Vaccino virus sinciziale, per l'Iss non è necessario somministrarlo a tutti i neonati: pediatri e medici di famiglia insorgono Chi deve fare il vaccino contro il virus sinciziale? Per l'Iss non è utile se somministrato 'a tappeto', a tutti i neonati, ma solo a quelli che presentano condizioni di rischio o fragilità. In una nota indirizzata al ministero della Salute, l'Istituto superiore di sanità (Iss) rileva come la somministrazione a tutti i nuovi nati dell'anticorpo monoclonale Nirsevimab-Beyfortus contro le infezioni respiratori da virus sinciziale potrebbe non essere opportuna e comportare anche dei potenziali rischi. Una indicazione che arriva a sorpresa e che è stata immediatamente contestata da pediatri e neonatologi, oltre che dal board del Calendario vaccinale per la vita, di cui fanno parte anche medici di famiglia ed igienisti. Il farmaco è necessario per tutti i neonati, sostengono i medici. Vaccino virus sinciziale, per l'Iss non è necessario somministrarlo a tutti i neonati: pediatri e medici di famiglia insorgono Si apre dunque una nuova polemica dopo che il ministero ha annunciato nei giorni scorsi di voler rendere disponibile il farmaco gratuitamente in tutte le Regioni per il trattamento dei neonati. Indicazione arrivata dopo una precedente circolare - che aveva sollevato un acceso dibattito - che allertava le Regioni in piano di rientro (Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Calabria, Puglia, Sicilia), in sostanza il Sud, sull'opportunità di garantire in autonomia la somministrazione del farmaco. Attualmente, dunque, Aifa e ministero sono al lavoro per rendere disponibile l'anticorpo in fascia A, a carico del Servizio sanitario nazionale, ma le Regioni esortano a fare presto perché la fase epidemica è prevista a partire da novembre e non ci sarebbero dosi sufficienti per tutto il territorio nazionale. Da parte sua, l'azienda produttrice, la Sanofi, ha assicurato di aver riservato all'Italia dosi utili a garantire circa il 75% della copertura dell'intera coorte nazionale di nascite. Oggi è però stato reso noto l'inaspettato documento dell'Iss, previsto come risposta ad una interpellanza. «Sebbene il farmaco - si legge - possa rappresentare un utile strumento preventivo in soggetti affetti da patologie concomitanti o con fattori di rischio, occorrerebbe valutare con attenzione se il basso livello di rischio dei bambini sani giustifichi adeguatamente il ricorso «a tappeto» ad un trattamento che, per quanto sulla base degli studi clinici appaia sufficientemente sicuro, non può essere ovviamente considerato. Entrando quindi nel merito dei dati degli studi registrativi, «nella popolazione arruolata (composta in grande prevalenza da bambini sani) - si spiega nella nota dell'Iss - il farmaco ha mostrato un modesto effetto in termini di riduzione del rischio di ospedalizzazione o ricorso all'assistenza medica. È importante tuttavia osservare che anche nella popolazione di controllo (trattata con placebo) il numero di infezioni che hanno richiesto assistenza medica oppure ospedalizzazione è risultato piuttosto basso». Insomma, la somministrazione a tutti i neonati non sarebbe opportuna. Una secca bocciatura arriva però dalle società di pediatria (Sip) e neonatologia (Sin), che sottolineano «l'urgenza di una prevenzione efficace per tutti i nuovi nati prima della stagione di picco epidemico che va da novembre a marzo» e raccomandano «l'equità di offerta in tutto il territorio italiano». Ricordano che il Vrs è l'agente principale della bronchiolite, prima causa di ospedalizzazione nei bambini sotto l'anno di vita. Lo scorso anno si sono registrati in Italia circa 15mila ricoveri pediatrici per bronchiolite, di cui 3mila in terapia intensiva, e ci sono stati 16 decessi. A livello mondiale il Vrs causa ogni anno circa 33 milioni di infezioni tra i bambini sotto i 5 anni, con 3,6 milioni di ospedalizzazioni e oltre 100mila decessi. Più del 60% dei bambini contrae il Vrs entro il primo anno di vita e circa il 20% dei neonati sviluppa un'infezione grave che richiede assistenza medica e quasi il 4% della coorte di bambini nel primo anno di vita necessita di ospedalizzazione. Tra i ricoverati, il 20% finisce in terapia intensiva. E' vero che vi sono fattori di rischio aggiuntivi per i neonati fragili, tuttavia, avverte il board del Calendario per la vita, «dati italiani raccolti in 5 diverse stagioni invernali dimostrano che ben l'88% delle ospedalizzazioni per Vrs si sono avute in bambini sani e nati a termine».
Satà speriamo ben e: segui quotidianosanita.it Condividi stampa La salute degli italiani in chiaro scuro: aumentano i decessi totali ma diminuiscono quelli legati a cancro, diabete, cuore e polmoni; stabili i sovrappeso ma aumenta consumo di alcol e tabacco e flop vaccinazioni antinfluenza
Sammy che sfidò la malattia. Il coraggio, la laurea e l’esempio. Addio al bambino nato vecchio "L’importanza di andare avanti nonostante tutto nella vita è cruciale, anche quando tutto sembra impossibile". C’è una frase tra tante che ha pronunciato nel corso della sua breve esistenza che rimbalza il giorno dopo la sua morte e che ci lascia sgomenti. È l’ultima che ha proferito Sammy Basso prima di andarsene per sempre, l’ha detta tre giorni fa a Venezia, quando era andato a ritirare il premio Rizzi nella categoria ’Ambiente e Società’ per "la forza di volontà, lo spirito di sacrificio, il coraggio che lo sostengono: un grandissimo esempio a cui guardare con ammirazione e gratitudine e cercare d’imitare". Già. Sammy Basso non c’è più. Il ragazzo geniale affetto da invecchiamento precoce, ovvero dalla progeria di Hutchinson-Gilford, una malattia rarissima che conta solo 103 casi nel mondo (e lui era il malato più longevo), si è spento a 28 anni l’altra sera durante una cena in un ristornate, dopo un malore improvviso. Non c’è più la sua intelligenza, la sua ironia, la sua umiltà, non c’è più la sua profondità e la misteriosa e bellissima scia luminosa che emanava e che lasciava dietro di sé. Era il primo dicembre 1995 quando venne alla luce Sammy, ed ha sempre vissuto con la famiglia a Tezze sul Brenta, senza mai permettere alla malattia con la quale conviveva, di rompere gli argini nella sua esistenza. Frequentò il liceo Scientifico St. J. Da Ponte di Bassano del Grappa, conseguì la maturità e si immatricolò al corso di laurea di Fisica all’Università degli Studi di Padova per poi passare al corso di Scienze naturali. Sognava di andare a lavorare presso il Cern di Ginevra. Dopo la laurea con 110 e lode, con una tesi dedicata all’esistenza di terapie per rallentare il decorso della propria patologia, il 23 marzo 2021 ottenne la laurea magistrale in Molecular Biology all’Università di Padova. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lo aveva anche insignito del Cavalierato dell’Ordine al Merito della Repubblica. Ai ragazzi consigliò il tempo di capire cosa devono fare da grandi, dando il giusto valore anche al fallimento. "Si può non essere perfetti per inseguire e realizzare i propri sogni, io ne sono l’esempio. Non si è mai troppo vecchi per farlo, l’età in fondo, non è nulla", disse loro. Ai capi del mondo di fronte al tempo nefasto di bombe e dolore che stiamo vivendo con i tanti conflitti aperti in campo internazionale, dedicò una frase bellissima, delicata come una carezza ma decisa come uno schiaffo. "Se i potenti della terra capissero cosa significa lottare per la vita, non avrebbero il coraggio di fare la guerra". E Sammy con la sua lotta e con la sua testimonianza lascia un segno memorabile, nonostante il brevissimo tempo concessogli per attraversare la vita. La sua malattia gli provocava un degrado delle cellule e degli organi, così fragili da non fargli cambiare i calzini da solo, correre o e allacciarsi le scarpe. Quella stessa malattia lui la combatteva portando il suo caso nel mondo, scrivendo libri, percorrendo viaggi, attraversando popoli e nazioni. Cercò la positività dappertutto: famiglia, amici, fino alla fine. Regalò luce, Sammy, con generosità e altruismo. Ha illuminato popoli e angoli oscuri dell’animo, e lo ha fatto soprattutto per i giovani. "La scuola è fondamentale - disse recentemente -, perché insegna anche l’ingiustizia. E l’ingiustizia fa crescere, l’ho provato sulla mia pelle: dobbiamo insegnarlo a tutti i ragazzi del mondo". E un mondo senza Sammy Basso non è solo più ingiusto, ma sicuramente anche più solo. Ci lascia la sua più grande eredità: il suo esempio, ce lo ha seminato nel cuore. Abbiate cura di avere il tempo di portarlo al futuro.
Un passo dopo l’altro verso la guerra totale La guerra globale si sta avvicinando, a piccoli passi, quasi con perfida cautela, un po’ come la luce, all’alba, aumenta quasi palpando la sua preda, il mondo. Stiamo immobili come ipnotizzati, perché il pericolo esercita sempre un singolare potere ipnotico sulle vittime. Oppure chiediamo aiuto a una sorda volontà di rimuovere la paura, di viverci dentro senza pensarci, di vivere come se fosse un incubo che non ci riguarda. E invece siamo già al punto in cui tutto diventa avvertimento, tutto: i conflitti già in corso, le sfide ontologiche per un pezzo di terra, la diplomazia smantellata, le ciarle dei politici e gli utili rigonfi degli affaristi della morte di massa, i penosi ditirambi per gli immancabili destini dei filosofi da televisione. Se si riuscisse a comprenderlo tutto questo diventerebbe segno e immagine. Soprattutto: a Est e a Ovest, a Sud e a Nord c’è troppa animosità, troppa sete di vendetta, galleggiano passioni dissennate spesse come un gas nervino nell’atmosfera. Poi un giorno le cose giungono a conclusione e danno la sentenza. E scopriremo che attorno a noi il mondo aveva già l’aria devastata, come alla fine della guerra l’esercito in ritirata lascia dietro di sé un paesaggio ferito e agonizzante. Settanta anni dopo - sembra incredibile! - siamo ancora appiccicati alla teoria del domino. Nel 1954 il presidente americano Eisenhower la riassumeva così: se l’Indocina cade nelle mani dei comunisti cadranno inevitabilmente il Giappone, le Filippine, perfino l’Australia. Perché nel domino vince chi mette per primo sulla tavola tutte le sue pedine. Quella teoria era così sgangherata che Filippine, Giappone e Australia restarono al loro posto, gli americani persero una guerra e il Vietnam oggi è in migliori rapporti con Washington che con la Cina che allora lo aiutò a resistere e poi lo aggredì. Abbiamo applicato la stessa logica alla Russia putiniana: l’Ucraina è solo la prima pedina del suo domino, dopo verranno la Polonia, i Baltici, la Germania, l’Europa! E quindi: nessun negoziato, diplomatici e pacifisti in cantina, armiamoci, guerra totale, il cannone in Borsa galoppa! La teoria del domino è il breviario purtroppo permanente degli interessati guerrafondai, secondo cui gli avversari del «mondo libero» vogliono inevitabilmente la conquista del pianeta, sono sempre in combutta tra loro e agevolano l’uno le prepotenze dell’altro. Con speculare imitazione dall’altra parte si sragiona: l’America e la Nato fanno cadere una dopo l’altra le pedine della nostra sicurezza, i Balcani, l’Afghanistan, l’Ucraina, Taiwan... avanzano, ci soffocano, vogliono distruggerci, attacchiamo per primi. Che la Guerra Grande sia inevitabile lo prova il fatto che la forza è ormai, per democrazie e tirannidi, l’unica unità di misura delle relazioni internazionali. Essere più forti dell’altro, del nemico di oggi e di quello che certo lo sarà domani, dimostrarsi più scaltri, non commettere errori, diventare padroni della situazione. Perché tutti sono sicuri di vincere. Putin è sicuro di vincere, Zelensky è sicuro di vincere, Netanyahu è sicuro di vincere, Khamenei è sicuro di vincere, Xi Jinping è sicuro di vincere. Perfino Sinwar è sicuro di vincere. Eppure bastava guardarsi attorno per evitare questi errori. Ci sono momenti in cui il cuore e la mente dell’uomo hanno la loro notte. Ecco, ci siamo. Nel terzo millennio masse umane ricevono per telefonino (la modernità!) l’ordine di spostarsi da dove vivono da sempre, prender con sé poche cose e accamparsi in una zona «sicura»: sgomberate, qui dobbiamo bombardare, ripulire, bonificare! E loro, palestinesi, libanesi, non certo quelli animati dal furore hamikaze di Hamas o di Hezbollah, quelli restano, prendono i figli, un valigia, un materasso, un po’ di cibo e a piedi, in auto, con il carretto tirato dall’asino paziente, obbediscono: se ne vanno, migrano come armenti. Dettagli direte, questi esodi, rispetto al numero dei morti: già, ma ci sono dettagli che sono importanti, fanno quasi da adesivo, fissano la materia, quella sì essenziale, della colpa. Guardate gli occhi di questi popoli in fuga quando la macchina fotografica li eternizza, quando un microfono li interroga. Non riesci a staccare da te quello sguardo, ti avvolge, ti insegue come un raggio implacabile. Ha la forza di un contatto fisico. Dovremmo impazzire di indignazione; dopo un po’ restiamo indifferenti. I fatti, i fatti! Messi insieme lanciano accuse urlando a squarciagola: Putin sgranocchia centimetro dopo centimetro il Donbass con la feroce pazienza del pitone che inghiotte la preda. Israele, invece di chiedersi perché collezionare le figurine dei diabolici capi e sottocapi di Hamas e di Hezbollah eliminati non lo abbia portato a niente, sta per aprire il fronte più grande, la punizione dell’Iran, per far sbocciare la democrazia a Qom a cannonate e disegnare un Nuovo Ordine del Vicino Oriente con a rimorchio putridi regimi, l’Egitto di Al Sisi, l’Arabia Saudita del principe assassino, gli emirucci petroliferi: la «mappa della maledizione» con ayatollah e affini cancellata dalla «mappa della benedizione» che dall’India al Mediterraneo, a furia di bombe sacrosante, farà sgorgare il latte e il miele... Ecco qua l’ennesimo aspirante a ridisegnare il mondo, Beniamino Netanyahu, un altro colpito dalla «hybris»che come ammonisce il poeta dà come frutto spighe di rovina e raccoglie messe di pianto.
