Buongiorno Prof, Come Curdo-Italiano La ringrazio di cuore per questo appello. In un momento storico dove c’è il silenzio totale della sinistra europea il suo appello mi da una minima speranza per il futuro.
Quest'intervento le fa onore, professore. Aggiungo che mai nella storia si è verificato un processo costituente partecipativo e aperto alla società civile, come quello che ha portato alla formulazione del Contratto Sociale dei Popoli della Siria Orientale e Settentrionale (ultima modifica, dicembre 2023 - fonte AANES). E mai nella storia un'esperienza di autogoverno dal basso è durata così tanti anni (e speriamo che continui a durare).
Questo perché il Rojava nasce da un'applicazione concreta dei princìpi dell'anarchismo, e per questo, cioè per il suo sbattere in faccia al mondo che l'autoregolamentazione e la democrazia diretta sono possibili, è il più grande pericolo per il potere costituito (purtroppo, anche per le cosiddette "democrazie liberali").
Mah! In realtà in principi 'anarco-comunardi' sono stati implementati pera grande omogeneità culturale di quelle zone. Non è una situazione comparabile alla complessità economica e sociale delle democrazie occidentali. La democrazia diretta è efficace sui piccoli cabotaggi ma non nelle grandi situazioni. Lì il meccanismo della rappresentanza è ancora il più efficace.
Non sono daccordo sul fatto che il rojava e le ypg/ypj non abbiano possibilita di vittoria, la guerra purtroppo o per fortuna non è una partita a risiko, dove chi ha piu carrarmati vince, ci sono innumerevoli esempi nella storia (soprattotto moderna e contemporane) dove piccoli eserciti, milizie, rivoluzionari ma anche terroristi o signori della guerra locali, riescono a vincere (o almeno a non perdere) contro eserciti di super potenze economico-militari. Lo so sono un ottimista, ma appunto nella storia abbiamo visto di tutto, e non si puo dare per scontata una vittoria o una sconfitta solo in basa alla potenza economico-militare.
il punto è che i Turchi hanno acquisito il diritto a spazzarli via dagli Stati Uniti grazie alla loro politico ondivaga, ma sostanzialmente anti russa. Nessuno li fermerà se non loro stessi. La UE sta per rifornire di altre vagonate di milioni di euro le finanze turche con la scusa dei rimpatri dei Siriani, i curdi non hanno speranze.
Il problema non sono i carrarmati né gli eserciti, il problema è la tecnologia e purtroppo la guerra contemporanea si basa su questa. La Turchia è piena zeppa di droni e ho paura che i curdi per resistere agli attacchi combinati Drone-forze terrestri con solo le loro forze dovranno nascondersi :(
Posto che non so se l'esperienza Curda sopravviverà, vorrei solo fare un appunto. Si diceva lo stesso dell'Afghanistan coi sovietici (non può sopravvivere all'intervento sovietico), e di tante altre realtà geografiche contenute messe contro il proprio gigante regionale. Non è così scontato il risultato. Il territorio del Kurdistan siriano è tutt'altro che ospitale e le forze locali lo conoscono bene. Posto anche che bisognerà vedere cosa faranno gli USA (che appoggiavano i curdi solo in funzione anti-assad e per arricchirsi con i depositi petroliferi locali) e la determinazione delle milizie e della Turchia, mi sembra prematuro formulare una previsione sull'esito di questa situazione.
Mi sembra pervaso di creatività nel trovare tracce di autodeterminazione degli uomini nel sistema Sinoamericano e considerarlo l'elemento determinante che distingue questi sistemi rispetto agli altri , mentre la realtà dimostra che divergono solo dal potenziale organizzativo del proprio potere , tramutato in violenza sulle persone.
Quasi tutti gli Stati basano la loro esistenza sul concetto di nemico. Può essere militare (Korea del Sud vs Korea del Nord, USA contro ISLAM, Russia contro Ucraina) o civile (immigrati, terroristi, dsfattisti di turno). I nemici dei Turchi sono i Curdi potrebbero anche essere gli Israeliani ma hanno paura che gli facciano il c....
