Rifl. teol. 93 Intermezzo: David Tracy e le condizioni epistemologiche di una teologia non-teistica

La definizione da parte del teologo David Tracy della teologia come del «tentativo di stabilire tentativo di stabilire delle correlazioni reciprocamente critiche tra una interpretazione della tradizione cristiana e una interpretazione della situazione contemporanea» può essere applicata sia a teologie teistiche sia a teologie non-teistiche, sia a teologie che ritengono Gesù sia esistito storicamente sia a teologie che lo ritengono improbabile. Grazie alla reciprocità di critica fra tradizione cristiana e situazione contemporanea e grazie alla pluralità di interpretazioni consentite e richieste dalla tradizione cristiana e dalla situazione contemporanea, i tentativi di elaborare una teologia non-teistica possono consentire, da una parte, nuove interpretazioni della tradizione cristiana e, dall’altra, rinnovati contributi della tradizione cristiana alle interpretazioni della situazione contemporanea.
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Musica: J.S. Bach, Variazioni Goldberg. Variazione 18
Pianoforte: Kimiko Ishizaka
pubblico dominio sul sito opengoldbergvariations

[@claudiozanella256]

Mah, non capisco come si possa definire TEOLOGIA (non teistica) una teoria che mette in dubbio l'esistenza di Gesù Cristo e l'esistenza di Dio. Secondo me ogni teologia deve partire forzatamente dall'assunzione che Dio esista, altrimenti non può essere definita TEOlogia. E' come parlare "dell'acqua asciutta", se è acqua, allora deve per forza essere bagnata.

[@centroinformazionebiblica6910]

Dipende dalla definizione che si dà di teologia. La definizione di David Tracy (anche se lui personalmente la intende in senso teistico) può essere applicata, a ,mio avviso, anche al tentativo di chi ritiene convincenti gli argomenti contrari all'esistenza di Dio e alla storicità di Gesù, ma ritiene che quanto trasmesso dal cristianesimo possa orientare la sua esistenza a livello individuale e comunitario/ecclesiale.