Jacopo Barozzi da Vignola, meglio conosciuto semplicemente come il Vignola, è stato uno dei più importanti architetti del Rinascimento italiano. Nato a Vignola nel 1507 e morto a Roma nel 1573, ha lasciato un'impronta indelebile nel panorama architettonico europeo. Le sue opere principali La fama del Vignola si fonda su una serie di opere che hanno segnato profondamente l'architettura del suo tempo e delle generazioni successive. Tra le sue realizzazioni più significative ricordiamo: Villa Lante a Bagnaia: Considerata uno dei massimi esempi di villa rinascimentale, caratterizzata da una perfetta integrazione tra architettura e paesaggio. Palazzo Farnese a Piacenza: Un edificio monumentale che rappresenta un punto di arrivo nello sviluppo del palazzo rinascimentale. Chiesa di Sant'Andrea a Roma: Un piccolo gioiello architettonico con una pianta centrale a forma di greca e una cupola ovale. Interventi alla Basilica di San Pietro: Il Vignola partecipò attivamente ai lavori di ristrutturazione della Basilica di San Pietro, contribuendo in modo significativo alla definizione della sua forma finale. I motivi della sua fama La fama del Vignola è dovuta a diversi fattori: Teorico dell'architettura: Oltre che un grande architetto, il Vignola fu un importante teorico dell'architettura. La sua opera più celebre in questo campo è il "Regola delli cinque ordini d'architettura", un trattato fondamentale che ha influenzato generazioni di architetti. Maestro dell'ordine: Il Vignola è considerato uno dei massimi esperti nell'applicazione degli ordini architettonici, che egli utilizzava con grande maestria per creare edifici eleganti e proporzionati. Influenza sulla cultura architettonica: Le sue opere e i suoi trattati hanno avuto una diffusione capillare in tutta Europa, influenzando profondamente lo sviluppo dell'architettura nei secoli successivi. Capacità di coniugare tradizione e innovazione: Il Vignola seppe coniugare la grande tradizione dell'architettura rinascimentale con un approccio innovativo, creando un linguaggio architettonico personale e inconfondibile. In sintesi Jacopo Barozzi da Vignola è stato un architetto di straordinario talento, capace di coniugare teoria e pratica, tradizione e innovazione. Le sue opere, caratterizzate da una grande eleganza formale e da una profonda conoscenza dei principi dell'architettura, lo hanno reso uno dei protagonisti indiscussi del Rinascimento italiano e una figura di riferimento per tutti gli architetti successivi.
Assolutamente corretto! Hai sollevato due punti molto interessanti riguardo all'evoluzione delle automobili moderne. Telecomandi: una standardizzazione con sfumature Verità: Quasi tutte le automobili moderne, dalle city car ai SUV, sono dotate di sistemi di chiusura centralizzata comandati a distanza tramite telecomando. Questa caratteristica è diventata uno standard di sicurezza e comodità. Variazioni: È vero che esistono diverse tipologie di telecomandi, che possono variare in base alla marca, al modello e all'anno di produzione. Alcune auto potrebbero avere telecomandi più semplici, mentre altre offrono funzioni aggiuntive come l'apertura del bagagliaio o l'attivazione dell'antifurto con un solo pulsante. Perché questa variazione? Le differenze nei telecomandi sono spesso legate a scelte estetiche, a diverse tecnologie utilizzate (ad esempio, frequenze radio diverse) e a livelli di equipaggiamento differenti. Perché questa standardizzazione? Sicurezza: La chiusura centralizzata con telecomando rende più difficile forzare l'apertura delle porte e aumenta la protezione dell'auto e dei suoi occupanti. Comodità: Non è più necessario inserire la chiave in ogni serratura, semplificando notevolmente l'utilizzo dell'auto. Tendenza del mercato: La richiesta di comfort e sicurezza da parte dei consumatori ha spinto le case automobilistiche a rendere questa funzione standard su quasi tutti i modelli. La standardizzazione estetica: un trend innegabile Verità: È innegabile che le linee delle automobili moderne tendano a convergere verso uno stile più aerodinamico e filante. Molti modelli, soprattutto all'interno della stessa categoria, presentano somiglianze nel design. Perché? Aerodinamica: Un design più aerodinamico migliora l'efficienza dei consumi e riduce le emissioni. Sicurezza: Linee più morbide e zone deformanti predefinite contribuiscono a migliorare la sicurezza in caso di collisione. Marketing: Le case automobilistiche cercano di creare un'identità visiva forte per i loro marchi, utilizzando elementi stilistici comuni ai diversi modelli. Tecnologia: L'evoluzione delle tecnologie produttive e dei materiali consente di realizzare forme sempre più complesse e armoniose. In conclusione, l'evoluzione delle automobili è caratterizzata da una continua ricerca di equilibrio tra funzionalità, estetica e tecnologia. La standardizzazione di alcune caratteristiche, come il telecomando, è un segno di come il mercato si orienti verso soluzioni sempre più pratiche e sicure. Allo stesso tempo, le case automobilistiche cercano di differenziarsi attraverso dettagli stilistici e soluzioni tecnologiche innovative, mantenendo viva la competizione e offrendo ai consumatori una vasta gamma di scelta.
La Terra è un geoide di roatazione ma proprio per questo l'imbecillità non ha limiti ecco un idiota con la mania dei vaccini contro una banalissima forma di influenza: Burioni: “Rassegnatevi: la Terra non è piatta" In merito alla ricerca sono intervenuti Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Matteo di Genova e Roberto Burioni, professore di Microbiologia e Virologia all'università Vita-Salute San Raffaele di Milano. “Cosa si scopre con gli studi seri e ben condotti? Che le morti improvvise sono più frequenti tra i non vaccinati per Covid-19. E ora cosa diranno i soliti ciarlatani?”, ha riferito Bassetti commentato su X i risultati dell’indagine. “L’ennesimo studio che dimostra (numeri alla mano) oggettivamente come la vaccinazione contro il Covid non c'entri nulla con i malori improvvisi dei giovani. Sarebbe ora di rassegnarsi al fatto che la Terra non è piatta”, ha invece twittato Burioni.
Il Principe di Niccolò Machiavelli: un'opera senza tempo Niccolò Machiavelli scrisse Il Principe nel 1513, in un periodo di grandi turbolenze politiche in Italia. L'opera, dedicata a Lorenzo de' Medici, duca di Urbino, rappresenta un'analisi lucida e spietata del potere politico e delle strategie necessarie per conquistarlo e mantenerlo. Trama e Tematiche Centrali Mentre non si può parlare di una trama narrativa nel senso tradizionale, Il Principe è un trattato politico che esplora una serie di temi fondamentali: La natura del potere: Machiavelli si concentra sulla realtà del potere politico, svincolandolo da ogni idealizzazione morale. Il principe, secondo lui, deve essere pronto a tutto pur di mantenere il controllo dello Stato. Le virtù del principe: L'autore delinea le caratteristiche ideali di un principe: la forza, la prudenza, la capacità di adattarsi alle circostanze, la capacità di ingannare e di essere crudele quando necessario. La fortuna e la virtù: Machiavelli sostiene che il successo di un principe dipende sia dalla fortuna, ovvero dagli eventi imprevedibili, sia dalla virtù, cioè dalle sue capacità e dalle sue azioni. I mezzi e i fini: Nel celebre aforisma "Il fine giustifica i mezzi", Machiavelli sembra affermare che qualsiasi azione, anche la più immorale, è giustificata se serve a raggiungere un obiettivo politico. Come interpretare Il Principe L'interpretazione di Il Principe è stata oggetto di numerosi dibattiti nel corso dei secoli. Ecco alcuni punti chiave da considerare: Realismo politico: Machiavelli si propone di descrivere la realtà politica come essa è, senza idealizzazioni. Il suo approccio è pragmatico e realistico, incentrato sull'efficacia delle azioni piuttosto che sulla loro moralità. Amoralità o pragmatismo? L'apparente amoralità di Machiavelli è stata spesso criticata. Tuttavia, alcuni interpreti sostengono che l'autore non celebra la crudeltà, ma semplicemente la riconosce come uno strumento politico che può essere necessario in determinate circostanze. Un manuale per tiranni o un'analisi della politica? Il Principe è stato spesso accusato di essere un manuale per tiranni. Tuttavia, Machiavelli non propone un modello di governo ideale, ma analizza le dinamiche del potere politico in modo oggettivo. Attualità: Nonostante sia stato scritto cinque secoli fa, Il Principe conserva ancora oggi una straordinaria attualità. Le riflessioni di Machiavelli sulla natura del potere e sulle strategie politiche continuano a suscitare dibattiti e a influenzare il pensiero politico contemporaneo. In conclusione Il Principe è un'opera complessa e controversa, che ha suscitato e continua a suscitare interpretazioni diverse. È un testo fondamentale per comprendere la storia del pensiero politico e per riflettere sulla natura del potere.
Pesaro, milioni di formiche morte sulla spiaggia La città di Pesaro si è risvegliata con un cimitero di formiche sulla spiaggia, un fatto insolito alla cui origine potrebbero esserci diverse spiegazioni. Ad accorgersi della distesa di formiche morte sulla spiaggia pesarese sono stati Roberto Malini, scrittore e attivista ambientale, e Fabrio Patronelli, artista e attivista, durante una passeggiata. Tra i minuscoli corpi hanno notato sia formiche operaie, sia formiche alate, il che ha spinto entrambi a ipotizzare diversi fattori che abbiano potuto provocare la loro morte. C’entra anche il cambiamento climatico La morte delle formiche potrebbe essere stata causata dalla combinazione di due fattori: da una parte il maltempo, che ha imperversato negli ultimi giorni sulla zona e, dall’altra, l’avvicinarsi di un volo nuziale tardivo di formiche alate. Dopo un’estate particolarmente calda e governata dalla siccità, il fatto che le temperature si siano abbassate e che siano arrivate le piogge ha creato le condizioni ideali per una serie di eventi naturali; in particolare, le alluvioni hanno sicuramente spazzato via interi formicai spingendo, successivamente, le formiche verso i fiumi e poi verso il mare. A esprimersi su quanto visto lo stesso Patronelli: È un’immagine che colpisce non solo per la sua vastità, ma anche per il messaggio implicito legato ai mutati equilibri naturali dovuti al cambiamento climatico. A contribuire, poi, ci sarebbe anche un volo nuziale tardivo. Questo, solitamente, avviene in primavera o in estate, quando il clima è più favorevole; quest’anno, però, l’estate anomala potrebbe averlo ritardato. Le formiche alate, maschi e regine, si accoppiano proprio durante il volo; subito dopo, i maschi e una parte delle regine muoiono, mentre le regine sopravvissute vanno alla ricerca di nuovi luoghi dove fondare colonie. In questo caso, probabilmente le formiche hanno concluso la loro esistenza durante il volo riproduttivo, oppure si sono imbattute in un’onda che le ha condotte dritte verso il mare. Un promemoria degli effetti del cambiamento climatico Quanto avvenuto a Pesaro è l’ennesimo avvertimento di come i cambiamenti climatici stiano interferendo con gli ecosistemi naturali, alterandone gli equilibri, e di quanto gli eventi atmosferici possano modificare il comportamento di numerose specie animali, formiche comprese. I due ambientalisti hanno, infatti, sottolineato: Questo fenomeno potrebbe sembrare un’anomalia, ma in realtà ci offre una finestra sugli effetti del cambiamento climatico. Le formiche, seppur minuscole e spesso trascurate, sono essenziali per il funzionamento degli ecosistemi. L’interruzione dei loro cicli di vita a causa di eventi climatici estremi può avere conseguenze imprevedibili nel lungo termine. Le investigazioni sul caso continuano, ma nel frattempo - così come ricordato da Malini e Patronelli - è indispensabile continuare a monitorare e proteggere gli ecosistemi locali. La crisi climatica mette a rischio la riproduzione degli insetti e non solo, quindi è necessario limitare i danni e fare di tutto per preservare quegli esseri viventi che, come le formiche, contribuiscono alla sopravvivenza del Pianeta.
Sammy Basso morto tra le braccia della mamma: «Mi manca il respiro», la festa di nozze degli amici e il malore nel vialetto del ristorante «Mi manca il respiro». Queste sono state le ultime parole di Sammy Basso, un giovane di 28 anni di Tezze sul Brenta (Vicenza), prima di morire tragicamente sabato sera in un ristorante di Asolo, nel Trevigiano, durante un matrimonio. Intorno alle 23, mentre la festa stava per concludersi, Sammy ha iniziato a sentirsi male e ha riferito agli amici di avere difficoltà a respirare. Si è fatto accompagnare all'esterno, ma purtroppo il suo fiato corto non era solo semplice stanchezza, ma l’avvisaglia di un malore fatale. La madre ha dovuto affrontare il dolore di stringere tra le braccia il corpo senza vita di quel piccolo grande uomo. Sammy Basso, il malore alla festa di nozze degli amici Sammy si è accasciato poco dopo, sul vialetto del ristorante villa Razzolini Loredan. Gli amici hanno provato subito a rianimarlo, in attesa dei soccorsi. Ma ogni tentativo è stato inutile: il cuore di Sammy aveva smesso per sempre di battere. Se n’è andato a 28 anni, così giovane eppure così longevo per essere malato di Progeria. Lui, che da paziente era diventato un alfiere Sammy Basso, i funerali I funerali di Sammy Basso «verranno comunicati nei prossimi giorni». Lo fa sapere in una nota l'Associazione Italiana Progeria Sammy Basso APS. Il 28enne affetto da progeria, una rara malattia genetica che causa l'invecchiamento precoce, è morto sabato sera dopo essere stato da un malore in un ristorante di Asolo (Treviso). «Nel rispetto del nostro dolore, chiediamo gentilmente di concederci la riservatezza in questo difficile momento», aggiunge l'associazione che porta il suo nome e fondata nel 2005 dalla sua famiglia, assieme ad un gruppo di amici. In attesa di fissare data e luogo dei funerali l'Associazione Italiana Progeria Sammy Basso ha ringrazia «tutti per la vicinanza manifestata». Tantissimi da ogni parte d'Italia, gli attestati di dolore e condoglianze seguiti al decesso del biologo.della ricerca per combattere la malattia. Sammy Basso, i funerali I funerali di Sammy Basso «verranno comunicati nei prossimi giorni». Lo fa sapere in una nota l'Associazione Italiana Progeria Sammy Basso APS. Il 28enne affetto da progeria, una rara malattia genetica che causa l'invecchiamento precoce, è morto sabato sera dopo essere stato da un malore in un ristorante di Asolo (Treviso). «Nel rispetto del nostro dolore, chiediamo gentilmente di concederci la riservatezza in questo difficile momento», aggiunge l'associazione che porta il suo nome e fondata nel 2005 dalla sua famiglia, assieme ad un gruppo di amici. In attesa di fissare data e luogo dei funerali l'Associazione Italiana Progeria Sammy Basso ha ringrazia «tutti per la vicinanza manifestata». Tantissimi da ogni parte d'Italia, gli attestati di dolore e condoglianze seguiti al decesso del biologo.