Non ho mai ben capito la singolarità curda, e mi piacerebbe tantissimo un video che risponda alle seguenti, che spero stimolino a discuterne. Leggendo il manifesto sul centralismo democratico di Ocalan, non traspare benissimo se definibile aderente a visioni comuniste, o piuttosto comunitarie e di democratica (che io chiamo "sbracata e idealista liberale") integrazione dei popoli, senza sottolineatura del metodo pratico sul come integrarli a guerra finita: stringendo la mano, mentre inevitabili interessi regionali di investimento ridaranno spinta in senso opposto a un nuovo conflitto? Parlando molto seriamente: cosa si intenderà fare delle classi possidenti, levatrici degli scontri stessi per via dei propri interessi (vedi sotto)? Purtroppo, la storia avanza per rapporti di forza, nel caso delle invocazioni di bontà scontata che tutti ci vogliamo non si inquadra né questo popolo, né le soluzioni. Ricordiamoci che Engels scrisse un capitolo dell'Antidühring sull'uso della violenza, e non è mai stato un matto irragionevole. Inoltre, non ho capito se, nella loro corrente principale, la proprietà privata è dichiarata un furto ed illegale, o se anche in quei luoghi ospitanti ormai 40 milioni di persone si lascia borghesia e capitale generalmente in mano ai privati, caso da cui ancora una volta ci si dovrebbe dissociare. Lo dico perché sono davvero preoccupato per l'involuzione a cui sono destinate tutte le realtà di cui, stranamente, stiamo finendo per sottolineare solo il diritto alla determinazione nazionale (quale, quella dell'istituzione di un parlamento borghese? Di un popolo, dove questo termine ombrello racchiude imprenditori, industriali, affittuari, e non invece solo lavoratori? Dove il salario è cosa buona e giusta, invece che la sanzione del furto a cui siamo sottoposti quotidianamente nell'estorsione del nostro pluslavoro?), la libertà della donna, e di tutti quei diritti civili a basso prezzo. Ossia, intendo, che non intaccano affatto i gangli della gerarchia economica che andrà inevitabilmente a istituirsi nel fantastico mondo del capitale - foraggiatrice dei conflitti fratricidi come da sempre abbiamo visto essere stato - se continueremo a omettere il focus sui diritti sociali e su come si pianifica di garantirli. Alessandra Ciattini, docente dell'Università popolare Antonio Gramsci, sottolinea più e più volte questa reversione di priorità, che mai è a caso in un mondo che non ne vuol sapere di cambiare assetto produttivo per via della diffusione dell'ideologia della classe dominante: quella proprietaria dei mezzi di produzione, opposta agli interessi di tutti noi salariati (curdi, turchi, iracheni, o siriani che siano). Poi, ci sono anche i finanziamenti, da più di 5 anni sicuramente, da parte di Israele. Al di là delle intenzioni di un gruppo, la realtà materiale delle sue dipendenze lo determina, nella lunga corsa, nelle sue ideologie. "Le idee non piovono dal cielo", infatti, ci ricorderebbe Labriola
Sicuramente non si tratta, al momento, di una rivoluzione comunista, ma piuttosto mutualista, libertaria e radicalmente democratica. Ti consiglio di leggere il Contratto Sociale della DAANES (Democratic Autonomous Administration of Northern and Eastern Syria), la cui ultima modifica risale a dicembre 2023, a seguito di un lunghissimo processo costituente partecipativo, che ha coinvolto i singoli villaggi e quartieri. Ti cito alcuni articoli: Articolo 69 Le ricchezze e le risorse naturali sono patrimonio pubblico della società. È vietato convertirli in proprietà privata ed il loro investimento, la loro gestione e il loro smaltimento sono regolati equamente dalla legge. Articolo 70 La proprietà privata è protetta e non può essere sottratta se non per l'interesse pubblico. Essa deve essere compensata in modo equo e ciò è regolato dalla legge. Articolo 71 È vietato possedere e donare beni a scopo di cambiamento demografico.
