Autobus d'oro, meravigliosi, spaziosissimi con grande possibilità di muoversi e raggiungere ogni parte del mezzo interno senza problema, quelli di oggi hanno più posti a sedere ma al prezzo di essere strettissimi per potersi muovere.
Il FIAT 418 era un autobus ben fatto ed affascinante, ma i Lancia Esagamma 718 lo erano forse ancora di più (intendo come sound; come tecnica era di gran lunga migliore il FIAT 418).
Che emozione sentire questo suono , su questi autobus ci ho passato la mia infanzia periodo 80 , 81 , 82 , ci andavo alle scuole medie . il modello però era quello con il parabrezza bombato e le luci interne erano a neon . questi autobus rimasero in servizio fino alla metà circa degli anni 80 almeno a Palermo, poi arrivarono i primi inbus sembravano spaziali rispetto a questi. Vedo con piacere appassionati molto giovani che non possono aver vissuto questi mezzi , fa comunque piacere vedere ragazzi giovani appassionati di questi mezzi storici .
Anche per me è stato così. A Roma di 418 ne abbiamo avuti tantissimi, e sono durati oltre 20 anni. Autobus molto riusciti, nonchè economici e molto affidabili. Quando poi arrivarono i primi INBUS U210 da 12 metri a 4 porte nel 1980, anche qui a Roma sembravano astronavi, a noi (all'epoca) ragazzi delle scuole medie inferiori. Che poi, gli autobus urbani odierni (Cityclass, Citelis, Urbanway, ecc.) saranno magari anche validi, ma sono ormai veicoli freddi, senza il fascino di quelli di una volta. Tra l'altro, a dirla tutta, questi ultimi modelli sono sì a pavimento ribassato, quindi vi si sale con comodità, ma poi dentro (come diciamo a Roma) "nun ce se move", specie in caso di forte affollamento. Su autobus come i 418, ma anche i successivi INBUS, Effeuno e Turbocity, dovevi certo salire tre scalini per accedervi, ma poi dentro c'era un sacco di spazio. Quindi, per certi aspetti, si viaggiava anche meglio su quei modelli dianzi citati che su questi di oggi. Purtroppo, oggi l'utenza è forse anche un po' "viziata", e pretende di viaggiare "climatizzata, pressurizzata, insonorizzata, liofilizzata, servoassistita, ribassata..." e chi più ne ha più ne metta.
@@Steve68C08 Concordo sulla meraviglia di quei vecchi modelli, ma un appunto sugli ingressi è importante: una volta c'era poca attenzione per la diversità, chiamiamola così, quindi i disabili avevano seri problemi a usare i mezzi, mentre oggi sono liberi di usufruirne con assai più tranquillità e indipendenza. Prima, con quegli scaloni tipo il 418, era a rischio inciampo per i bambini e anche sforzo per gli anziani. Figurati per chi aveva un handicap. Gli effetti esistenziali sono forti: il disabile girava molto poco, con maggiori problemi di rapporti sociali e occasioni, con più solitudine e depressione, tranne la sola possibilità costosa di pagare per forza un taxi, non potendo sempre "disturbare" amici e parenti per passaggi in auto. Un semplice accorgimento come quello del singolo gradino basso ha cambiato in meglio la vita a tante persone. Comunque adoro anch'io il ricordo di questi autobus. Io sono dell'83, quindi a Roma ho vissuto i 418 e poi gli Effeuno. Di queste e altre vetture ho vari modellini scala 1/43 che collezziono. I mezzi di oggi sono anonimi, di plastica, stretti, con pochi posti, coi finestrini fissi che ti asfissiano e a volte con l'aria condizionata dritta sulla testa che ti costringe a rialzarti dal sedile. Beati i tempi dei bigliettai e dei controllori... Tutti pagavano e gli addetti Atac si facevano compagnia, spalleggiandosi con più sicurezza anche ai turni di notte. Oggi, poverini, sono soli e rischiano moltissimo; la gente è mooolto peggiorata. Una volta quella divisa era rispettata. Ricordo all'epoca i bus verdi, ma prima degli Effeuno già c'erano varie vetture arancioni dalla forma simile a quelli verdi. Erano tutte varianti del 418? A volte ricordo che avevano rifiniture color grigio o bianco invece che nero. Ma vero che alcuni erano Mercedes? Scusa le domande. Nell'Atac avevo mio nonno Gino Marini (mi pare manovratore di tram), poi mio zio Claudio Marini (prima autista e poi manovratore) che è pensionato dal '98, poi mio cugino Gino (o Corrado, non ricordo quale dei due) Marini che è autista, il controllore Emanuele Bauso figlio di amici di famiglia e anche il mio amico coetaneo Francesco Pizzini (autista). Ci abbiamo vissuto sui mezzi di Roma.
