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DIALOGO CON AGNESE MORO E FRANCO BONISOLI

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  • Опубліковано 28 бер 2021
  • Progetto “A scuola di libertà”- Carcere e Scuole. Educazione alla legalità
    Lunedì 29 marzo2021, dalle 11 alle 13 in videoconferenza Zoom
    “L’unica cosa che ti può aiutare è la vicinanza con chi ti ha fatto del male”
    Le scuole incontrano Agnese Moro, figlia dello statista ucciso dalle Brigate Rosse, e Franco Bonisoli, ex esponente della lotta armata
    Agnese Moro, sociopsicologa, ricercatrice di Laboratorio di scienze della cittadinanza, è figlia dello statista sequestrato e ucciso dalle Brigate rosse nel 1978. Ha partecipato per anni ai lavori del “Gruppo dell'incontro", che fa riferimento proprio all'incontro fra vittime, responsabili della lotta armata degli anni Settanta e loro famigliari. L’esperienza è raccontata nel “Libro dell’incontro”, curato da Guido Bertagna, Adolfo Ceretti, Claudia Mazzucato.
    Dice Agnese: “Per me gli stereotipi che sono più frequenti, e che non vorrei mai che fossero interpretati come davvero la volontà delle vittime, sono quelli per cui ci si nasconde o si legittima la crudeltà di un sistema che tiene in carcere per anni e anni, abbandonate a se stesse, migliaia di persone, facendosi forti della scusa di parlare a nome delle vittime. Io dico no, not in my name, no, io mi tiro indietro da questa cosa. È sicuro che lo stereotipo più importante che è, o che è attribuito alle vittime è: se lui soffre io avrò giustizia. Questo è totalmente falso naturalmente, perché lui può soffrire per qualsiasi cosa, ma io non avrò giustizia perché non mi tornerà mai indietro niente, nonostante la convinzione che ‘se mi vendico avrò giustizia’, oppure ‘se lui soffre di più, io soffro di meno’”.
    Franco Bonisoli: Dopo le lotte studentesche e operaie dei primi anni settanta, a 19 anni Franco Bonisoli entra nelle Brigate Rosse e nel 1978 partecipa alla strage di via Fani, dove viene sequestrato Aldo Moro; anche dal suo mitra partono i colpi che uccidono gli uomini della scorta.
    “Ho iniziato a rivisitare criticamente il mio passato, fino a dire apertamente: «Sono uno sconfitto, perché l’errore è insito nella scelta della violenza», portando la critica fino in fondo. Butti via la corazza, il ruolo che avevi. Ti prendi tutte le tue responsabilità personali. Così inizia il dialogo con l’altro, percependone tutta la profondità, accetti di vivere e non sopravvivere. Forse è proprio questo il perdono a me stesso: mettere la mia vita, questa seconda vita, a servizio degli altri. Come le vittime o i volontari che si sono messi a disposizione riconoscendomi come persona. Cominciando questo percorso dal luogo in cui mi trovavo ancora: il carcere”.

КОМЕНТАРІ • 2

  • @patriziaferraro3189
    @patriziaferraro3189 2 роки тому +2

    Ringrazio Ornella Favero per questo bellissimo progetto "A scuola di libertà", di cui sono referente nel Liceo in cui insegno, l'incontro di stamattina con Agnese Moro e Franco Bonisoli è stato emozionante ed altamente significativo; a breve, dopo due anni di restrizioni, entrerò in carcere come volontaria, con la convinzione che anche le persone che incontriamo dietro le sbarre, sebbene non vadano giustificate nei loro reati, vanno comunque "guardate" con uno sguardo che li umanizzi, che restituisca loro quell'umanità di cui si sono auto-privati; le parole umane e autentiche di Bonisoli e di Agnese Moro, stamattina, mi hanno dato conferma di tutto ciò. Grazie!

  • @lucylucy5134
    @lucylucy5134 Рік тому +1

    Agnese Moro e Franco Bonisoli sono un grande esempio di profonda umanità e il loro incontro ha del miracoloso!!!