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Quindi una donna è sfigata per il solo fatto che è donna e viene presa per il culo dalla società se ama un uomo più giovane, invece un uomo ha maggiore possibilità di ottenere ciò che vuole, tipo una donna più giovane. La società è rimasta maschilista, come sempre è stato la donna non vale un cazzo

Io a Wendy di Grease😂

Per me lo psicologo che sbaglia diagnosi e successiva terapia và radiato...un medico quasi sempre visita il paziente poche volte e diventa difficile azzeccare al 100%, uno psicologo che dipo mesi e decine di sedute non ha inquadrato la cosa deve per legge cambiare mestiere.

Chiedo scusa per il disturbo ma volevo una spiegazione voi mi avete detto che è possibile che ci sia un ritorno anche se in passato si è avuti una frequentazione di un mese è io volevo sapere appunto quante probabilità ci sono che ci sia un ritorno in questo tipo di caso così? Poi un'ultima domanda vorrei sé possibile anche quando ci sono troppe persone in mezzo che ti impediscono di comunicare?

Sono pienamente d'accordo...👍🏾👍🏾🙏

Certo

Dottore a caso da un po di giorni sto avendo dei problemi con il mantenere l'erezione con la mia fidanzata addirittura l'altra volta dopo due minuti dall'inizio dell rapporto si era gia "addormentato" senza che io fossi venuto o altro. Non so perché e mi sto preoccupando

La solitudine non è una condizione invalidante... anzi

Interessante video, dottore! Come insegnante però La devo aggiornare sul fatto che la scuola ora deve sviluppare, tra le competenze chiave europee, anche lo "spirito di imprenditorialità ed iniziativa"... E non svaluti le nozioni: sono necessarie, perché sono la base per costruirsi come persone e poi come lavoratori! Comunque, al di là del ragionamento scolastico, ritengo che il più forte fattore che motivi verso un tipo di lavoro o verso un altro sia quello personale, non solo familiare o culturale. Personalmente, ho potuto conoscere ed apprezzare il mestiere che ho scelto in famiglia, perché mia madre era un'insegnante. Tuttavia, mentre mi formavo, non ho pensato mai al fattore lavoro dipendente/indipendente, ma piuttosto al desiderio di svolgere un lavoro che fosse in contatto con i giovani, relazionale e creativo. Amavo le lettere, il greco, la letteratura, la poesia e desideravo divulgarle, perché racchiudono il senso della vita. Non ho mai pensato alla pensione né al posto fisso, perché nella scuola c'è una lunghissima gavetta di precariato da fare, che - mi creda - sforna pazienti nevrotici per voi psicologi, sempre di più. E non mi sento mai dipendente, perché di fatto non ho un datore di lavoro... Il Dirigente di una scuola può spostarmi di sede, ad esempio, ma solo per motivi seri e non può entrare nella mia didattica. Per legge. In ogni caso, credo che ogni lavoro richieda imprenditorialità... L'aspetto che non mi piacerebbe di un lavoro indipendente è invece, personalmente, il dover comunque sopravvivere grazie al giudizio di persone non sempre in grado di apprezzare il mio lavoro. Davvero Lei trae gioia dal fatto di essere impattante sulla vita altrui? Io ne sono atterrita... Come educatore lo sono e ho sempre paura di lasciare un segno doloroso nella psiche di qualche ragazzo...😅

Quando mi sono laureata in giurisprudenza non avrei pensato di fare la libera professionista ma di inserirmi nel sistema giurisdizionale o amministrativo alle dipendenze dello stato. Mi sembrava troppo difficile approcciare alla libera professione sia perché non mi riconoscevo particolari doti nel rapporto con una potenziale clientela sia perché provengo da una famiglia di impiegati statali che sono stati sempre molto appagati del loro lavoro. Ho iniziato la libera professione un po' perché costretta dagli eventi. Le responsabilità che riposano su questa scelta in termini di impatto sulla vita degli altri, e soprattutto sul loro portafoglio (parlo da avvocato civilista e tributarista) sono significativi e molto spesso ne discende tantissima ansia. Ma la soddisfazione di "risolvere" un problema per una persona grazie alla propria professionalità, comprendendo, spiegando e ragionando con lei di tutte le opportunità possibili, è qualcosa che non ha prezzo. Per la mia esperienza perciò propendo per l'idea che liberi professionisti si diventa ...imparando soprattutto a correggere il tiro. Chi ci nasce, ad un certo punto deve comunque ri-diventarlo, ad un certo punto, imparando a reinventarsi continuamente, a stare al passo con le esigenze.

