Andato via troppo presto...54 anni😢era di un'altro pianeta...come gli area...alieni...uomini che suonavano davvero nota per nota e battuta per battuta...Giulio Capiozzo, almeno io, lo ritengo una leggenda
Che Musicista. L'ho conosciuto nella mia città, a Ferrara, all'inizio degli anni '90. Ogni tanto veniva a trovare Ellade Bandini e a farsi un giro in città. Per me resterà sempre indimenticabile l'inizio di Arbeit Macht Frei. Che peccato che non sia più tra noi.
Lo vidi una volta da vivo a Pineto nei primi anni 90 , avevo 11/12 anni e accompagnava un chitarrista jazz in questo concertino organizzato in prossimita' della spiaggia ... saremo stati 50 spettatori , io non sapevo chi fosse ne lui ne gli altri musicisti e penso nessuno dei presenti ... ogni tanto il chitarrista americano , bravissimo , gli passava gli assoli "Giuliii Capiozoooo!" ... rimasi incantato per tutto il concerto , che duro' un'oretta , con mio padre che pazientemente aspetto'
Rimane un grandissimo delle percussioni. Poteva benissimo aprire una scuola e forgiare talenti. Io ho studiato per anni con Golino e ricordo che i padre di Golino lo riteneva molto bravo come jazzista. Si sente la mancanza di un esecutore e creativo della batteria di questa caratura
ho avuto la fortuna di vedere giulio capiozzo e gli area nel lontano 1977:tecnicamente gia molto avanzato.Per tutto il concerto i miei occhi hanno guardato esclusivamente la sua mano sinistra.Mi è servito tantissimo,soldi spesi bene
Mettiamo un pò d'ordine. Il jazz drumming proviene dalla fusione afro-americana. Il latin-jazz è un incrocio conseguente. Vero, abbastanza, che i più grandi drummers sono statunitensi. Tante cose vere, ma attenzione, chi suonava la tarantella nel 1800 aveva senza saperlo "fuso" qualcosa di ritmico, di ternario, che si sarebbe rivelato poi chiaramente nel jazz il secolo successivo. Le tribù africane da sempre comunicano con i tamburi e l'incontro derivante da ragioni storiche non edificanti per il genere umano con altre culture oltreoceano produsse una fusione che originò molteplici generi musicali ancora oggi presenti in centro-sud e nord america, ma anche europa. Non che non apprezzi Colaiuta e affini, per carità, ma a mio avviso rimane il fatto conclamato che un conto è parlare di Max Roach, Elvin Jones o Tony Williams e un altro di Weckl e soci. Poi ogni uno è libero di scegliersi i propri miti in base anche ai propri gusti, ci mancherebbe altro, ma affermare che in certi stili batteristici risiede l'autorevolezza di specifici artisti, mi sembra davvero inopportuno. Poi può anche darsi che io non sappia di cosa parlo, ma specifici patterns e fraseggi di certi drummers che hanno forgiato un inequivocabile modo e stile di concepire la batteria, con ridottissimi mezzi economici, non credo siano paragonabili ad altri che della perfezione tecnica ogni oltre misura e della velocità esecutiva abbinata ad ingaggi milionari ne hanno fatto un modello vincente ed artisticamente rilevante. E' il mio umile pensiero, e non ho l'arroganza di affermare che è scienza esatta. Tutt'altro: è però il mio pensiero che credo in democrazia sia degno di essere espresso senza nessuna pretesa di imporlo a nessuno. Massimo rispetto a chi la pensa diversamente. E veniamo agli italiani: comunque tranquilli, che noi italiani in quanto ad esterofilia non siamo mai stati secondi a nessuno...anche nella fondazione del jazz c'è lo zampino di qualche italiano. E in quanto ad artisti di strumenti a percussione siamo secondi a pochi popoli... A mio avviso comunque preferisco ascoltare ad esempio Capiozzo e la sua voglia continua di confronto e di ricerca che magari certi cloni che se chiudi gli occhi non li distingui nemmeno tra loro se non per merito del loro fonico personale, pur con tutta la perfezione esecutiva e con tutta la tecnica ineccepibile che possiedono e che magari hanno faticosamente conquistato. E Capiozzo, con il suo gruppo, gli Area, è stato molto più innovativo e tecnicamente ineccepibile di quello che comunemente pensiamo. E Frank Zappa pretendeva che i musicisti esprimessero ciò che lui voleva, lasciando molto poco l'iniziativa a loro medesimi...E credimi che qua so veramente di cosa parlo! I clinic che poi servono davvero, a mio avviso, sono i cd, i concerti e le esibizioni improvvisate al e sul momento, che dovrebbero servire ad interiorizzare un drumming concept per poi provare anche ad analizzarlo e perché no anche a reinterpretarlo ma cercando un modus agendi proprio: e se hai qualcosa da dire sei realmente un artista altrimenti un semplice accompagnatore ed esecutore magari anche di lusso, anche piacevole ad ascoltare ma sempre tale. E la differenza è tremendamente diversa. Oggi di futurismo batteristico vedo un pò poco anche perché molto è stato già raccontato: poi se la salsa e affini ci sembrano un' assoluta novità, beh devo dire che non lo è per me, anche se rimangono comunque piacevoli ascoltarli qualche volta, anche per tutte le variopinte scomposizioni ritmiche e gli innumerevoli strumenti a percussione impiegati e taluni ancora oggi davvero in modo interessanti.Saluti.