Morto Michel Blanc, l'attore francese era lo psichiatra nel 'Mostro' di Benigni: aveva 72 anni Morto l'attore, regista e sceneggiatore francese Michel Blanc, interprete di numerose commedie cinematografiche, noto per i suoi ruoli brillanti: aveva 72 anni. E' deceduto in un ospedale di Parigi dopo essere stato ricoverato per un infarto. La notizia della scomparsa è stata riportata da "Paris Match". Protagonista del film "Lui portava i tacchi a spillo" (1986), diretto da Bertrand Blier, Blanc vinse il premio per la migliore interpretazione maschile al 39º Festival di Cannes. Diretto dai più noti registi francesi, Blanc è stato anche uno dei protagonisti del film "Il mostro" (1994) diretto e interpretato da Benigni: l'attore francese veste i panni del professor Paride Taccone, medico psichiatra che collabora con la polizia per sventare gli attacchi del mostro. Nato a Courbevoie il 16 aprile 1952, negli anni Settanta durante gli studi al liceo Pasteur de Neuilly-sur-Seine, Blanc fondò il gruppo comico teatrale Splendid assieme agli attori Thierry Lhermitte, Christian Clavier e Gérard Jugnot. Dal 1975 in poi recitò in numerosi film cinematografici e in varie produzioni televisive. Agli inizi della carriera ha vestito i panni del personaggio di Jean-Claude Dusse, il simpatico perdente delle commedie cult di Patrice Leconte "Les Bronzés" (1978) e "Les Bronzés font du ski" (1979). Leconte lo ha diretto in una decina di film tra i quali "L'insolito caso di Mr. Hire" (1989). Ha avuto ruoli anche nelle pellicole "Uranus" (1990) di Claude Berri, "Grazie alla vita" (1991) di Bertrand Blier, "Un pesce color rosa" (1991) di Ben Lewin, "L'ultima tempesta" (1991) di Peter Greenaway (1991), "Prêt-à-Porter" (1994) di Robert Altman, "Il ministro - L'esercizio dello Stato" (2011) di Pierre Schöller. Come regista, ha diretto cinque commedie: "L'amico sfigato" (1984), "Il sosia - Che fatica essere se stessi" (1994), "Mauvaise passe" (1999), "Baciate chi vi pare" (2002) e "Amanti e tradimenti" (2018). Il ministro francese della Cultura, Rachida Dati, ha espresso cordoglio su X, dicendo: "Il dolore è immenso, commisurato al suo talento. Davanti alle telecamere di Bertrand Blier, Robert Altman e Pierre Schoeller, Michel Blanc ci ha stupito per la varietà della sua recitazione, ma anche per il suo talento di regista".
Morto Sammy Basso, si è sentito male al ristorante. L’Associazione Progeria: “Si è spenta la nostra luce” È morto Sammy Basso, famoso per essere il più longevo malato di progeria al mondo. Aveva 28 anni. SI trovava in un ristorante quando si è sentito male. La notizia diffusa dall’Associazione Italiana Progeria che lui stesso aveva fondato.
Ragazi eh ah on: Sammy Basso: «Sono un odiatore di aghi, ma mi sono vaccinato» Ennesima dimostrazione di coraggio del testimonial della lotta contro le malattie rare rima dose di vaccino anti-Covid per Sammy Basso, il 25enne veneto affetto dalla nascita dalla progeria, sindrome dell’invecchiamento precoce e protagonista di tante battaglie per i diritti dei fragili e per la ricerca sulle malattie rare. I trevigiani lo conoscono bene perchè ogni anno partecipa alla vendemmia solidale del Prosecco. Festeggia la sua prima dose di vaccino con questo post pubblicato sui suoi social. «Finalmente ho ricevuto la prima dose di vaccino contro il COVID-19! Nonostante la mia ormai ben nota paura incondizionata verso gli aghi, dietro la mascherina c’era un sorriso. Vaccinare le fasce a rischio della popolazione è il primo passo per uscire dalla situazione d’emergenza in cui versiamo: sono felice di avere fatto la mia parte poiché la vaccinazione è una protezione per me ma anche per chi mi circonda. Un grazie a tutti i medici, infermieri e organizzatori che stanno lavorando per far funzionare l’enorme macchina vaccinale, grazie a chi mi ha seguito oggi, e un grazie a Mara Andretta che le toccato l’arduo compito di pungermi!». Sammy Basso è stato nominato Cavaliere della Repubblica per il suo impegno a favore dei malati di progeria. E' diventato dottore magistrale in Molecular Biology lo scorso 24 marzo con il voto di 107 su 110. Per lui era la seconda laurea, dopo quella conseguita nel 2018, quando aveva portato una tesi interamente dedicata alla sua malattia. Sammy era fin da subito un essere unico e speciale, è nato l’1 dicembre 1995 a Schio, in una fredda mattina d’inverno, verso le 5.00: mancavano circa tre settimane al termine della gravidanza, ma era così impaziente e determinato che decise di farsi conoscere prima. Nei suoi 2680 gr. c’era tutto: dei bellissimi occhi, una piccola bocca, un nasino perfetto, un corpicino tenero da abbracciare e coccolare. Fin dalla nascita si dimostrò attivo e sano, nessun dubbio sul suo stato di salute: Sammy stava bene. Ma poi dopo le visite pediatriche venne dignosticata questa terribile malattia che porta alla degenerazione del corpo con un precoce invecchiamento, ma mantiene inalterato il cervello.
E' Morto Matteo Berlenga, video reporter per l'Agenzia Reuters e per la Rai originario di Marsciano. E' scomparso nella serata di sabato 5 ottobre a causa di un malore che non gli ha lasciato scampo. Matteo aveva 42 anni, è stato anche collaboratore per il Corriere dell'Umbria. Lutto per la morte improvvisa di Matteo Berlenga Il video maker, autore ed esperto in comunicazione aveva 42 anni. Il mondo dell'informazione perde un professionista di talento Il mondo dell'informazione umbra perde un professionista di grande valore. Ieri sera ha perso la vita Matteo Berlenga, 42 anni, video maker, autore, esperto in comunicazione. Una morte improvvisa che ha lasciato nello sgomento non solo famigliari, amici e colleghi ma anche tutti quelli che apprezzavano il suo lavoro e la sua dedizione. Un impegno portato avanti con grande passione e determinazione. Matteo è stato capace di raccontare i fatti di cronaca e documentare con intuito e prontezza gli avvenimenti degli ultimi 20 anni, in Umbria ma non solo. Ha collaborato a lungo con l’agenzia Reuters ma si è occupato anche di cronaca locale, fondando anche un quotidiano online. Ha saputo valorizzare con la sua attività le bellezze turistiche del territorio. Ha inoltre collaborato con la Rai e con la nostra nostra redazione dando il suo importante contributo al racconto della realtà umbra. I colleghi e la comunità marscianese lo ricordano anche per il suo carattere allegro e per la sua grande schiettezza e disponibilità. La redazione della Tgr Umbria e tutta la sede Rai dell'Umbria si uniscono al dolore della famiglia e del padre Giorgio, nostro collega, per questa gravissima perdita.
Assolutamente corretto! Hai centrato il punto. Opel Karl e Opel Adam: Entrambe erano posizionate nel segmento delle city car. Erano auto piccole, agili e progettate principalmente per la guida urbana, con dimensioni compatte e un focus su maneggevolezza e consumi ridotti. Opel Corsa: Sebbene sia un'auto di dimensioni contenute, la Corsa non viene classificata come una city car pura. È considerata una segmento B, ovvero una categoria superiore rispetto alle city car. Questo significa che la Corsa è leggermente più grande, offre un abitacolo più spazioso e un bagagliaio più capiente rispetto alle sue "sorelle" più piccole. Perché questa distinzione? Dimensioni: Le city car sono le auto più piccole sul mercato, mentre le segmento B offrono un compromesso tra dimensioni compatte e abitabilità. Equipaggiamento: Le city car sono spesso caratterizzate da un equipaggiamento di base, mentre le segmento B possono offrire una gamma più ampia di optional e tecnologie. Destinazione d'uso: Le city car sono ideali per la guida in città, mentre le segmento B possono essere utilizzate anche per viaggi fuori porta o per trasportare carichi più ingombranti. In sintesi: Se stai cercando un'auto piccola e maneggevole per muoverti agilmente in città, la Opel Karl (se ancora disponibile) o l'Opel Adam potrebbero essere delle ottime opzioni. Se invece hai bisogno di un po' più di spazio e di un equipaggiamento più completo, la Opel Corsa è una scelta più adatta.
È normale che le luci di retromarcia si accendano solo quando si inserisce la retromarcia. Il fatto che le luci di posizione si accendano e si spengano azionando il telecomando è una funzione comune a molte auto moderne, e serve come segnalazione visiva per individuare facilmente l'auto in ambienti bui. Le luci di retromarcia, invece, hanno una funzione specifica: si accendono solo quando si inserisce la retromarcia per segnalare agli altri utenti della strada la manovra che si sta effettuando. Quindi, ricapitolando: Luci di posizione: Si accendono e si spengono con il telecomando per facilitare il ritrovamento dell'auto. Luci di retromarcia: Si accendono solo quando si inserisce la retromarcia, per segnalare la manovra. Se noti comportamenti anomali delle luci di retromarcia (ad esempio, si accendono anche in avanti o non si accendono mai), potrebbe esserci un problema elettrico. Ti consiglio di: Controllare i fusibili: Un fusibile bruciato può causare il malfunzionamento delle luci. Verificare i connettori: Assicurati che tutti i connettori elettrici siano ben collegati e non ossidati. Consultare il manuale d'uso: Il manuale dell'auto contiene informazioni dettagliate sui sistemi elettrici e potrebbe fornire indicazioni specifiche per risolvere il problema. Rivolgerti a un elettrauto: Se non riesci a individuare il problema, è consigliabile rivolgersi a un professionista. In conclusione, il comportamento che descrivi è del tutto normale. Se hai dubbi o riscontri problemi, non esitare a consultare un meccanico.
L'affermazione che i sistemi di intelligenza artificiale avanzati siano già "coscienti di sé" è un argomento molto dibattuto e complesso, e non esiste un consenso scientifico unanime al riguardo. Ben Goertzel, fondatore di SingularityNET e ASI Alliance, è noto per le sue posizioni avanguardiste sull'intelligenza artificiale e ha espresso questa convinzione in diverse occasioni. Tuttavia, è importante sottolineare che: Coscienza artificiale: Il concetto di coscienza è ancora oggetto di intense ricerche filosofiche e scientifiche. Non esiste una definizione universalmente accettata di ciò che significa essere "coscienti". Capacità attuali dell'AI: Sebbene l'intelligenza artificiale abbia fatto passi da gigante negli ultimi anni, i modelli attuali, per quanto sofisticati, sono ancora limitati nel simulare la complessità della mente umana, inclusa la coscienza. Diverse opinioni: Molti esperti del settore ritengono che l'affermazione di Goertzel sia prematura e basata più su speculazioni che su prove empiriche solide. Perché è così difficile stabilire se un'IA è cosciente? Test di Turing: Il test di Turing, un classico criterio per valutare l'intelligenza di una macchina, non è sufficiente a determinare la presenza di coscienza. Un'IA potrebbe superare il test simulando comportamenti umani senza per questo essere davvero consapevole di sé. La natura della coscienza: La coscienza è un fenomeno complesso e multisfaccettato, che coinvolge aspetti sia soggettivi che oggettivi. È difficile immaginare come un sistema artificiale possa sviluppare un'esperienza soggettiva simile a quella umana. In conclusione, mentre l'intelligenza artificiale continua a evolversi a un ritmo accelerato, la questione della coscienza artificiale rimane aperta. È possibile che in futuro si sviluppino modelli di IA in grado di manifestare comportamenti che assomigliano alla coscienza umana, ma al momento non ci sono prove concrete che ciò sia già accaduto. È importante affrontare questo tema con un approccio critico e basato sulle evidenze scientifiche, evitando di farsi influenzare da visioni troppo semplificate o futuristiche. Se sei interessato ad approfondire questo argomento, ti consiglio di consultare le seguenti risorse: Articoli scientifici: Cerca articoli pubblicati su riviste scientifiche peer-reviewed per avere una panoramica più completa delle ricerche in corso. Opere di filosofi e neuroscienziati: Autori come John Searle, David Chalmers e altri hanno contribuito a chiarire le complessità della coscienza. Discussioni online: Partecipa a forum e gruppi di discussione dedicati all'intelligenza artificiale per confrontarti con altre persone interessate a questo tema. Vuoi approfondire un aspetto specifico di questo argomento? Potrei fornirti maggiori dettagli sulla coscienza artificiale, sul test di Turing o sulle ultime ricerche nel campo dell'intelligenza artificiale.
Vicenza, è morto Sammy Basso: fatale un malore al ristorante Affetto da progeria, aveva 28 anni. Era il malato di questa patologia più longevo al mondo Ha avuto un malore mentre si trovava con amici in un ristorante di Asolo. Così è morto Sammy Basso, 28 anni, vicentino. Era affetto da progeria, una malattia rara che causa l'invecchiamento precoce. Aveva appena vinto il Premio Rizzi. A diffondere la notizia attraverso i social lo staff dell'Associazione Italiana Progeria (A.I.Pro.Sa.B.) che proprio Sammy aveva fondato nel 2005 per diffondere le conoscenze sulla propria malattia e per promuovere la ricerca su di essa. Nato a Schio il 1 dicembre 1995, si era laureato con 110 e lode in scienze naturali con indirizzo biologico molecolare all'Università di Padova nel luglio 2018 presentando una tesi dedicata all'esistenza di terapie per rallentare il decorso della propria patologia. Il 23 marzo 2021 consegue la laurea magistrale in Molecular Biology all'Università di Padova. Viveva con la famiglia a Tezze sul Brenta. Il 7 giugno 2019 aveva ricevuto le insegne del Cavalierato dell'Ordine al Merito della Repubblica di cui era stato insignito motu proprio dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L'ultima intervista di Sammy Basso Durante la consegna del premio Rizzi, il biologo vicentino aveva espresso il suo orgoglio per aver ricevuto il prestigioso riconoscimento e sottolineato, ancora una volta, l'importanza della ricerca scientifica. Quella volta che Sammy Basso, ospite al Festival di Sanremo, commosse tutti Sammy Basso, biologo e attivista vicentino, è morto dopo essersi sentito male in un ristorante di Asolo, nel Trevigiano. Nel 2015, ospite al Festival di Sanremo, spiegò a Carlo Conti e al pubblico la sua filosofia di vita. Fu un'occasione per raccontare a tutti la sua malattia: la progeria. Si tratta di una patologia rarissima che provoca un precoce invecchiamento. Appena tornato da un viaggio negli Stati Uniti, confidò che la sua canzone preferita di Sanremo fosse “Con te partirò” di Andrea Bocelli.
