Pensa questo, se nessuno avesse mai trovato quei negativi di Vivian Maier, nessuno avrebbe saputo che faceva quelle fotografie così potenti, nessuno avrebbe mai scoperto il suo talento, quindi io credo che condividere sia importante...sia importante non nel modo in cui lo facciamo oggi, solo per fare vedere quello che facciamo, non quello...io credo che sia importante condividere quello che veramente senti che vale la pena di condividere". Tu pensi che sia importante condividere per questo? Eh NO! È proprio il contrario... è proprio perché per la Maier il suo "piacere" o la sua "passione", o la sua "ossessione", o il suo "dolore", o la sua "visione" (della vita e della fotografia), o il suo modo di "vedere", di "essere", di "vivere" ecc... si fermava nel 95% dei casi, allo scatto...che si dovevano rispettare le sue motivazioni per fare fotografia, la sua logica e il suo modo di averla gestita. Infine, ha fatto un paio di passaggi che sono al limite dell' inconcepibile: Al 5,39: "Quindi, è importante davvero condividere con gli altri? O è meglio tenere le nostre cose per noi stessi? Vivian Maier ci insegna che entrambe le cose hanno valore. La fotografia può essere un viaggio interiore, ma anche un ponte verso il mondo" NO! Ma proprio no! Vivian Maier non ci ha assolutamente insegnato che entrambi le cose hanno valore. Non ti ha insegnato affatto che è importante condividere con gli altri... è esattamente il contrario, ti ha insegnato che, secondo determinate motivazioni, logiche, pensieri, modi di vivere ecc la tua fotografia è e deve restare una pratica privata, riservata e personale. Il fatto che le sue fotografie abbiano dimostrato che era una grande fotografa... non equivale affatto al tuo pensiero che dal momento che quella fotografia è forte e potente allora è importante condividerla con gli altri... questa è una tua equazione evidentemente sbagliata. Si possono scrivere libri (anche eccezionali) senza volerli affatto pubblicare e senza volerli condividere con il mondo...stessa cosa con la pittura, la musica, la scultura, la poesia ecc. Quando poi al minuto 6,43 hai citato l'esempio del ragazzo che hai conosciuto e che fotografava per sé stesso "a me non interessa, le faccio per me le fotografie" e non condivideva una foto...hai davvero toccato il "limite", quando hai detto: "si, comprendo questa sua filosofia, ma non la condivido... perché appunto, se non condividi le tue fotografie, se non condividi la tua arte, che senso ha farla?" Ecco, qui siamo "quasi" all'assurdo... Se non condivido la mia arte perché la faccio? Che senso ha farla? Lascio a tutti gli utenti il paradosso di un'affermazione che non ha alcun senso, e che definisce bene quelli che dal mio personalissimo punto di vista ritengo siano i "limiti" (sottolineo personalissimo e l'obbligo delle virgolette) di un pensiero che tende e cerca di fare diventare "universale" un concetto e un modo di vedere la fotografia che al contrario è assolutamente e squisitamente personale. "Se non condividi le tue fotografie, se non condividi la tua arte, che senso ha farla?" Trovo che non ci sia niente di più sbagliato!
Complimenti bel video! raccontato egregiamente. Sposo entrambe le tesi ma solo se condividi puoi valutare se il tuo lavoro viene compreso e i suggerimenti o critiche costruttive posso aiutarci a fare sempre meglio.
Vivian Maier non faceva nemmeno sviluppare i rullini. Ne ha sviluppati lei personalmente all'inizio, poi comprava i rullini, li usava, ma poi cominciò a non svilupparli. Quello che più stupisce è che lei aveva una Rolleiflex senza esposimetro e le foto che ci sono arrivate sono tutte bene esposte. Se pensiamo che oggi la quasi totalità dei fotografi non sa esporre senza un aiuto analogico o digitale al quale fare riferimento, questo particolare la dice lunga sulla sua capacità di capire tempi di esposizione, di scatto e apertura diaframma senza alcun tipo di aiuto.
Per tanti la fotografia è un dialogare con le proprie intimità,per svelare altri mondi. Che a altri non interessano per conformismo culturale. L' individualismo ti permette di guardare e perciò vedere rispettando una tua natura interiore . Sarebbe molto difficile fare vedere le proprie fotografie e avere un giudizio che tenga conto del rispetto che si deve a qualcosa che è generato dalla propria intellettualità nella società attuale.
Ho scattato credo migliaia di foto, ma le ho mostrate solo a relativamente pochi amici… fotografo per me! Non so se potrebbe piacermi mostrarle ad estranei.
