Una bella lezione frutto di un lavoro accurato e simpatetico con la personalità dello statista, cosa rara, a me sembra. PS se presupponiamo che Moro sapesse che lor signori erano infiltrati, non può escludersi che abbia operato affinché tra i non infiltrati maturasse il sospetto di avere compagni sleali, sì da indurli a gesti come la perdita d'acqua di via Gradoli , il covo dove Moretti dormiva all'insaputa dei suoi compagni; ricordo un'intervista di Fasanella a Franceschini, in cui quest'ultimo rammentava di essere allora non l'unico in dubbio circa il nuovo capo.
L'accessibilità alle carte Moro degli archivi CC e GDF decretata da Prodi nel 2008 riguarda tutti i documenti fino al 1978 o anche tutti quelli degli anni successivi?
Buongiorno e grazie per questo video,ho una domanda da porle,ma è vero che Moro nel memoriale,riguardo al rapimento,non parla mai dell'agguato e della morte degli agenti di scorta? La ringrazio.
Il Memoriale è costituito dalle risposte di Moro alle domande che gli vennero rivolte e dalle sue riflessioni sulla politica e sulla storia italiana del trentennio precedente. Poi ci sono le lettere e i testamenti. Nel Memoriale non mancano i sentimenti, i timori e persino la rabbia, ma è soprattutto nelle lettere e nei testamenti che sta la dimensione più personale. In quelle lettere non risultano espressioni dirette sulla morte dei suoi uomini della scorta, anche se a tratti si evidenzia la confidenza con alcuni di loro e un suo muto dolore. Ma un diretto riferimento alla loro morte, negli scritti che noi conosciamo, non c'è .
@@Borges2013, gentile professore, se permette avrei anch'io una domanda: tale omissione, negli scritti di Moro dalla prigionia, può essere spiegata con la mancata informazione brigatista a Moro stesso della esatta fine degli agenti della sua scorta? Insomma è possibile che Moro non sapesse della morte di tutti e 5 gli uomini della scorta, o che avesse ricevuto (false) notizie e rassicurazioni da parte brigatista?
@@claudiocarpentieri2714 L'ipotesi non si può escludere, così come non si può escludere che eventuali testi con riferimenti alla morte dei suoi uomini possano essere stati non recapitati ed eliminati. Tra i primi, quelli non recapitati e di cui sono note le fotocopie delle br recuperate nel 1990, c'è una lettera alla famiglia in cui Moro fa riferimento a un dolore intuito, segnale di una zona della verità che gli dovette essere celata. Secondo la dinamica dell'agguato a noi nota, Moro non poté non rendersi conto della gravità dell'attacco sulla scorta, ma poteva non essere certo della morte dei cinque uomini, tanto che uno di loro, Francesco Zizzi, non morì in via Fani. Penetrare nell'animo di un uomo in quella situazione è da farsi con la consapevolezza che si entra in ambiti inaccessibili, in cui anche la rimozione di un senso di colpa distruttivo può essere operazione di sopravvivenza necessaria.
certo le fonti i atti, nel mio prossimo libro mi occuperò del perchè delle cause e il motivo che porta a via fani e quello che ne segue sino a oggi, se volete, possiamo confrontarci. ossequi
Ovviamente lezione molto attenta e puntuale. Ma, ascoltando la relazione, viene sollevata una questione decisiva sulla quale poi si sorvola senza abbozzare alcuna (piena) spiegazione. Infatti, secondo il prof. Di Sivo, che sulla questione si sofferma molto (soprattutto rovesciando la collocazione cronologica di una parte del memoriale, dall'inizio - come si era inizialmente pensato - alla fine), Moro in seguito alla condanna pronunciata dalle BR dopo il 15/18 aprile matura la convinzione che sarà liberato dai brigatisti. Lo studio dei documenti consente di comprendere le ragioni per cui Moro coltivò questa "illusione"? E soprattutto perché questa "illusione" poi non si concretizzò? A proposito poi dell'analisi "grafologica", trova conferma il fatto che Moro dovette redigere i suoi scritti nelle condizioni di estrema costrizione della "prigione del popolo" (uno spazio angusto lungo circa 2 metri e largo 0,90 m., dove era collocato la sua brandina), per cui secondo la vulgata corrente egli avrebbe vergato le sue lettere scrivendo sulle ginocchia? Appare verosimile questa ricostruzione o, invece, Moro dovette avere a disposizione se non una scrivania, almeno uno scrittoio sul quale redigere documenti impegnativi come sono quelli di cui il prof. Di Sivo ha così sapientemente illustrato la complessità e la sagacia? C'è una spiegazione sul perché gli originali siano stati distrutti (se lo sono stati effettivamente)? Grazie.
