Personalmente sono da due anni in terapia con uno psicologo e faccio fatica a capire se mi fa bene oppure no. Per prima cosa perché lo vedo indifferente e freddo nei confronti del mio dolore e questo mi rende a mia volta distaccata da lui e mi rende difficile fidarmi. Seconda cosa più volte ho avuto dei crolli pesanti e lui mi sembra distaccato nei confronti del mio dolore tanto da pensare che non gliene freghi nulla. Ho iniziato a fare scelte sbagliate che non avrei fatto prima solo per sfogare il dolore. Ho parlato più volte del fatto che non mi sento ascoltata però ha cambiato di poco atteggiamento. Continuo a chiedergli se ha una direzione dove andare e non mi dà risposta. Mi sembra di stare in un vicolo cieco in cui lui resta a guardare mentre affondo. Non riesco nemmeno più a reagire come una volta. Piu' volte mi ha detto di aumentare le sedute pero non posso permettermelo economicamente. Questa situazione mi ha portato a pensare che forse è meglio interrompere del tutto.
Buongiorno, sicuramente ci possono essere tante ragioni che bloccano il fluire di un percorso. Il terapeuta è anche una persona ed effettivamente può non essere in linea con delle nostre necessità. Se ne ha parlato ma non sente chiarezza ed evoluzione, può valer la pena ragionare su un cambio eventualmente anche di approccio terapeutico
Buongiorno, ma questo vale anche dopo un certo numero di sedute? Ad esempio se il mio psicoterapeuta continua dopo 10 sedute a dire che siamo "nella fase iniziale", che dobbiamo "approfondire", e in pratica sento ancora di non aver concluso un bel niente e che quello che mi dice è banale e scontato, se lui mi sembra un tipo scialbo e quello che dice non mi sorprende non mi stimola in nulla, queste sono mie resistenze al cambiamento o è il caso di cambiare professionista?
La relazione con il terapeuta é una relazione, non come le altre, ma può non funzionare e non aderire al paziente... Prima di trovare il terapeuta adatto a me ci è voluto tempo... Questo però non significa che i precedenti non fossero preparati o professionali... Semplicemente non si é creato quel terreno sul quale ora riesco a lavorare
è la stessa cosa che sto vivendo anche io. Onestamente non capisco, spero solo di saper andare oltre al suo modo d'essere e che mi possa aiutare a livello terapeutico, anche se umanamente mi sembra poco energica e stimolante...
Credo di aver cercato di "condizionare" il mio psicoterapeuta, chiedendogli di assumere un atteggiamento da "alleato" contro persone che mi hanno fatto del male, rendendomi fragile come sono ora ed attivando (forse, ancora non lo so) i DOC di cui soffro. Il dottore è rimasto distaccato e non cede, come dice Lei. Dice che non deve essere mio alleato né darmi ragione...Questo per me è molto doloroso. Grazie per il Suo video! Forse ho così paura di cambiare...
@@annaritamrn5673 , faccio sempre molta fatica quando il mio dottore non si "allea" in modo aperto con me. È un punto dolente mio. Lavorando con lui, ho scoperto di essere ancora più fragile e in difficoltà di quanto credessi. È così disperato il mio bisogno d'affetto che lo cerco anche dove non dovrei... Eppure ho un marito che mi adora, un matrimonio che funziona perché siamo molto complici. Ciò che cerco è però non avvertire più freddezza. Ne ho ricevuta troppa, da persone che credevo amiche.
@@annaritamrn5673, no, non la sopporterei. Il mio dottore non ama le etichette, perciò utilizza approcci misti. È uno psicologo psicoterapeuta clinico esperto, come si dice, della relazione di comunità e complessità. Boh, non so mica che cosa voglia dire... Però ci sono stati dei miglioramenti significativi proprio sui DOC igienici, che mi avevano portato a non uscire di casa se non per lavorare. Peccato però che sia un'insegnante e che le scuole siano un oggettivo ricettacolo di germi di ogni tipo. Fortunatamente, amando molto il mio lavoro, non l'ho mai lasciato, nemmeno durante il periodo di rientro a scuola senza mascherina. Però io ne indossavo 3 e non toccavo niente senza prima igienizzare. Ora invece tocco di nuovo tutto e sono tornata ad uscire anche per vedere amici, perfino al ristorante, cosa che non mi sembrava più possibile. Grazie per l'interessamento... Lei soffre di disturbi simili, se posso chiedere?
sono molto felice che la terapia l'abbia aiutata nonostante le difficoltà iniziali. Io sono in terapia da tre mesi più o meno, e le mie problematiche sono diverse dalle sue: soffro d'ansia, disturbi depressivi, bassa autostima ecc Chiedevo dell'approccio perché la mia terapeuta segue un approccio psicodinamico, e ultimamente sono in crisi. Non so se è a causa della relazione terapeutica che non ingrana o perché sono io che voglio far fallire la terapia. E' tutto doloroso perché a volte non mi sento capita dalla terapeuta e certi dubbi non mi danno pace@@danielasella8916
ma quale responsabilità al terapeuta. quando vai a cercare aiuto e trovi consiglio senza minimamente considerare io benessere mentale del paziente e ti stai fidando in un momento di fragilità fate danni che si raccolgono ad errore fatto. un cambiamento c e stato ma negativo e li paga il paziente. siate responsabili e sopratutto tener presente almeno di non danneggiare e poi cura nel vero senso della parola.
Personalmente sono da due anni in terapia con uno psicologo e faccio fatica a capire se mi fa bene oppure no. Per prima cosa perché lo vedo indifferente e freddo nei confronti del mio dolore e questo mi rende a mia volta distaccata da lui e mi rende difficile fidarmi.