Viviana Mayer, bravissima, la migliore x me, io penso che non le condivideva perché una volta viste sarebbero state accantonate e quindi tolta quella magia che sente il fotografo
sono totalmente contrario all’idea di scattare per mostrare agli altro. io scatto perché vedo cose che mi piacciono, i perché mi piace allenare me stesso e migliorarmi sempre. è una cosa che ho dentro e la faccio per me! grazie per aver portato Vivian
Grazie a te del commento e del tuo punto di vista.
Ci sono molte cose a limite della superficialità e della Lobotomia razionale in questo video, non le elenco perché c'è già chi l'ha fatto. Secondo me l'autore del video dovrebbe rivedere un parte la sua filosofia fotografica, apparentemente - con il dovuto beneficio del dubbio - schiava di concetti espressi già da troppi anni e considerazioni che secondo il mio punto di vista sono superati da tempo. Affermare quelle che sono le "Volontà testamentarie Fotografiche" della Maier è un grosso errore di sottovalutazione oltre che di arronganza, perché della Maier si sa poco o nulla, e per "Logica" si può facilmente dedurre avendo pochi indizi ma abbastanza evidenti, che la maier vivesse - nonostante un impiego come tata - in condizioni di indigenza economica. Si sottovaluta il "Costo" dello sviluppo della pellicola soprattutto negli anni 60, 70, 80.
Non è come negli anni 90 dove trovavi un negozio che sviluppava pellicole in 18 minuti a basso costo, ai tempi ti rivolgevi a laboratori di natura professionale, che si facevano pagare ed anche tanto. Infatti l'unica produzione sviluppata dalla maier in vita era proprio quella iniziale in medio formato con la rolleiflex.
Semmai è disonesto quello che è stato fatto dall'editoria e dagli organi istituzionali dell'Arte che hanno marciato sopra il carro del successo sulla "Fenomenologia" della vita della Maier, laddove si parla di più della Biografia e del mistero dei rullini non sviluppati piuttosto che delle sue opere. Affermare che l'Arte va condivisa è un "Misunderstanding", Picasso non faceva quadri per condividerli, lavorava su commissione per vendere "1" suo quadro ad "1" persona, non per condividerla, si faceva arte per fare soldi, non volete accettarlo cavoli vostri, il resto chiacchiere. Chi fa foto per condividerle "oggi" lo fa per vendere e fare soldi, si chiama scopo di lucro non lo fa per l'arte, chi fa foto per condividerle "oggi" lo fa per la fama e la gloria non per l'arte, si chiamano Egocentrismo e Vanità. L'Arte è solo la coperta con la quale si copre i propri difetti, una Maschera.
Io faccio fotografia di Strada, in passato condividevo oggi non lo faccio più perché di essere un fotografo di successo non frega niente, ho capito che non mi serviva, oggi scatto libero dai "Dogmi di Fede Fotografici", dai megapixel, dalla gamma dinamica, dalle focali 1.2, dallo scatto Manuale "come fanno i veri Fotografi", e da quando lo faccio mi godo la fotografia è sono diventato anche più bravo, poi nella vita si può sempre cambiare opinione.
Se un giorno mi andrà di condividere magari lo farò, ma ciò che noto leggendo i vari commenti un po ovunque e vedendo video di Profeti della Fotografia nei vari social, che da 20 anni si ripetono sempre le stesse caz..te, ...Lobotomie.
Tutto parte dal perché si fa Fotografia... tutto parte da lì e tutto dipende da quello.
Ho trovato i concetti espressi in questo video davvero sbagliati...e vorrei sottolineare che li ritengo sbagliati non all' interno della sfera dell' opinabile... li ritengo sbagliati perché cercano di fare diventare "universale" qualcosa che, al contrario, è assolutamente e squisitamente "personale".
Già al minuto 3,18 ... girando attorno al dato di fatto che la Maier in realtà faceva Fotografia per se stessa (e non fotografava affatto per nessun altro), con la tua fantasiosa interpretazione che hai dato:
"scattava per un pubblico immaginario" ... hai già velatamente affermato secondo te che bisogna sempre fotografare per "qualcuno"...cosa che invece, per fortuna, non è affatto così.
Quel concetto lo hai ripreso poco dopo, quando al 4,08 hai detto :
"... oggi ci sentiamo costretti a fotografare per un pubblico, ma cosa succede se ci liberiamo di questa pressione, se fotografassimo solo per il piacere di farlo?