L'humus familiare in cui si cresce e in cui si sviluppa la personalità, nonché (ahimè) la condizione economica e culturale di partenza sono fondamentali per la realizzazione personale. Se si incontrano dei limiti di qualsiasi natura e c'è la necessità di rendersi indipendenti il prima possibile è un bel casino perché i rischi di perenne insoddisfazione professionale ti accompagneranno per tutta la vita. A me, purtroppo, è andata così......

Buongiorno, adesso ci sono diversi indirizzi oltre a psicologia clinica come psicologia del lavoro, delle neuroscienze, del marketing eccetera. Io ho la sensazione che in futuro per esempio il ramo indirizzato sul marketing potrebbe interessarmi ma non ne ho la certezza. In questo caso io pensavo di fare la magistrale in psicologia clinica che è quella piu classica e poi valutare in futuro su quale professione focalizzarmi. Lei pensa sia una buona soluzione per qualcuno indeciso come nel mio caso o invece la scelta dell'indirizzo pensa che sia molto vincolante anche per il futuro lavorativo?

Io ho un ragazzo da 2 anni e mezzo. La nostra relazione non é sempre stata facile ma ci completiamo, lo amo e nutro grande stima nei suoi confronti, sopratutto rispetto. Quasi un mese fa ho conosciuto un ragazzo e tra noi é scattato subito il colpo di fulmine. Siamo stati insieme tanto perché era della stessa compagnia e tra di noi si è creato un forte legame. Sentivo che lui mi poteva completare e ogni volta che lo vedevo o sentivo ero felice. Finche un giorno il mio cuore ha detto " lui fá per te". Anche lui prova gli stessi sentimenti e si é rivelato a me. Pero io spaventata ho bloccato subito la cosa dicendo poi tutto al mio ragazzo che mi ha rassicurata. Io e il mio ragazzo come ho detto prima non sempre andavamo d'accordo ma comunque ho sempre portato rispetto. Ho tagliato via dalla mia vita l'altro ragazzo..ma io non potevo e non riuscivo a vivere senza di lui. Ogni giorno stavo sempre peggio e il mio stomaco era come corrodersi nel acido. Alla fine sono in una situazione di stallo e tengo buoni i rapporti con entrambi, con il mio ragazzo cerco di capire se riusciamo a risolvere i nostri problemi rispettando il tempo per entrambi e con il secondo siamo amici anche se a volte qualche "mi manchi" scappa. Io amo troppo il secondo ragazzo é un amore sentimentale e di unione. Ma amo e sopratutto tengo anche al mio attuale ragazzo con il quale ho costruito molto insieme e con il quale sto tanto bene. Non so cosa fare....sono a pezzi. Mi sento come una viscida lumaca. Sento che tutto questo mi sta portando sempre piu dolore e confusione. Non so minimamente cosa fare...

Sono sei anni sono stata io

E io sono Peter Pan con la sua altra "sindrome"

Grazie

Io li ho entrambi 😅

È anche il ruolo di tante madri essendo cosi attaccate ai figli rimangono onnipresenti fino alla fine.

Buongiorno dot., è possibile che la DA riaffiori dopo anni di relazione sana con un'altra persona anche a seguito di un lutto o periodo di stress intenso?, e soprattutto una volta accettata la mia inclinazione è preferibile per me non avere più relazioni, nella solitudine mi risulta più semplice convivere con la mia inclinazione di DA, posso trovare l'equilibrio giusto?. Grazie anticipatamente per la risposta.