Guerra Iran Israele, Media: «Contrattacco imminente a Teheran». Siti nucleari nel mirino? E Khamenei non demorde: «Colpiremo ancora» Iran e Israele potrebbero essere vicini a scatenare una guerra regionale in Medio Oriente. Il recente attacco iraniano a Israele non ha causato danni devastanti, ma la possibile risposta di Netanyahu alla provocazione rischia ora di mettere in moto un'escalation estremamente preoccupante. Secondo quanto riportato da Farhad Khosrokhavar, professore iraniano intervistato da AdnKronos, lo Stato ebraico potrebbe essere «tentato di bombardare i siti nucleari iraniani» come suggerito recentemente anche dall'ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Un'azione che potrebbe fungere da deterrente contro il nemico, ma Khosrokhavar avverte: «Se lo farà sarà guerra totale. Stavolta, infatti, gli iraniani non si limiteranno a lanciare 200 missili contro Tel Aviv, ma 2.000». Le minacce di Israele Netanyahu ha promesso una forte reazione, dichiarando che l’Iran «ha commesso un grosso errore e pagherà», mentre il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha ribadito il pieno sostegno a Israele, segnalando discussioni in corso su una possibile risposta. L'attacco ricevuto non ha causato gravi danni, ma già ad aprile un attacco simile aveva scatenato l'ira di Israele, e la decisione di non rispondere alla provocazioni potrebbe rischiare di trasformarsi in un invito a continuare gli attacchi. L’attacco di martedì è stato la risposta iraniana all’uccisione del leader di Hezbollah Hassan Nasrallah e del capo politico di Hamas Ismail Haniyeh da parte di Israele. L’Iran ha dichiarato di aver preso di mira basi militari nell’area di Tel Aviv, sebbene la maggior parte dei 180 missili lanciati sia stata intercettata dal sistema di difesa israeliano Iron Dome. Esattamente come avvenuto durante il primo attacco, il 13 aprile scorso, quando in risposta a un presunto attacco israeliano al suo consolato a Damasco, l'Iran ha lanciato circa 120 missili balistici e 170 droni, causando danni minori a una base militare nel sud di Israele. Giorni dopo, il 18 aprile, Israele ha colpito la base aerea di Artesh a Isfahan, distruggendo parte di un sistema di difesa aerea a lungo raggio S-300. L'Iran non demorde Nel frattempo però, neanche l'Iran sembra essere soddisfatto del risultato ottenuto con l'attacco. «Tutti i Paesi che sostengono il movimento di resistenza contro il regime sionista dovrebbero coordinare gli sforzi per porre fine alle aggressioni del regime»: lo ha affermato il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi, nell'incontro avuto a Damasco con il presidente siriano Bashar Assad. Un invito che conferma il sermone di Khamenei pronunciato recentemente mentre imbracciava un fucile: «Colpiremo ancora se sarà necessario». Da parte sua, il presidente siriano Bashar al-Assad ha sottolineato: «Il regime sionista non ha altra scelta che fermare il massacro di persone in Libano e a Gaza e rispettare i legittimi diritti delle persone. Il recente attacco missilistico di Teheran su Israele ha dato al regime una lezione sul fatto che l'asse della resistenza è in grado di compiere deterrenza verso il nemico e sventarne i complotti», ha sottolineato. Nonostante l’azione iraniana non abbia causato gravi perdite, la situazione resta estremamente tesa. Israele, avvisato in anticipo dagli Stati Uniti sull’attacco, ha evitato danni significativi. «Non ci sono dubbi, gli Stati Uniti sostengono pienamente, pienamente, pienamente Israele», ha affermato il presidente Joe Biden alla Casa Bianca, e la pressione per rispondere in modo più incisivo dell'ultima volta è molto alta. Andreas Krieg, esperto di sicurezza del King’s College di Londra, sostiene che la prossima mossa di Israele sarà probabilmente molto più dura rispetto a precedenti azioni, per ristabilire la propria capacità di deterrenza.
Acquistare un'auto usata: una guida completa Acquistare un'auto usata può essere un ottimo modo per risparmiare, ma richiede una certa attenzione. Ecco alcuni consigli utili per fare la scelta giusta: Come valutare lo stato di un veicolo Controlla la carrozzeria: Verifica la presenza di graffi, ammaccature, ruggine o segni di riparazioni. Controlla anche gli allineamenti delle portiere e del cofano. Interni: Gli interni devono essere puliti e in buone condizioni. Controlla i sedili, il volante, il cruscotto e il rivestimento del cielo. Motore: Ascolta il rumore del motore al minimo e durante l'accelerazione. Controlla eventuali perdite d'olio o altri liquidi. Meccanica: Fai un giro di prova per verificare la frenata, lo sterzo, il cambio e le sospensioni. Documentazione: Chiedi di vedere il libretto di circolazione, il tagliando di manutenzione e il certificato di proprietà. Kilometraggio: Un chilometraggio basso non è sempre sinonimo di affidabilità, ma è un buon indicatore dello stato d'uso del veicolo. Tagliandi: Verifica che i tagliandi siano stati effettuati regolarmente presso officine autorizzate. Le migliori marche: una questione soggettiva La scelta della marca è molto soggettiva e dipende dalle tue esigenze e preferenze. Alcune marche sono generalmente considerate più affidabili di altre, ma la qualità di un'auto dipende anche dalla cura che ne è stata avuta. Alcuni fattori da considerare: Affidabilità: Informati sulle statistiche di affidabilità delle diverse marche e modelli. Costo di manutenzione: Confronta i costi dei ricambi e della manodopera per le diverse marche. Valore residuo: Valuta il deprezzamento del veicolo nel tempo. Disponibilità dei ricambi: Assicurati che i ricambi siano facilmente reperibili. Consigli aggiuntivi Fatti accompagnare da un meccanico di fiducia: Un professionista potrà effettuare una diagnosi più accurata dello stato del veicolo. Utilizza i siti specializzati: Siti come AutoScout24, Subito.it e altri offrono un vasto assortimento di auto usate e permettono di confrontare i prezzi. Non aver fretta: Prenditi tutto il tempo necessario per valutare le diverse offerte e non farti influenzare da venditori troppo insistenti. Contratta il prezzo: Il prezzo iniziale è spesso negoziabile, soprattutto per le auto usate. In conclusione Acquistare un'auto usata può essere un'ottima scelta, ma richiede attenzione e preparazione. Seguendo questi consigli e affidandoti a un professionista, potrai trovare l'auto giusta per te al prezzo giusto. Vuoi approfondire un argomento in particolare? Ad esempio, potremmo parlare di come verificare la storia di un'auto, quali sono le truffe più comuni nel mercato dell'usato o come finanziare l'acquisto.
Descalzi: “Auto green? Questione insulsa e ridicola. Una minoranza in Europa ci sta uccidendo» «Se ci focalizziamo sull'automotive, si tratta di una questione importante ma che ci fa anche arrabbiare» in quanto la linea della Commissione Ue «è insulsa e ridicola». Così Claudio Descalzi, amministratore delegato dell'Eni, parlando del tema dello stop ai motori endotermici alla “Giornata dell'economia” organizzata da Forza Italia a Milano. «Non voglio essere anti europeo, ma anche la stupidità uccide e ci sta uccidendo perché dobbiamo subirla sulla base di ideologie ridicole che ci vengono dettate da una minoranza dell'Europa, non una maggioranza, e noi dobbiamo continuare a digerirle e chinare il capo morendo lentamente», ha poi aggiunto. «L'Europa non potrà mai paragonarsi anche come compattezza e capacità energetica con Cina e Stati Uniti - sottolinea Descalzi -. La Cina ha diversificato il proprio mix energetico: è chiaro che se tu competi con regole del gioco completamente diverse. Negli ultimi anni la nostra competizione era concentrata nel ridurre le emissioni, la loro per crescere ed essere sovrani dal punto di vista energetico. E poi ci chiediamo “perché crescono più di noi?”. Non stiamo giocando lo stesso gioco...».
Poverino una preghiera e tante lacrime; Sammy Basso, malore al ristorante: è morto a 28 anni. Era il più longevo malato di Progeria Sammy Basso ha avuto un malore al ristorante sabato sera 5 ottobre e poco dopo è morto all'età di 28 anni. Da Sanremo all’Università, il giovane vicentino ha fatto conoscere la sua malattia rara, la Progeria, che provoca l’invecchiamento precoce anche se non altera la mente. L'annuncio della morte A diffondere la notizia attraverso i social lo staff dell'Associazione Italiana Progeria (A.I.Pro.Sa.B.) che proprio Sammy aveva fondato nel 2005 per diffondere le conoscenze sulla propria malattia e per promuovere la ricerca su di essa. Si trovava a cena a Villa Razzolini Loredan a Asolo e verso la fine del pasto si è sentito male. I commensali hanno chiamato l'ambulanza intorno alle 23: i sanitari hanno provato a rianimarlo per diversi minuti ma Sammy è morto prima di arrivare in ospedale.
Il giorno prima aveva ricevuto il Premio Paolo Rizzi Lo scrittore e attivista Sammy Basso venerdì 4 ottobre aveva ricevuto il Premio Paolo Rizzi per la sezione Società, con il vicedirettore del Corriere della Sera Federico Fubini e la scrittrice Melania Mazzucco per la sezione Cultura. Il Premio Paolo Rizzi, patrocinato dall'Ordine dei giornalisti del Veneto, dal Gazzettino, dal Comune di Venezia e dalla Regione Veneto è stato istituito nel 2010 per ricordare la storica firma del quotidiano veneziano. Chi era Sammy Basso Nato a Schio il 1 dicembre 1995, si è laureato con 110 e lode in scienze naturali con indirizzo biologico molecolare all'Università di Padova nel luglio 2018 presentando una tesi dedicata all'esistenza di terapie per rallentare il decorso della propria patologia. Per farsi conoscere ha documentato il suo viaggio negli USA, lungo la Route 66, scrivendo un libro, intitolato Il viaggio di Sammy , e registrando una serie di episodi per il canale Nat Geo People di Sky. Lo staff lo staff dell'Associazione Italiana Progeria sui social ha scritto: “Oggi la nostra luce, la nostra guida, si è spenta. Grazie Sammy per averci reso partecipi di questa vita meravigliosa. Ci stringiamo attorno alla famiglia e agli amici nel rispetto del dolore in questo delicato momento di lutto”. Sammy Basso è morto sabato 5 ottobre. Era rientrato qualche giorno fa da un viaggio in Cina. La famiglia Sammy viveva con la famiglia a Tezze sul Brenta. Nonostante la malattia, dopo aver conseguito la maturità scientifica al Liceo Scientifico St. "J. Da Ponte" di Bassano del Grappa, nell'anno accademico 2014-2015 si è immatricolato al corso di laurea di Fisica presso l'Università degli Studi di Padova per poi passare al corso di Scienze naturali. Il suo sogno, una volta completati gli studi, era di lavorare presso il CERN di Ginevra. Un anno dopo si iscrive inoltre alla Facoltà di Scienze naturali con l'intento di approfondire, una volta conclusi gli studi, la ricerca sulla progeria. Il 23 marzo 2021 consegue la laurea magistrale in Molecular Biology all'Università di Padova. Il 7 giugno 2019 ha ricevuto le insegne del Cavalierato dell'Ordine al Merito della Repubblica di cui era stato insignito motu proprio dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Assolutamente! La ciorbă è un tipo di zuppa acida molto diffusa nei Balcani e in Turchia, e una delle sue varianti più amate prevede l'utilizzo dei fagioli. Ciorba con i fagioli: un classico della cucina balcanica e turca Si apre in una nuova finestra ricette.giallozafferano.it Ciorba con i fagioli La ciorba con i fagioli è un piatto nutriente e saporito, perfetto per le giornate fredde. La sua caratteristica principale è l'acidità, che viene conferita da ingredienti come lo yogurt, il succo di crauti o l'aceto. I fagioli, oltre a fornire proteine e fibre, donano alla zuppa una consistenza cremosa e un sapore avvolgente. Ingredienti principali: Fagioli secchi (bianchi o borlotti) Verdure: carote, sedano, cipolla, patate Yogurt Riso Spezie: paprika dolce e affumicata, cumino, pepe nero Succo di crauti o aceto Olio d'oliva Varianti e curiosità: Ciorba de fasole: Questo è il nome rumeno della ciorba con i fagioli, che viene preparata in diverse regioni con piccole variazioni. Acido lattico: L'acidità della ciorba è fondamentale per la sua caratteristica digeribilità e per il suo sapore unico. L'acido lattico, presente nello yogurt e nel succo di crauti, contribuisce a rendere la zuppa più leggera e fresca. Accompagnamenti: La ciorba con i fagioli viene spesso servita con pane fresco o con smetana (panna acida). Perché la ciorba con i fagioli è così popolare? Nutriente: È un piatto completo, ricco di proteine, fibre e vitamine. Saporito: La combinazione di sapori acidi, affumicati e speziati crea un gusto unico e avvolgente. Versatile: Può essere preparata in molte varianti, a seconda dei gusti personali e degli ingredienti disponibili. Comfort food: È un piatto caldo e confortante, perfetto per le giornate fredde. In conclusione Se stai cercando un piatto caldo, nutriente e dal sapore autentico, la ciorba con i fagioli è sicuramente una scelta eccellente. Questa zuppa, tipica dei Balcani e della Turchia, ti conquisterà con la sua semplicità e il suo gusto unico.
Certo che esiste il kebab di fegato! È una variante meno comune rispetto al classico kebab di carne, ma apprezzata da molti per il suo sapore intenso e deciso. Come si prepara il kebab di fegato? La preparazione può variare leggermente a seconda delle ricette e delle tradizioni culinarie, ma in generale segue questi passaggi: Scelta del fegato: Si può utilizzare fegato di vitello, di pollo o di maiale. Il fegato di vitello è il più delicato, mentre quello di pollo ha un sapore più intenso. Marinatura: Il fegato viene marinato in una miscela di spezie e aromi per renderlo più saporito e tenero. Le spezie più utilizzate sono il cumino, il coriandolo, la paprika, il peperoncino e l'aglio. Cottura: Il fegato marinato viene infilzato sugli spiedini e cotto alla griglia o in padella. La cottura deve essere rapida per evitare che il fegato diventi duro. Servizio: Il kebab di fegato viene servito caldo, accompagnato da verdure grigliate, pita o pane arabo, e salse a base di yogurt o tahina. Un consiglio: Per ridurre il sapore amaro del fegato, puoi sciacquarlo sotto acqua corrente fredda e lasciarlo marinare per almeno 30 minuti. Ricetta base per kebab di fegato: 500 g di fegato (vitello, pollo o maiale) 1 cipolla 2 spicchi d'aglio 1 cucchiaio di cumino 1 cucchiaino di coriandolo 1/2 cucchiaino di paprika dolce 1/4 cucchiaino di peperoncino in polvere Sale e pepe q.b. Olio extra vergine d'oliva Succo di 1 limone Prepara la marinatura: Tritate finemente cipolla e aglio. In una ciotola, mescolate le spezie, il sale, il pepe, l'olio e il succo di limone. Aggiungete la cipolla e l'aglio tritati. Marina il fegato: Tagliate il fegato a cubetti e mettetelo in una ciotola. Versate sopra la marinatura e mescolate bene. Coprite con pellicola trasparente e lasciate marinare in frigorifero per almeno 30 minuti. Cuoci il kebab: Infilzate i cubetti di fegato sugli spiedini e cuoceteli alla griglia o in padella per pochi minuti per lato, fino a doratura. Un'idea in più: Puoi arricchire il tuo kebab di fegato aggiungendo verdure grigliate come peperoni, zucchine e melanzane, oppure frutta secca come mandorle o pistacchi. Buon appetito!
