A caccia di record

Поділитися
Вставка
  • Опубліковано 21 жов 2024
  • Abbiamo deciso di andare verso Capo Tenaro - noto anche come Capo Matapan-, punto più a sud della Grecia continentale e secondo in Europa solo a Punta de Tarifa, in Spagna. A parte la curiosità geografica, ci sono vari motivi interessanti per esplorare questa zona. Proprio appena sotto la baia si trova una piccola grotta, indicata come uno dei tanti accessi mitici all'Ade; non è nulla di particolare, però aiuta a completare il quadro di tutti questi ipotetici ingressi, tanto per tenere la fantasia in allenamento. Appena sopra la grotta, sulla sommità di una collinetta, si trova invece la cappella di Asomati, che ci incuriosiva poiché costruita con del materiale recuperato da un tempio antico dedicato a Poseidone. Dalla parte opposta, a distanza veramente contenuta, si trovano le fondamenta della città romana cresciuta attorno al tempio e si possono ammirare alcune parti di un bel mosaico; peccato che sia tutto lasciato senza protezione e in balia delle intemperie, però è suggestivo avere l'opportunità di ammirare le rovine nel mezzo di questa natura tanto spettacolare. Infine, camminando una mezz'ora circa, si arriva a Capo Tenaro. Il sentiero è molto panoramico, con scorci magnifici verso il mare e i promontori vicini e non ha dislivelli particolari; è però a fondo roccioso, quindi bisogna fare attenzione quando si cammina e se si hanno animali al seguito, perché alcune pietre sono affilate (impossibile da percorrere con un passaggino). Al termine del sentiero c'è un faro, proprio su uno sperone roccioso, che ci ha ricordato i numerosi visitati quest'estate in Normandia e nel Regno Unito. È però il nostro primo faro greco del viaggio e lo ricorderemo anche per questo.
    Poi pian piano abbiamo iniziato a risalire in direzione nord, lungo la costa orientale del Mani, percorrendo alcune strade magnifiche e attraversando uno dei segmenti indimenticabili del viaggio. Sicuramente il tratto migliore è quello che va a Mountanistika, il paese più alto del Mani, che si trova a 600 metri. La strada si inerpica per 4 km di tornanti ripidi e curve a gomito ed è ad una sola corsia, pure stretta. In poche parole bisogna sperare di non incrociare nessuno, anche se il paese è talmente spopolato, che ci vorrebbe una buona dose di sfortuna. Salendo si notano un'infinità di terrazzamenti, oggi sfruttati solo in minima parte, ma che un tempo servivano sicuramente per sfamare una popolazione ben più numerosa di quella attuale. Noi abbiamo parcheggiato poco sotto l'abitato, ma si arriverebbe tranquillamente in cima. In ogni caso, dopo l'avvicinamento drammatico in senso bello, si resta a bocca spalancata: il villaggio, disposto lungo il crinale, è costituito principalmente da case- torri costruite sorprendentemente tardi, tra il 1880 e il 1910, ma già in stato di abbandono pressoché totale, fatta eccezione per alcuni edifici abitati. Noi abbiamo fatto una bella passeggiata tra le vie di quello che deve essere stato un paese di discrete dimensioni, con tanto di chiesa, strade e punti panoramici. Abbiamo notato un paio di macchine e sembra che qualcuno ci viva in modo permanente, sebbene non debba essere affatto facile: non ci sono negozi, servizi di alcun genere, nè distributori di carburante. Eppure è tutto così maledettamente bello! Noi ce ne siamo innamorati al punto che, dopo aver fatto una passeggiata sulla cima che sovrasta il paese, siamo tornati al van a prendere le sedie e tutto l'occorrente per fare un aperitivo, perché, ne siamo certi, posti del genere sono più unici che rari. Attorno è il regno del silenzio, spezzato soltanto dai garriti delle rondini e dal ronzio di qualche insetto. Alle spalle la montagna. Davanti il mare. E c'è anche la possibilità di fare diverse escursioni. Cosa si può desiderare di più?

КОМЕНТАРІ • 4