Articolo 73 La proprietà intellettuale è protetta e regolata dalla legge. Articolo 105 Consiglio dell'Economia e dell'Agricoltura: È composto da rappresentanti delle istituzioni economiche, dei sindacati e delle associazioni degli agricoltori, allevatori, delle camere di commercio e dell'industria, dell'unione degli artigiani, dei centri di ricerca e dei rappresentanti delle scuole specializzate di ingegneri, veterinari e ingegneri agricoli. Sviluppa e realizza il sistema economico di una società confederale democratica, basata principalmente su un'economia ecologica, partecipativa e comunitaria. Si oppone a tutti i tipi di monopolio e lavora per sviluppare il principio e il concetto di condivisione: energia, terra e acqua. Apre accademie che qualificano il personale economico. Costituisce cooperative che realizzino un'economia partecipativa e sviluppa progetti nel campo delle fonti sicure per le importazioni e gli investimenti. Lavora in coordinamento con gli organi finanziari e comitati per aprire la strada all'investimento di denaro nell'economia comunale. Non c'è quindi alcuna imposizione della proprietà pubblica dei mezzi di produzione in stile bolscevico, perché evidentemente una tale misura incontrerebbe l'opposizione delle stesse classi subordinate, spesso proprietarie di piccole proprietà e gelose della propria autonomia. Si preferisce un approccio più graduale e pragmatico, senza troppi fronzoli e seghe mentali: si garantisce la proprietà privata e poi si finanzia e si incentiva la costituzione di cooperative, intese come federazione democratica di piccole proprietà, istituendo assemblee e consigli che le governino orizzontalmente. Tali cooperative, sostenute dalle istituzioni di prossimità, dovrebbero riuscire a emancipare i salariati, che abbandonerebbero le loro vecchie proprietà per aggregarsi alle cooperative. Le leggi della competizione di mercato provvederebbero quindi a far fallire il grande capitale, a corto di forza-lavoro, e comunque soggetto a un regime di tassazione tipicamente socialdemocratico. In conclusione: la via adottata, al momento, è quella del pluralismo economico, con una spinta gentile all'economia cooperativa. Si tenga sempre conto che si tratta di un'economia di guerra dipendente in gran parte dalle esportazioni di greggio negli Stati Uniti, che quindi chiarificano i reali motivi della protezione militare USA.
Wow! Un manifesto non dava una spiegazione esauriente dei metodi di lotta? Ma non mi dire. Non per essere condiscendente, ma il tempo speso a scrivere queste tue domande lunghe non sarebbe meglio speso a cercare risposte in un luogo più adatto dei commenti YT?
@tiziocaio2631 ??? È proprio perché arrivo a chiederlo a una persona erudita come Saudino, che mi pare io non abbia trovato documenti che mi rispondano!! Inoltre, un manifesto, eccome se può dare linee guida, specialmente sulla più importante delle domande: "Che fare?" Non mi pare nemmeno lungo una angusta pagina e mezzo, ed è il documento più importante in assoluto!! In aggiunta: ma chi è un ricercatore in scienze umane tale da trovare documentazione attendibile, oltre a quella pubblicata e di più facile reperibilità? Io, che mi chiamo jacconuotatore su youtube? È chiaro che cerco un aiuto ed un momento di dibattito!! Ma figurati se invogliato a sottolineare punti così discriminanti oggi con questi attacchi ironici sul personale mediante domande retoriche che vogliono definirmi un po' duro di comprendonio e vanitoso, rimaniamo allora nel woke liberal democratico, e pace. Socialmente, a cosa è servito il tuo commento??
Quando Resisti per “esistere” cioè in gioco c’è proprio la lotta per essere riconosciuti (i curdi siriani non hanno mai avuto neanche una carta d’identità) e quando non hai nessun alleato ovvio che non puoi rifiutare un sostegno. I curdi resistono per esistere e questo dice tutto
@ugurbilkay-t5w no, non è proprio così. La storia dell'Afghanistan ne è un esempio di come un gruppo di islamisti radicali, prima finanziati da Arabia saudita e usa in funzione anti Urss, abbiano ribaltato e fatti propri i rapporti internazionali, e ora sono a capo del loro stato. Chiaramente il popolo afghano, pur avendo al suo interno molte minoranze, è sempre stato più unito rispetto ai curdi, che non si sono mai voluti unire. Tanto è che i curdi iracheni sono in profondo contrasto coi curdi siriani.