Seconda cosa più volte ho avuto dei crolli pesanti e lui mi sembra distaccato nei confronti del mio dolore tanto da pensare che non gliene freghi nulla. Ho iniziato a fare scelte sbagliate che non avrei fatto prima solo per sfogare il dolore.
Ho parlato più volte del fatto che non mi sento ascoltata però ha cambiato di poco atteggiamento. Continuo a chiedergli se ha una direzione dove andare e non mi dà risposta. Mi sembra di stare in un vicolo cieco in cui lui resta a guardare mentre affondo. Non riesco nemmeno più a reagire come una volta. Piu' volte mi ha detto di aumentare le sedute pero non posso permettermelo economicamente. Questa situazione mi ha portato a pensare che forse è meglio interrompere del tutto.
Buongiorno, sicuramente ci possono essere tante ragioni che bloccano il fluire di un percorso. Il terapeuta è anche una persona ed effettivamente può non essere in linea con delle nostre necessità. Se ne ha parlato ma non sente chiarezza ed evoluzione, può valer la pena ragionare su un cambio eventualmente anche di approccio terapeutico
Buongiorno, ma questo vale anche dopo un certo numero di sedute? Ad esempio se il mio psicoterapeuta continua dopo 10 sedute a dire che siamo "nella fase iniziale", che dobbiamo "approfondire", e in pratica sento ancora di non aver concluso un bel niente e che quello che mi dice è banale e scontato, se lui mi sembra un tipo scialbo e quello che dice non mi sorprende non mi stimola in nulla, queste sono mie resistenze al cambiamento o è il caso di cambiare professionista?
La relazione con il terapeuta é una relazione, non come le altre, ma può non funzionare e non aderire al paziente... Prima di trovare il terapeuta adatto a me ci è voluto tempo... Questo però non significa che i precedenti non fossero preparati o professionali... Semplicemente non si é creato quel terreno sul quale ora riesco a lavorare
è la stessa cosa che sto vivendo anche io. Onestamente non capisco, spero solo di saper andare oltre al suo modo d'essere e che mi possa aiutare a livello terapeutico, anche se umanamente mi sembra poco energica e stimolante...
Argomento molto interessante.
Grazie!
Credo di aver cercato di "condizionare" il mio psicoterapeuta, chiedendogli di assumere un atteggiamento da "alleato" contro persone che mi hanno fatto del male, rendendomi fragile come sono ora ed attivando (forse, ancora non lo so) i DOC di cui soffro. Il dottore è rimasto distaccato e non cede, come dice Lei. Dice che non deve essere mio alleato né darmi ragione...Questo per me è molto doloroso. Grazie per il Suo video! Forse ho così paura di cambiare...
ciao, com'è andata?
@@annaritamrn5673 , faccio sempre molta fatica quando il mio dottore non si "allea" in modo aperto con me. È un punto dolente mio. Lavorando con lui, ho scoperto di essere ancora più fragile e in difficoltà di quanto credessi.
È così disperato il mio bisogno d'affetto che lo cerco anche dove non dovrei... Eppure ho un marito che mi adora, un matrimonio che funziona perché siamo molto complici. Ciò che cerco è però non avvertire più freddezza. Ne ho ricevuta troppa, da persone che credevo amiche.
@@danielasella8916 ti capisco... Se posso chiedertelo, che tipo di terapia stai facendo? Cognitivo comportamentale?
@@annaritamrn5673, no, non la sopporterei. Il mio dottore non ama le etichette, perciò utilizza approcci misti. È uno psicologo psicoterapeuta clinico esperto, come si dice, della relazione di comunità e complessità. Boh, non so mica che cosa voglia dire... Però ci sono stati dei miglioramenti significativi proprio sui DOC igienici, che mi avevano portato a non uscire di casa se non per lavorare. Peccato però che sia un'insegnante e che le scuole siano un oggettivo ricettacolo di germi di ogni tipo. Fortunatamente, amando molto il mio lavoro, non l'ho mai lasciato, nemmeno durante il periodo di rientro a scuola senza mascherina. Però io ne indossavo 3 e non toccavo niente senza prima igienizzare. Ora invece tocco di nuovo tutto e sono tornata ad uscire anche per vedere amici, perfino al ristorante, cosa che non mi sembrava più possibile.
Grazie per l'interessamento... Lei soffre di disturbi simili, se posso chiedere?
sono molto felice che la terapia l'abbia aiutata nonostante le difficoltà iniziali.
Io sono in terapia da tre mesi più o meno, e le mie problematiche sono diverse dalle sue: soffro d'ansia, disturbi depressivi, bassa autostima ecc
Chiedevo dell'approccio perché la mia terapeuta segue un approccio psicodinamico, e ultimamente sono in crisi. Non so se è a causa della relazione terapeutica che non ingrana o perché sono io che voglio far fallire la terapia. E' tutto doloroso perché a volte non mi sento capita dalla terapeuta e certi dubbi non mi danno pace@@danielasella8916
ma quale responsabilità al terapeuta. quando vai a cercare aiuto e trovi consiglio senza minimamente considerare io benessere mentale del paziente e ti stai fidando in un momento di fragilità fate danni che si raccolgono ad errore fatto. un cambiamento c e stato ma negativo e li paga il paziente. siate responsabili e sopratutto tener presente almeno di non danneggiare e poi cura nel vero senso della parola.
Mi spiace per la pessima esperienza che può aver vissuto in terapia