Dave Weckl, Dennis Chambers, Vinnie Colaiuta ... ottime macchine ritmiche ma semplici cloni, ottimi esecutori ma senza inventiva... Giulio Capiozzo poteva andare tranquillamente nelle migliori scuole mondiali ed insegnare cosa vuol dire davvero suonare, esprimersi, inventare, dipingere con la batteria, e non essere perfetti esecutori ritmici di trame cadenzate. Il talento è altro, e lui poteva davvero riempirne il mondo!
+andymetalive . Ma non dire stronzate. Non sai di cosa parli Io ero presente al seminario di Peter Erksine a Ravenna negli anni ottanta, e Capiozzo era venuto per imparare Pur essendo una persona un po' presuntuosa ma di buona indole, ammetteva la grandezza di Esrkine Inoltre sciacquati la bocca quando parli di Colaiuta, clone di che? Ascoltati i dischi con Frank Zappa e poi parla Io l'ho visto in una clinic a Roma ed è un batterista incredibile
+andymetalive ..e aggiungerei..quando in italia si ascoltava se potessi avere mille lire al mese..negli USA..c'era gente come CHICK WEBB..che suonava i sedicesimi a cannone.con un pedale da cassa autocostruito perchè non aveva i soldi per comprarlo..parlo di fine anni 40...quindi per cortesia quando parliamo di futurismo batteristico ricordiamoci che sono gli USA..a essere avanti..con tutto rispetto per i nostru drummer..di allora e di oggi...noi abbiamo la tradizione culinaria mondiale .loro quella batteristica e percusionistica..(centro america e sud america)..
...dopo un po' cominci a farci l'abitudine e non ti incazzi piu :-) Comunque la suddetta cazzata in effetti era talmente immesa che stavo per rispondere anch'io...
Anni Ottanta a Pesaro, al Salone Marche Musicali. Prima di lui suonò un ragazzo, non so chi fosse, bravino ma niente di più. Lo si capiva dal suono e dai movimenti inutili che faceva. Poi arrivò lui e dalla stessa batteria uscirono letteralmente delle fucilate. Lui, stando pressoché immobile, otteneva il doppio della potenza. Fu quasi un'illuminazione Zen: l'importanza dell'economia nel gesto. Togliere il superfluo per concentrare tutto nel gesto pulito e preciso. Ogni volta che ne ho l'occasione, racconto questo aneddoto, da quanto mi è rimasto impresso.
Andato via troppo presto...54 anni😢era di un'altro pianeta...come gli area...alieni...uomini che suonavano davvero nota per nota e battuta per battuta...Giulio Capiozzo, almeno io, lo ritengo una leggenda
Assolutamente, decisamente, un talento INCREDIBILE. R.I.P. BIG Giulio ❤
Grandissimo batterista ,come gradissimi erano tutti gli AREA ❤
Il mio batterista italiano preferito
Che Musicista. L'ho conosciuto nella mia città, a Ferrara, all'inizio degli anni '90. Ogni tanto veniva a trovare Ellade Bandini e a farsi un giro in città.
Per me resterà sempre indimenticabile l'inizio di Arbeit Macht Frei.
Che peccato che non sia più tra noi.
