Mi hai stupito. Ecco. Non nel particolare per ciò che hai detto (la scrittura immersiva è il futuro della letteratura) ma per "l'umanità" con cui lo hai fatto, la professionalità e l'intento di aiutare. Da anni sento il tuo nome e ti immaginavo una persona diversa. Sono felice di averti "incontrato" così e continuerò ad ascoltarti. Complimenti al tuo lato di comunicatore.
Naturalmente. Però diciamo che nell'ambito della science fiction lo si sbaglia di più, rispetto ad altri generi letterari. Soprattutto da parte di autori che già hanno pubblicato...
Interessantissima la questione del punto di vista. Volevo proprio un video che approfondisse questo argomento! Non sarebbe male che facessi degli esempi concreti, magari dei titoli, per capire la differenza tra un onnisciente e un focalizzato o soggettivo. Bel video in ogni caso. Sempre utilissimi! Grazie!
@@FrancoForte-scrittore ho preso un libro di Marco P. Massai che sembra ben fatto e abbastanza interessante. Per ora ho letto i primi due capitoli, ma credo che il meglio sia più avanti.
Suggerimenti sempre molto utili. Per me il pdv è uno degli argomenti ostici. Ciò che mi ha colpito del video è anche il discorso dell'uscita dalla confort zone degli amici nerd fantascientifici. Se da una parte si vorrebbero portare le suggestioni della SF fuori dal genere, chi ne è fuori richiama i meccanismi tipici della SF per narrare situazioni che il realismo non è più in grado di padroneggiare con efficacia. Così si creano ibridazioni che forse scontentano i puristi ma potrebbero avvicinare un pubblico più mainstream. Che ne dici Franco?
è vero: uno degli errori più grossi che uno che vuole scrivere può fare è non leggere. Non tutti i lettori forti sono scrittori, ma se si vuole essere scrittori occorre essere lettori forti.
Penso che molti esordienti confondano l´auterevolezza della letteratura che consumano, con il modello di scrittura a cui ispirarsi. Nella scrittura vige ancora fortissmo il principio di "autoritas", una piaga per chi si apporccia in maniera del tutto autodidatta. Da un certo punto di vista è un fenomeno comprensibile ("se lo ha fatto Herbert posso farlo anche io"), ma se ci si ferma a riflettere si capisce che si tratta spesso di letteratura datata. è come se volessi programmare un app con il Basic: Il basic ha fatto storia, ma è obsoleto. Dunque penso che benissimo faccia Franco Forte a ricordare queste cose, anche se ad un certo punto mi aspetto che almeno sul PDV gli screttori esordienti abbiamo le idee chiare...
Sì, questo è un altro aspetto importante, che cerco di far comprendere a molti autori, spesso invano. Forse merita un approfondimento con un video apposito...
6:01 Avere profonda conoscenza della fantascienza tramite la lettura. 8:10 Diventare il personaggio superando il "narratore esterno" che sa tutto. 11:10 Esempio di scena per la gestione del punto di vista. 10:22 La narrativa raccontata/spiegata è fastidiosa e porta ed errori. 19:20 Far vivere al lettore l'azione, l'avventura, il viaggio dell'eroe. 21 minuti di valore, grazie. 🙏
Caro Franco, grazie per i consigli, ma le teorie sulla gestione del PdV sono ormai ben note, tranne che agli sprovveduti della prima ora che ti intasano la mailbox con le loro candidature al nobel per la fantascienza. Però il vero tallone d'Achille di tutte le storie di fantascienza, nessuna esclusa, non è la gestione del PdV che un bravo editor saprebbe come gestire senza distruggere la storia. È l'ambientazione. Ovvero quella serie di elementi che dovrebbero portare il lettore a immergersi in una cultura aliena (che sia una società distopica, una utopica o quasi come quella di Star Trek, o totalmente Aliena come nei romanzi di Hinz o in Neanche gli Dei di Asimov) e a concepire la possibilità di tecnologie futuribili come in Neuromancer, senza che ci siano incongruenze tra ciò che il lettore sperimenta ogni giorno e quello che viene descritto nel libro. La fantascienza prende la nostra realtà e ne immagina gli sviluppi tra x anni, o immagina cosa sarebbe accaduto x anni fa se un certo evento fosse andato diversamente (ucronia) o ipotizza l'esistenza di complotti, paleoastronauti, viaggiatori del tempo... ecc... ecc... ecc... e lo fa in modo da rispettare la rigorosità del metodo scientifico, ma con più libertà... va be', scusa, sto sommergendoti con uno spataffio di testo. Il punto è proprio l'ambientazione carente. Molti autori pensano che "siccome è fantascienza" hanno il potere di inventarsi le cose più strane come l'acido che scioglie i protoni o riportare in voga teorie come quelle dell'etere o del flogisto senza possedere alcuna base scientifica per sostenerle. Puoi tenere focalizzato un PdV quanto ti pare, ma se in un'ambientazione fantascientifica manca la coerenza, la storia sarà un purgante approssimativo da far rimpiangere Starcrash: scontri stellari oltre la quarta dimensione. Avevi rimosso eh? Magari in uno dei prossimi video ti va di analizzarne una, di ambientazione intendo, dall'alto della tua esperienza? Mi piacerebbe molto. Grazie per tutto e a presto.