Io nn mi aspettavo un tradimento. Leija chismato sul telefono di casa, mio marito a ridposto e quando si e' reso conto che ers lei lasua ridposta e' stata a sbagliato, lei nuovamente a chiamato ho sentito benissimo il suo nome e mi sono sera conto del tradimento. Dopo aver un po insistito mi ha dato nome e indirizzo. Cosa ne pensi? Grazie

😂😂😂una cura a base di caxxotti contro la ludopatia??

Secondo me è una vera patologia che può portare a seri problemi anche di natura pratica ed è molto più diffusa di quanto si pensi. Si tratta spesso di persone che hanno subito forti censure emozionali o private di qualsiasi forma di amore.

Ed io che pensavo a _Wendyyyyyy_ di Shining! 😂

Mi ritrovo sul fatto che spesso il rifiuto è pervasivo su più aree dell'esistenza. Ci si sente inadeguati a livello sentimentale, a livello lavorativo, nei contesti sociali ecc... Col tempo però mi sono convinto che non dipenda così tanto dalle prime esperienze dii rapporto con i genitori. Dipende sicuramente in parte dalle prime esperienze di vita nei vari ambiti: gli insuccessi precoci possono instaurare un pensiero negativo che porta a convincersi di non essere all'altezza e che quindi si riceveranno solo rifiuti. Inoltre sono sempre più convinto che ci si nasca con una certa predisposizione alla sensibilità al rifiuto. Ci sono persone che ricevono rifiuti ma non soccombono al pensiero catastrofico e depressivo. Altre invece sì. Diversi studi hanno mostrato che la maggiore o minore capacità di riprendersi dal rifiuto e quindi la minore o maggiore paura del rifiuto sia influenzata dalla maggiore o minore sensibilità alle emozioni negative della persona. Pare esserci una forte componente genetica. Certo come detto anche le esperienze precoci traumatizzanti negative possono influire, perché avvengono ad un 'età in cui non si dispone quasi mai dei giusti strumenti per fronteggiare. Chiunque abbia un'esagerata paura del rifiuto riporterà episodi specifici coscienti di svalutazione, denigrazione, mortificazione ecc... Può essere un episodio di forte imbarazzo in una situazione pubblica, oppure l'essere respinti in modo svalutante e denigrante in un approccio amoroso, o venire presi in giro davanti a tutti ecc... Questi sono traumi che avvengono in giovane o giovanissima età, assieme ad una particolare sensibilità innata (di cui si parlava prima) creano un mix che porta il soggetto a sviluppare una specie di fobia protettiva. Che fare? Probabilmente le tecniche cognitivo comportamentali sono le migliori perché provano in qualche modo a creare l'occasione per sperimentare situazioni ed emozioni correttive rispetto a quelle traumatizzanti vissute dal soggetto. Ma ovviamente non funzionano per tutti perché alcuni traumi sono così bloccanti che nemmeno permettono l'attivazione e le condizioni per una serie di esperienze correttive.

Molto interessante..come posso contattarla?

Ma si sa di qualcuno che è riuscito a viverla bene e a tempo determinato, una storia clandestina? Tutte negative 'ste storie?

Il tradimento è un attimo di relax in pace e tranquillità per stare bene fuori da un contesto dove non ci si sente capiti

Denegerativa

Ognuno è cio che fa. Si puo cadere in errori, è vero, ma allora dovrai essere molto convincente del tuo pentimento.

Ottima spiegazione.

