Complimenti per il video e soprattutto per aver inquadrato il rapporto del gregoriano con la liturgia. Spesso oggi è più facile sentirlo in concerti che a Messa snaturando completamente il suo senso e la sua comprensione.
Argomento complesso e che non mi è mai staso completamente chiaro. Conosce per caso qualche testo in grado di chiarire questi argomenti? Grazie e complimenti.
Chiaramente di una miniatura risalente alle metà del Duecento non si conosce l’autore. Ad ogni modo il documento è conservato a Firenze presso la Biblioteca Medicea-Laurenziana; per approfondire consiglierei George Catalano, “Scholastic Imagery in the Florence Manuscript.”, in Essays in Medieval Studies, 7, pp. 41-50.
No, ma cercherò di fare tesoro del suggerimento. Leggo che a Bologna si conserva un manoscritto di padre Martini su quest’opera divulgativa dedicata a Guido
Essere chiari e completi in così poco tempo è veramente una dote.Un quesito che però i mi pongo,quando seguo o leggo argomenti che trattano di teoria musicale antica è come gli studiosi abbiano attribuito nomi attuali, es. FA e DO (quindi con frequenze ben definite misurabili solo nella modernità) a quegli antichi suoni, sarà un fatto convenzionale, oppure possono esserci altri motivi? E' questa una questione che trovo poco dibattuta (forse scontata?). Come gli antichi cantori prendevano la nota, almeno quella iniziale! Col monocordo? Non vorrei chiedere troppo al prof. D'URSO, se potesse dare alcune indicazioni in tal senso,grazie comunque per i l suo ottimo ed utile lavoro.
Quanto alla prima osservazione, per non dilungarci, dipende sostanzialmente da studi di evoluzione della notazione musicale. Si potrebbe fare un discorso simile per la pronuncia del Latino nelle varie epoche. È chiaro anche che l’altezza esatta delle note, il diapason, è conquista recente: ancora nell’Ottocento il La di Bologna e quello di Roma erano frequenze distanti anche mezzo tono fra di loro. I cantori prendevano la nota del solista che accennava l’attacco del canto o quella data dal Magistro come riferimento relativo e procedevano seguendo gli intervalli; chiaramente la mano guidoniana come l’inno a San Giovanni mostrano una velleità di fissare un’intonazione assoluta ma chi pratica cori e cantanti sa che è cosa assai complessa. Per approfondimenti mi sento però di passare la parola al caro amico @Mastro Elia che saprà certo entrare in argomento così antico meglio del sottoscritto.
@@ferdinandodurso Grazie, vedrò di approfondire seguendo i suoi suggerimenti,rendendomi conto che si tratta di argomento piuttosto complicato. Già così comunque mi ha dato spunti interessanti.
Grazie Ferdinando per avermi segnalato la poco scontata domanda. Quindi grazie a Luciano Poggio per averla posta! Anzitutto non preoccuparti, non sei il solo. Mi è già capitato di leggere tale quesito in giro. Ho poco da aggiungere rispetto a quanto scritto dal prode Ferdinando. Diciamola tutta: la risposta non c'è, o meglio non è possibile offrirla. Il motivo è da ricercare nella storia stessa dell'esecuzione e della notazione. Con Pitagora e la sua scuola si aprono ovviamente le praterie della speculazione matematica del suono, essa culmina nel periodo ellenistico con Aristosseno. La divisione precisa e aritmetica dei vari intervalli è tuttavia di non facile interpretazione per noi oggi, poiché i documenti sì presentano discordanti e in particolari lontani di secoli tra loro. Gli scritti si conservano ad Oriente sotto l'Impero Bizantino, mentre in Occidente si gettano nuove basi teoriche riprese e riformulate dagli antichi. Tra tutti Boezio sarà il vero continuatore e novello motore della teoria musicale medievale. Anche qui abbiamo delle note con dei nomi precisi (ancora lettere alfabetiche) tuttavia stabilire la coincidenza tra la F del VI secolo con il Fa usato da noi è veramente impossibile e in parte anche inutile. Tutto il periodo della Monodia gregoriana è di ardua interpretazione. Gli studiosi odierni si dividono in scuole di pensiero per cercare di fissare un modello esecutivo. Diciamo che la notazione, via via che diviene più precisa (righi, note...) consente una maggiore stabilità, ma rimane comunque il problema della frequenza. Quindi, venendo al nocciolo, oggi quando si esegue una musica antica si usano criteri ed intonazioni affini al nostro orecchio. Persino le più minuziose rielaborazioni filologiche non potranno mai riconsegnarci la corretta altezza passata. Scusa per la pappardella. Se ti può interessare leggi "Temperamento" di Isacoff. Un salutone