Lo vidi una volta da vivo a Pineto nei primi anni 90 , avevo 11/12 anni e accompagnava un chitarrista jazz in questo concertino organizzato in prossimita' della spiaggia ... saremo stati 50 spettatori , io non sapevo chi fosse ne lui ne gli altri musicisti e penso nessuno dei presenti ... ogni tanto il chitarrista americano , bravissimo , gli passava gli assoli "Giuliii Capiozoooo!" ... rimasi incantato per tutto il concerto , che duro' un'oretta , con mio padre che pazientemente aspetto'
genio ASSOLUTO!!!!!! in un gruppo inarrivabile gli AREA!!
Assolo da dio quando manchi giulio 😢
My favorite drummer of all time. RIP Giulio.
Grande grande grande❤️
El top, un grande, musicalità immensa.
Rimane un grandissimo delle percussioni. Poteva benissimo aprire una scuola e forgiare talenti. Io ho studiato per anni con Golino e ricordo che i padre di Golino lo riteneva molto bravo come jazzista. Si sente la mancanza di un esecutore e creativo della batteria di questa caratura
Incredibile, era già avanti 30 anni fa. E lo è tuttora.
Grandissimo..
ho avuto la fortuna di vedere giulio capiozzo e gli area nel lontano 1977:tecnicamente gia molto avanzato.Per tutto il concerto i miei occhi hanno guardato esclusivamente la sua mano sinistra.Mi è servito tantissimo,soldi spesi bene
Cosa intendi per avanzato? Aveva una tecnica molto tradizionale e non é una nota di demerito.
immenso Giulio.
Un grande ...
Mettiamo un pò d'ordine. Il jazz drumming proviene dalla fusione afro-americana. Il latin-jazz è un incrocio conseguente. Vero, abbastanza, che i più grandi drummers sono statunitensi. Tante cose vere, ma attenzione, chi suonava la tarantella nel 1800 aveva senza saperlo "fuso" qualcosa di ritmico, di ternario, che si sarebbe rivelato poi chiaramente nel jazz il secolo successivo. Le tribù africane da sempre comunicano con i tamburi e l'incontro derivante da ragioni storiche non edificanti per il genere umano con altre culture oltreoceano produsse una fusione che originò molteplici generi musicali ancora oggi presenti in centro-sud e nord america, ma anche europa. Non che non apprezzi Colaiuta e affini, per carità, ma a mio avviso rimane il fatto conclamato che un conto è parlare di Max Roach, Elvin Jones o Tony Williams e un altro di Weckl e soci. Poi ogni uno è libero di scegliersi i propri miti in base anche ai propri gusti, ci mancherebbe altro, ma affermare che in certi stili batteristici risiede l'autorevolezza di specifici artisti, mi sembra davvero inopportuno. Poi può anche darsi che io non sappia di cosa parlo, ma specifici patterns e fraseggi di certi drummers che hanno forgiato un inequivocabile modo e stile di concepire la batteria, con ridottissimi mezzi economici, non credo siano paragonabili ad altri che della perfezione tecnica ogni oltre misura e della velocità esecutiva abbinata ad ingaggi milionari ne hanno fatto un modello vincente ed artisticamente rilevante. E' il mio umile pensiero, e non ho l'arroganza di affermare che è scienza esatta. Tutt'altro: è però il mio pensiero che credo in democrazia sia degno di essere espresso senza nessuna pretesa di imporlo a nessuno. Massimo rispetto a chi la pensa diversamente. E veniamo agli italiani: comunque tranquilli, che noi italiani in quanto ad esterofilia non siamo mai stati secondi a nessuno...anche nella fondazione del jazz c'è lo zampino di qualche italiano. E in quanto ad artisti di strumenti a percussione siamo secondi a pochi popoli... A mio avviso comunque preferisco ascoltare ad esempio Capiozzo e la sua voglia continua di confronto e di ricerca che magari certi cloni che se chiudi gli occhi non li distingui nemmeno tra loro se non per merito del loro fonico personale, pur con tutta la perfezione esecutiva e con tutta la tecnica ineccepibile che possiedono e che magari hanno faticosamente conquistato. E Capiozzo, con il suo gruppo, gli Area, è stato molto più innovativo e tecnicamente ineccepibile di quello che comunemente pensiamo. E Frank Zappa pretendeva che i musicisti esprimessero ciò che lui voleva, lasciando molto poco l'iniziativa a loro medesimi...E credimi che qua so veramente di cosa parlo! I clinic che poi servono davvero, a mio avviso, sono i cd, i concerti e le esibizioni improvvisate al e sul momento, che dovrebbero servire ad interiorizzare un drumming concept per poi provare anche ad analizzarlo e perché no anche a reinterpretarlo ma cercando un modus agendi proprio: e se hai qualcosa da dire sei realmente un artista altrimenti un semplice accompagnatore ed esecutore magari anche di lusso, anche piacevole ad ascoltare ma sempre tale. E la differenza è tremendamente diversa. Oggi di futurismo batteristico vedo un pò poco anche perché molto è stato già raccontato: poi se la salsa e affini ci sembrano un' assoluta novità, beh devo dire che non lo è per me, anche se rimangono comunque piacevoli ascoltarli qualche volta, anche per tutte le variopinte scomposizioni ritmiche e gli innumerevoli strumenti a percussione impiegati e taluni ancora oggi davvero in modo interessanti.Saluti.