@@DoppiatoriItaliani Io avevo uno zio autista ATAC dal 1975 al 2001, purtroppo prematuramente scomparso per una malattia nel 2006. Sì, nel complesso concordo con quello che hai scritto. Il fatto è che, a parte l'attenzione che sicuramente era inferiore rispetto ad oggi sulle problematiche di certe categorie di disabili (diciamo pure che eravamo meno "viziati", da un punto di vista generale come società), era comunque anche la tecnologia dell'epoca che non consentiva pavimenti ribassati (praticamente si iniziavano proprio in quegli anni i primi esperimenti sugli autobus), mentre oggi sì, a scapito però di certe complicazioni costruttive, talvolta pure non troppo ben funzionanti, che creano magari una sorta di "effetti collaterali" a tutto il resto del veicolo (non ultimo il restringimento dello spazio interno; vedasi poi i problemi che spesso danno i tram a pianale ribassato, specialmente quelli a piano basso integrale). Inoltre l'affidabilità, la robustezza e la semplicità costruttiva dei componenti del 418 credo sia ancora oggi da rimpiangere: mai una volta ne vedevo uno "sgassare" vari minuti per caricare l'aria compressa, ad esempio (a parte poi un discorso di carente manutenzione, oggi). Riguardo ai disabili, c'è indubbiamente da dire che oggi possono usare i mezzi pubblici come una volta non gli era possibile (ed è giusto che sia così), però non mi sembra comunque di vedere, all'atto pratico, un utilizzo frequente dei trasporti pubblici da parte di quella categoria, ma questo poi è un argomento che spazia in vari altri campi sui quali forse qui non è il caso di soffermarsi. Circa il personale, non so: oggi (generalizzando un po' il discorso), col passare del tempo e con il conseguente "ricambio generazionale" dello stesso, non vedo più quel senso di attaccamento al servizio, quella competenza e quella professionalità che c'era invece una volta; questo me lo dicono anche alcuni autisti anziani che conosco. I motivi possono essere vari: probabilmente c'è, oggi, un degrado a livello dirigenziale e di volontà politico/sindacale che poi si riflette in negativo su tutto il resto. Probabilmente sono altresì cambiati, conseguentemente (e forse non in meglio), i criteri di selezione del personale, la formazione dello stesso ed anche la sua motivazione nel lavorare in un certo modo. Inoltre, non c'è più, oggi, un criterio gestionale basato su una rigorosa organizzazione industriale. Non parliamo poi della meritocrazia, oggi praticamente del tutto assente. Si pensi che, una volta, i dirigenti (che erano ingegneri con i fiocchi) progettavano in "house", in alcuni casi, i mezzi di trasporto stessi o le modifiche occorrenti agli stessi; oggi invece magari, ad esempio, si rivolgono all'università per un semplice calcolo di assorbimento di potenza dei treni su una certa ferrovia. Gli stessi autisti, una volta, suggerivano all'azienda, in alcuni casi, le modifiche occorrenti ad un certo tipo di veicolo per migliorarne il funzionamento. Oggi non mi risulta sia più così: anzi, mi è capitato di assistere personalmente alla scena di una conducente chiedere aiuto ad un suo collega perchè non sapeva leggere ed interpretare, sul cruscotto dell'autobus, un manometro dell'aria compressa (e ne potrei raccontare tante altre, di scene assurde simili a cui ho assistito). Con questo non voglio dire che non ci sia anche gente preparata e competente, ma comunque non è più come una volta. Di sicuro i tempi sono cambiati, ma certo non in meglio, sotto diversi aspetti.
Io sono di Vicenza e mi ricordo i fiat 418A Portesi che avevamo in servizio. Macchine eccezionali, seguite poi dai 418 Cameri. Tutti questi 418 purtroppo non esistono più.
Se non erro Vicenza è stata l'unica ad avere i 418 di tipo A carrozzati Portesi (di solito erano Menarini). 15 unità del 1972 numerate da 110 a 124. E da quanto ho letto, le ultime vetture hanno girato fino al 2003.
Tipica degli anni 70. Molte città usavano quella Livrea con variazioni di tonalità: Bologna, Modena, Reggio Emilia, Parma, Rimini, Messina, Novara, Torino, Palermo
Il FIAT 418 ebbe anche un altro primato: fu tra i primi autobus urbani ad avere anche, sul cruscotto, un contagiri, al fine di aiutare l'autista nella gestione ottimale del motore. A proposito dell'elevata bontà del motore stesso di quest'autobus, va ricordato che la FIAT ha fatto scuola anche nel mondo in campo motoristico. Io sono appassionato e studioso anche di ferrovie, e posso raccontare che Trenitalia ha in servizio ancora le automotrici Diesel ALn 668 e 663 degli anni ottanta, con motori Diesel FIAT 8217.32 di derivazione stradale, praticamente abbastanza simili all'8200 del FIAT 418, che ancora mostrano un elevato coefficiente di affidabilità, in alcuni casi superiore pure a treni Diesel di più recente costruzione. Non va dimenticato che, negli anni settanta, un'automotrice ALn 668 FIAT fu provata in America (lo scartamento è identico al nostro), e gli stessi americani rimanevano sbalorditi quando, nel freddo mattino di Chicago, la nostra automotrice avviava tranquillamente i motori (sono automotrici bimotoriche) senza alcun problema. Gli USA emisero infatti un telegramma di plauso alla FIAT per l'elevata qualità del prodotto: era un orgoglio tutto nostro italiano. E, all'epoca, era bello veder girare per le strade delle nostre città autobus italiani in tutto, dal motore al telaio alle varie carrozzerie. Un mondo purtroppo ormai scomparso. Per chi non le conoscesse, le automotrici ALn 668 sono queste: it.wikipedia.org/wiki/Automotrice_FS_ALn_668 E qui si parla di quella provata in America: it.wikipedia.org/wiki/Automotrice_FS_ALn_668.1900#Negli_Stati_Uniti_d'America Mi scuso per il sia pur parziale off-topic.
