Scusate se mi permetto di dare il mio modesto contributo, per una relazione tra la scultura e l’architettura bisogna guardare alla nascita del postmodernismo in scultura, specialmente come si presenta attraverso gli “scultori” della land art o delle istallazioni che iniziano negli anni 60-70. Un’analisi secondo un digramma logico-matematico “strutturalista” delle relazioni tra scultura/architettura/paesaggio è dato da Rosalind Krauss in un suo articolo fondamentale “Sculpture in the expanded field” del ‘79. Questo influenzò molto l’esperienza di alcuni architetti e scuole di architettura ma per breve tempo, di li a poco il decostruzionismo, sulle ali di una libertà ideologica quanto caotica di creare strutture ci ha portato alla condizione contemporanea in cui vale tutto, se c’è il consenso contestuale, o abbastanza soldi e/o potere per farlo. A mio modesto parere l’approccio che si è venuto a delineare con una logica strutturalista basato su opposizioni binarie non è tanto una limitazione della libertà, quanto un dispositivo poetico molto efficace. Cosa tra l’altro, quella della pura strumentalità (non quindi con valore ontologico) dello strutturalismo, sottolineata da Umberto Eco ne il La struttura assente. Non mancano infatti architetti bravi tuttora praticanti che si richiamano apertamente agli artisti della land art o dell’arte povera, uno su tutti l’ottimo Peter Zumthor. Caro prof. Queste lezioni sono meravigliosamente efficaci, grazie.
Video fantastico
grazie!
BELLISSIMO VIDEO PROF.
la ringrazio.
Salve e grazie per le lezioni. Potrebbe fare un video sulla Torsione in maniera approfondita?
ci proverò...
@@Romaprof grazie mille
Prof potrebbe fare un video dove spiega le materie plastiche
ma...nn è il mio campo
@@Romaprof ok mi scusi
@@angiisgro3158 de nada...mi dispiace..
Scusate se mi permetto di dare il mio modesto contributo, per una relazione tra la scultura e l’architettura bisogna guardare alla nascita del postmodernismo in scultura, specialmente come si presenta attraverso gli “scultori” della land art o delle istallazioni che iniziano negli anni 60-70. Un’analisi secondo un digramma logico-matematico “strutturalista” delle relazioni tra scultura/architettura/paesaggio è dato da Rosalind Krauss in un suo articolo fondamentale “Sculpture in the expanded field” del ‘79.
Questo influenzò molto l’esperienza di alcuni architetti e scuole di architettura ma per breve tempo, di li a poco il decostruzionismo, sulle ali di una libertà ideologica quanto caotica di creare strutture ci ha portato alla condizione contemporanea in cui vale tutto, se c’è il consenso contestuale, o abbastanza soldi e/o potere per farlo.
A mio modesto parere l’approccio che si è venuto a delineare con una logica strutturalista basato su opposizioni binarie non è tanto una limitazione della libertà, quanto un dispositivo poetico molto efficace. Cosa tra l’altro, quella della pura strumentalità (non quindi con valore ontologico) dello strutturalismo, sottolineata da Umberto Eco ne il La struttura assente. Non mancano infatti architetti bravi tuttora praticanti che si richiamano apertamente agli artisti della land art o dell’arte povera, uno su tutti l’ottimo Peter Zumthor.
Caro prof. Queste lezioni sono meravigliosamente efficaci, grazie.