Vedere certe foto oggi strapazzate a colpi di soft viene l'orticaria, io mi divertivo piu' con la pellicola che oggi con il digitale dove tutti sono diventati gli Steve McCurry Sebastião Salgado della fotografia
0% post produzione assolutamente no. La post si è sempre fatta; la differenza è che ora salvi errori anche gravi mentre, in pellicola, perfezioni scatti già buoni.
@@fotografialenta Certo hai ragione, però non la chiamerei post produzione, la produzione era l'immagine impressa sul negativo, poi si interveniva su esposizione e contrasto, non con un click ma dovevi ristampare e buttare carta e tempo a furia di tentativi per arrivare al risultato voluto, per non parlare di coloro che avevano un abilità nel frapporre la mano fra ingranditore e carta di stampa facendo passare la luce solo su oggetti della foto che si volevano cambiare di luminosità senza poter vedere l'immsagine variare se non dopo lo sviluppo, praticamente dei maghi, per arrivare a questo servono anni di esperienza, oggi può postprodurre anche un principiante, ma non penso che questo sia un male, il male è creare immagini surreali, cieli di plastica, nuvole finte, insomma un abuso di postproduzione che contagia e sta andando fuori controllo... L'amatore inesperto oggi post produce, con la pellicola lasciava il rullino in un supermercato e dopo un ora ritirava le stampe e se avevi cannato le foto erano perse per sempre. Ovviamentre 0% è provocatorio, hai ragione anche nella pellicola dsi post produceva, è solo per far capire il senso, quegli stessi scatti ad oggi fatti da noi inesperti avrebbero presentato ipersaturazioni, ipercontrasti e cieli blu modello caraibi... manca la poesia.
@@marco.trerotola.filmmaker in generale oggi concordo con te ma aggiungo che "oggi manca la poesia" lo diranno anche quando, una volta uscito un "nuovo metodo", penseranno a come si stsse bene col digitale. I tempi cambiano, io stesso sono nato analogico... però occorre, credo fermamente, non idealizzare. La poesia potrebbe esserci tutt'ora, non è il digitale che la toglie. Manca la cultura fotografica, forse. Manca la cultura, in generale.
Ciao Damiano, potresti fare un video su Alex Webb? La sua costruzione dell'immagine complesse, e l'uso del colore, lo rende a mio avviso molto stimolante
Potranno anche non essere "artistiche" (che poi bisogna vedere cosa si intende per artistiche), ma sono bellissime e raccontano in maniera perfetta il momento che stanno vivendo, con la grandissima capacità di arrivare a comunicare un messaggio a chiunque le guardi, e non solo a pochi "eletti". Avessi io solo il 10% di questa capacità.
Come al solito splendido video Damiano!!! Criticare le foto o i fotografi del National Geographic è come dire a Monica Bellucci che è troppo alta, troppo mora, troppo perfetta, troppo... Gli standard del NG sono altissimi e solo pochi al mondo possono diventare fotografi NG. E si vede! Le loro foto raccontano, emozionano, brillano! Ho ancora un loro libro sulla composizione di tantissimi anni fa ed ogni tanto me lo riguardo (e rosico ovviamente perché poi guardo le mie foto e... Lassamo perde)
Interessante il fatto che tutte le foto mostrate, funzionano alla grande anche in BN. Questo ad evidenziare il fatto che il colore può essere usato come quel tocco in più nella narrazione. Spesso invece se ne abusa, al punto tale che se togli il colore, molte foto decadono... Credo possa essere un buono spunto di riflessione...
Indicazioni molto utili anche perché spesso, nel giudicare un'immagine ci si limita al soggettivo:" mi piace o non mi piace" senza aver chiari i parametri che ci portano a tali critiche Grazie
Bel video. Pensavo:Potresti fare un video sul tuo parere dei nuovi libri “master della fotografia”di Nikon? Sono veramente utili? O sono solo pubblicità per i fotografi? Grazie
Ciao Damiano, la Repubblica e National geographic in questo periodo stanno proponendo un'altra iniziativa che si chiama "visionari" ogni libro è dedicato a un grande fotografo e ci sono i commenti alle loro foto.