La questione ha origini molto lontane nel tempo e gli americani non hanno avuto parte nelle vicende storiche che hanno condotto alla situazone attuale, quando vennero tracciati i confini degli stati mediorientali erano bel altri gli attori protagonisti, ricondurre tutto agli USA è sintomo di scarsa comprensione della questione. Saluti
@giovannipintore4869 non torniamo indietro di troppo. I curdi del rojava o meglio l'entità politica,ovvero il pkk non esisteva durante gli accordi tra UK e Francia, per cui il commento ha poco senso. Rimane il fatto che, carte alla mano, i curdi del rojava si allearono con gli usa per diventare i loro boots on the ground nell'ultima guerra civile siriana, sperando in ciò di avere un peso e uno scudo contro la turchia. Cosa che gli usa non si possono e nemmeno si potevano permettere
@@giovannipintore4869 Noi occidentali che ci illudiamo sempre di supportare i popoli che anelano alla libertà e alla democrazia e poi quando le cose si fanno difficili giriamo i tacchi e ce ne andiamo lasciando più casino di prima. Saluti
@@massimomarangoni8190 Noi occidentali non supportiamo tutti i popoli che anelano alla libertà, ma solo alcuni, sulla base di calcoli di convenienza del tutto legittimi, in altri casi supportiamo regimi che con la libertà hanno un pessimo rapporto, ma va bene ugualmente per i motivi di prima. Saluti
Buongiorno Prof,
Come Curdo-Italiano La ringrazio di cuore per questo appello. In un momento storico dove c’è il silenzio totale della sinistra europea il suo appello mi da una minima speranza per il futuro.
la sinistra europea ha commesso Seppuku in due tempi, la prima volta in Serbia dove ha acquisito il "tantō" poi in Ucraina lo ha usato per suicidarsi.
Quest'intervento le fa onore, professore. Aggiungo che mai nella storia si è verificato un processo costituente partecipativo e aperto alla società civile, come quello che ha portato alla formulazione del Contratto Sociale dei Popoli della Siria Orientale e Settentrionale (ultima modifica, dicembre 2023 - fonte AANES). E mai nella storia un'esperienza di autogoverno dal basso è durata così tanti anni (e speriamo che continui a durare).
Questo perché il Rojava nasce da un'applicazione concreta dei princìpi dell'anarchismo, e per questo, cioè per il suo sbattere in faccia al mondo che l'autoregolamentazione e la democrazia diretta sono possibili, è il più grande pericolo per il potere costituito (purtroppo, anche per le cosiddette "democrazie liberali").
Mah!
In realtà in principi 'anarco-comunardi' sono stati implementati pera grande omogeneità culturale di quelle zone. Non è una situazione comparabile alla complessità economica e sociale delle democrazie occidentali. La democrazia diretta è efficace sui piccoli cabotaggi ma non nelle grandi situazioni. Lì il meccanismo della rappresentanza è ancora il più efficace.
E finalmente si parla del Rojava. Grazie professore, abbiamo gli occhi puntati sul nord della Siria
Professore, sarebbe interessante ascoltare un suo approfondimento sul Rojava, che lo analizzi dal punto di vista filosofico-politico.
Buongiorno Prof!
Buongiorno Professore! ☕🏳️🌈
Non sono daccordo sul fatto che il rojava e le ypg/ypj non abbiano possibilita di vittoria, la guerra purtroppo o per fortuna non è una partita a risiko, dove chi ha piu carrarmati vince, ci sono innumerevoli esempi nella storia (soprattotto moderna e contemporane) dove piccoli eserciti, milizie, rivoluzionari ma anche terroristi o signori della guerra locali, riescono a vincere (o almeno a non perdere) contro eserciti di super potenze economico-militari. Lo so sono un ottimista, ma appunto nella storia abbiamo visto di tutto, e non si puo dare per scontata una vittoria o una sconfitta solo in basa alla potenza economico-militare.
il punto è che i Turchi hanno acquisito il diritto a spazzarli via dagli Stati Uniti grazie alla loro politico ondivaga, ma sostanzialmente anti russa. Nessuno li fermerà se non loro stessi. La UE sta per rifornire di altre vagonate di milioni di euro le finanze turche con la scusa dei rimpatri dei Siriani, i curdi non hanno speranze.