Grazie delle sue osservazioni, che toccano passaggi cruciali del "caso Moro", non ancora del tutto risolti. Naturalmente nel volume-edizione critica del Memoriale se ne parla in modo più ampio, ma sempre come questioni su cui le fonti non hanno esaurito la loro potenzialità. Noi sappiamo che Moro e le Brigate rosse parlarono della liberazione e sappiamo che una "grazia" dei carcerieri ci fu, perché lo dice Moro stesso, ma non sappiamo esattamente cosa accadde da quel momento, un periodo di alcuni giorni piuttosto definito, fino al 9 maggio. Non è un "sorvolare", ma di fronte a questa zona buia occorre per ora limitarsi a ciò che siamo in grado di attestare. Sulle modalità di scrittura invece siamo in grado di dire di più, e nel volume lo si fa: Moro scrisse prevalentemente su un supporto orizzontale come un tavolo e in alcuni casi invece su supporto obliquo/verticale (le gambe, un muro o altro). Lo si capisce dalle continuità e dalle intermittenze degli inchiostri e in generale dalle analisi dei comportamenti grafomotori. Occorre anche aggiungere che l'autopsia disse con chiarezza che Moro in quei 55 giorni respirò prevalentemente in un ambiente con ricambio d'aria e in uno spazio che consentì movimenti tali da permettere una normale tonicità muscolare.
@@Borges2013 Grazie prof. Di Sivo, per la tempestività, la chiarezza e l'esaustività delle sue risposte. Provvederò a leggere certamente il volume cui fa riferimento. Tanti auguri di buon Natale.
@@Borges2013 Buongiorno sembra che che le condizioni di prigionia (ambiente con ricambio d'aria e spazio che permette di mantenere una tonicità muscolare) siano in contraddizione con la scrittura di Moro ( che rivela che in alcuni casi sarebbero stato utilizzato un supporto molto scomodo: gambe muro o altro) o sbaglio? altrimenti ci sarebbe una spiegazione?
@@manfredi3226 In alcuni casi la scrittura risulta condotta in quel modo, ma per la parte più cospicua ciò non sembra avvenire. Questi sono i dati. Può anche aver scritto su supporti diversi da un tavolo ma comunque in uno spazio ampio, oppure può averlo fatto in un altro spazio.
Ma non era amato dagli Stati Uniti o sbaglio? il segretario di stato USA, nel 1974, lo aveva avvertito, e senza mezzi termini...o sbaglio..? In quello stesso 1974 era stato tirato giù, dai ns. servizi, da un treno che noi conosciamo come Italicus prima che saltasse in aria.....sapeva, continuando in una certa politica, di avere una data di scadenza assai breve.....
Al di la che io penso per logica che quella mattina Moro non abbia proprio messo piede in Via Fani, mi sapreste dire se nel suo memoriale o nelle sue lettere o in una di esse, abbia avuto mai una parola di cordoglio per i famigliari delle vittime della scorta perché le cose sarebbero 2, o Moro era un menefreghista superficiale insensibile cosa che io escluderei, oppure lui della morte della sua scorta e del vile agguato non seppe mai nulla.
@@gino8944 Pensaci, se fosse stato li 1, sarebbe stato ferito 2, non avrebbero dovuto liquidare la scorta e 3, lo avrebbe visto qualcuno sicuramente tutte cose che non sono avvenute e 4 quasi dimenticavo, se lui fosse stato li durante quel vile attacco che ha giustiziato tutti i membri della sorta, secondo te lui avrebbe avuto una parola di cordoglio per i famigliari di questi eroi nei centinaia di fogli da Moro scritti ed invece no e perché? Perché lui mai ha saputo dell'uccisione degli uomini della scorta che forse forse prima di assassinarlo forse glie lo hanno confidato. Bisogna guardare la Luna e non il dito, visto che a deviare l'attenzione i servizi sono i migliori al mondo.
Professore, grazie per la chiarezza
Grande lezione!
Grazie
Grazie per questa lezione
Una bella lezione frutto di un lavoro accurato e simpatetico con la personalità dello statista, cosa rara, a me sembra.