Le ALn 668 sono state delle signore automotrici con la A maiuscola. Quanto al contagiri sui 418, molte aziende in realtà non lo usavano e quindi veniva volutamente scollegato per evitarne i costi di manutenzione. Il motivo era che su linee pianeggianti, e soprattutto in mezzo al traffico cittadino già all'epoca in forte crescita, difficilmente un conducente guardava il contagiri per ottimizzare l'uso del motore, specie se il cambio era automatico. Com manuale e su linee con discrete pendenze allora era già più sensato
Autobus per passione by DadoEffeuno Ho notato che non tutti i 418 hanno questo suono. Sai se dipenda dal motore? Perché immagino che vi siano state diverse motorizzazioni 😉
Francesco Petri Il Fiat 418 monta il motore Fiat 8200 da 6 cilindri e 194 cv, il diverso suono può dipendere non solo dalla condizione del motore ma soprattutto dal cambio, che poteva essere DRS a 3 rapporti, voith a 2 rapporti, oppure manuale ;-)
Ah ecco. Perchè ad esempio quelli di Modena e Roma avevano questo stesso suono, ma è rimasto più o meno uguale negli anni, e ricordo pure alcuni di Siena e Firenze con questo suono, perciò evidentemente avevano anche loro il DRS. Quelli che sono in altri video (tipo Livorno) hanno un suono completamente diverso, magari loro hanno il Voith.
La scelta del tipo di cambio poteva dipendere dalle dimensioni? Perchè a Modena i 418 AL direi avssero tutti il DRS, mentre i 418 A Menarini, che erano più corti, non ricordo che suono avessero, ma so per certo che avevano il cambio Voith
Da quello che so, il cambio automatico DRS (parlo dell'OM-SRM DRS 0,9 Var 14 MS 80, che montavano molti FIAT 418 e 421) più che a tre rapporti era in realtà a variazione praticamente continua del rapporto di moltiplicazione della coppia. Solo che, essendo realizzato con un convertitore idraulico di coppia a doppia e semplice rotazione (velocità basse e medie rispettivamente), con passaggio in presa diretta alle velocità alte tramite un giunto meccanico ad attrito, dava la sensazione di essere un cambio a tre rapporti (doppia rotazione-semplice rotazione-presa diretta). In alcune aziende di trasporto si preferì invece, all'epoca, la versione del 418 con cambio manuale a 5 velocità più RM, poichè nei tratti in discesa era ritenuto più adatto per il fatto che consentiva di sfruttare meglio l'effetto frenante del motore: il cambio DRS infatti, per quanto molto valido, avrebbe potuto diventare, forse, un po' pericoloso nei tratti in discesa, perché al di sotto di una certa velocità (20 km/h circa), il cambio passava, senza preavviso né possibilità di comando, dalla trazione meccanica in presa diretta a quella in regime puramente idraulico, con conseguente perdita del'effetto frenante del freno motore e delegando la possibilità di frenatura solo al freno classico pneumatico a tamburo. Esisteva infine un terzo tipo di cambio per il FIAT 418, ossia il Voith-DIWA 501 JSR, che pur essendo automatico era a due rapporti, uno lento e uno veloce, e dava la possibilità al conducente di utilizzare uno o l'altro dei due rapporti, tramite la leva di comando, scelta che andava fatta essenzialmente in funzione del percorso che si prevedeva di percorrere (ma credo che i conducenti scegliessero quasi sempre quello veloce, almeno a Roma). All'avvio dell'autobus, la velocità del motore variava poi automaticamente sempre in funzione di quella del veicolo, ma anche a seconda del rapporto prescelto. Nella città in cui vivo (Roma) ci sono stati pochi FIAT 418 con quest'ultimo cambio, mentre i restanti ebbero tutti il DRS 0,9, ma mai nessuno ebbe, sempre a Roma, il cambio meccanico manuale (parlo dei 418 direttamente acquistati dall'ATAC).
A proposito dell'ATAC, i Fiat 410 Breda-Pistoiesi ultima generazione che cambio avevano? Perché ho letto che quelli di serie 4042÷4178 avevano il Voith-Diwa 501 mentre gli altri di serie 3684-3758 ne avevano uno "telecomandato"
@@Senna-78 Esatto: era sostanzialmente così. Quelli di cui parli erano i FIAT 410 A, versione leggermente migliorata dei 410. Se ti interessa, c'è un sito che ne parla in dettaglio: www.tramroma.com, alla sezione autobus.
@@Steve68C08 infatti è sul quel sito che ho letto queste info, solo che non capisco cosa intenda con "Cambio telecomandato". È sempre un Voith o un DRS? Perché nello stesso capitolo dice che i Fiat 410A avevano "in parte" il cambio Voith
@@Senna-78 Per meccanico telecomandato intendono, su quel sito, il cambio Fiat-Marelli, manuale a 4 marce più retromarcia ma con frizione automatica, chiamato anche "semiautomatico" a causa del fatto che aveva, appunto, la frizione automatica ed il cambio manuale. Lo chiamano "telecomandato", poi, perché era a comando elettropneumatico, non meccanico. Normalmente, a Roma, gli autisti partivano però sempre in seconda marcia (in discesa addirittura in terza, talvolta), essendo la prima un rapporto molto corto, che usavano solo per spunti in salita con vettura a pieno carico. Il cambio totalmente automatico (parlo sempre di quello usato sui 410A) era invece il Voith-DIWA 501, che tra l'altro era a due rapporti finali, uno lento ed uno veloce, che si potevano scegliere a vettura ferma (normalmente, credo che i conducenti romani usassero quasi sempre quello veloce). Una volta scelto il rapporto, si poteva partire ed il cambio inseriva automaticamente la serie di marce in maniera continua e progressiva, in funzione anche del rapporto prescelto. Nei FIAT 418 invece, il cambio OM-SRM DRS 0,9 Var. 14 MS 80 inseriva automaticamente anche il rapporto lento o quello veloce, in funzione della pendenza della strada e del carico del veicolo: infatti, il conducente disponeva, in quest'ultimo caso, di una leva a sole tre posizioni: avanti, folle, indietro. Erano cambi fatti bene, senza le cervellotiche complicazioni elettroniche dei cambi attuali, come sensori topodinamici o diavolerie simili, con complessità degne di un veicolo spaziale più che di un autobus.