Approfitto per ringraziare ancora il Prof. D'Urso e naturalmente Mastro Elia per il gentile tempo concessomi.Sono un grande appassionato di storia della musica, essendo però anche un musicista va da se che l'interesse verta anche sull'aspetto teorico.Ho sempre cercato di capire (non senza difficoltà) come i vari trattatisti e teorici del passato attraverso i secoli avessero gestito il fatto sonoro (scale, intervalli,note, ecc.). Con l'intervento del Prof. D'Urso prima ed ora di Mastro Elia ho potuto giungere alla conclusione che rapportare la pratica musicale antica (con i materiali che abbiamo a disposizione) a quella attuale è difficile se non impossibile.(fatti salvi gli ultimi due o tre secoli). La musica a differenza di altre arti non si vede ma si sente, purtroppo il fonografo è stato inventato solo nel 1877, per cui.....Un grande saluto ad entrambi, continuerò a seguire con piacere ed interesse i vostri video.
@@lucianopoggio3213 grazie solo a te! Rimane comunque una delle domande più concretamente interessanti e poco banali per lo studio del mondo antico. Un grande saluto
Sto ascoltando tutti i video caricato. Non sarebbe possibile ordinarli in senso cronologico ? Comunque super complimenti a chi condivide il Proprio sapere
BRAVO!!!!!!!!!!!!!!!!!!BULGARIA!!!!!!!!!!!
É stato chiarissimo, apprezzo molto i suoi video, la ringrazio.
Studente di seconda liceo musicale.
Grazie per il caricamento.
Complimenti per il video e soprattutto per aver inquadrato il rapporto del gregoriano con la liturgia. Spesso oggi è più facile sentirlo in concerti che a Messa snaturando completamente il suo senso e la sua comprensione.
Illuminante e ricchissimo. Grazie ancora!
Beh, su questo argomento il buon Mastro Elia insegna
@@ferdinandodurso Certo, visto il video del Mastro. A me insegnate molto tutt'e due, con approcci diversi, ma sempre con grande competenza e passione.
Molto grazie per te...
Lezione ottima!!!!!!! complimenti!!!!!!!!!!!!!!!!
❤
Argomento complesso e che non mi è mai staso completamente chiaro. Conosce per caso qualche testo in grado di chiarire questi argomenti? Grazie e complimenti.
Complimenti, spiegazione semplice ma completa :)
Qualche info in più sulla miniatura ,,? P.e autore...
Chiaramente di una miniatura risalente alle metà del Duecento non si conosce l’autore. Ad ogni modo il documento è conservato a Firenze presso la Biblioteca Medicea-Laurenziana; per approfondire consiglierei George Catalano, “Scholastic Imagery in the Florence Manuscript.”, in Essays in Medieval Studies, 7, pp. 41-50.
Utilissimo grazie
Buonasera, lezione alquanto illuminante!! Una domanda: ma è vero che i suoni furono scoperti da Pitagora? Grazie!
Video molto interessante. Complimenti.
Hai mai visionato il De Musica di Aribo Scholasticus ?
No, ma cercherò di fare tesoro del suggerimento. Leggo che a Bologna si conserva un manoscritto di padre Martini su quest’opera divulgativa dedicata a Guido
Essere chiari e completi in così poco tempo è veramente una dote.Un quesito che però i mi pongo,quando seguo o leggo argomenti che trattano di teoria musicale antica è come gli studiosi abbiano attribuito nomi attuali, es. FA e DO (quindi con frequenze ben definite misurabili solo nella modernità) a quegli antichi suoni, sarà un fatto convenzionale, oppure possono esserci altri motivi? E' questa una questione che trovo poco dibattuta (forse scontata?). Come gli antichi cantori prendevano la nota, almeno quella iniziale! Col monocordo? Non vorrei chiedere troppo al prof. D'URSO, se potesse dare alcune indicazioni in tal senso,grazie comunque per i l suo ottimo ed utile lavoro.