Format interessantissimo e che certamente amplia la visione fotografica, complimenti. Questo primariamente. In secondo luogo, vorrei chiedere qualche delucidazione circa quanto detto in merito alla pellicola (impossibilità di rendere lo scatto del pescatore al tramonto/alba in digitale) intorno al minuto 14.20. Grazie!
Video sempre molto interessanti. Damiano potresti fare un video su Karl Taylor? Sarei curioso di sentire i vostri commenti, la vostra critica sulla fotografia e sulla tecnica di questo professionista. Complimenti per il vostro impegno e il vostro lavoro.
Più che un commento il mio vuole essere un ringraziamento per avere segnalato questo libro, con i vostri soliti utilissimi suggerimenti sulle chiavi di lettura delle foto. Sono riuscito a trovarne una copia usata e la ho trovata non solo bellissima, ma anche preziosa fonte di ispirazioni. Mi permetto di segnalare, a chi apprezza questo genere fotografico a colori di NG, il libro “acqua aria fuoco terra”, se ancora si può trovare.
Certo Damiano che è importante imparare osservando il lavoro di chi è venuto prima, specialmente se quel qualcuno è riuscito ad emergere. Non capisco chi asserisce il contrario a cosa si riferisca, in tutte le arti si impara dai maestri, poi se vuoi uscire dagli schemi escici pure ma per farlo prima bisogna conoscere gli schemi. Per non parlare di chi poi da ignorante pensa di star realizzando qualcosa di interessante per poi scoprire che il tal fotografo famoso lo ha già fatto trent’anni prima di lui. Mia modesta opinione per quello che può valere
E affascinante la filosofia che ancora oggi è dietro il National Geographic, ai tempi dell'analogico, per avere uno standard di risultato i fotografi potevano utilizzare solo pellicole per diapositive, la famosa kodachrome 64 oggi che utilizzano il digitale, le foto non possono assolutamente essere post-processate. Grandi fotografi sono nati da quelle pagine. Complimenti Damiano.
Sono d'accordo fino ad un certo! Gli apparati fotografici hanno molti limiti e non riescono a riprodurre la realtà come l'occhio la vede. La post produzione tenta di avvicinare il file a quella realtà. Quindi non va demonizzata a prescindere.
@@marcoblondus3204 È vero! Quando il soggetto diventa l'effetto vuol dire che la fotografia è morta. Quindi sono d'accordissimo con te. Il post a cui rispondevo diceva che le foto del National non possono essere post-processate e questo non è vero. Già la conversione da raw a un qualsiasi formato è post processione. Perché l'immagine che noi vediamo è figlia di un algoritmo e ti dirò di più. Con le digitali già lo scatto è post processione solo che non possiamo intervenire se non in modo limitato (picture profile etc). Quando scegli la WB stai modificando la foto. Quando compensi l'esposizione stai modificando la foto. Non so se riesco a spiegarmi
@@danielearconti6954 si ho capito cosa intendi. In digitale anche una jpg da camera è giù un' interpolazione e mi fanno ridere quelli che dicono che scattano in jpg per in raw è da chi non sa fotografare.
@@danielearconti6954 Ciao, quando ho scritto che le foto del National Geographic non possono assolutamente essere post-processate, intendevo che il fotografo deve consegnare alla rivista il file RAW quindi grezzo. Lo dico perchè cosi riferito da un fotografo che ha lavorato per la rivista. se la rivista poi effettua modifiche sui file, non lo so.
0% post produzione
0% teal and orange
0% cielo di plastica
0% saturazioni improbabili
100% talento analogico
Vedere certe foto oggi strapazzate a colpi di soft viene l'orticaria, io mi divertivo piu' con la pellicola che oggi con il digitale dove tutti sono diventati gli Steve McCurry Sebastião Salgado della fotografia
0% post produzione assolutamente no. La post si è sempre fatta; la differenza è che ora salvi errori anche gravi mentre, in pellicola, perfezioni scatti già buoni.
