e vabbè è il rifacimento del fantastico monologo di Nino Manfredi in In Nome del papa re, che già nel titolo aveva tutto un altro tono. E concordo: il tono di Manfredi è giustamente cialtronesco di fronte alla cialtroneria dei preti, quello di Proietti, che anche qui ha dato buona prova d'attore, è troppo drammatico, diciamo "patetico" nel senso della compassione per i rivoluzionari. In Manfredi non c'è nessuna compassione, del resto la compassione è tipica dei carnefici di fronte alla vittime, c'è invece il senso di irrisione verso un potere ormai morente, quello temporale della chiesa cattolica romana e apostolica. Tra i due monologhi, beh sì, preferisco ancora quello di Nino. Ma soprattutto rimpiango un grande e coraggioso regista: Luigi Magni.
Inizialmente pensavo anch'io che Manfredi fosse superiore. Così li ho riguardati. Direi che Proietti ha modo di prevalere "drammaticamente" (anche se in alcuni momenti è drammaticità un pò "recitata"). Manfredi è più spontaneo, è tende a disegnare uno "sfottimento al potere", dai toni più ironici. Peccato che Proietti si sia relegato nel campo della commedia!
perche' rifare quello che era un capolavoro senza tempo...Nino Manfredi, the great
due mostri del cinema,due artisti inarrivabili ma manfredi in questo ruolo è superiore
Due grandi artisti ma Manfredi nella versione originale è superiore.
Manfredi mille volte.Proietti qui è troppo da serie televisiva, mi dispiace.
e vabbè è il rifacimento del fantastico monologo di Nino Manfredi in In Nome del papa re, che già nel titolo aveva tutto un altro tono. E concordo: il tono di Manfredi è giustamente cialtronesco di fronte alla cialtroneria dei preti, quello di Proietti, che anche qui ha dato buona prova d'attore, è troppo drammatico, diciamo "patetico" nel senso della compassione per i rivoluzionari. In Manfredi non c'è nessuna compassione, del resto la compassione è tipica dei carnefici di fronte alla vittime, c'è invece il senso di irrisione verso un potere ormai morente, quello temporale della chiesa cattolica romana e apostolica. Tra i due monologhi, beh sì, preferisco ancora quello di Nino. Ma soprattutto rimpiango un grande e coraggioso regista: Luigi Magni.
Inizialmente pensavo anch'io che Manfredi fosse superiore.
Così li ho riguardati.
Direi che Proietti ha modo di prevalere "drammaticamente" (anche se in alcuni momenti è drammaticità un pò "recitata").
Manfredi è più spontaneo, è tende a disegnare uno "sfottimento al potere", dai toni più ironici.
Peccato che Proietti si sia relegato nel campo della commedia!
Manfredi se lo magnava
Mi spiace per Gigi...ma Nino era Nino !
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