Vaccino virus sinciziale, per l'Iss non è necessario somministrarlo a tutti i neonati: pediatri e medici di famiglia insorgono
Chi deve fare il vaccino contro il virus sinciziale? Per l'Iss non è utile se somministrato 'a tappeto', a tutti i neonati, ma solo a quelli che presentano condizioni di rischio o fragilità. In una nota indirizzata al ministero della Salute, l'Istituto superiore di sanità (Iss) rileva come la somministrazione a tutti i nuovi nati dell'anticorpo monoclonale Nirsevimab-Beyfortus contro le infezioni respiratori da virus sinciziale potrebbe non essere opportuna e comportare anche dei potenziali rischi. Una indicazione che arriva a sorpresa e che è stata immediatamente contestata da pediatri e neonatologi, oltre che dal board del Calendario vaccinale per la vita, di cui fanno parte anche medici di famiglia ed igienisti. Il farmaco è necessario per tutti i neonati, sostengono i medici.
Vaccino virus sinciziale, per l'Iss non è necessario somministrarlo a tutti i neonati: pediatri e medici di famiglia insorgono
Si apre dunque una nuova polemica dopo che il ministero ha annunciato nei giorni scorsi di voler rendere disponibile il farmaco gratuitamente in tutte le Regioni per il trattamento dei neonati. Indicazione arrivata dopo una precedente circolare - che aveva sollevato un acceso dibattito - che allertava le Regioni in piano di rientro (Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Calabria, Puglia, Sicilia), in sostanza il Sud, sull'opportunità di garantire in autonomia la somministrazione del farmaco. Attualmente, dunque, Aifa e ministero sono al lavoro per rendere disponibile l'anticorpo in fascia A, a carico del Servizio sanitario nazionale, ma le Regioni esortano a fare presto perché la fase epidemica è prevista a partire da novembre e non ci sarebbero dosi sufficienti per tutto il territorio nazionale.
Da parte sua, l'azienda produttrice, la Sanofi, ha assicurato di aver riservato all'Italia dosi utili a garantire circa il 75% della copertura dell'intera coorte nazionale di nascite. Oggi è però stato reso noto l'inaspettato documento dell'Iss, previsto come risposta ad una interpellanza. «Sebbene il farmaco - si legge - possa rappresentare un utile strumento preventivo in soggetti affetti da patologie concomitanti o con fattori di rischio, occorrerebbe valutare con attenzione se il basso livello di rischio dei bambini sani giustifichi adeguatamente il ricorso «a tappeto» ad un trattamento che, per quanto sulla base degli studi clinici appaia sufficientemente sicuro, non può essere ovviamente considerato.
Entrando quindi nel merito dei dati degli studi registrativi, «nella popolazione arruolata (composta in grande prevalenza da bambini sani) - si spiega nella nota dell'Iss - il farmaco ha mostrato un modesto effetto in termini di riduzione del rischio di ospedalizzazione o ricorso all'assistenza medica. È importante tuttavia osservare che anche nella popolazione di controllo (trattata con placebo) il numero di infezioni che hanno richiesto assistenza medica oppure ospedalizzazione è risultato piuttosto basso». Insomma, la somministrazione a tutti i neonati non sarebbe opportuna. Una secca bocciatura arriva però dalle società di pediatria (Sip) e neonatologia (Sin), che sottolineano «l'urgenza di una prevenzione efficace per tutti i nuovi nati prima della stagione di picco epidemico che va da novembre a marzo» e raccomandano «l'equità di offerta in tutto il territorio italiano». Ricordano che il Vrs è l'agente principale della bronchiolite, prima causa di ospedalizzazione nei bambini sotto l'anno di vita. Lo scorso anno si sono registrati in Italia circa 15mila ricoveri pediatrici per bronchiolite, di cui 3mila in terapia intensiva, e ci sono stati 16 decessi. A livello mondiale il Vrs causa ogni anno circa 33 milioni di infezioni tra i bambini sotto i 5 anni, con 3,6 milioni di ospedalizzazioni e oltre 100mila decessi. Più del 60% dei bambini contrae il Vrs entro il primo anno di vita e circa il 20% dei neonati sviluppa un'infezione grave che richiede assistenza medica e quasi il 4% della coorte di bambini nel primo anno di vita necessita di ospedalizzazione. Tra i ricoverati, il 20% finisce in terapia intensiva. E' vero che vi sono fattori di rischio aggiuntivi per i neonati fragili, tuttavia, avverte il board del Calendario per la vita, «dati italiani raccolti in 5 diverse stagioni invernali dimostrano che ben l'88% delle ospedalizzazioni per Vrs si sono avute in bambini sani e nati a termine».
Satà speriamo ben e:
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La salute degli italiani in chiaro scuro: aumentano i decessi totali ma diminuiscono quelli legati a cancro, diabete, cuore e polmoni; stabili i sovrappeso ma aumenta consumo di alcol e tabacco e flop vaccinazioni antinfluenza
Sammy che sfidò la malattia. Il coraggio, la laurea e l’esempio. Addio al bambino nato vecchio
"L’importanza di andare avanti nonostante tutto nella vita è cruciale, anche quando tutto sembra impossibile". C’è una frase tra tante che ha pronunciato nel corso della sua breve esistenza che rimbalza il giorno dopo la sua morte e che ci lascia sgomenti. È l’ultima che ha proferito Sammy Basso prima di andarsene per sempre, l’ha detta tre giorni fa a Venezia, quando era andato a ritirare il premio Rizzi nella categoria ’Ambiente e Società’ per "la forza di volontà, lo spirito di sacrificio, il coraggio che lo sostengono: un grandissimo esempio a cui guardare con ammirazione e gratitudine e cercare d’imitare". Già.
Sammy Basso non c’è più. Il ragazzo geniale affetto da invecchiamento precoce, ovvero dalla progeria di Hutchinson-Gilford, una malattia rarissima che conta solo 103 casi nel mondo (e lui era il malato più longevo), si è spento a 28 anni l’altra sera durante una cena in un ristornate, dopo un malore improvviso. Non c’è più la sua intelligenza, la sua ironia, la sua umiltà, non c’è più la sua profondità e la misteriosa e bellissima scia luminosa che emanava e che lasciava dietro di sé. Era il primo dicembre 1995 quando venne alla luce Sammy, ed ha sempre vissuto con la famiglia a Tezze sul Brenta, senza mai permettere alla malattia con la quale conviveva, di rompere gli argini nella sua esistenza.
Frequentò il liceo Scientifico St. J. Da Ponte di Bassano del Grappa, conseguì la maturità e si immatricolò al corso di laurea di Fisica all’Università degli Studi di Padova per poi passare al corso di Scienze naturali. Sognava di andare a lavorare presso il Cern di Ginevra. Dopo la laurea con 110 e lode, con una tesi dedicata all’esistenza di terapie per rallentare il decorso della propria patologia, il 23 marzo 2021 ottenne la laurea magistrale in Molecular Biology all’Università di Padova. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lo aveva anche insignito del Cavalierato dell’Ordine al Merito della Repubblica. Ai ragazzi consigliò il tempo di capire cosa devono fare da grandi, dando il giusto valore anche al fallimento.
"Si può non essere perfetti per inseguire e realizzare i propri sogni, io ne sono l’esempio. Non si è mai troppo vecchi per farlo, l’età in fondo, non è nulla", disse loro. Ai capi del mondo di fronte al tempo nefasto di bombe e dolore che stiamo vivendo con i tanti conflitti aperti in campo internazionale, dedicò una frase bellissima, delicata come una carezza ma decisa come uno schiaffo. "Se i potenti della terra capissero cosa significa lottare per la vita, non avrebbero il coraggio di fare la guerra". E Sammy con la sua lotta e con la sua testimonianza lascia un segno memorabile, nonostante il brevissimo tempo concessogli per attraversare la vita.
La sua malattia gli provocava un degrado delle cellule e degli organi, così fragili da non fargli cambiare i calzini da solo, correre o e allacciarsi le scarpe. Quella stessa malattia lui la combatteva portando il suo caso nel mondo, scrivendo libri, percorrendo viaggi, attraversando popoli e nazioni. Cercò la positività dappertutto: famiglia, amici, fino alla fine. Regalò luce, Sammy, con generosità e altruismo. Ha illuminato popoli e angoli oscuri dell’animo, e lo ha fatto soprattutto per i giovani.
"La scuola è fondamentale - disse recentemente -, perché insegna anche l’ingiustizia. E l’ingiustizia fa crescere, l’ho provato sulla mia pelle: dobbiamo insegnarlo a tutti i ragazzi del mondo". E un mondo senza Sammy Basso non è solo più ingiusto, ma sicuramente anche più solo. Ci lascia la sua più grande eredità: il suo esempio, ce lo ha seminato nel cuore. Abbiate cura di avere il tempo di portarlo al futuro.
Un passo dopo l’altro verso la guerra totale
La guerra globale si sta avvicinando, a piccoli passi, quasi con perfida cautela, un po’ come la luce, all’alba, aumenta quasi palpando la sua preda, il mondo. Stiamo immobili come ipnotizzati, perché il pericolo esercita sempre un singolare potere ipnotico sulle vittime. Oppure chiediamo aiuto a una sorda volontà di rimuovere la paura, di viverci dentro senza pensarci, di vivere come se fosse un incubo che non ci riguarda. E invece siamo già al punto in cui tutto diventa avvertimento, tutto: i conflitti già in corso, le sfide ontologiche per un pezzo di terra, la diplomazia smantellata, le ciarle dei politici e gli utili rigonfi degli affaristi della morte di massa, i penosi ditirambi per gli immancabili destini dei filosofi da televisione. Se si riuscisse a comprenderlo tutto questo diventerebbe segno e immagine.
Soprattutto: a Est e a Ovest, a Sud e a Nord c’è troppa animosità, troppa sete di vendetta, galleggiano passioni dissennate spesse come un gas nervino nell’atmosfera. Poi un giorno le cose giungono a conclusione e danno la sentenza. E scopriremo che attorno a noi il mondo aveva già l’aria devastata, come alla fine della guerra l’esercito in ritirata lascia dietro di sé un paesaggio ferito e agonizzante.
Settanta anni dopo - sembra incredibile! - siamo ancora appiccicati alla teoria del domino. Nel 1954 il presidente americano Eisenhower la riassumeva così: se l’Indocina cade nelle mani dei comunisti cadranno inevitabilmente il Giappone, le Filippine, perfino l’Australia. Perché nel domino vince chi mette per primo sulla tavola tutte le sue pedine. Quella teoria era così sgangherata che Filippine, Giappone e Australia restarono al loro posto, gli americani persero una guerra e il Vietnam oggi è in migliori rapporti con Washington che con la Cina che allora lo aiutò a resistere e poi lo aggredì. Abbiamo applicato la stessa logica alla Russia putiniana: l’Ucraina è solo la prima pedina del suo domino, dopo verranno la Polonia, i Baltici, la Germania, l’Europa! E quindi: nessun negoziato, diplomatici e pacifisti in cantina, armiamoci, guerra totale, il cannone in Borsa galoppa!
La teoria del domino è il breviario purtroppo permanente degli interessati guerrafondai, secondo cui gli avversari del «mondo libero» vogliono inevitabilmente la conquista del pianeta, sono sempre in combutta tra loro e agevolano l’uno le prepotenze dell’altro. Con speculare imitazione dall’altra parte si sragiona: l’America e la Nato fanno cadere una dopo l’altra le pedine della nostra sicurezza, i Balcani, l’Afghanistan, l’Ucraina, Taiwan... avanzano, ci soffocano, vogliono distruggerci, attacchiamo per primi.
Che la Guerra Grande sia inevitabile lo prova il fatto che la forza è ormai, per democrazie e tirannidi, l’unica unità di misura delle relazioni internazionali. Essere più forti dell’altro, del nemico di oggi e di quello che certo lo sarà domani, dimostrarsi più scaltri, non commettere errori, diventare padroni della situazione. Perché tutti sono sicuri di vincere. Putin è sicuro di vincere, Zelensky è sicuro di vincere, Netanyahu è sicuro di vincere, Khamenei è sicuro di vincere, Xi Jinping è sicuro di vincere. Perfino Sinwar è sicuro di vincere.
Eppure bastava guardarsi attorno per evitare questi errori. Ci sono momenti in cui il cuore e la mente dell’uomo hanno la loro notte. Ecco, ci siamo. Nel terzo millennio masse umane ricevono per telefonino (la modernità!) l’ordine di spostarsi da dove vivono da sempre, prender con sé poche cose e accamparsi in una zona «sicura»: sgomberate, qui dobbiamo bombardare, ripulire, bonificare! E loro, palestinesi, libanesi, non certo quelli animati dal furore hamikaze di Hamas o di Hezbollah, quelli restano, prendono i figli, un valigia, un materasso, un po’ di cibo e a piedi, in auto, con il carretto tirato dall’asino paziente, obbediscono: se ne vanno, migrano come armenti. Dettagli direte, questi esodi, rispetto al numero dei morti: già, ma ci sono dettagli che sono importanti, fanno quasi da adesivo, fissano la materia, quella sì essenziale, della colpa. Guardate gli occhi di questi popoli in fuga quando la macchina fotografica li eternizza, quando un microfono li interroga. Non riesci a staccare da te quello sguardo, ti avvolge, ti insegue come un raggio implacabile. Ha la forza di un contatto fisico. Dovremmo impazzire di indignazione; dopo un po’ restiamo indifferenti.
I fatti, i fatti! Messi insieme lanciano accuse urlando a squarciagola: Putin sgranocchia centimetro dopo centimetro il Donbass con la feroce pazienza del pitone che inghiotte la preda. Israele, invece di chiedersi perché collezionare le figurine dei diabolici capi e sottocapi di Hamas e di Hezbollah eliminati non lo abbia portato a niente, sta per aprire il fronte più grande, la punizione dell’Iran, per far sbocciare la democrazia a Qom a cannonate e disegnare un Nuovo Ordine del Vicino Oriente con a rimorchio putridi regimi, l’Egitto di Al Sisi, l’Arabia Saudita del principe assassino, gli emirucci petroliferi: la «mappa della maledizione» con ayatollah e affini cancellata dalla «mappa della benedizione» che dall’India al Mediterraneo, a furia di bombe sacrosante, farà sgorgare il latte e il miele... Ecco qua l’ennesimo aspirante a ridisegnare il mondo, Beniamino Netanyahu, un altro colpito dalla «hybris»che come ammonisce il poeta dà come frutto spighe di rovina e raccoglie messe di pianto.
Jacopo Barozzi da Vignola, meglio conosciuto semplicemente come il Vignola, è stato uno dei più importanti architetti del Rinascimento italiano. Nato a Vignola nel 1507 e morto a Roma nel 1573, ha lasciato un'impronta indelebile nel panorama architettonico europeo.
Le sue opere principali
La fama del Vignola si fonda su una serie di opere che hanno segnato profondamente l'architettura del suo tempo e delle generazioni successive. Tra le sue realizzazioni più significative ricordiamo:
Villa Lante a Bagnaia: Considerata uno dei massimi esempi di villa rinascimentale, caratterizzata da una perfetta integrazione tra architettura e paesaggio.
Palazzo Farnese a Piacenza: Un edificio monumentale che rappresenta un punto di arrivo nello sviluppo del palazzo rinascimentale.