Io sono il più grande scrittore di fantascienza e non sono stato né pubblicato né letto. Non m'interessano le tue stronzate sulla "scrittura creativa". Il grande pubblico non esiste. In talia non legge nessuno.
Mi hai stupito. Ecco. Non nel particolare per ciò che hai detto (la scrittura immersiva è il futuro della letteratura) ma per "l'umanità" con cui lo hai fatto, la professionalità e l'intento di aiutare. Da anni sento il tuo nome e ti immaginavo una persona diversa. Sono felice di averti "incontrato" così e continuerò ad ascoltarti. Complimenti al tuo lato di comunicatore.
Video utilissimo e molto piacevole. Un esempio di come parlare di questioni complesse in modo leggero ed efficace.
I consigli sono sempre Ben graditi. Sia per I novizi, sia per gli sperimentati, c'è sempre bisogno di ripassare, almeno per me.
Molto interessante. Grazie
Avanti tutta verso la "fantascienza immersiva"! :)
video utilissimo ed interessante. Spero ne farai successivi su altri generi.
Tieni d'occhio il canale e vedrai che non mancheranno ;-)
Grazie per questi consigli, ovviamente il punto di vista è in ogni genere e non solo quello fantascientifico.
Naturalmente. Però diciamo che nell'ambito della science fiction lo si sbaglia di più, rispetto ad altri generi letterari. Soprattutto da parte di autori che già hanno pubblicato...
Interessantissima la questione del punto di vista. Volevo proprio un video che approfondisse questo argomento! Non sarebbe male che facessi degli esempi concreti, magari dei titoli, per capire la differenza tra un onnisciente e un focalizzato o soggettivo. Bel video in ogni caso. Sempre utilissimi! Grazie!
Difficile approfondire l'argomento in brevi video, di solito mi servono ore e ore di corso...
@@FrancoForte-scrittore ho preso un libro di Marco P. Massai che sembra ben fatto e abbastanza interessante. Per ora ho letto i primi due capitoli, ma credo che il meglio sia più avanti.
Suggerimenti sempre molto utili. Per me il pdv è uno degli argomenti ostici. Ciò che mi ha colpito del video è anche il discorso dell'uscita dalla confort zone degli amici nerd fantascientifici. Se da una parte si vorrebbero portare le suggestioni della SF fuori dal genere, chi ne è fuori richiama i meccanismi tipici della SF per narrare situazioni che il realismo non è più in grado di padroneggiare con efficacia. Così si creano ibridazioni che forse scontentano i puristi ma potrebbero avvicinare un pubblico più mainstream. Che ne dici Franco?
Esatto questo può senz’altro succedere, ma dev’essere un processo consapevole da parte degli autori, non casuale o improvvisato
Ciao Franco, mi consigli qualche manuale sulla gestione del punto di vista?
Ti posso consigliare il mio libro "Il prontuario dello scrittore", dove c'è dentro tutto, anche ampie parti dedicate alla gestione del Punto di Vista
@@SCUOLADISCRITTURA Ho già il tuo libro e lo trovo utilissimo. Mi chiedevo se esistono altri manuali sull'argomento...
è vero: uno degli errori più grossi che uno che vuole scrivere può fare è non leggere. Non tutti i lettori forti sono scrittori, ma se si vuole essere scrittori occorre essere lettori forti.