Grande Fisarmonicista! ..tutti i drs 3 rapporti che ho visto hanno solo la scelta: avanti, folle, indietro.. Gli unici voith a 2 marce (con selettore AL e AV) gli ho visti: uno su un 418 (o 409?) di Livorno ed uno al 410 piaggio del mnt, che ho odiato particolarmente perchè amo il fiat-marelli 'semiautomatico' quasi quanto il manuale, che ho visto su tutti gli altri 410 della mia vita, i miei autobus preferiti..
@@tubaSiBemolle A Roma avevamo alcuni FIAT 410 con cambi automatici Voith a due rapporti, più diversi 410A. Se ti interessa, qui c'è una descrizione interessante sull'argomento: www.tramroma.com/autobusroma/rete_urb/autobus/rotabili/autrot_41.htm
@UCE5PGCJyjdlVbbi4CMZlUHw Allora: da quello che so, la leva del cambio aveva una posizione neutra, una indietro e due avanti. Delle due avanti, una prevedeva l'inserzione di un rapporto finale lungo; spostando poi la leva più a destra, si poteva inserire un rapporto ridotto, per percorsi molto ripidi a pieno carico. Una volta scelto il tipo di rapporto, si partiva ed il cambio automatico lavorava in funzione del rapporto finale prescelto. L'eventuale passaggio dal rapporto lungo a quello corto credo si potesse fare solo a vettura ferma: un po' come inserire, su una Campagnola, le marce normali o quelle ridotte. Comunque, il rapporto ridotto non l'ho mai visto usare dagli autisti, a Roma. Del resto, sui FIAT 410 e 410A con il cambio semiautomatico, gli autisti non partivano mai in prima: troppo corta. Le marce usate erano seconda, terza e quarta. La prima la vidi usare solo una volta per partire in salita, a pieno carico.
Beh, il motore era sempre lo stesso. Se ti interessa, qui c'è una descrizione dei FIAT 418 romani: www.tramroma.com/autobusroma/rete_urb/autobus/rotabili/autrot_51.htm
Veramente puoi riprodurre dei modellini? Ma ti viene un pezzo unico? Oppure ci lavori per fare anche finestrini di plastica, ruote girevoli... Io ho dei modellini 1/43 divisi fra modelli belli solidi presi in negozio specializzato e altri versione edicola della Achette, ma certi modelli non si trovano e mi chiedevo se li fai anche su commissione. Io ho già un Effeuno, poi il Fiat 418 a Menarini, quello a due piani anni '60 (tutti romani, o almeno passati anche a Roma) e uno che ora non mi sovviene e che è sempre anni '60.
Per chi fosse interessato alla storia dei FIAT 418 romani, consiglio la lettura anche di questo sito: www.tramroma.com/autobusroma/rete_urb/autobus/rotabili/autrot_51.htm
@@DadoBreda4317 dici? chissà...da ignorante non vedo quali rischi correvano i passeggeri con quei tipi di porte...io le vedevo anche meno ingombranti quando si aprivano, rispetto a quelle di adesso..
Secondo me è solo una questione economica. Se parliamo di sicurezza, allora il sistema più conveniente sarebbero le porte scorrevoli (che possono però avere altri inconvenienti). Il sistema a libro secondo me andava benissimo
Nono, il cambio comunque è il DRS, con soli 3 rapporti, e lunghi al ponte, una volta questa vettura la ho sentit partire tutto in kickdown ed è stato molto più acuto di così😉
@@stvpls Riguardo ai cambi automatici, si possono regolare dalla centralina le cambiate a determinati giri, potento sciegliere tra economy, power, e super power (kickdown), oppure detti anche pianura, collina, montagna
Ciaoo! Esatto sono io :) purtroppo non la riesco a recuperare... Quindi continuo a mettere i video su questo canale anche perchè ho cambiato in positivo il materiale con cui faccio i video Buona visione e a presto!
Rumore della mia infanzia e adolescenza che ricordo alla perfezione.
Autobus d'oro, meravigliosi, spaziosissimi con grande possibilità di muoversi e raggiungere ogni parte del mezzo interno senza problema, quelli di oggi hanno più posti a sedere ma al prezzo di essere strettissimi per potersi muovere.
manco poi cosi tanti a sedere, sempre 20-21
Che brividi ragazziiii grazie per questo contributo agli appassionati 👏👏👏
Il FIAT 418 era un autobus ben fatto ed affascinante, ma i Lancia Esagamma 718 lo erano forse ancora di più (intendo come sound; come tecnica era di gran lunga migliore il FIAT 418).
Io ho tutti modelli 1 18 i più ho questo auto bus reale preso x gite private ora guarda qualche volta
Che emozione sentire questo suono , su questi autobus ci ho passato la mia infanzia periodo 80 , 81 , 82 , ci andavo alle scuole medie . il modello però era quello con il parabrezza bombato e le luci interne erano a neon . questi autobus rimasero in servizio fino alla metà circa degli anni 80 almeno a Palermo, poi arrivarono i primi inbus sembravano spaziali rispetto a questi. Vedo con piacere appassionati molto giovani che non possono aver vissuto questi mezzi , fa comunque piacere vedere ragazzi giovani appassionati di questi mezzi storici .
Anche per me è stato così. A Roma di 418 ne abbiamo avuti tantissimi, e sono durati oltre 20 anni. Autobus molto riusciti, nonchè economici e molto affidabili.