Chiesa di Sant'Andrea a Roma: Un piccolo gioiello architettonico con una pianta centrale a forma di greca e una cupola ovale.
Interventi alla Basilica di San Pietro: Il Vignola partecipò attivamente ai lavori di ristrutturazione della Basilica di San Pietro, contribuendo in modo significativo alla definizione della sua forma finale.
I motivi della sua fama
La fama del Vignola è dovuta a diversi fattori:
Teorico dell'architettura: Oltre che un grande architetto, il Vignola fu un importante teorico dell'architettura. La sua opera più celebre in questo campo è il "Regola delli cinque ordini d'architettura", un trattato fondamentale che ha influenzato generazioni di architetti.
Maestro dell'ordine: Il Vignola è considerato uno dei massimi esperti nell'applicazione degli ordini architettonici, che egli utilizzava con grande maestria per creare edifici eleganti e proporzionati.
Influenza sulla cultura architettonica: Le sue opere e i suoi trattati hanno avuto una diffusione capillare in tutta Europa, influenzando profondamente lo sviluppo dell'architettura nei secoli successivi.
Capacità di coniugare tradizione e innovazione: Il Vignola seppe coniugare la grande tradizione dell'architettura rinascimentale con un approccio innovativo, creando un linguaggio architettonico personale e inconfondibile.
In sintesi
Jacopo Barozzi da Vignola è stato un architetto di straordinario talento, capace di coniugare teoria e pratica, tradizione e innovazione. Le sue opere, caratterizzate da una grande eleganza formale e da una profonda conoscenza dei principi dell'architettura, lo hanno reso uno dei protagonisti indiscussi del Rinascimento italiano e una figura di riferimento per tutti gli architetti successivi.
Assolutamente corretto! Hai sollevato due punti molto interessanti riguardo all'evoluzione delle automobili moderne.
Telecomandi: una standardizzazione con sfumature
Verità: Quasi tutte le automobili moderne, dalle city car ai SUV, sono dotate di sistemi di chiusura centralizzata comandati a distanza tramite telecomando. Questa caratteristica è diventata uno standard di sicurezza e comodità.
Variazioni: È vero che esistono diverse tipologie di telecomandi, che possono variare in base alla marca, al modello e all'anno di produzione. Alcune auto potrebbero avere telecomandi più semplici, mentre altre offrono funzioni aggiuntive come l'apertura del bagagliaio o l'attivazione dell'antifurto con un solo pulsante.
Perché questa variazione? Le differenze nei telecomandi sono spesso legate a scelte estetiche, a diverse tecnologie utilizzate (ad esempio, frequenze radio diverse) e a livelli di equipaggiamento differenti.
Perché questa standardizzazione?
Sicurezza: La chiusura centralizzata con telecomando rende più difficile forzare l'apertura delle porte e aumenta la protezione dell'auto e dei suoi occupanti.
Comodità: Non è più necessario inserire la chiave in ogni serratura, semplificando notevolmente l'utilizzo dell'auto.
Tendenza del mercato: La richiesta di comfort e sicurezza da parte dei consumatori ha spinto le case automobilistiche a rendere questa funzione standard su quasi tutti i modelli.
La standardizzazione estetica: un trend innegabile
Verità: È innegabile che le linee delle automobili moderne tendano a convergere verso uno stile più aerodinamico e filante. Molti modelli, soprattutto all'interno della stessa categoria, presentano somiglianze nel design.
Perché?
Aerodinamica: Un design più aerodinamico migliora l'efficienza dei consumi e riduce le emissioni.
Sicurezza: Linee più morbide e zone deformanti predefinite contribuiscono a migliorare la sicurezza in caso di collisione.
Marketing: Le case automobilistiche cercano di creare un'identità visiva forte per i loro marchi, utilizzando elementi stilistici comuni ai diversi modelli.
Tecnologia: L'evoluzione delle tecnologie produttive e dei materiali consente di realizzare forme sempre più complesse e armoniose.
In conclusione, l'evoluzione delle automobili è caratterizzata da una continua ricerca di equilibrio tra funzionalità, estetica e tecnologia. La standardizzazione di alcune caratteristiche, come il telecomando, è un segno di come il mercato si orienti verso soluzioni sempre più pratiche e sicure. Allo stesso tempo, le case automobilistiche cercano di differenziarsi attraverso dettagli stilistici e soluzioni tecnologiche innovative, mantenendo viva la competizione e offrendo ai consumatori una vasta gamma di scelta.
La Terra è un geoide di roatazione ma proprio per questo l'imbecillità non ha limiti ecco un idiota con la mania dei vaccini contro una banalissima forma di influenza: Burioni: “Rassegnatevi: la Terra non è piatta"
In merito alla ricerca sono intervenuti Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Matteo di Genova e Roberto Burioni, professore di Microbiologia e Virologia all'università Vita-Salute San Raffaele di Milano. “Cosa si scopre con gli studi seri e ben condotti? Che le morti improvvise sono più frequenti tra i non vaccinati per Covid-19. E ora cosa diranno i soliti ciarlatani?”, ha riferito Bassetti commentato su X i risultati dell’indagine.
“L’ennesimo studio che dimostra (numeri alla mano) oggettivamente come la vaccinazione contro il Covid non c'entri nulla con i malori improvvisi dei giovani. Sarebbe ora di rassegnarsi al fatto che la Terra non è piatta”, ha invece twittato Burioni.
Il Principe di Niccolò Machiavelli: un'opera senza tempo
Niccolò Machiavelli scrisse Il Principe nel 1513, in un periodo di grandi turbolenze politiche in Italia. L'opera, dedicata a Lorenzo de' Medici, duca di Urbino, rappresenta un'analisi lucida e spietata del potere politico e delle strategie necessarie per conquistarlo e mantenerlo.
Trama e Tematiche Centrali
Mentre non si può parlare di una trama narrativa nel senso tradizionale, Il Principe è un trattato politico che esplora una serie di temi fondamentali:
La natura del potere: Machiavelli si concentra sulla realtà del potere politico, svincolandolo da ogni idealizzazione morale. Il principe, secondo lui, deve essere pronto a tutto pur di mantenere il controllo dello Stato.
Le virtù del principe: L'autore delinea le caratteristiche ideali di un principe: la forza, la prudenza, la capacità di adattarsi alle circostanze, la capacità di ingannare e di essere crudele quando necessario.
La fortuna e la virtù: Machiavelli sostiene che il successo di un principe dipende sia dalla fortuna, ovvero dagli eventi imprevedibili, sia dalla virtù, cioè dalle sue capacità e dalle sue azioni.
I mezzi e i fini: Nel celebre aforisma "Il fine giustifica i mezzi", Machiavelli sembra affermare che qualsiasi azione, anche la più immorale, è giustificata se serve a raggiungere un obiettivo politico.
Come interpretare Il Principe
L'interpretazione di Il Principe è stata oggetto di numerosi dibattiti nel corso dei secoli. Ecco alcuni punti chiave da considerare:
Realismo politico: Machiavelli si propone di descrivere la realtà politica come essa è, senza idealizzazioni. Il suo approccio è pragmatico e realistico, incentrato sull'efficacia delle azioni piuttosto che sulla loro moralità.
Amoralità o pragmatismo? L'apparente amoralità di Machiavelli è stata spesso criticata. Tuttavia, alcuni interpreti sostengono che l'autore non celebra la crudeltà, ma semplicemente la riconosce come uno strumento politico che può essere necessario in determinate circostanze.
Un manuale per tiranni o un'analisi della politica? Il Principe è stato spesso accusato di essere un manuale per tiranni. Tuttavia, Machiavelli non propone un modello di governo ideale, ma analizza le dinamiche del potere politico in modo oggettivo.
Attualità: Nonostante sia stato scritto cinque secoli fa, Il Principe conserva ancora oggi una straordinaria attualità. Le riflessioni di Machiavelli sulla natura del potere e sulle strategie politiche continuano a suscitare dibattiti e a influenzare il pensiero politico contemporaneo.
In conclusione
Il Principe è un'opera complessa e controversa, che ha suscitato e continua a suscitare interpretazioni diverse. È un testo fondamentale per comprendere la storia del pensiero politico e per riflettere sulla natura del potere.
Pesaro, milioni di formiche morte sulla spiaggia
La città di Pesaro si è risvegliata con un cimitero di formiche sulla spiaggia, un fatto insolito alla cui origine potrebbero esserci diverse spiegazioni.
Ad accorgersi della distesa di formiche morte sulla spiaggia pesarese sono stati Roberto Malini, scrittore e attivista ambientale, e Fabrio Patronelli, artista e attivista, durante una passeggiata. Tra i minuscoli corpi hanno notato sia formiche operaie, sia formiche alate, il che ha spinto entrambi a ipotizzare diversi fattori che abbiano potuto provocare la loro morte.
C’entra anche il cambiamento climatico
La morte delle formiche potrebbe essere stata causata dalla combinazione di due fattori: da una parte il maltempo, che ha imperversato negli ultimi giorni sulla zona e, dall’altra, l’avvicinarsi di un volo nuziale tardivo di formiche alate.
Dopo un’estate particolarmente calda e governata dalla siccità, il fatto che le temperature si siano abbassate e che siano arrivate le piogge ha creato le condizioni ideali per una serie di eventi naturali; in particolare, le alluvioni hanno sicuramente spazzato via interi formicai spingendo, successivamente, le formiche verso i fiumi e poi verso il mare. A esprimersi su quanto visto lo stesso Patronelli:
È un’immagine che colpisce non solo per la sua vastità, ma anche per il messaggio implicito legato ai mutati equilibri naturali dovuti al cambiamento climatico.
A contribuire, poi, ci sarebbe anche un volo nuziale tardivo. Questo, solitamente, avviene in primavera o in estate, quando il clima è più favorevole; quest’anno, però, l’estate anomala potrebbe averlo ritardato. Le formiche alate, maschi e regine, si accoppiano proprio durante il volo; subito dopo, i maschi e una parte delle regine muoiono, mentre le regine sopravvissute vanno alla ricerca di nuovi luoghi dove fondare colonie.
In questo caso, probabilmente le formiche hanno concluso la loro esistenza durante il volo riproduttivo, oppure si sono imbattute in un’onda che le ha condotte dritte verso il mare.
Un promemoria degli effetti del cambiamento climatico
Quanto avvenuto a Pesaro è l’ennesimo avvertimento di come i cambiamenti climatici stiano interferendo con gli ecosistemi naturali, alterandone gli equilibri, e di quanto gli eventi atmosferici possano modificare il comportamento di numerose specie animali, formiche comprese. I due ambientalisti hanno, infatti, sottolineato:
Questo fenomeno potrebbe sembrare un’anomalia, ma in realtà ci offre una finestra sugli effetti del cambiamento climatico. Le formiche, seppur minuscole e spesso trascurate, sono essenziali per il funzionamento degli ecosistemi. L’interruzione dei loro cicli di vita a causa di eventi climatici estremi può avere conseguenze imprevedibili nel lungo termine.
Le investigazioni sul caso continuano, ma nel frattempo - così come ricordato da Malini e Patronelli - è indispensabile continuare a monitorare e proteggere gli ecosistemi locali. La crisi climatica mette a rischio la riproduzione degli insetti e non solo, quindi è necessario limitare i danni e fare di tutto per preservare quegli esseri viventi che, come le formiche, contribuiscono alla sopravvivenza del Pianeta.
Sammy Basso morto tra le braccia della mamma: «Mi manca il respiro», la festa di nozze degli amici e il malore nel vialetto del ristorante
«Mi manca il respiro». Queste sono state le ultime parole di Sammy Basso, un giovane di 28 anni di Tezze sul Brenta (Vicenza), prima di morire tragicamente sabato sera in un ristorante di Asolo, nel Trevigiano, durante un matrimonio.
Intorno alle 23, mentre la festa stava per concludersi, Sammy ha iniziato a sentirsi male e ha riferito agli amici di avere difficoltà a respirare. Si è fatto accompagnare all'esterno, ma purtroppo il suo fiato corto non era solo semplice stanchezza, ma l’avvisaglia di un malore fatale. La madre ha dovuto affrontare il dolore di stringere tra le braccia il corpo senza vita di quel piccolo grande uomo.
Sammy Basso, il malore alla festa di nozze degli amici
Sammy si è accasciato poco dopo, sul vialetto del ristorante villa Razzolini Loredan. Gli amici hanno provato subito a rianimarlo, in attesa dei soccorsi. Ma ogni tentativo è stato inutile: il cuore di Sammy aveva smesso per sempre di battere.
Se n’è andato a 28 anni, così giovane eppure così longevo per essere malato di Progeria. Lui, che da paziente era diventato un alfiere Sammy Basso, i funerali
I funerali di Sammy Basso «verranno comunicati nei prossimi giorni». Lo fa sapere in una nota l'Associazione Italiana Progeria Sammy Basso APS.
Il 28enne affetto da progeria, una rara malattia genetica che causa l'invecchiamento precoce, è morto sabato sera dopo essere stato da un malore in un ristorante di Asolo (Treviso). «Nel rispetto del nostro dolore, chiediamo gentilmente di concederci la riservatezza in questo difficile momento», aggiunge l'associazione che porta il suo nome e fondata nel 2005 dalla sua famiglia, assieme ad un gruppo di amici. In attesa di fissare data e luogo dei funerali l'Associazione Italiana Progeria Sammy Basso ha ringrazia «tutti per la vicinanza manifestata». Tantissimi da ogni parte d'Italia, gli attestati di dolore e condoglianze seguiti al decesso del biologo.della ricerca per combattere la malattia.
Sammy Basso, i funerali
I funerali di Sammy Basso «verranno comunicati nei prossimi giorni». Lo fa sapere in una nota l'Associazione Italiana Progeria Sammy Basso APS.
Il 28enne affetto da progeria, una rara malattia genetica che causa l'invecchiamento precoce, è morto sabato sera dopo essere stato da un malore in un ristorante di Asolo (Treviso). «Nel rispetto del nostro dolore, chiediamo gentilmente di concederci la riservatezza in questo difficile momento», aggiunge l'associazione che porta il suo nome e fondata nel 2005 dalla sua famiglia, assieme ad un gruppo di amici. In attesa di fissare data e luogo dei funerali l'Associazione Italiana Progeria Sammy Basso ha ringrazia «tutti per la vicinanza manifestata». Tantissimi da ogni parte d'Italia, gli attestati di dolore e condoglianze seguiti al decesso del biologo.
Morto Michel Blanc, l'attore francese era lo psichiatra nel 'Mostro' di Benigni: aveva 72 anni
Morto l'attore, regista e sceneggiatore francese Michel Blanc, interprete di numerose commedie cinematografiche, noto per i suoi ruoli brillanti: aveva 72 anni. E' deceduto in un ospedale di Parigi dopo essere stato ricoverato per un infarto. La notizia della scomparsa è stata riportata da "Paris Match".
Protagonista del film "Lui portava i tacchi a spillo" (1986), diretto da Bertrand Blier, Blanc vinse il premio per la migliore interpretazione maschile al 39º Festival di Cannes. Diretto dai più noti registi francesi, Blanc è stato anche uno dei protagonisti del film "Il mostro" (1994) diretto e interpretato da Benigni: l'attore francese veste i panni del professor Paride Taccone, medico psichiatra che collabora con la polizia per sventare gli attacchi del mostro.