Ciao Franco, grazie per i consigli. Volevo chiederti se un tecno thriller ha speranza di vincere il premio Urania.
Perché no? Preclusioni non ce ne sono, dipende da come è scritto
Penso che molti esordienti confondano l´auterevolezza della letteratura che consumano, con il modello di scrittura a cui ispirarsi. Nella scrittura vige ancora fortissmo il principio di "autoritas", una piaga per chi si apporccia in maniera del tutto autodidatta. Da un certo punto di vista è un fenomeno comprensibile ("se lo ha fatto Herbert posso farlo anche io"), ma se ci si ferma a riflettere si capisce che si tratta spesso di letteratura datata. è come se volessi programmare un app con il Basic: Il basic ha fatto storia, ma è obsoleto. Dunque penso che benissimo faccia Franco Forte a ricordare queste cose, anche se ad un certo punto mi aspetto che almeno sul PDV gli screttori esordienti abbiamo le idee chiare...
Sì, questo è un altro aspetto importante, che cerco di far comprendere a molti autori, spesso invano. Forse merita un approfondimento con un video apposito...
👍
Credevo che la terza opzione di punto di vista fosse la porta scorrevole 😄
🤣🤣🤣
6:01 Avere profonda conoscenza della fantascienza tramite la lettura.
8:10 Diventare il personaggio superando il "narratore esterno" che sa tutto.
11:10 Esempio di scena per la gestione del punto di vista.
10:22 La narrativa raccontata/spiegata è fastidiosa e porta ed errori.
19:20 Far vivere al lettore l'azione, l'avventura, il viaggio dell'eroe.
21 minuti di valore, grazie. 🙏
Caro Franco, grazie per i consigli, ma le teorie sulla gestione del PdV sono ormai ben note, tranne che agli sprovveduti della prima ora che ti intasano la mailbox con le loro candidature al nobel per la fantascienza.
Però il vero tallone d'Achille di tutte le storie di fantascienza, nessuna esclusa, non è la gestione del PdV che un bravo editor saprebbe come gestire senza distruggere la storia.
È l'ambientazione.
Ovvero quella serie di elementi che dovrebbero portare il lettore a immergersi in una cultura aliena (che sia una società distopica, una utopica o quasi come quella di Star Trek, o totalmente Aliena come nei romanzi di Hinz o in Neanche gli Dei di Asimov) e a concepire la possibilità di tecnologie futuribili come in Neuromancer, senza che ci siano incongruenze tra ciò che il lettore sperimenta ogni giorno e quello che viene descritto nel libro.
La fantascienza prende la nostra realtà e ne immagina gli sviluppi tra x anni, o immagina cosa sarebbe accaduto x anni fa se un certo evento fosse andato diversamente (ucronia) o ipotizza l'esistenza di complotti, paleoastronauti, viaggiatori del tempo... ecc... ecc... ecc... e lo fa in modo da rispettare la rigorosità del metodo scientifico, ma con più libertà... va be', scusa, sto sommergendoti con uno spataffio di testo.
Il punto è proprio l'ambientazione carente. Molti autori pensano che "siccome è fantascienza" hanno il potere di inventarsi le cose più strane come l'acido che scioglie i protoni o riportare in voga teorie come quelle dell'etere o del flogisto senza possedere alcuna base scientifica per sostenerle.
Puoi tenere focalizzato un PdV quanto ti pare, ma se in un'ambientazione fantascientifica manca la coerenza, la storia sarà un purgante approssimativo da far rimpiangere Starcrash: scontri stellari oltre la quarta dimensione.
Avevi rimosso eh?
Magari in uno dei prossimi video ti va di analizzarne una, di ambientazione intendo, dall'alto della tua esperienza? Mi piacerebbe molto.
Grazie per tutto e a presto.
Eh, però io vedo soprattutto problemi a vasto raggio sulla gestione del PdV, che affliggono anche gli autori apparentemente più professionali
leggere i saggi di critica letteraria aiuta?
Leggere aiuta sempre! Qualsiasi cosa...
Io sono il più grande scrittore di fantascienza e non sono stato né pubblicato né letto. Non m'interessano le tue stronzate sulla "scrittura creativa". Il grande pubblico non esiste. In talia non legge nessuno.
E i nomi di questi autori che sono arrivati cosi' in alto ?????