@@fotografialenta Certo hai ragione, però non la chiamerei post produzione, la produzione era l'immagine impressa sul negativo, poi si interveniva su esposizione e contrasto, non con un click ma dovevi ristampare e buttare carta e tempo a furia di tentativi per arrivare al risultato voluto, per non parlare di coloro che avevano un abilità nel frapporre la mano fra ingranditore e carta di stampa facendo passare la luce solo su oggetti della foto che si volevano cambiare di luminosità senza poter vedere l'immsagine variare se non dopo lo sviluppo, praticamente dei maghi, per arrivare a questo servono anni di esperienza, oggi può postprodurre anche un principiante, ma non penso che questo sia un male, il male è creare immagini surreali, cieli di plastica, nuvole finte, insomma un abuso di postproduzione che contagia e sta andando fuori controllo... L'amatore inesperto oggi post produce, con la pellicola lasciava il rullino in un supermercato e dopo un ora ritirava le stampe e se avevi cannato le foto erano perse per sempre. Ovviamentre 0% è provocatorio, hai ragione anche nella pellicola dsi post produceva, è solo per far capire il senso, quegli stessi scatti ad oggi fatti da noi inesperti avrebbero presentato ipersaturazioni, ipercontrasti e cieli blu modello caraibi... manca la poesia.
@@tonydanelli7140 Esatto
@@marco.trerotola.filmmaker in generale oggi concordo con te ma aggiungo che "oggi manca la poesia" lo diranno anche quando, una volta uscito un "nuovo metodo", penseranno a come si stsse bene col digitale. I tempi cambiano, io stesso sono nato analogico... però occorre, credo fermamente, non idealizzare. La poesia potrebbe esserci tutt'ora, non è il digitale che la toglie. Manca la cultura fotografica, forse. Manca la cultura, in generale.
Grazie di questa bellissima analisi. Mi hai aiutato a leggere le foto che hai mostrato.
Ciao Damiano, potresti fare un video su Alex Webb? La sua costruzione dell'immagine complesse, e l'uso del colore, lo rende a mio avviso molto stimolante
Potranno anche non essere "artistiche" (che poi bisogna vedere cosa si intende per artistiche), ma sono bellissime e raccontano in maniera perfetta il momento che stanno vivendo, con la grandissima capacità di arrivare a comunicare un messaggio a chiunque le guardi, e non solo a pochi "eletti". Avessi io solo il 10% di questa capacità.
Per
Che spettacolo la fotografia analogica fatta da fotografi esperti, altro che fotografia computazionale.
Molto interessante e istruttivo..... Bravo Damiano
Come al solito splendido video Damiano!!! Criticare le foto o i fotografi del National Geographic è come dire a Monica Bellucci che è troppo alta, troppo mora, troppo perfetta, troppo...
Gli standard del NG sono altissimi e solo pochi al mondo possono diventare fotografi NG. E si vede!
Le loro foto raccontano, emozionano, brillano!
Ho ancora un loro libro sulla composizione di tantissimi anni fa ed ogni tanto me lo riguardo (e rosico ovviamente perché poi guardo le mie foto e... Lassamo perde)
Interessante il fatto che tutte le foto mostrate, funzionano alla grande anche in BN. Questo ad evidenziare il fatto che il colore può essere usato come quel tocco in più nella narrazione. Spesso invece se ne abusa, al punto tale che se togli il colore, molte foto decadono... Credo possa essere un buono spunto di riflessione...
Indicazioni molto utili anche perché spesso, nel giudicare un'immagine ci si limita al soggettivo:" mi piace o non mi piace" senza aver chiari i parametri che ci portano a tali critiche Grazie
Bel video. Pensavo:Potresti fare un video sul tuo parere dei nuovi libri “master della fotografia”di Nikon? Sono veramente utili? O sono solo pubblicità per i fotografi? Grazie
bel video..analisi molto interessante e costruttiva
Ciao Damiano, la Repubblica e National geographic in questo periodo stanno proponendo un'altra iniziativa che si chiama "visionari" ogni libro è dedicato a un grande fotografo e ci sono i commenti alle loro foto.
Format interessantissimo e che certamente amplia la visione fotografica, complimenti.
Questo primariamente. In secondo luogo, vorrei chiedere qualche delucidazione circa quanto detto in merito alla pellicola (impossibilità di rendere lo scatto del pescatore al tramonto/alba in digitale) intorno al minuto 14.20.
Grazie!