@@davidedemartino679 La Turchia anti-russa? Sono i più vicini alla Russia con l'Ungheria
Il problema non sono i carrarmati né gli eserciti, il problema è la tecnologia e purtroppo la guerra contemporanea si basa su questa. La Turchia è piena zeppa di droni e ho paura che i curdi per resistere agli attacchi combinati Drone-forze terrestri con solo le loro forze dovranno nascondersi :(
In effetti mi domandavo quando avrebbero cominciato con il Rojava.
buongiorno. Purtroppo era ovvio che accadesse
Posto che non so se l'esperienza Curda sopravviverà, vorrei solo fare un appunto. Si diceva lo stesso dell'Afghanistan coi sovietici (non può sopravvivere all'intervento sovietico), e di tante altre realtà geografiche contenute messe contro il proprio gigante regionale. Non è così scontato il risultato. Il territorio del Kurdistan siriano è tutt'altro che ospitale e le forze locali lo conoscono bene.
Posto anche che bisognerà vedere cosa faranno gli USA (che appoggiavano i curdi solo in funzione anti-assad e per arricchirsi con i depositi petroliferi locali) e la determinazione delle milizie e della Turchia, mi sembra prematuro formulare una previsione sull'esito di questa situazione.
i sovietici sono stati sconfitti dai soldi USA ai talebani. Nessuno finanzia i Curdi.
Buona Giornata a Tutte e a Tutti!
Grazie Matteo
Era ovvio Prof, terribilmente ovvio
😪
Mi sembra pervaso di creatività nel trovare tracce di autodeterminazione degli uomini nel sistema Sinoamericano e considerarlo l'elemento determinante che distingue questi sistemi rispetto agli altri , mentre la realtà dimostra che divergono solo dal potenziale organizzativo del proprio potere , tramutato in violenza sulle persone.
Ma io vorrei capire perché i turchi ce l' hanno così tanto a morte con sti poveri curdi.
Perchè si vogliono prendere quel pezzo di terra
Perché una parte della turchia ha una grande minoranza curda, che vuole o voleva l'indipendenza. A differenza dei curdi iracheni.
Per lo stesso motivo per cui la Spagna ce l'ha coi baschi e catalani quando vogliono diventare indipendenti
Leggiti la storia del PKK e le sue evoluzioni.
Quasi tutti gli Stati basano la loro esistenza sul concetto di nemico. Può essere militare (Korea del Sud vs Korea del Nord, USA contro ISLAM, Russia contro Ucraina) o civile (immigrati, terroristi, dsfattisti di turno). I nemici dei Turchi sono i Curdi potrebbero anche essere gli Israeliani ma hanno paura che gli facciano il c....
Si tengano gli americani
Non ho mai ben capito la singolarità curda, e mi piacerebbe tantissimo un video che risponda alle seguenti, che spero stimolino a discuterne.
Leggendo il manifesto sul centralismo democratico di Ocalan, non traspare benissimo se definibile aderente a visioni comuniste, o piuttosto comunitarie e di democratica (che io chiamo "sbracata e idealista liberale") integrazione dei popoli, senza sottolineatura del metodo pratico sul come integrarli a guerra finita: stringendo la mano, mentre inevitabili interessi regionali di investimento ridaranno spinta in senso opposto a un nuovo conflitto? Parlando molto seriamente: cosa si intenderà fare delle classi possidenti, levatrici degli scontri stessi per via dei propri interessi (vedi sotto)? Purtroppo, la storia avanza per rapporti di forza, nel caso delle invocazioni di bontà scontata che tutti ci vogliamo non si inquadra né questo popolo, né le soluzioni. Ricordiamoci che Engels scrisse un capitolo dell'Antidühring sull'uso della violenza, e non è mai stato un matto irragionevole. Inoltre, non ho capito se, nella loro corrente principale, la proprietà privata è dichiarata un furto ed illegale, o se anche in quei luoghi ospitanti ormai 40 milioni di persone si lascia borghesia e capitale generalmente in mano ai privati, caso da cui ancora una volta ci si dovrebbe dissociare. Lo dico perché sono davvero preoccupato per l'involuzione a cui sono destinate tutte le realtà di cui, stranamente, stiamo finendo per sottolineare solo il diritto alla determinazione nazionale (quale, quella dell'istituzione di un parlamento borghese? Di un popolo, dove questo termine ombrello racchiude imprenditori, industriali, affittuari, e non invece solo lavoratori? Dove il salario è cosa