Codice antimafia, per una riforma utile tra efficienza e garanzie

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  • Опубліковано 9 чер 2015
  • Il video documento spiega, con esempi concreti, le ragioni di una riforma del Codice antimafia.
    E' stato prodotto dalla Fondazione Progetto Legalità onlus a seguito dell'incontro promosso dal Dems, Università di Palermo, e dall'Università Cattolica di Milano, il 15 e il 16 maggio 2015, nel capoluogo siciliano, a cui hanno partecipato docenti, esperti, magistrati delle misure di prevenzione, rappresentanti delle istituzioni.
    «All'esito dell'incontro promosso dall'Università di Palermo (DEMS) e dall'Università Cattolica (Centro F. Stella) di Milano, che ha visto la partecipazione dei magistrati delle principali sezioni di misure di prevenzione e della procura nazionale antimafia, si è convenuto sull'auspicio che ogni intervento normativo persegua l‘obiettivo di migliorare l'efficienza e la rapidità del procedimento di prevenzione, anche nell'ottica di incrementare le garanzie verso un giusto procedimento di prevenzione.
    A tal fine occorre:
    1) istituire sezioni specializzate sia in primo grado sia in appello con competenza distrettuale: sezioni composte da magistrati assegnati in via esclusiva e con professionalità integrate, civili e penali;
    2) disciplinare il procedimento garantendo i diritti di difesa, un adeguato approfondimento istruttorio, la ragionevole durata , fissando termini per le richieste e le eccezioni delle parti, in particolare per l'eccezione di incompetenza territoriale;
    3) definire organicamente il ruolo dell'amministratore giudiziario attraverso i seguenti interventi: nomina secondo criteri di trasparenza e rotazione, previa acquisizione della dichiarazione del nominato sul numero ed il tipo di incarichi in corso; creazione dell'ufficio di coadiuzione organizzato con le professionalità necessarie per la specificità della gestione e con preventivo di spesa; obbligo di predisporre un più dettagliato piano di prosecuzione aziendale (business plan) per quelle imprese ritenute in grado di competere nel mercato (e atto ad orientare l’amministrazione giudiziaria durante tutte le fasi del giudizio e anche oltre la confisca definitiva), piano discusso in udienza (con PM e Agenzia) e predisposto dopo avere audito i sindacati;
    4) tutelare i creditori delle aziende consentendo all'amministratore di procedere tempestivamente ai pagamenti dei debiti privilegiando i creditori strategici per la prosecuzione dell'attività, nonchè accelerare i procedimenti di verifica della buona fede per i crediti di origine incerta;
    5) prevedere la facoltà di assegnazione provvisoria dei beni in sequestro al fine diprogrammare tempestivamente la futura destinazione da parte dell'Agenzia;
    6) semplificare i rapporti tra il procedimento di prevenzione e le procedure fallimentari\esecutive al fine di evitare esiti contraddittori per i titolari di diritti di credito;
    7) introdurre la nuova misura di prevenzione non ablativa del Controllo giudiziario,così come già proposto dal Governo e dalla Commissione parlamentare antimafia, nei casi di agevolazione incolpevole ed occasionale di interessi criminali;
    prevederne l’applicabilità anche su richiesta dell’azienda, quando quest’ultima risulta colpita da una interdittiva prefettizia con l’effetto di sospenderne temporaneamente gli effetti, all‘esito di una valutazione del giudice, previo parere del PM ;
    8) dotare l'Agenzia di personale adeguato e qualificato, razionalizzandone le competenze e concentrandole sulla destinazione e sulla liquidazione dei beni;
    prevedere e rafforzare il supporto strategico all'Autorità giudiziaria durante il sequestro al fine predisporre quanto necessario per una piu' celere destinazione.
    9) I partecipanti all’incontro, manifestano, inoltre, viva preoccupazione per lo schema di decreto sulla liquidazione dei compensi agli amministratori giudiziari recentemente diffuso, ove erroneamente e acriticamente essi vengono assimilati ai curatori fallimentari: gli amministratori giudiziari, infatti, svolgono in realtà funzioni ben piu' variegate, complesse e impegnative, perseguono l'obiettivo di mantenere le imprese sul mercato (e non gia' di liquidarle), garantire i livelli occupazionali, e addirittura di incrementare la redditività dei beni in sequestro ove possibile.»
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