PS se presupponiamo che Moro sapesse che lor signori erano infiltrati, non può escludersi che abbia operato affinché tra i non infiltrati maturasse il sospetto di avere compagni sleali, sì da indurli a gesti come la perdita d'acqua di via Gradoli , il covo dove Moretti dormiva all'insaputa dei suoi compagni; ricordo un'intervista di Fasanella a Franceschini, in cui quest'ultimo rammentava di essere allora non l'unico in dubbio circa il nuovo capo.
L'accessibilità alle carte Moro degli archivi CC e GDF decretata da Prodi nel 2008 riguarda tutti i documenti fino al 1978 o anche tutti quelli degli anni successivi?
Vale per la documentazione sull'assassinio di Moro, quindi ciò che è stato prodotto dopo.
Buongiorno e grazie per questo video,ho una domanda da porle,ma è vero che Moro nel memoriale,riguardo al rapimento,non parla mai dell'agguato e della morte degli agenti di scorta? La ringrazio.
Il Memoriale è costituito dalle risposte di Moro alle domande che gli vennero rivolte e dalle sue riflessioni sulla politica e sulla storia italiana del trentennio precedente. Poi ci sono le lettere e i testamenti. Nel Memoriale non mancano i sentimenti, i timori e persino la rabbia, ma è soprattutto nelle lettere e nei testamenti che sta la dimensione più personale. In quelle lettere non risultano espressioni dirette sulla morte dei suoi uomini della scorta, anche se a tratti si evidenzia la confidenza con alcuni di loro e un suo muto dolore. Ma un diretto riferimento alla loro morte, negli scritti che noi conosciamo, non c'è .
@@Borges2013 Grazie,proprio a questo mi riferivo,quindi mi conferma ciò di cui ero già convinto,grazie per la cortese risposta
@@Borges2013, gentile professore, se permette avrei anch'io una domanda: tale omissione, negli scritti di Moro dalla prigionia, può essere spiegata con la mancata informazione brigatista a Moro stesso della esatta fine degli agenti della sua scorta?
Insomma è possibile che Moro non sapesse della morte di tutti e 5 gli uomini della scorta, o che avesse ricevuto (false) notizie e rassicurazioni da parte brigatista?
@@claudiocarpentieri2714 L'ipotesi non si può escludere, così come non si può escludere che eventuali testi con riferimenti alla morte dei suoi uomini possano essere stati non recapitati ed eliminati. Tra i primi, quelli non recapitati e di cui sono note le fotocopie delle br recuperate nel 1990, c'è una lettera alla famiglia in cui Moro fa riferimento a un dolore intuito, segnale di una zona della verità che gli dovette essere celata. Secondo la dinamica dell'agguato a noi nota, Moro non poté non rendersi conto della gravità dell'attacco sulla scorta, ma poteva non essere certo della morte dei cinque uomini, tanto che uno di loro, Francesco Zizzi, non morì in via Fani. Penetrare nell'animo di un uomo in quella situazione è da farsi con la consapevolezza che si entra in ambiti inaccessibili, in cui anche la rimozione di un senso di colpa distruttivo può essere operazione di sopravvivenza necessaria.
@@Borges2013 , gentile professore, La ringrazio, per la Sua risposta tanto cortese quanto esaustiva.
Grazie!
Grazie a voi dell'attenzione
certo le fonti i atti, nel mio prossimo libro mi occuperò del perchè delle cause e il motivo che porta a via fani e quello che ne segue sino a oggi, se volete, possiamo confrontarci. ossequi
Ovviamente lezione molto attenta e puntuale. Ma, ascoltando la relazione, viene sollevata una questione decisiva sulla quale poi si sorvola senza abbozzare alcuna (piena) spiegazione. Infatti, secondo il prof. Di Sivo, che sulla questione si sofferma molto (soprattutto rovesciando la collocazione cronologica di una parte del memoriale, dall'inizio - come si era inizialmente pensato - alla fine), Moro in seguito alla condanna pronunciata dalle BR dopo il 15/18 aprile matura la convinzione che sarà liberato dai brigatisti. Lo studio dei documenti consente di comprendere le ragioni per cui Moro coltivò questa "illusione"? E soprattutto perché questa "illusione" poi non si concretizzò? A proposito poi dell'analisi "grafologica", trova conferma il fatto che Moro dovette redigere i suoi scritti nelle condizioni di estrema costrizione della "prigione del popolo" (uno spazio angusto lungo circa 2 metri e largo 0,90 m., dove era collocato la sua brandina), per cui secondo la vulgata corrente egli avrebbe vergato le sue lettere scrivendo sulle ginocchia? Appare verosimile questa ricostruzione o, invece, Moro dovette avere a disposizione se non una scrivania, almeno uno scrittoio sul quale redigere documenti impegnativi come sono quelli di cui il prof. Di Sivo ha così sapientemente illustrato la complessità e la sagacia? C'è una spiegazione sul perché gli originali siano stati distrutti (se lo sono stati effettivamente)? Grazie.