Quando poi arrivarono i primi INBUS U210 da 12 metri a 4 porte nel 1980, anche qui a Roma sembravano astronavi, a noi (all'epoca) ragazzi delle scuole medie inferiori. Che poi, gli autobus urbani odierni (Cityclass, Citelis, Urbanway, ecc.) saranno magari anche validi, ma sono ormai veicoli freddi, senza il fascino di quelli di una volta. Tra l'altro, a dirla tutta, questi ultimi modelli sono sì a pavimento ribassato, quindi vi si sale con comodità, ma poi dentro (come diciamo a Roma) "nun ce se move", specie in caso di forte affollamento. Su autobus come i 418, ma anche i successivi INBUS, Effeuno e Turbocity, dovevi certo salire tre scalini per accedervi, ma poi dentro c'era un sacco di spazio. Quindi, per certi aspetti, si viaggiava anche meglio su quei modelli dianzi citati che su questi di oggi.
Purtroppo, oggi l'utenza è forse anche un po' "viziata", e pretende di viaggiare "climatizzata, pressurizzata, insonorizzata, liofilizzata, servoassistita, ribassata..." e chi più ne ha più ne metta.
@@Steve68C08 bè dipende sempre da quanta gente c'è
@@Senna-78 Da noi i bus spesso sono molto affollati, e in tal caso la carenza di mobilità interna nei veicoli attuali si fa sentire.
@@Steve68C08 Concordo sulla meraviglia di quei vecchi modelli, ma un appunto sugli ingressi è importante: una volta c'era poca attenzione per la diversità, chiamiamola così, quindi i disabili avevano seri problemi a usare i mezzi, mentre oggi sono liberi di usufruirne con assai più tranquillità e indipendenza. Prima, con quegli scaloni tipo il 418, era a rischio inciampo per i bambini e anche sforzo per gli anziani. Figurati per chi aveva un handicap. Gli effetti esistenziali sono forti: il disabile girava molto poco, con maggiori problemi di rapporti sociali e occasioni, con più solitudine e depressione, tranne la sola possibilità costosa di pagare per forza un taxi, non potendo sempre "disturbare" amici e parenti per passaggi in auto. Un semplice accorgimento come quello del singolo gradino basso ha cambiato in meglio la vita a tante persone. Comunque adoro anch'io il ricordo di questi autobus. Io sono dell'83, quindi a Roma ho vissuto i 418 e poi gli Effeuno. Di queste e altre vetture ho vari modellini scala 1/43 che collezziono. I mezzi di oggi sono anonimi, di plastica, stretti, con pochi posti, coi finestrini fissi che ti asfissiano e a volte con l'aria condizionata dritta sulla testa che ti costringe a rialzarti dal sedile. Beati i tempi dei bigliettai e dei controllori... Tutti pagavano e gli addetti Atac si facevano compagnia, spalleggiandosi con più sicurezza anche ai turni di notte. Oggi, poverini, sono soli e rischiano moltissimo; la gente è mooolto peggiorata. Una volta quella divisa era rispettata. Ricordo all'epoca i bus verdi, ma prima degli Effeuno già c'erano varie vetture arancioni dalla forma simile a quelli verdi. Erano tutte varianti del 418? A volte ricordo che avevano rifiniture color grigio o bianco invece che nero. Ma vero che alcuni erano Mercedes? Scusa le domande. Nell'Atac avevo mio nonno Gino Marini (mi pare manovratore di tram), poi mio zio Claudio Marini (prima autista e poi manovratore) che è pensionato dal '98, poi mio cugino Gino (o Corrado, non ricordo quale dei due) Marini che è autista, il controllore Emanuele Bauso figlio di amici di famiglia e anche il mio amico coetaneo Francesco Pizzini (autista). Ci abbiamo vissuto sui mezzi di Roma.
@@DoppiatoriItaliani Io avevo uno zio autista ATAC dal 1975 al 2001, purtroppo prematuramente scomparso per una malattia nel 2006. Sì, nel complesso concordo con quello che hai scritto. Il fatto è che, a parte l'attenzione che sicuramente era inferiore rispetto ad oggi sulle problematiche di certe categorie di disabili (diciamo pure che eravamo meno "viziati", da un punto di vista generale come società), era comunque anche la tecnologia dell'epoca che non consentiva pavimenti ribassati (praticamente si iniziavano proprio in quegli anni i primi esperimenti sugli autobus), mentre oggi sì, a scapito però di certe complicazioni costruttive, talvolta pure non troppo ben funzionanti, che creano magari una sorta di "effetti collaterali" a tutto il resto del veicolo (non ultimo il restringimento dello spazio interno; vedasi poi i problemi che spesso danno i tram a pianale ribassato, specialmente quelli a piano basso integrale). Inoltre l'affidabilità, la robustezza e la semplicità costruttiva dei componenti del 418 credo sia ancora oggi da rimpiangere: mai una volta ne vedevo uno "sgassare" vari minuti per caricare l'aria compressa, ad esempio (a parte poi un discorso di carente manutenzione, oggi). Riguardo ai disabili, c'è indubbiamente da dire che oggi possono usare i mezzi pubblici come una volta non gli era possibile (ed è giusto che sia così), però non mi sembra comunque di vedere, all'atto pratico, un utilizzo frequente dei trasporti pubblici da parte di quella categoria, ma questo poi è un argomento che spazia in vari altri campi sui quali forse qui non è il caso di soffermarsi. Circa il personale, non so: oggi (generalizzando un po' il discorso), col passare del tempo e con il conseguente "ricambio generazionale" dello stesso, non vedo più quel senso di attaccamento al servizio, quella competenza e quella professionalità che c'era invece una volta; questo me lo dicono anche alcuni autisti anziani che conosco. I motivi possono essere vari: probabilmente c'è, oggi, un degrado a livello dirigenziale e di volontà politico/sindacale che poi si riflette in negativo su tutto il resto. Probabilmente sono altresì cambiati, conseguentemente (e forse non in meglio), i criteri di selezione del personale, la formazione dello stesso ed anche la sua motivazione nel lavorare in un certo modo. Inoltre, non c'è più, oggi, un criterio gestionale basato su una rigorosa organizzazione industriale. Non parliamo poi della meritocrazia, oggi praticamente del tutto assente. Si pensi che, una volta, i dirigenti (che erano ingegneri con i fiocchi) progettavano in "house", in alcuni casi, i mezzi di trasporto stessi o le modifiche occorrenti agli stessi; oggi invece magari, ad esempio, si rivolgono all'università per un semplice calcolo di assorbimento di potenza dei treni su una certa ferrovia. Gli stessi autisti, una volta, suggerivano all'azienda, in alcuni casi, le modifiche occorrenti ad un certo tipo di veicolo per migliorarne il funzionamento. Oggi non mi risulta sia più così: anzi, mi è capitato di assistere personalmente alla scena di una conducente chiedere aiuto ad un suo collega perchè non sapeva leggere ed interpretare, sul cruscotto dell'autobus, un manometro dell'aria compressa (e ne potrei raccontare tante altre, di scene assurde simili a cui ho assistito). Con questo non voglio dire che non ci sia anche gente preparata e competente, ma comunque non è più come una volta. Di sicuro i tempi sono cambiati, ma certo non in meglio, sotto diversi aspetti.