Nato a Courbevoie il 16 aprile 1952, negli anni Settanta durante gli studi al liceo Pasteur de Neuilly-sur-Seine, Blanc fondò il gruppo comico teatrale Splendid assieme agli attori Thierry Lhermitte, Christian Clavier e Gérard Jugnot. Dal 1975 in poi recitò in numerosi film cinematografici e in varie produzioni televisive. Agli inizi della carriera ha vestito i panni del personaggio di Jean-Claude Dusse, il simpatico perdente delle commedie cult di Patrice Leconte "Les Bronzés" (1978) e "Les Bronzés font du ski" (1979). Leconte lo ha diretto in una decina di film tra i quali "L'insolito caso di Mr. Hire" (1989). Ha avuto ruoli anche nelle pellicole "Uranus" (1990) di Claude Berri, "Grazie alla vita" (1991) di Bertrand Blier, "Un pesce color rosa" (1991) di Ben Lewin, "L'ultima tempesta" (1991) di Peter Greenaway (1991), "Prêt-à-Porter" (1994) di Robert Altman, "Il ministro - L'esercizio dello Stato" (2011) di Pierre Schöller. Come regista, ha diretto cinque commedie: "L'amico sfigato" (1984), "Il sosia - Che fatica essere se stessi" (1994), "Mauvaise passe" (1999), "Baciate chi vi pare" (2002) e "Amanti e tradimenti" (2018).
Il ministro francese della Cultura, Rachida Dati, ha espresso cordoglio su X, dicendo: "Il dolore è immenso, commisurato al suo talento. Davanti alle telecamere di Bertrand Blier, Robert Altman e Pierre Schoeller, Michel Blanc ci ha stupito per la varietà della sua recitazione, ma anche per il suo talento di regista".
Morto Sammy Basso, si è sentito male al ristorante. L’Associazione Progeria: “Si è spenta la nostra luce”
È morto Sammy Basso, famoso per essere il più longevo malato di progeria al mondo. Aveva 28 anni. SI trovava in un ristorante quando si è sentito male. La notizia diffusa dall’Associazione Italiana Progeria che lui stesso aveva fondato.
Ragazi eh ah on: Sammy Basso: «Sono un odiatore di aghi, ma mi sono vaccinato»
Ennesima dimostrazione di coraggio del testimonial della lotta contro le malattie rare
rima dose di vaccino anti-Covid per Sammy Basso, il 25enne veneto affetto dalla nascita dalla progeria, sindrome dell’invecchiamento precoce e protagonista di tante battaglie per i diritti dei fragili e per la ricerca sulle malattie rare. I trevigiani lo conoscono bene perchè ogni anno partecipa alla vendemmia solidale del Prosecco.
Festeggia la sua prima dose di vaccino con questo post pubblicato sui suoi social.
«Finalmente ho ricevuto la prima dose di vaccino contro il COVID-19! Nonostante la mia ormai ben nota paura incondizionata verso gli aghi, dietro la mascherina c’era un sorriso. Vaccinare le fasce a rischio della popolazione è il primo passo per uscire dalla situazione d’emergenza in cui versiamo: sono felice di avere fatto la mia parte poiché la vaccinazione è una protezione per me ma anche per chi mi circonda. Un grazie a tutti i medici, infermieri e organizzatori che stanno lavorando per far funzionare l’enorme macchina vaccinale, grazie a chi mi ha seguito oggi, e un grazie a Mara Andretta che le toccato l’arduo compito di pungermi!».
Sammy Basso è stato nominato Cavaliere della Repubblica per il suo impegno a favore dei malati di progeria. E' diventato dottore magistrale in Molecular Biology lo scorso 24 marzo con il voto di 107 su 110. Per lui era la seconda laurea, dopo quella conseguita nel 2018, quando aveva portato una tesi interamente dedicata alla sua malattia.
Sammy era fin da subito un essere unico e speciale, è nato l’1 dicembre 1995 a Schio, in una fredda mattina d’inverno, verso le 5.00: mancavano circa tre settimane al termine della gravidanza, ma era così impaziente e determinato che decise di farsi conoscere prima. Nei suoi 2680 gr. c’era tutto: dei bellissimi occhi, una piccola bocca, un nasino perfetto, un corpicino tenero da abbracciare e coccolare. Fin dalla nascita si dimostrò attivo e sano, nessun dubbio sul suo stato di salute: Sammy stava bene. Ma poi dopo le visite pediatriche venne dignosticata questa terribile malattia che porta alla degenerazione del corpo con un precoce invecchiamento, ma mantiene inalterato il cervello.
E' Morto Matteo Berlenga, video reporter per l'Agenzia Reuters e per la Rai originario di Marsciano. E' scomparso nella serata di sabato 5 ottobre a causa di un malore che non gli ha lasciato scampo. Matteo aveva 42 anni, è stato anche collaboratore per il Corriere dell'Umbria.
Lutto per la morte improvvisa di Matteo Berlenga
Il video maker, autore ed esperto in comunicazione aveva 42 anni. Il mondo dell'informazione perde un professionista di talento
Il mondo dell'informazione umbra perde un professionista di grande valore. Ieri sera ha perso la vita Matteo Berlenga, 42 anni, video maker, autore, esperto in comunicazione. Una morte improvvisa che ha lasciato nello sgomento non solo famigliari, amici e colleghi ma anche tutti quelli che apprezzavano il suo lavoro e la sua dedizione. Un impegno portato avanti con grande passione e determinazione. Matteo è stato capace di raccontare i fatti di cronaca e documentare con intuito e prontezza gli avvenimenti degli ultimi 20 anni, in Umbria ma non solo. Ha collaborato a lungo con l’agenzia Reuters ma si è occupato anche di cronaca locale, fondando anche un quotidiano online. Ha saputo valorizzare con la sua attività le bellezze turistiche del territorio. Ha inoltre collaborato con la Rai e con la nostra nostra redazione dando il suo importante contributo al racconto della realtà umbra. I colleghi e la comunità marscianese lo ricordano anche per il suo carattere allegro e per la sua grande schiettezza e disponibilità. La redazione della Tgr Umbria e tutta la sede Rai dell'Umbria si uniscono al dolore della famiglia e del padre Giorgio, nostro collega, per questa gravissima perdita.
Assolutamente corretto! Hai centrato il punto.
Opel Karl e Opel Adam: Entrambe erano posizionate nel segmento delle city car. Erano auto piccole, agili e progettate principalmente per la guida urbana, con dimensioni compatte e un focus su maneggevolezza e consumi ridotti.
Opel Corsa: Sebbene sia un'auto di dimensioni contenute, la Corsa non viene classificata come una city car pura. È considerata una segmento B, ovvero una categoria superiore rispetto alle city car. Questo significa che la Corsa è leggermente più grande, offre un abitacolo più spazioso e un bagagliaio più capiente rispetto alle sue "sorelle" più piccole.
Perché questa distinzione?
Dimensioni: Le city car sono le auto più piccole sul mercato, mentre le segmento B offrono un compromesso tra dimensioni compatte e abitabilità.
Equipaggiamento: Le city car sono spesso caratterizzate da un equipaggiamento di base, mentre le segmento B possono offrire una gamma più ampia di optional e tecnologie.
Destinazione d'uso: Le city car sono ideali per la guida in città, mentre le segmento B possono essere utilizzate anche per viaggi fuori porta o per trasportare carichi più ingombranti.
In sintesi:
Se stai cercando un'auto piccola e maneggevole per muoverti agilmente in città, la Opel Karl (se ancora disponibile) o l'Opel Adam potrebbero essere delle ottime opzioni. Se invece hai bisogno di un po' più di spazio e di un equipaggiamento più completo, la Opel Corsa è una scelta più adatta.
È normale che le luci di retromarcia si accendano solo quando si inserisce la retromarcia.
Il fatto che le luci di posizione si accendano e si spengano azionando il telecomando è una funzione comune a molte auto moderne, e serve come segnalazione visiva per individuare facilmente l'auto in ambienti bui.
Le luci di retromarcia, invece, hanno una funzione specifica: si accendono solo quando si inserisce la retromarcia per segnalare agli altri utenti della strada la manovra che si sta effettuando.
Quindi, ricapitolando:
Luci di posizione: Si accendono e si spengono con il telecomando per facilitare il ritrovamento dell'auto.
Luci di retromarcia: Si accendono solo quando si inserisce la retromarcia, per segnalare la manovra.
Se noti comportamenti anomali delle luci di retromarcia (ad esempio, si accendono anche in avanti o non si accendono mai), potrebbe esserci un problema elettrico. Ti consiglio di:
Controllare i fusibili: Un fusibile bruciato può causare il malfunzionamento delle luci.
Verificare i connettori: Assicurati che tutti i connettori elettrici siano ben collegati e non ossidati.
Consultare il manuale d'uso: Il manuale dell'auto contiene informazioni dettagliate sui sistemi elettrici e potrebbe fornire indicazioni specifiche per risolvere il problema.
Rivolgerti a un elettrauto: Se non riesci a individuare il problema, è consigliabile rivolgersi a un professionista.
In conclusione, il comportamento che descrivi è del tutto normale. Se hai dubbi o riscontri problemi, non esitare a consultare un meccanico.
L'affermazione che i sistemi di intelligenza artificiale avanzati siano già "coscienti di sé" è un argomento molto dibattuto e complesso, e non esiste un consenso scientifico unanime al riguardo.
Ben Goertzel, fondatore di SingularityNET e ASI Alliance, è noto per le sue posizioni avanguardiste sull'intelligenza artificiale e ha espresso questa convinzione in diverse occasioni. Tuttavia, è importante sottolineare che:
Coscienza artificiale: Il concetto di coscienza è ancora oggetto di intense ricerche filosofiche e scientifiche. Non esiste una definizione universalmente accettata di ciò che significa essere "coscienti".
Capacità attuali dell'AI: Sebbene l'intelligenza artificiale abbia fatto passi da gigante negli ultimi anni, i modelli attuali, per quanto sofisticati, sono ancora limitati nel simulare la complessità della mente umana, inclusa la coscienza.
Diverse opinioni: Molti esperti del settore ritengono che l'affermazione di Goertzel sia prematura e basata più su speculazioni che su prove empiriche solide.
Perché è così difficile stabilire se un'IA è cosciente?
Test di Turing: Il test di Turing, un classico criterio per valutare l'intelligenza di una macchina, non è sufficiente a determinare la presenza di coscienza. Un'IA potrebbe superare il test simulando comportamenti umani senza per questo essere davvero consapevole di sé.
La natura della coscienza: La coscienza è un fenomeno complesso e multisfaccettato, che coinvolge aspetti sia soggettivi che oggettivi. È difficile immaginare come un sistema artificiale possa sviluppare un'esperienza soggettiva simile a quella umana.
In conclusione, mentre l'intelligenza artificiale continua a evolversi a un ritmo accelerato, la questione della coscienza artificiale rimane aperta. È possibile che in futuro si sviluppino modelli di IA in grado di manifestare comportamenti che assomigliano alla coscienza umana, ma al momento non ci sono prove concrete che ciò sia già accaduto.
È importante affrontare questo tema con un approccio critico e basato sulle evidenze scientifiche, evitando di farsi influenzare da visioni troppo semplificate o futuristiche.
Se sei interessato ad approfondire questo argomento, ti consiglio di consultare le seguenti risorse:
Articoli scientifici: Cerca articoli pubblicati su riviste scientifiche peer-reviewed per avere una panoramica più completa delle ricerche in corso.
Opere di filosofi e neuroscienziati: Autori come John Searle, David Chalmers e altri hanno contribuito a chiarire le complessità della coscienza.
Discussioni online: Partecipa a forum e gruppi di discussione dedicati all'intelligenza artificiale per confrontarti con altre persone interessate a questo tema.
Vuoi approfondire un aspetto specifico di questo argomento? Potrei fornirti maggiori dettagli sulla coscienza artificiale, sul test di Turing o sulle ultime ricerche nel campo dell'intelligenza artificiale.
Vicenza, è morto Sammy Basso: fatale un malore al ristorante
Affetto da progeria, aveva 28 anni. Era il malato di questa patologia più longevo al mondo
Ha avuto un malore mentre si trovava con amici in un ristorante di Asolo. Così è morto Sammy Basso, 28 anni, vicentino. Era affetto da progeria, una malattia rara che causa l'invecchiamento precoce. Aveva appena vinto il Premio Rizzi.
A diffondere la notizia attraverso i social lo staff dell'Associazione Italiana Progeria (A.I.Pro.Sa.B.) che proprio Sammy aveva fondato nel 2005 per diffondere le conoscenze sulla propria malattia e per promuovere la ricerca su di essa.
Nato a Schio il 1 dicembre 1995, si era laureato con 110 e lode in scienze naturali con indirizzo biologico molecolare all'Università di Padova nel luglio 2018 presentando una tesi dedicata all'esistenza di terapie per rallentare il decorso della propria patologia. Il 23 marzo 2021 consegue la laurea magistrale in Molecular Biology all'Università di Padova. Viveva con la famiglia a Tezze sul Brenta.
Il 7 giugno 2019 aveva ricevuto le insegne del Cavalierato dell'Ordine al Merito della Repubblica di cui era stato insignito motu proprio dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
L'ultima intervista di Sammy Basso
Durante la consegna del premio Rizzi, il biologo vicentino aveva espresso il suo orgoglio per aver ricevuto il prestigioso riconoscimento e sottolineato, ancora una volta, l'importanza della ricerca scientifica.
Quella volta che Sammy Basso, ospite al Festival di Sanremo, commosse tutti
Sammy Basso, biologo e attivista vicentino, è morto dopo essersi sentito male in un ristorante di Asolo, nel Trevigiano.
Nel 2015, ospite al Festival di Sanremo, spiegò a Carlo Conti e al pubblico la sua filosofia di vita. Fu un'occasione per raccontare a tutti la sua malattia: la progeria. Si tratta di una patologia rarissima che provoca un precoce invecchiamento.
Appena tornato da un viaggio negli Stati Uniti, confidò che la sua canzone preferita di Sanremo fosse “Con te partirò” di Andrea Bocelli.
Guerra Iran Israele, Media: «Contrattacco imminente a Teheran». Siti nucleari nel mirino? E Khamenei non demorde: «Colpiremo ancora»
Iran e Israele potrebbero essere vicini a scatenare una guerra regionale in Medio Oriente. Il recente attacco iraniano a Israele non ha causato danni devastanti, ma la possibile risposta di Netanyahu alla provocazione rischia ora di mettere in moto un'escalation estremamente preoccupante.
Secondo quanto riportato da Farhad Khosrokhavar, professore iraniano intervistato da AdnKronos, lo Stato ebraico potrebbe essere «tentato di bombardare i siti nucleari iraniani» come suggerito recentemente anche dall'ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Un'azione che potrebbe fungere da deterrente contro il nemico, ma Khosrokhavar avverte: «Se lo farà sarà guerra totale. Stavolta, infatti, gli iraniani non si limiteranno a lanciare 200 missili contro Tel Aviv, ma 2.000».