Ma chi lo ha detto che ci sentiamo costretti a fotografare per un pubblico? Probabilmente TU ti senti costretto, TU senti questa pressione e visto che parli di "liberarsi", probabilmente tu ti senti "prigioniero" del concetto che devi fotografare per un pubblico...
...un numero spaventoso di persone fotografano solo per loro stessi e stanno benissimo così, non devono farlo per nessun pubblico e non sentono alcuna pressione.
Poi ti lanci in considerazioni altamente discutibili, che trascurano (anzi, non lo considerano proprio) il pensiero, le volontà, dirette o indirette che siano, di qualsiasi persona/autore... quando al 4,23 tu dici:
"Vivian Maier ovviamente non avrebbe mai immaginato che le sue fotografie potessero diventare così famose, che lei potesse diventare così famosa in tutto il mondo, ma grazie alla loro scoperta, proprio il mondo intero ha potuto apprezzare la sua arte".
Grazie alla loro scoperta? È stato un fatto terribile! Quello che hanno fatto alla Maier è stato allucinante...si sono appropriati delle sue immagini ancora "latenti ", mai sviluppate, contravvenendo al suo chiarissimo desiderio di tenere privata una sua pratica, una sua sensibilità, un suo modo di vedere il mondo, un suo modo di essere... e di vivere...
...e non sto nemmeno a parlare dell' aspetto economico che ne è derivato (altrettanto allucinante)... mi fermo a quello "logico", "legale", "giuridico" e "morale".
La fotografia di Vivian Maier, avrebbe dovuto morire con lei, e nessuno doveva arrogarsi il diritto di renderla pubblica al mondo, non solo per il terribile aspetto lucrativo, ma anche per l'aspetto logico e morale chiaramente indicato dalle motivazioni e dalle intenzioni della stessa Maier.
Al 4,38 " arrivi a scoprire le tua carte, quando affermi:
"...quindi condividere il nostro lavoro, quindi condividere le nostre fotografie, non è solo un atto di mera vanità, okay, non ci interessa quella cosa, diciamo che è un modo per ispirare, per connettersi, per condividere, per raccontare delle storie, questo è importante, e per lasciare un segno soprattutto"
...scopri le tue carte perché tutto quello che hai elencato dopo "atto di mera vanità" è, al contrario di quello che tu affermi, proprio una parte della stessa vanità...
...e con il "raccontare storie" (per non parlare del "lasciare un segno soprattutto") torni alla logica un po' distorta con la quale in molti affermano "fotografare è comunicare" come se la fotografia fosse solo quello e non ci fossero altre vie e altre motivazioni.
Come dico sempre invece: la Fotografia non è SOLO comunicazione, è certamente ANCHE comunicazione ma è certamente ANCHE tante altre cose...e si può benissimo fare Fotografia anche grande Fotografia, interessante profonda ed emozionante senza voler per forza dire, raccontare, o comunicare alcunché.
Questo non significa affatto che quella fotografia non comunichi...comunica eccome, comunica moltissimo... significa semplicemente che non è stata realizzata con lo scopo di comunicare alcunché.
Poi arrivi definitivamente al paradosso, quando prendi un esempio limpido e già storicizzato come quello di Vivian Maier, che ha fotografato una vita per se stessa, senza la minima intenzione di condividere e comunicare niente con nessuno e a nessuno...
... e vorresti adattare al tuo pensiero, questo esempio che esprime chiaramente l'intenzione contraria proprio al tuo pensiero, quando al 4,58 affermi:
"Pensa questo, se nessuno avesse mai trovato quei negativi di Vivian Maier, nessuno avrebbe saputo che faceva quelle fotografie così potenti, nessuno avrebbe mai scoperto il suo talento, quindi io credo che condividere sia importante...sia importante non nel modo in cui lo facciamo oggi, solo per fare vedere quello che facciamo, non quello...io credo che sia importante condividere quello che veramente senti che vale la pena di condividere".
Tu pensi che sia importante condividere per questo? Eh NO! È proprio il contrario... è proprio perché per la Maier il suo "piacere" o la sua "passione", o la sua "ossessione", o il suo "dolore", o la sua "visione" (della vita e della fotografia), o il suo modo di "vedere", di "essere", di "vivere" ecc... si fermava nel 95% dei casi, allo scatto...che si dovevano rispettare le sue motivazioni per fare fotografia, la sua logica e il suo modo di averla gestita.
Infine, ha fatto un paio di passaggi che sono al limite dell' inconcepibile:
Al 5,39:
"Quindi, è importante davvero condividere con gli altri? O è meglio tenere le nostre cose per noi stessi? Vivian Maier ci insegna che entrambe le cose hanno valore. La fotografia può essere un viaggio interiore, ma anche un ponte verso il mondo"
NO! Ma proprio no!