buona e giusta, invece che la sanzione del furto a cui siamo sottoposti quotidianamente nell'estorsione del nostro pluslavoro?), la libertà della donna, e di tutti quei diritti civili a basso prezzo. Ossia, intendo, che non intaccano affatto i gangli della gerarchia economica che andrà inevitabilmente a istituirsi nel fantastico mondo del capitale - foraggiatrice dei conflitti fratricidi come da sempre abbiamo visto essere stato - se continueremo a omettere il focus sui diritti sociali e su come si pianifica di garantirli. Alessandra Ciattini, docente dell'Università popolare Antonio Gramsci, sottolinea più e più volte questa reversione di priorità, che mai è a caso in un mondo che non ne vuol sapere di cambiare assetto produttivo per via della diffusione dell'ideologia della classe dominante: quella proprietaria dei mezzi di produzione, opposta agli interessi di tutti noi salariati (curdi, turchi, iracheni, o siriani che siano). Poi, ci sono anche i finanziamenti, da più di 5 anni sicuramente, da parte di Israele. Al di là delle intenzioni di un gruppo, la realtà materiale delle sue dipendenze lo determina, nella lunga corsa, nelle sue ideologie. "Le idee non piovono dal cielo", infatti, ci ricorderebbe Labriola
Sicuramente non si tratta, al momento, di una rivoluzione comunista, ma piuttosto mutualista, libertaria e radicalmente democratica. Ti consiglio di leggere il Contratto Sociale della DAANES (Democratic Autonomous Administration of Northern and Eastern Syria), la cui ultima modifica risale a dicembre 2023, a seguito di un lunghissimo processo costituente partecipativo, che ha coinvolto i singoli villaggi e quartieri.
Ti cito alcuni articoli:
Articolo 69
Le ricchezze e le risorse naturali sono patrimonio pubblico della società. È vietato convertirli in
proprietà privata ed il loro investimento, la loro gestione e il loro smaltimento sono regolati equamente
dalla legge.
Articolo 70
La proprietà privata è protetta e non può essere sottratta se non per l'interesse pubblico. Essa deve essere
compensata in modo equo e ciò è regolato dalla legge.
Articolo 71
È vietato possedere e donare beni a scopo di cambiamento demografico.
Articolo 73
La proprietà intellettuale è protetta e regolata dalla legge.
Articolo 105
Consiglio dell'Economia e dell'Agricoltura:
È composto da rappresentanti delle istituzioni economiche, dei sindacati e delle associazioni degli
agricoltori, allevatori, delle camere di commercio e dell'industria, dell'unione degli artigiani, dei centri di
ricerca e dei rappresentanti delle scuole specializzate di ingegneri, veterinari e ingegneri agricoli. Sviluppa e
realizza il sistema economico di una società confederale democratica, basata principalmente su
un'economia ecologica, partecipativa e comunitaria. Si oppone a tutti i tipi di monopolio e lavora per
sviluppare il principio e il concetto di condivisione: energia, terra e acqua. Apre accademie che qualificano il
personale economico. Costituisce cooperative che realizzino un'economia partecipativa e sviluppa progetti
nel campo delle fonti sicure per le importazioni e gli investimenti. Lavora in coordinamento con gli organi
finanziari e comitati per aprire la strada all'investimento di denaro nell'economia comunale.
Non c'è quindi alcuna imposizione della proprietà pubblica dei mezzi di produzione in stile bolscevico, perché evidentemente una tale misura incontrerebbe l'opposizione delle stesse classi subordinate, spesso proprietarie di piccole proprietà e gelose della propria autonomia. Si preferisce un approccio più graduale e pragmatico, senza troppi fronzoli e seghe mentali: si garantisce la proprietà privata e poi si finanzia e si incentiva la costituzione di cooperative, intese come federazione democratica di piccole proprietà, istituendo assemblee e consigli che le governino orizzontalmente. Tali cooperative, sostenute dalle istituzioni di prossimità, dovrebbero riuscire a emancipare i salariati, che abbandonerebbero le loro vecchie proprietà per aggregarsi alle cooperative. Le leggi della competizione di mercato provvederebbero quindi a far fallire il grande capitale, a corto di forza-lavoro, e comunque soggetto a un regime di tassazione tipicamente socialdemocratico.