Io mi ricordo i 418 Portesi che giravano a Genovs, erano fantastici
Lo guidavo bei tempi x acap padova ciao a tutti I tranvieri....
Io sono di Vicenza e mi ricordo i fiat 418A Portesi che avevamo in servizio. Macchine eccezionali, seguite poi dai 418 Cameri. Tutti questi 418 purtroppo non esistono più.
Se non erro Vicenza è stata l'unica ad avere i 418 di tipo A carrozzati Portesi (di solito erano Menarini).
15 unità del 1972 numerate da 110 a 124.
E da quanto ho letto, le ultime vetture hanno girato fino al 2003.
Amo il cambio DRS più della mia stessa vita.
Mi piaceva il rumore del motore bellissimo complimenti
Quanti ricordi!❤️
Il rombo del motore fantastico.
Poi il modello e la livrea mi ricordano alcuni film polizieschi!
Tipica degli anni 70.
Molte città usavano quella Livrea con variazioni di tonalità: Bologna, Modena, Reggio Emilia, Parma, Rimini, Messina, Novara, Torino, Palermo
Il FIAT 418 ebbe anche un altro primato: fu tra i primi autobus urbani ad avere anche, sul cruscotto, un contagiri, al fine di aiutare l'autista nella gestione ottimale del motore.
A proposito dell'elevata bontà del motore stesso di quest'autobus, va ricordato che la FIAT ha fatto scuola anche nel mondo in campo motoristico. Io sono appassionato e studioso anche di ferrovie, e posso raccontare che Trenitalia ha in servizio ancora le automotrici Diesel ALn 668 e 663 degli anni ottanta, con motori Diesel FIAT 8217.32 di derivazione stradale, praticamente abbastanza simili all'8200 del FIAT 418, che ancora mostrano un elevato coefficiente di affidabilità, in alcuni casi superiore pure a treni Diesel di più recente costruzione. Non va dimenticato che, negli anni settanta, un'automotrice ALn 668 FIAT fu provata in America (lo scartamento è identico al nostro), e gli stessi americani rimanevano sbalorditi quando, nel freddo mattino di Chicago, la nostra automotrice avviava tranquillamente i motori (sono automotrici bimotoriche) senza alcun problema. Gli USA emisero infatti un telegramma di plauso alla FIAT per l'elevata qualità del prodotto: era un orgoglio tutto nostro italiano. E, all'epoca, era bello veder girare per le strade delle nostre città autobus italiani in tutto, dal motore al telaio alle varie carrozzerie. Un mondo purtroppo ormai scomparso.
Per chi non le conoscesse, le automotrici ALn 668 sono queste:
it.wikipedia.org/wiki/Automotrice_FS_ALn_668
E qui si parla di quella provata in America:
it.wikipedia.org/wiki/Automotrice_FS_ALn_668.1900#Negli_Stati_Uniti_d'America
Mi scuso per il sia pur parziale off-topic.
Le ALn 668 sono state delle signore automotrici con la A maiuscola.
Quanto al contagiri sui 418, molte aziende in realtà non lo usavano e quindi veniva volutamente scollegato per evitarne i costi di manutenzione.
Il motivo era che su linee pianeggianti, e soprattutto in mezzo al traffico cittadino già all'epoca in forte crescita, difficilmente un conducente guardava il contagiri per ottimizzare l'uso del motore, specie se il cambio era automatico.
Com manuale e su linee con discrete pendenze allora era già più sensato
@@Senna-78 Esatto: concordo con tutto quello che hai scritto.
È vero! Non è un rombo cupo ma un canto del cambio automatico.
Troppo bello... anche al regime minimo.
Sì, concordo. Era magnifico anche il rombo dei FIAT 410 o dei Lancia 718. Da questo punto di vista, gli autobus di oggi sono molto freddi.
Qui a Roma,c'erano le versioni piú moderne e piú"Fiatizzate!"Insieme al leggendario Fiat 421 erano i Re di Roma!❤️
Bellissimo video
Motori dal sound stupendo :)
Io adoro in assoluto quello dell'EffeUno...
Autobus per passione by DadoEffeuno
Ho notato che non tutti i 418 hanno questo suono. Sai se dipenda dal motore? Perché immagino che vi siano state diverse motorizzazioni 😉
Francesco Petri Il Fiat 418 monta il motore Fiat 8200 da 6 cilindri e 194 cv, il diverso suono può dipendere non solo dalla condizione del motore ma soprattutto dal cambio, che poteva essere DRS a 3 rapporti, voith a 2 rapporti, oppure manuale ;-)
Questo ha il cambio DRS
Ah ecco. Perchè ad esempio quelli di Modena e Roma avevano questo stesso suono, ma è rimasto più o meno uguale negli anni, e ricordo pure alcuni di Siena e Firenze con questo suono, perciò evidentemente avevano anche loro il DRS.
