Buongiorno professore. Volevo chiederle se a suo avviso il Crocifisso di Maestro Guglielmo - al netto del fatto di rimanere ancora aderente all'iconografia del Cristo triumphans - si possa già considerare dal punto di vista formale una grande anticipazione delle soluzioni a cui pervengono Cimabue e Giotto nella resa della naturalezza del corpo del Cristo e nel rifiuto del linearismo di matrice bizantina.
Sicuramente si tratta di un punto di passaggio importante, in cui le novità formali che porteranno alla rivoluzione giottesca cominciano ad emergere in modo chiaro. La versione dei libri di testo (e perciò anche la mia) è una semplificazione "funzionale", ma assolutamente estrema, di un tema che meriterebbe ben altri approfondimenti. Purtroppo, confrontandomi con studenti di quindici anni, ho la necessità di semplificare ed estremizzare le posizioni mettendo in ombra le "sfumature". Quella che lei segnala è una di queste sfumature, ed una delle più interessanti.
@@claudiopepi Grazie per la risposta innanzi tutto. Infatti, sono consapevole delle esigenze di sintesi per una esposizione scolastica. Mi saprebbe indicare un testo che affronti in maniera organica il tema del rapporto tra la pittura medievale occidentale e quella bizantina? I testi su cui sto studiando purtroppo affrontano sempre questo periodo in maniera frammentaria e poco chiara da questo punto di vista.
Si tratta di argomenti specialistici, più da rivista universitaria (prospettiva, paragone, iconografica etc.) Che non da saggi di divulgazione. Quando ancora studiavo si occupava di argomenti del genere il prof Michele Bacci, ordinario di iconografia medievale all'Università di Siena. Partendo da lì può sicuramente costruirsi una bibliografia
Semplicità di esposizione e chiarezza, il miglior canale di arte su UA-cam. Complimenti davvero.
Nel museo di san matteo a Pisa c'è una sala dedicata ai crocifissi lignei
Buongiorno professore. Volevo chiederle se a suo avviso il Crocifisso di Maestro Guglielmo - al netto del fatto di rimanere ancora aderente all'iconografia del Cristo triumphans - si possa già considerare dal punto di vista formale una grande anticipazione delle soluzioni a cui pervengono Cimabue e Giotto nella resa della naturalezza del corpo del Cristo e nel rifiuto del linearismo di matrice bizantina.
Sicuramente si tratta di un punto di passaggio importante, in cui le novità formali che porteranno alla rivoluzione giottesca cominciano ad emergere in modo chiaro. La versione dei libri di testo (e perciò anche la mia) è una semplificazione "funzionale", ma assolutamente estrema, di un tema che meriterebbe ben altri approfondimenti. Purtroppo, confrontandomi con studenti di quindici anni, ho la necessità di semplificare ed estremizzare le posizioni mettendo in ombra le "sfumature". Quella che lei segnala è una di queste sfumature, ed una delle più interessanti.
@@claudiopepi Grazie per la risposta innanzi tutto.
Infatti, sono consapevole delle esigenze di sintesi per una esposizione scolastica. Mi saprebbe indicare un testo che affronti in maniera organica il tema del rapporto tra la pittura medievale occidentale e quella bizantina? I testi su cui sto studiando purtroppo affrontano sempre questo periodo in maniera frammentaria e poco chiara da questo punto di vista.
Si tratta di argomenti specialistici, più da rivista universitaria (prospettiva, paragone, iconografica etc.) Che non da saggi di divulgazione. Quando ancora studiavo si occupava di argomenti del genere il prof Michele Bacci, ordinario di iconografia medievale all'Università di Siena. Partendo da lì può sicuramente costruirsi una bibliografia