In conclusione: la via adottata, al momento, è quella del pluralismo economico, con una spinta gentile all'economia cooperativa.
Si tenga sempre conto che si tratta di un'economia di guerra dipendente in gran parte dalle esportazioni di greggio negli Stati Uniti, che quindi chiarificano i reali motivi della protezione militare USA.
Wow! Un manifesto non dava una spiegazione esauriente dei metodi di lotta? Ma non mi dire. Non per essere condiscendente, ma il tempo speso a scrivere queste tue domande lunghe non sarebbe meglio speso a cercare risposte in un luogo più adatto dei commenti YT?
@tiziocaio2631 ??? È proprio perché arrivo a chiederlo a una persona erudita come Saudino, che mi pare io non abbia trovato documenti che mi rispondano!! Inoltre, un manifesto, eccome se può dare linee guida, specialmente sulla più importante delle domande: "Che fare?"
Non mi pare nemmeno lungo una angusta pagina e mezzo, ed è il documento più importante in assoluto!! In aggiunta: ma chi è un ricercatore in scienze umane tale da trovare documentazione attendibile, oltre a quella pubblicata e di più facile reperibilità? Io, che mi chiamo jacconuotatore su youtube? È chiaro che cerco un aiuto ed un momento di dibattito!! Ma figurati se invogliato a sottolineare punti così discriminanti oggi con questi attacchi ironici sul personale mediante domande retoriche che vogliono definirmi un po' duro di comprendonio e vanitoso, rimaniamo allora nel woke liberal democratico, e pace. Socialmente, a cosa è servito il tuo commento??
Questo è quello che succede quando ci si allena con gli usa.
Quando Resisti per “esistere” cioè in gioco c’è proprio la lotta per essere riconosciuti (i curdi siriani non hanno mai avuto neanche una carta d’identità) e quando non hai nessun alleato ovvio che non puoi rifiutare un sostegno. I curdi resistono per esistere e questo dice tutto
@ugurbilkay-t5w e questo è quello che succede.
@ugurbilkay-t5w no, non è proprio così. La storia dell'Afghanistan ne è un esempio di come un gruppo di islamisti radicali, prima finanziati da Arabia saudita e usa in funzione anti Urss, abbiano ribaltato e fatti propri i rapporti internazionali, e ora sono a capo del loro stato. Chiaramente il popolo afghano, pur avendo al suo interno molte minoranze, è sempre stato più unito rispetto ai curdi, che non si sono mai voluti unire. Tanto è che i curdi iracheni sono in profondo contrasto coi curdi siriani.
La questione ha origini molto lontane nel tempo e gli americani non hanno avuto parte nelle vicende storiche che hanno condotto alla situazone attuale, quando vennero tracciati i confini degli stati mediorientali erano bel altri gli attori protagonisti, ricondurre tutto agli USA è sintomo di scarsa comprensione della questione.
Saluti
@giovannipintore4869 non torniamo indietro di troppo. I curdi del rojava o meglio l'entità politica,ovvero il pkk non esisteva durante gli accordi tra UK e Francia, per cui il commento ha poco senso. Rimane il fatto che, carte alla mano, i curdi del rojava si allearono con gli usa per diventare i loro boots on the ground nell'ultima guerra civile siriana, sperando in ciò di avere un peso e uno scudo contro la turchia. Cosa che gli usa non si possono e nemmeno si potevano permettere
Avremo un altro motivo di cui vergognarci
Chi deve vergognarsi?
Saluti
@@giovannipintore4869 Noi occidentali che ci illudiamo sempre di supportare i popoli che anelano alla libertà e alla democrazia e poi quando le cose si fanno difficili giriamo i tacchi e ce ne andiamo lasciando più casino di prima. Saluti
@@massimomarangoni8190 Noi occidentali non supportiamo tutti i popoli che anelano alla libertà, ma solo alcuni, sulla base di calcoli di convenienza del tutto legittimi, in altri casi supportiamo regimi che con la libertà hanno un pessimo rapporto, ma va bene ugualmente per i motivi di prima.
Saluti