Quelli che sono in altri video (tipo Livorno) hanno un suono completamente diverso, magari loro hanno il Voith.
La scelta del tipo di cambio poteva dipendere dalle dimensioni?
Perchè a Modena i 418 AL direi avssero tutti il DRS, mentre i 418 A Menarini, che erano più corti, non ricordo che suono avessero, ma so per certo che avevano il cambio Voith
Fantastico motore
Da quello che so, il cambio automatico DRS (parlo dell'OM-SRM DRS 0,9 Var 14 MS 80, che montavano molti FIAT 418 e 421) più che a tre rapporti era in realtà a variazione praticamente continua del rapporto di moltiplicazione della coppia. Solo che, essendo realizzato con un convertitore idraulico di coppia a doppia e semplice rotazione (velocità basse e medie rispettivamente), con passaggio in presa diretta alle velocità alte tramite un giunto meccanico ad attrito, dava la sensazione di essere un cambio a tre rapporti (doppia rotazione-semplice rotazione-presa diretta).
In alcune aziende di trasporto si preferì invece, all'epoca, la versione del 418 con cambio manuale a 5 velocità più RM, poichè nei tratti in discesa era ritenuto più adatto per il fatto che consentiva di sfruttare meglio l'effetto frenante del motore: il cambio DRS infatti, per quanto molto valido, avrebbe potuto diventare, forse, un po' pericoloso nei tratti in discesa, perché al di sotto di una certa velocità (20 km/h circa), il cambio passava, senza preavviso né possibilità di comando, dalla trazione meccanica in presa diretta a quella in regime puramente idraulico, con conseguente perdita del'effetto frenante del freno motore e delegando la possibilità di frenatura solo al freno classico pneumatico a tamburo.
Esisteva infine un terzo tipo di cambio per il FIAT 418, ossia il Voith-DIWA 501 JSR, che pur essendo automatico era a due rapporti, uno lento e uno veloce, e dava la possibilità al conducente di utilizzare uno o l'altro dei due rapporti, tramite la leva di comando, scelta che andava fatta essenzialmente in funzione del percorso che si prevedeva di percorrere (ma credo che i conducenti scegliessero quasi sempre quello veloce, almeno a Roma). All'avvio dell'autobus, la velocità del motore variava poi automaticamente sempre in funzione di quella del veicolo, ma anche a seconda del rapporto prescelto.
Nella città in cui vivo (Roma) ci sono stati pochi FIAT 418 con quest'ultimo cambio, mentre i restanti ebbero tutti il DRS 0,9, ma mai nessuno ebbe, sempre a Roma, il cambio meccanico manuale (parlo dei 418 direttamente acquistati dall'ATAC).
A proposito dell'ATAC, i Fiat 410 Breda-Pistoiesi ultima generazione che cambio avevano?
Perché ho letto che quelli di serie 4042÷4178 avevano il Voith-Diwa 501 mentre gli altri di serie 3684-3758 ne avevano uno "telecomandato"
@@Senna-78 Esatto: era sostanzialmente così. Quelli di cui parli erano i FIAT 410 A, versione leggermente migliorata dei 410. Se ti interessa, c'è un sito che ne parla in dettaglio: www.tramroma.com, alla sezione autobus.
@@Steve68C08 infatti è sul quel sito che ho letto queste info, solo che non capisco cosa intenda con "Cambio telecomandato".
È sempre un Voith o un DRS?
Perché nello stesso capitolo dice che i Fiat 410A avevano "in parte" il cambio Voith
@@Senna-78 Per meccanico telecomandato intendono, su quel sito, il cambio Fiat-Marelli, manuale a 4 marce più retromarcia ma con frizione automatica, chiamato anche "semiautomatico" a causa del fatto che aveva, appunto, la frizione automatica ed il cambio manuale. Lo chiamano "telecomandato", poi, perché era a comando elettropneumatico, non meccanico. Normalmente, a Roma, gli autisti partivano però sempre in seconda marcia (in discesa addirittura in terza, talvolta), essendo la prima un rapporto molto corto, che usavano solo per spunti in salita con vettura a pieno carico. Il cambio totalmente automatico (parlo sempre di quello usato sui 410A) era invece il Voith-DIWA 501, che tra l'altro era a due rapporti finali, uno lento ed uno veloce, che si potevano scegliere a vettura ferma (normalmente, credo che i conducenti romani usassero quasi sempre quello veloce). Una volta scelto il rapporto, si poteva partire ed il cambio inseriva automaticamente la serie di marce in maniera continua e progressiva, in funzione anche del rapporto prescelto. Nei FIAT 418 invece, il cambio OM-SRM DRS 0,9 Var. 14 MS 80 inseriva automaticamente anche il rapporto lento o quello veloce, in funzione della pendenza della strada e del carico del veicolo: infatti, il conducente disponeva, in quest'ultimo caso, di una leva a sole tre posizioni: avanti, folle, indietro. Erano cambi fatti bene, senza le cervellotiche complicazioni elettroniche dei cambi attuali, come sensori topodinamici o diavolerie simili, con complessità degne di un veicolo spaziale più che di un autobus.
Un motore praticamente indistruttibile, come canta bene!
..l'unico cambio non meccanico che riesco a sopportare un po'..
amico!
beh, dai, in effetti per selezionare la marcia lenta o veloce ci voleva la mano..... :-))
Grande Fisarmonicista! ..tutti i drs 3 rapporti che ho visto hanno solo la scelta: avanti, folle, indietro..