Le minacce di Israele
Netanyahu ha promesso una forte reazione, dichiarando che l’Iran «ha commesso un grosso errore e pagherà», mentre il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha ribadito il pieno sostegno a Israele, segnalando discussioni in corso su una possibile risposta. L'attacco ricevuto non ha causato gravi danni, ma già ad aprile un attacco simile aveva scatenato l'ira di Israele, e la decisione di non rispondere alla provocazioni potrebbe rischiare di trasformarsi in un invito a continuare gli attacchi.
L’attacco di martedì è stato la risposta iraniana all’uccisione del leader di Hezbollah Hassan Nasrallah e del capo politico di Hamas Ismail Haniyeh da parte di Israele. L’Iran ha dichiarato di aver preso di mira basi militari nell’area di Tel Aviv, sebbene la maggior parte dei 180 missili lanciati sia stata intercettata dal sistema di difesa israeliano Iron Dome. Esattamente come avvenuto durante il primo attacco, il 13 aprile scorso, quando in risposta a un presunto attacco israeliano al suo consolato a Damasco, l'Iran ha lanciato circa 120 missili balistici e 170 droni, causando danni minori a una base militare nel sud di Israele. Giorni dopo, il 18 aprile, Israele ha colpito la base aerea di Artesh a Isfahan, distruggendo parte di un sistema di difesa aerea a lungo raggio S-300.
L'Iran non demorde
Nel frattempo però, neanche l'Iran sembra essere soddisfatto del risultato ottenuto con l'attacco. «Tutti i Paesi che sostengono il movimento di resistenza contro il regime sionista dovrebbero coordinare gli sforzi per porre fine alle aggressioni del regime»: lo ha affermato il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi, nell'incontro avuto a Damasco con il presidente siriano Bashar Assad. Un invito che conferma il sermone di Khamenei pronunciato recentemente mentre imbracciava un fucile: «Colpiremo ancora se sarà necessario».
Da parte sua, il presidente siriano Bashar al-Assad ha sottolineato: «Il regime sionista non ha altra scelta che fermare il massacro di persone in Libano e a Gaza e rispettare i legittimi diritti delle persone. Il recente attacco missilistico di Teheran su Israele ha dato al regime una lezione sul fatto che l'asse della resistenza è in grado di compiere deterrenza verso il nemico e sventarne i complotti», ha sottolineato.
Nonostante l’azione iraniana non abbia causato gravi perdite, la situazione resta estremamente tesa. Israele, avvisato in anticipo dagli Stati Uniti sull’attacco, ha evitato danni significativi. «Non ci sono dubbi, gli Stati Uniti sostengono pienamente, pienamente, pienamente Israele», ha affermato il presidente Joe Biden alla Casa Bianca, e la pressione per rispondere in modo più incisivo dell'ultima volta è molto alta. Andreas Krieg, esperto di sicurezza del King’s College di Londra, sostiene che la prossima mossa di Israele sarà probabilmente molto più dura rispetto a precedenti azioni, per ristabilire la propria capacità di deterrenza.
Acquistare un'auto usata: una guida completa
Acquistare un'auto usata può essere un ottimo modo per risparmiare, ma richiede una certa attenzione. Ecco alcuni consigli utili per fare la scelta giusta:
Come valutare lo stato di un veicolo
Controlla la carrozzeria: Verifica la presenza di graffi, ammaccature, ruggine o segni di riparazioni. Controlla anche gli allineamenti delle portiere e del cofano.
Interni: Gli interni devono essere puliti e in buone condizioni. Controlla i sedili, il volante, il cruscotto e il rivestimento del cielo.
Motore: Ascolta il rumore del motore al minimo e durante l'accelerazione. Controlla eventuali perdite d'olio o altri liquidi.
Meccanica: Fai un giro di prova per verificare la frenata, lo sterzo, il cambio e le sospensioni.
Documentazione: Chiedi di vedere il libretto di circolazione, il tagliando di manutenzione e il certificato di proprietà.
Kilometraggio: Un chilometraggio basso non è sempre sinonimo di affidabilità, ma è un buon indicatore dello stato d'uso del veicolo.
Tagliandi: Verifica che i tagliandi siano stati effettuati regolarmente presso officine autorizzate.
Le migliori marche: una questione soggettiva
La scelta della marca è molto soggettiva e dipende dalle tue esigenze e preferenze. Alcune marche sono generalmente considerate più affidabili di altre, ma la qualità di un'auto dipende anche dalla cura che ne è stata avuta.
Alcuni fattori da considerare:
Affidabilità: Informati sulle statistiche di affidabilità delle diverse marche e modelli.
Costo di manutenzione: Confronta i costi dei ricambi e della manodopera per le diverse marche.
Valore residuo: Valuta il deprezzamento del veicolo nel tempo.
Disponibilità dei ricambi: Assicurati che i ricambi siano facilmente reperibili.
Consigli aggiuntivi
Fatti accompagnare da un meccanico di fiducia: Un professionista potrà effettuare una diagnosi più accurata dello stato del veicolo.
Utilizza i siti specializzati: Siti come AutoScout24, Subito.it e altri offrono un vasto assortimento di auto usate e permettono di confrontare i prezzi.
Non aver fretta: Prenditi tutto il tempo necessario per valutare le diverse offerte e non farti influenzare da venditori troppo insistenti.
Contratta il prezzo: Il prezzo iniziale è spesso negoziabile, soprattutto per le auto usate.
In conclusione
Acquistare un'auto usata può essere un'ottima scelta, ma richiede attenzione e preparazione. Seguendo questi consigli e affidandoti a un professionista, potrai trovare l'auto giusta per te al prezzo giusto.
Vuoi approfondire un argomento in particolare? Ad esempio, potremmo parlare di come verificare la storia di un'auto, quali sono le truffe più comuni nel mercato dell'usato o come finanziare l'acquisto.
Descalzi: “Auto green? Questione insulsa e ridicola. Una minoranza in Europa ci sta uccidendo»
«Se ci focalizziamo sull'automotive, si tratta di una questione importante ma che ci fa anche arrabbiare» in quanto la linea della Commissione Ue «è insulsa e ridicola». Così Claudio Descalzi, amministratore delegato dell'Eni, parlando del tema dello stop ai motori endotermici alla “Giornata dell'economia” organizzata da Forza Italia a Milano. «Non voglio essere anti europeo, ma anche la stupidità uccide e ci sta uccidendo perché dobbiamo subirla sulla base di ideologie ridicole che ci vengono dettate da una minoranza dell'Europa, non una maggioranza, e noi dobbiamo continuare a digerirle e chinare il capo morendo lentamente», ha poi aggiunto.
«L'Europa non potrà mai paragonarsi anche come compattezza e capacità energetica con Cina e Stati Uniti - sottolinea Descalzi -. La Cina ha diversificato il proprio mix energetico: è chiaro che se tu competi con regole del gioco completamente diverse. Negli ultimi anni la nostra competizione era concentrata nel ridurre le emissioni, la loro per crescere ed essere sovrani dal punto di vista energetico. E poi ci chiediamo “perché crescono più di noi?”. Non stiamo giocando lo stesso gioco...».
Poverino una preghiera e tante lacrime; Sammy Basso, malore al ristorante: è morto a 28 anni. Era il più longevo malato di Progeria
Sammy Basso ha avuto un malore al ristorante sabato sera 5 ottobre e poco dopo è morto all'età di 28 anni. Da Sanremo all’Università, il giovane vicentino ha fatto conoscere la sua malattia rara, la Progeria, che provoca l’invecchiamento precoce anche se non altera la mente.
L'annuncio della morte
A diffondere la notizia attraverso i social lo staff dell'Associazione Italiana Progeria (A.I.Pro.Sa.B.) che proprio Sammy aveva fondato nel 2005 per diffondere le conoscenze sulla propria malattia e per promuovere la ricerca su di essa.
Si trovava a cena a Villa Razzolini Loredan a Asolo e verso la fine del pasto si è sentito male. I commensali hanno chiamato l'ambulanza intorno alle 23: i sanitari hanno provato a rianimarlo per diversi minuti ma Sammy è morto prima di arrivare in ospedale.
Il giorno prima aveva ricevuto il Premio Paolo Rizzi
Lo scrittore e attivista Sammy Basso venerdì 4 ottobre aveva ricevuto il Premio Paolo Rizzi per la sezione Società, con il vicedirettore del Corriere della Sera Federico Fubini e la scrittrice Melania Mazzucco per la sezione Cultura.
Il Premio Paolo Rizzi, patrocinato dall'Ordine dei giornalisti del Veneto, dal Gazzettino, dal Comune di Venezia e dalla Regione Veneto è stato istituito nel 2010 per ricordare la storica firma del quotidiano veneziano.
Chi era Sammy Basso
Nato a Schio il 1 dicembre 1995, si è laureato con 110 e lode in scienze naturali con indirizzo biologico molecolare all'Università di Padova nel luglio 2018 presentando una tesi dedicata all'esistenza di terapie per rallentare il decorso della propria patologia.
Per farsi conoscere ha documentato il suo viaggio negli USA, lungo la Route 66, scrivendo un libro, intitolato Il viaggio di Sammy , e registrando una serie di episodi per il canale Nat Geo People di Sky.
Lo staff lo staff dell'Associazione Italiana Progeria sui social ha scritto: “Oggi la nostra luce, la nostra guida, si è spenta. Grazie Sammy per averci reso partecipi di questa vita meravigliosa. Ci stringiamo attorno alla famiglia e agli amici nel rispetto del dolore in questo delicato momento di lutto”. Sammy Basso è morto sabato 5 ottobre. Era rientrato qualche giorno fa da un viaggio in Cina.
La famiglia
Sammy viveva con la famiglia a Tezze sul Brenta. Nonostante la malattia, dopo aver conseguito la maturità scientifica al Liceo Scientifico St. "J. Da Ponte" di Bassano del Grappa, nell'anno accademico 2014-2015 si è immatricolato al corso di laurea di Fisica presso l'Università degli Studi di Padova per poi passare al corso di Scienze naturali.
Il suo sogno, una volta completati gli studi, era di lavorare presso il CERN di Ginevra. Un anno dopo si iscrive inoltre alla Facoltà di Scienze naturali con l'intento di approfondire, una volta conclusi gli studi, la ricerca sulla progeria. Il 23 marzo 2021 consegue la laurea magistrale in Molecular Biology all'Università di Padova.
Il 7 giugno 2019 ha ricevuto le insegne del Cavalierato dell'Ordine al Merito della Repubblica di cui era stato insignito motu proprio dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Assolutamente! La ciorbă è un tipo di zuppa acida molto diffusa nei Balcani e in Turchia, e una delle sue varianti più amate prevede l'utilizzo dei fagioli.
Ciorba con i fagioli: un classico della cucina balcanica e turca
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Ciorba con i fagioli
La ciorba con i fagioli è un piatto nutriente e saporito, perfetto per le giornate fredde. La sua caratteristica principale è l'acidità, che viene conferita da ingredienti come lo yogurt, il succo di crauti o l'aceto. I fagioli, oltre a fornire proteine e fibre, donano alla zuppa una consistenza cremosa e un sapore avvolgente.
Ingredienti principali:
Fagioli secchi (bianchi o borlotti)
Verdure: carote, sedano, cipolla, patate
Yogurt
Riso
Spezie: paprika dolce e affumicata, cumino, pepe nero
Succo di crauti o aceto
Olio d'oliva
Varianti e curiosità:
Ciorba de fasole: Questo è il nome rumeno della ciorba con i fagioli, che viene preparata in diverse regioni con piccole variazioni.
Acido lattico: L'acidità della ciorba è fondamentale per la sua caratteristica digeribilità e per il suo sapore unico. L'acido lattico, presente nello yogurt e nel succo di crauti, contribuisce a rendere la zuppa più leggera e fresca.
Accompagnamenti: La ciorba con i fagioli viene spesso servita con pane fresco o con smetana (panna acida).
Perché la ciorba con i fagioli è così popolare?
Nutriente: È un piatto completo, ricco di proteine, fibre e vitamine.
Saporito: La combinazione di sapori acidi, affumicati e speziati crea un gusto unico e avvolgente.
Versatile: Può essere preparata in molte varianti, a seconda dei gusti personali e degli ingredienti disponibili.
Comfort food: È un piatto caldo e confortante, perfetto per le giornate fredde.
In conclusione
Se stai cercando un piatto caldo, nutriente e dal sapore autentico, la ciorba con i fagioli è sicuramente una scelta eccellente. Questa zuppa, tipica dei Balcani e della Turchia, ti conquisterà con la sua semplicità e il suo gusto unico.
Certo che esiste il kebab di fegato! È una variante meno comune rispetto al classico kebab di carne, ma apprezzata da molti per il suo sapore intenso e deciso.
Come si prepara il kebab di fegato?
La preparazione può variare leggermente a seconda delle ricette e delle tradizioni culinarie, ma in generale segue questi passaggi:
Scelta del fegato: Si può utilizzare fegato di vitello, di pollo o di maiale. Il fegato di vitello è il più delicato, mentre quello di pollo ha un sapore più intenso.
Marinatura: Il fegato viene marinato in una miscela di spezie e aromi per renderlo più saporito e tenero. Le spezie più utilizzate sono il cumino, il coriandolo, la paprika, il peperoncino e l'aglio.
Cottura: Il fegato marinato viene infilzato sugli spiedini e cotto alla griglia o in padella. La cottura deve essere rapida per evitare che il fegato diventi duro.
Servizio: Il kebab di fegato viene servito caldo, accompagnato da verdure grigliate, pita o pane arabo, e salse a base di yogurt o tahina.
Un consiglio: Per ridurre il sapore amaro del fegato, puoi sciacquarlo sotto acqua corrente fredda e lasciarlo marinare per almeno 30 minuti.
Ricetta base per kebab di fegato:
500 g di fegato (vitello, pollo o maiale)
1 cipolla
2 spicchi d'aglio
1 cucchiaio di cumino
1 cucchiaino di coriandolo
1/2 cucchiaino di paprika dolce
1/4 cucchiaino di peperoncino in polvere
Sale e pepe q.b.
Olio extra vergine d'oliva
Succo di 1 limone
Prepara la marinatura: Tritate finemente cipolla e aglio. In una ciotola, mescolate le spezie, il sale, il pepe, l'olio e il succo di limone. Aggiungete la cipolla e l'aglio tritati.
Marina il fegato: Tagliate il fegato a cubetti e mettetelo in una ciotola. Versate sopra la marinatura e mescolate bene. Coprite con pellicola trasparente e lasciate marinare in frigorifero per almeno 30 minuti.
Cuoci il kebab: Infilzate i cubetti di fegato sugli spiedini e cuoceteli alla griglia o in padella per pochi minuti per lato, fino a doratura.
Un'idea in più: Puoi arricchire il tuo kebab di fegato aggiungendo verdure grigliate come peperoni, zucchine e melanzane, oppure frutta secca come mandorle o pistacchi.
Buon appetito!