Una domanda, supponiamo che io cittadino italiano risieda a San Marino e costituisca una società di consulenza giuridico/fiscale con sede sempre a San Marino, ma fatturo per il 95% in territorio italiano perché ho quasi esclusivamente clienti italiani, il fisco italiano potrebbe contestarmi la stabile organizzazione in Italia? Se si, come fa a notificarmi gli atti di contestazione visto che io risiedo all’estero e la mia società ha sede all’estero?
Salve Dr. Piu precisamente quali sarebbero le decisioni direzionali da considerare presse in sede estera UE, che rendono fattibile lavorare in Italia con fattura fiscale di un paese appartenente la UE? Grazie
ok Luca ma alla fine hai detto tutto e niente, quindi ti chiedo: quale criterio rende una società una vera società estera? che le persone che prendono decisioni siano LA quindi si devi avere una residenza stabile in quel paese? o che "il progetto estero sia autentico" questa è la cosa più complessa da comprendere per me; devo quindi pensare che se voglio ad esempio vendere delle consulenze/servizi in svizzera devo aprire una figura giuridica in svizzera e se poi voglio vendere delle consulenze anche in italia devo aprire una figura giuridica anche in italia, ma se voglio poi vendere ai francesi devo aprire una figura giuridica anche in francia e avanti così? diversamente verrei accusato dal governo italiano di evasione? fondamentalmente il parametro è la cittadinanza dei miei clienti? Vorrei esser certo di capire perché qui la cosa rischia di diventare complicata. Grazie.
Salve Dott. Ferrini ; e se io aprissi una sede secondaria della mia attività di libero professionista all’estero, per “testare” il mercato straniero? Potrei legalmente utilizzare i beni comprati ad hoc per la sede estera anche in Italia?
Infatti sono le società più strutturate a farlo quelle a cui non pesa prendere una testa di legno all'estero e nominarlo a. d virtuale così tutto a posto.
Una domanda, supponiamo che io cittadino italiano risieda a San Marino e costituisca una società di consulenza giuridico/fiscale con sede sempre a San Marino, ma fatturo per il 95% in territorio italiano perché ho quasi esclusivamente clienti italiani, il fisco italiano potrebbe contestarmi la stabile organizzazione in Italia? Se si, come fa a notificarmi gli atti di contestazione visto che io risiedo all’estero e la mia società ha sede all’estero?
Salve Dr. Piu precisamente quali sarebbero le decisioni direzionali da considerare presse in sede estera UE, che rendono fattibile lavorare in Italia con fattura fiscale di un paese appartenente la UE? Grazie
ok Luca ma alla fine hai detto tutto e niente, quindi ti chiedo: quale criterio rende una società una vera società estera? che le persone che prendono decisioni siano LA quindi si devi avere una residenza stabile in quel paese? o che "il progetto estero sia autentico" questa è la cosa più complessa da comprendere per me; devo quindi pensare che se voglio ad esempio vendere delle consulenze/servizi in svizzera devo aprire una figura giuridica in svizzera e se poi voglio vendere delle consulenze anche in italia devo aprire una figura giuridica anche in italia, ma se voglio poi vendere ai francesi devo aprire una figura giuridica anche in francia e avanti così? diversamente verrei accusato dal governo italiano di evasione? fondamentalmente il parametro è la cittadinanza dei miei clienti? Vorrei esser certo di capire perché qui la cosa rischia di diventare complicata. Grazie.
Salve Dott. Ferrini ; e se io aprissi una sede secondaria della mia attività di libero professionista all’estero, per “testare” il mercato straniero? Potrei legalmente utilizzare i beni comprati ad hoc per la sede estera anche in Italia?
Infatti sono le società più strutturate a farlo quelle a cui non pesa prendere una testa di legno all'estero e nominarlo a. d virtuale così tutto a posto.