Gli unici voith a 2 marce (con selettore AL e AV) gli ho visti: uno su un 418 (o 409?) di Livorno ed uno al 410 piaggio del mnt, che ho odiato particolarmente perchè amo il fiat-marelli 'semiautomatico' quasi quanto il manuale, che ho visto su tutti gli altri 410 della mia vita, i miei autobus preferiti..
@@tubaSiBemolle A Roma avevamo alcuni FIAT 410 con cambi automatici Voith a due rapporti, più diversi 410A. Se ti interessa, qui c'è una descrizione interessante sull'argomento:
www.tramroma.com/autobusroma/rete_urb/autobus/rotabili/autrot_41.htm
@UCE5PGCJyjdlVbbi4CMZlUHw Allora: da quello che so, la leva del cambio aveva una posizione neutra, una indietro e due avanti. Delle due avanti, una prevedeva l'inserzione di un rapporto finale lungo; spostando poi la leva più a destra, si poteva inserire un rapporto ridotto, per percorsi molto ripidi a pieno carico. Una volta scelto il tipo di rapporto, si partiva ed il cambio automatico lavorava in funzione del rapporto finale prescelto. L'eventuale passaggio dal rapporto lungo a quello corto credo si potesse fare solo a vettura ferma: un po' come inserire, su una Campagnola, le marce normali o quelle ridotte. Comunque, il rapporto ridotto non l'ho mai visto usare dagli autisti, a Roma. Del resto, sui FIAT 410 e 410A con il cambio semiautomatico, gli autisti non partivano mai in prima: troppo corta. Le marce usate erano seconda, terza e quarta. La prima la vidi usare solo una volta per partire in salita, a pieno carico.
Il ruggito della tigre!!
Gli autobus dell'epoca erano affascinanti in tutto, sound compreso.
Non sò il perchè, ma il rumore di questa vettura era identico ai Fiat 418 AL Portesi, Fiat 418 Breda Pistoiesi e ai Fiat 418 AL Portesi di ATAC Roma.
Beh, il motore era sempre lo stesso. Se ti interessa, qui c'è una descrizione dei FIAT 418 romani:
www.tramroma.com/autobusroma/rete_urb/autobus/rotabili/autrot_51.htm
Oltre al motore c'era anche lo stesso cambio automatico DRS 0.9 OM a 3 rapporti
Lo ricordo bene e ricordo ci fosse una versione col semi automatico 4 marcie
scusate, mi servirebbero tutte le misure del 418 ac de simon o anche di questo, qualcuno ce le ha? Vorrei riprodurlo in 3d..
Veramente puoi riprodurre dei modellini? Ma ti viene un pezzo unico? Oppure ci lavori per fare anche finestrini di plastica, ruote girevoli... Io ho dei modellini 1/43 divisi fra modelli belli solidi presi in negozio specializzato e altri versione edicola della Achette, ma certi modelli non si trovano e mi chiedevo se li fai anche su commissione. Io ho già un Effeuno, poi il Fiat 418 a Menarini, quello a due piani anni '60 (tutti romani, o almeno passati anche a Roma) e uno che ora non mi sovviene e che è sempre anni '60.
@@DoppiatoriItaliani li riproduco con SketchUp
Per chi fosse interessato alla storia dei FIAT 418 romani, consiglio la lettura anche di questo sito:
www.tramroma.com/autobusroma/rete_urb/autobus/rotabili/autrot_51.htm
PERMESSEO...
Grazie di avermi fatto notare l'errore.........
ODDIO... NON VOLEVO OFFENDERTI... SCUSAMI!!!!!!!!!!!!!!! :)
Ma come mai sui nuovi autobus fanno sempre le porte a due elementi invece che a quattro come su quelli vecchi?
Penso per questioni di sicurezza
@@DadoBreda4317 dici? chissà...da ignorante non vedo quali rischi correvano i passeggeri con quei tipi di porte...io le vedevo anche meno ingombranti quando si aprivano, rispetto a quelle di adesso..
È una delle tante innovazioni fallite, le porte a libro erano più sicure e funzionali. Oggi devi stare attento a dove metti le mani per tenerti.
Secondo me è solo una questione economica.
Se parliamo di sicurezza, allora il sistema più conveniente sarebbero le porte scorrevoli (che possono però avere altri inconvenienti).
Il sistema a libro secondo me andava benissimo
0:24
il cambio è a regime fisso? perchè sale di giri come fosse in kickdown, e a freddo bene non gli fa
Nono, il cambio comunque è il DRS, con soli 3 rapporti, e lunghi al ponte, una volta questa vettura la ho sentit partire tutto in kickdown ed è stato molto più acuto di così😉
i 380 e 390 su cui vado a scuola cambiano a giri bassissimi con acceleratore minimo.
@@stvpls Riguardo ai cambi automatici, si possono regolare dalla centralina le cambiate a determinati giri, potento sciegliere tra economy, power, e super power (kickdown), oppure detti anche pianura, collina, montagna
non riesco a trovare un video di un 418 in kickdown, ne hai qualcuno tu?
@@stvpls ne ho uno io! ma si sente poco, lo cerco e te lo passo
Ho capito solo ora chi eri.. Davide Perri giusto? Strano, non riesci a recuperare la password?
Comunque, bentornato al prossimo video :)
Ciaoo! Esatto sono io :)
purtroppo non la riesco a recuperare... Quindi continuo a mettere i video su questo canale anche perchè ho cambiato in positivo il materiale con cui faccio i video
Buona visione e a presto!
7 persone faranno tardi a lavoro perché il bus elettrico ha preso fuoco.
Ha preso fuoco un Citaro. ATAC e SETA docent
Non vedo una grande differenza coi 421