Non stai bene ragazzo. Ocio ocio
Sic! Bel pippone.
Ma chi è? Furio 😳
Dave Weckl, Dennis Chambers, Vinnie Colaiuta ... ottime macchine ritmiche ma semplici cloni, ottimi esecutori ma senza inventiva...
Giulio Capiozzo poteva andare tranquillamente nelle migliori scuole mondiali ed insegnare cosa vuol dire davvero suonare, esprimersi, inventare, dipingere con la batteria, e non essere perfetti esecutori ritmici di trame cadenzate. Il talento è altro, e lui poteva davvero riempirne il mondo!
+andymetalive . Ma non dire stronzate. Non sai di cosa parli
Io ero presente al seminario di Peter Erksine a Ravenna negli anni ottanta, e Capiozzo era venuto per imparare
Pur essendo una persona un po' presuntuosa ma di buona indole, ammetteva la grandezza di Esrkine
Inoltre sciacquati la bocca quando parli di Colaiuta, clone di che? Ascoltati i dischi con Frank Zappa e poi parla
Io l'ho visto in una clinic a Roma ed è un batterista incredibile
+andymetalive ..e aggiungerei..quando in italia si ascoltava se potessi avere mille lire al mese..negli USA..c'era gente come CHICK WEBB..che suonava i sedicesimi a cannone.con un pedale da cassa autocostruito perchè non aveva i soldi per comprarlo..parlo di fine anni 40...quindi per cortesia quando parliamo di futurismo batteristico ricordiamoci che sono gli USA..a essere avanti..con tutto rispetto per i nostru drummer..di allora e di oggi...noi abbiamo la tradizione culinaria mondiale .loro quella batteristica e percusionistica..(centro america e sud america)..
...dopo un po' cominci a farci l'abitudine e non ti incazzi piu :-) Comunque la suddetta cazzata in effetti era talmente immesa che stavo per rispondere anch'io...
ma come si fanno a dire queste cose dai. senza inventiva....
Mai sentite idiozie simili riguardo alla batteria.
Real cool, the M. Roach citation, and no only....
Pazzesco
dio padre e maestro
Anni Ottanta a Pesaro, al Salone Marche Musicali. Prima di lui suonò un ragazzo, non so chi fosse, bravino ma niente di più. Lo si capiva dal suono e dai movimenti inutili che faceva. Poi arrivò lui e dalla stessa batteria uscirono letteralmente delle fucilate. Lui, stando pressoché immobile, otteneva il doppio della potenza. Fu quasi un'illuminazione Zen: l'importanza dell'economia nel gesto. Togliere il superfluo per concentrare tutto nel gesto pulito e preciso. Ogni volta che ne ho l'occasione, racconto questo aneddoto, da quanto mi è rimasto impresso.
Fortissimo
I tre coglioni che hanno messo il non mi piace presumo siano dei grandi intenditori di musica
Tamburi accordati alti in pieno stile jazz...ma la sua versatilità era enorme, un talento assoluto
e' stato ed e' il piu' internazionale di tutti i batteristi italiani......peccato!ahhh
Internazionale perché? E per esempio De Piscopo? Di Cioccio? Bandini?
Ma dove le trovi 'ste perle? :D
il bonham nazionale
1/3 di Antony Williams.