Magari ne posso parlare in un prossimo video
Video sempre molto interessanti. Damiano potresti fare un video su Karl Taylor? Sarei curioso di sentire i vostri commenti, la vostra critica sulla fotografia e sulla tecnica di questo professionista. Complimenti per il vostro impegno e il vostro lavoro.
Video molto istruttivo, grazie.
L’ho acquistato 3 mesi fa...trovato all’assurdo prezzo di 3,50€ nel supermercato dove faccio spesa...bellissimo libro!
Video Molto interessante. Grazie!
Veramente una bella rubrica
Che meraviglia...
Credo che studiare le foto di quelli più bravi sia qualcosa di bellissimo ma la domanda è “ma mentre scatto riesco a pensare a tutta sta roba?”
Più che un commento il mio vuole essere un ringraziamento per avere segnalato questo libro, con i vostri soliti utilissimi suggerimenti sulle chiavi di lettura delle foto. Sono riuscito a trovarne una copia usata e la ho trovata non solo bellissima, ma anche preziosa fonte di ispirazioni. Mi permetto di segnalare, a chi apprezza questo genere fotografico a colori di NG, il libro “acqua aria fuoco terra”, se ancora si può trovare.
Molto interessante.
Volevo consigliarti di parlare di Fan Ho, storico fotografo cinese. Io non simpatizzo per la street, ma lui è veramente unico!
Mi interessava sapere il nome del libro! grazie
Certo Damiano che è importante imparare osservando il lavoro di chi è venuto prima, specialmente se quel qualcuno è riuscito ad emergere. Non capisco chi asserisce il contrario a cosa si riferisca, in tutte le arti si impara dai maestri, poi se vuoi uscire dagli schemi escici pure ma per farlo prima bisogna conoscere gli schemi. Per non parlare di chi poi da ignorante pensa di star realizzando qualcosa di interessante per poi scoprire che il tal fotografo famoso lo ha già fatto trent’anni prima di lui. Mia modesta opinione per quello che può valere
Opinione molto condivisa!
Perchè stampare un foto su due pagine (deformandola agli occhi) quando l'apertura del libro non è panoramica? Scempio. Comunque bel video!
Sono d’accordo con te.
E affascinante la filosofia che ancora oggi è dietro il National Geographic, ai tempi dell'analogico, per avere uno standard di risultato i fotografi potevano utilizzare solo pellicole per diapositive, la famosa kodachrome 64 oggi che utilizzano il digitale, le foto non possono assolutamente essere post-processate. Grandi fotografi sono nati da quelle pagine. Complimenti Damiano.
Sono d'accordo fino ad un certo! Gli apparati fotografici hanno molti limiti e non riescono a riprodurre la realtà come l'occhio la vede. La post produzione tenta di avvicinare il file a quella realtà. Quindi non va demonizzata a prescindere.
@@danielearconti6954 si ok, ma se per lo più vedi degli hdr stoboscopici fatti tanto per, meglio lasciar perdere.
@@marcoblondus3204 È vero! Quando il soggetto diventa l'effetto vuol dire che la fotografia è morta. Quindi sono d'accordissimo con te. Il post a cui rispondevo diceva che le foto del National non possono essere post-processate e questo non è vero. Già la conversione da raw a un qualsiasi formato è post processione. Perché l'immagine che noi vediamo è figlia di un algoritmo e ti dirò di più. Con le digitali già lo scatto è post processione solo che non possiamo intervenire se non in modo limitato (picture profile etc).
Quando scegli la WB stai modificando la foto. Quando compensi l'esposizione stai modificando la foto.
Non so se riesco a spiegarmi
@@danielearconti6954 si ho capito cosa intendi. In digitale anche una jpg da camera è giù un' interpolazione e mi fanno ridere quelli che dicono che scattano in jpg per in raw è da chi non sa fotografare.
@@danielearconti6954 Ciao, quando ho scritto che le foto del National Geographic non possono assolutamente essere post-processate, intendevo che il fotografo deve consegnare alla rivista il file RAW quindi grezzo. Lo dico perchè cosi riferito da un fotografo che ha lavorato per la rivista. se la rivista poi effettua modifiche sui file, non lo so.
Buona sera.....