Grazie delle sue osservazioni, che toccano passaggi cruciali del "caso Moro", non ancora del tutto risolti. Naturalmente nel volume-edizione critica del Memoriale se ne parla in modo più ampio, ma sempre come questioni su cui le fonti non hanno esaurito la loro potenzialità. Noi sappiamo che Moro e le Brigate rosse parlarono della liberazione e sappiamo che una "grazia" dei carcerieri ci fu, perché lo dice Moro stesso, ma non sappiamo esattamente cosa accadde da quel momento, un periodo di alcuni giorni piuttosto definito, fino al 9 maggio. Non è un "sorvolare", ma di fronte a questa zona buia occorre per ora limitarsi a ciò che siamo in grado di attestare. Sulle modalità di scrittura invece siamo in grado di dire di più, e nel volume lo si fa: Moro scrisse prevalentemente su un supporto orizzontale come un tavolo e in alcuni casi invece su supporto obliquo/verticale (le gambe, un muro o altro). Lo si capisce dalle continuità e dalle intermittenze degli inchiostri e in generale dalle analisi dei comportamenti grafomotori. Occorre anche aggiungere che l'autopsia disse con chiarezza che Moro in quei 55 giorni respirò prevalentemente in un ambiente con ricambio d'aria e in uno spazio che consentì movimenti tali da permettere una normale tonicità muscolare.
@@Borges2013 Grazie prof. Di Sivo, per la tempestività, la chiarezza e l'esaustività delle sue risposte. Provvederò a leggere certamente il volume cui fa riferimento. Tanti auguri di buon Natale.
@@Borges2013 Buongiorno sembra che che le condizioni di prigionia (ambiente con ricambio d'aria e spazio che permette di mantenere una tonicità muscolare) siano in contraddizione con la scrittura di Moro ( che rivela che in alcuni casi sarebbero stato utilizzato un supporto molto scomodo: gambe muro o altro) o sbaglio? altrimenti ci sarebbe una spiegazione?
@@manfredi3226 In alcuni casi la scrittura risulta condotta in quel modo, ma per la parte più cospicua ciò non sembra avvenire. Questi sono i dati. Può anche aver scritto su supporti diversi da un tavolo ma comunque in uno spazio ampio, oppure può averlo fatto in un altro spazio.
@@Borges2013 Grazie
"Percorso" è una parola che è diventata un feticcio della PA.
Ma non era amato dagli Stati Uniti o sbaglio? il segretario di stato USA, nel 1974, lo aveva avvertito, e senza mezzi termini...o sbaglio..? In quello stesso 1974 era stato tirato giù, dai ns. servizi, da un treno che noi conosciamo come Italicus prima che saltasse in aria.....sapeva, continuando in una certa politica, di avere una data di scadenza assai breve.....
Lo stesso che ha premiato Draghi alzandosi il braccio il vecchio Kissinger in questi giorni
1946....
Il caso sugar non era del 1964 e non del '67?
Gli eventi sono del 1964, ma il "caso Sifar" emerse nel 1967
Al di la che io penso per logica che quella mattina Moro non abbia proprio messo piede in Via Fani, mi sapreste dire se nel suo memoriale o nelle sue lettere o in una di esse, abbia avuto mai una parola di cordoglio per i famigliari delle vittime della scorta perché le cose sarebbero 2, o Moro era un menefreghista superficiale insensibile cosa che io escluderei, oppure lui della morte della sua scorta e del vile agguato non seppe mai nulla.
Mai stato in via Fani?
@@gino8944 Pensaci, se fosse stato li 1, sarebbe stato ferito 2, non avrebbero dovuto liquidare la scorta e 3, lo avrebbe visto qualcuno sicuramente tutte cose che non sono avvenute e 4 quasi dimenticavo, se lui fosse stato li durante quel vile attacco che ha giustiziato tutti i membri della sorta, secondo te lui avrebbe avuto una parola di cordoglio per i famigliari di questi eroi nei centinaia di fogli da Moro scritti ed invece no e perché? Perché lui mai ha saputo dell'uccisione degli uomini della scorta che forse forse prima di assassinarlo forse glie lo hanno confidato.
Bisogna guardare la Luna e non il dito, visto che a deviare l'attenzione i servizi sono i migliori al mondo.