Vivian Maier non ci ha assolutamente insegnato che entrambi le cose hanno valore. Non ti ha insegnato affatto che è importante condividere con gli altri... è esattamente il contrario, ti ha insegnato che, secondo determinate motivazioni, logiche, pensieri, modi di vivere ecc la tua fotografia è e deve restare una pratica privata, riservata e personale.
Il fatto che le sue fotografie abbiano dimostrato che era una grande fotografa... non equivale affatto al tuo pensiero che dal momento che quella fotografia è forte e potente allora è importante condividerla con gli altri... questa è una tua equazione evidentemente sbagliata.
Si possono scrivere libri (anche eccezionali) senza volerli affatto pubblicare e senza volerli condividere con il mondo...stessa cosa con la pittura, la musica, la scultura, la poesia ecc.
Quando poi al minuto 6,43 hai citato l'esempio del ragazzo che hai conosciuto e che fotografava per sé stesso "a me non interessa, le faccio per me le fotografie" e non condivideva una foto...hai davvero toccato il "limite", quando hai detto:
"si, comprendo questa sua filosofia, ma non la condivido... perché appunto, se non condividi le tue fotografie, se non condividi la tua arte, che senso ha farla?"
Ecco, qui siamo "quasi" all'assurdo...
Se non condivido la mia arte perché la faccio? Che senso ha farla?
Lascio a tutti gli utenti il paradosso di un'affermazione che non ha alcun senso, e che definisce bene quelli che dal mio personalissimo punto di vista ritengo siano i "limiti" (sottolineo personalissimo e l'obbligo delle virgolette) di un pensiero che tende e cerca di fare diventare "universale" un concetto e un modo di vedere la fotografia che al contrario è assolutamente e squisitamente personale.
"Se non condividi le tue fotografie, se non condividi la tua arte, che senso ha farla?"
Trovo che non ci sia niente di più sbagliato!
Complimenti bel video! raccontato egregiamente. Sposo entrambe le tesi ma solo se condividi puoi valutare se il tuo lavoro viene compreso e i suggerimenti o critiche costruttive posso aiutarci a fare sempre meglio.
Grazie mille!
Vivian Maier non faceva nemmeno sviluppare i rullini. Ne ha sviluppati lei personalmente all'inizio, poi comprava i rullini, li usava, ma poi cominciò a non svilupparli. Quello che più stupisce è che lei aveva una Rolleiflex senza esposimetro e le foto che ci sono arrivate sono tutte bene esposte. Se pensiamo che oggi la quasi totalità dei fotografi non sa esporre senza un aiuto analogico o digitale al quale fare riferimento, questo particolare la dice lunga sulla sua capacità di capire tempi di esposizione, di scatto e apertura diaframma senza alcun tipo di aiuto.
Unica Vivian 😌
Per tanti la fotografia è un dialogare con le proprie intimità,per svelare altri mondi. Che a altri non interessano per conformismo culturale. L' individualismo ti permette di guardare e perciò vedere rispettando una tua natura interiore . Sarebbe molto difficile fare vedere le proprie fotografie e avere un giudizio che tenga conto del rispetto che si deve a qualcosa che è generato dalla propria intellettualità nella società attuale.
Uno spunto di riflessione molto interessante! Grazie
Ho scattato credo migliaia di foto, ma le ho mostrate solo a relativamente pochi amici… fotografo per me! Non so se potrebbe piacermi mostrarle ad estranei.
Capisco la tua tesi ma non la condivido, credo che l'arte bisogna sempre condividerla.
Se non si è dei professionisti, si fotografa principalmente per se stessi .
Complimenti.
Grazie 🙏🏻
Forse non voleva lasciarsi condizionare, voleva esprimersi liberamente senza rischiare inquinamenti indotti da giudizi altrui.
Probabile
Adoro questi contenuti!!! 🙌 bravo
Grazie ✌🏻
Viviana Mayer, bravissima, la migliore x me, io penso che non le condivideva perché una volta viste sarebbero state accantonate e quindi tolta quella magia che sente il fotografo
Unica Vivian 😉
Non tra i miei fotografi preferiti… Dovresti dedicare un video a Mike Brodie.
Te lo sei perso? L’ho già fatto qualche settimana fa, lo trovi qui nel canale 😉
@ vero! L’ho scoperto grazie a te… Con l‘età, inizio ad avere problemi di memoria. 😂😂😂.
Rilancio: Valerio Bispuri (reportagista).