Io ho questo disturbo.. E un inferno

Concordo che il ruolo dell’amante sia il più ingrato da ricoprire. È stressante, faticoso e avvilente. Per la mia modesta esperienza sentimentale di persona che di scenate e agguati e vendette se non riesce a prendersi quello che vuole non è proprio capace, e da persona che le corna l’ha vissute poche volte per fortuna, ma in tutti e tre i ruoli possibili, quindi scrivo senza voler giudicare in senso morale, però continuo a non capire una cosa: perché la gente se la prende con l’altro/a invece che col fedifrago/a? Cioè…nella mia esperienza di amante, se tu scopri che tuo marito ha la tredicesima(mi pare) “altra” della sua carriera di cornificatore seriale…ma tu sei proprio sicura che sia andando a molestare l’altra(scoprendo di lei a storia ormai finita oltretutto, perché è durata poche settimane) che risolvi il problema con lui? E se sei l’altra(altro caso personale in cui io ero la tradita) e lui anche quando la compagna ufficiale l’ha piantato da mesi con te non ci si mette…ma che vuoi da lei? Perché la vai a cercare sotto casa, le telefoni ottenendo non si sa come il suo nuovo numero di cellulare, chiedendole di lasciare in pace C. perché lui ormai sta con te, però vuoi sapere DA LEI dove lui sia ottenendo, ovviamente, solo perplessità e commiserazione da parte della tua rivale che di lui ormai ne sa meno di te. Voglio dire…al netto di dichiarazione di intenti da telenovela anni ‘80 “Io li faccio lasciare perché lui/lei deve essere mio/a”, se ci ragioni un attimo…in quelle situazioni che senso ha cercare il problema nel tuo antagonista?

Ho una domanda, dottore, riguardo il secondo problema: se Lei accetta un paziente che viene con una problematica e che poi durante la terapia fa emergere altri temi che La toccano, lo rifiuta anche se il Suo paziente è legato a Lei, se Le si è affezionato?

Ho un amico che è stato rifiutato perché non vaccinato...cosa ne pensa?

Avete trovato l acqua

Anche i figli fanno parte dei parenti serpenti 😱😱

Ho una curiosità, dottore: QUANDO, eventualmente, rifiutate un paziente per il secondo motivo (quello personale)? Se avviate la psicoterapia e durante la stessa il paziente tira fuori un argomento che risuona con voi, lo rifiutate anche se il paziente è già legato a voi e lavora bene? Oppure il rifiuto avviene subito, al primo incontro?

Ma che dite non c è mai stato rapporto anzi mi avete stufato troppe balle io non sono la fidanzata di nessuno tu sei il figlio di mio fratello questo è un grande errore questo è un incesto malato mentale

Non storcere la realtà illusi

Si, concordo con lei dottore, i problemi di coppia si risolvono all' interno. Comunicare all'esterno porta solo caos..

Parlo per me ovviamente, do più importanza alla qualità del sesso più che alla quantità.Per me è anche importante l'armonia nella relazione di coppia.

Concordo pienamente con lei dottore, le situazioni vanno valutate a 360 gradi.Spesso in minima parte c'è anche la responsabilità dell'altro/a.

Grazie , mi fa capire un poco il comportamento della mia relazione passata.

A letto un uomo che differenza nota nel fare l’amore con una donna più grande rispetto ad una donna giovane? Io 59 lui 38

SE LA DOMANDA NON RICEVE RISPOSTA... È LA DOMANDA A VERITÀ ❤

Ergo, se si mostra patologicamente contraddittorio/a si questo argomento ne deduco, e deduco da come sono uscito e da come sto fuori dalla terapia, di non averne (più) bisogno, e che magari devo accettare quando ad averne bisogno "sarebbero" gli altri... Che ovviamente si guardano bene dall'andarci, ma oh! Problema loro. Io ho i miei, e continuiamo a "stare sul pratico".👍🏻 Grazie.

Dove la relazione è consolidata da anni, perché chiedere una riflessione, un distacco, una pausa? Io credo che quella persona non ci vuole, no. Ha emozioni anche se ha ricevuto molto amore. Persone alla ricerca di cose che non sanno neanche loro. Fanno attendere, hanno umore altalenante, insicuri, un tira e molla continuo. Creano dolore distruzione. Hanno preteso molto, ma poi sono loro a non reggere un vero amore, paura di essre felici. Chi si allontana ci ama?

Se nella sua testa a sempre pensato che lo tradisci e poi alla fine lo fai... Praticamente lo accontenti?

io sono ipocondriaco, e soffro di ernia iatale, quindi di conseguenza dolori nell'addome sinistro e tachicardia, neanche a dirlo ogni tot penso che mi stia venendo un infarto, poi in Italia vieni seguito malissimo si a livello fisico che (ancora peggio) a livello psicologico ma quello è un altro discorso

video aperto ora, penso sia uno dei contenuti migliori trovati in youtube negli ultimi anni