Quanto alla prima osservazione, per non dilungarci, dipende sostanzialmente da studi di evoluzione della notazione musicale. Si potrebbe fare un discorso simile per la pronuncia del Latino nelle varie epoche.
È chiaro anche che l’altezza esatta delle note, il diapason, è conquista recente: ancora nell’Ottocento il La di Bologna e quello di Roma erano frequenze distanti anche mezzo tono fra di loro. I cantori prendevano la nota del solista che accennava l’attacco del canto o quella data dal Magistro come riferimento relativo e procedevano seguendo gli intervalli; chiaramente la mano guidoniana come l’inno a San Giovanni mostrano una velleità di fissare un’intonazione assoluta ma chi pratica cori e cantanti sa che è cosa assai complessa.
Per approfondimenti mi sento però di passare la parola al caro amico @Mastro Elia che saprà certo entrare in argomento così antico meglio del sottoscritto.
@@ferdinandodurso Grazie, vedrò di approfondire seguendo i suoi suggerimenti,rendendomi conto che si tratta di argomento piuttosto complicato. Già così comunque mi ha dato spunti interessanti.
Grazie Ferdinando per avermi segnalato la poco scontata domanda. Quindi grazie a Luciano Poggio per averla posta! Anzitutto non preoccuparti, non sei il solo. Mi è già capitato di leggere tale quesito in giro. Ho poco da aggiungere rispetto a quanto scritto dal prode Ferdinando. Diciamola tutta: la risposta non c'è, o meglio non è possibile offrirla.
Il motivo è da ricercare nella storia stessa dell'esecuzione e della notazione. Con Pitagora e la sua scuola si aprono ovviamente le praterie della speculazione matematica del suono, essa culmina nel periodo ellenistico con Aristosseno. La divisione precisa e aritmetica dei vari intervalli è tuttavia di non facile interpretazione per noi oggi, poiché i documenti sì presentano discordanti e in particolari lontani di secoli tra loro. Gli scritti si conservano ad Oriente sotto l'Impero Bizantino, mentre in Occidente si gettano nuove basi teoriche riprese e riformulate dagli antichi. Tra tutti Boezio sarà il vero continuatore e novello motore della teoria musicale medievale. Anche qui abbiamo delle note con dei nomi precisi (ancora lettere alfabetiche) tuttavia stabilire la coincidenza tra la F del VI secolo con il Fa usato da noi è veramente impossibile e in parte anche inutile. Tutto il periodo della Monodia gregoriana è di ardua interpretazione. Gli studiosi odierni si dividono in scuole di pensiero per cercare di fissare un modello esecutivo. Diciamo che la notazione, via via che diviene più precisa (righi, note...) consente una maggiore stabilità, ma rimane comunque il problema della frequenza. Quindi, venendo al nocciolo, oggi quando si esegue una musica antica si usano criteri ed intonazioni affini al nostro orecchio. Persino le più minuziose rielaborazioni filologiche non potranno mai riconsegnarci la corretta altezza passata. Scusa per la pappardella. Se ti può interessare leggi "Temperamento" di Isacoff. Un salutone
Approfitto per ringraziare ancora il Prof. D'Urso e naturalmente Mastro Elia per il gentile tempo concessomi.Sono un grande appassionato di storia della musica, essendo però anche un musicista va da se che l'interesse verta anche sull'aspetto teorico.Ho sempre cercato di capire (non senza difficoltà) come i vari trattatisti e teorici del passato attraverso i secoli avessero gestito il fatto sonoro (scale, intervalli,note, ecc.). Con l'intervento del Prof. D'Urso prima ed ora di Mastro Elia ho potuto giungere alla conclusione che rapportare la pratica musicale antica (con i materiali che abbiamo a disposizione) a quella attuale è difficile se non impossibile.(fatti salvi gli ultimi due o tre secoli). La musica a differenza di altre arti non si vede ma si sente, purtroppo il fonografo è stato inventato solo nel 1877, per cui.....Un grande saluto ad entrambi, continuerò a seguire con piacere ed interesse i vostri video.
@@lucianopoggio3213 grazie solo a te! Rimane comunque una delle domande più concretamente interessanti e poco banali per lo studio del mondo antico. Un grande saluto
Sto ascoltando tutti i video caricato. Non sarebbe possibile ordinarli in senso cronologico ? Comunque super complimenti a chi condivide il
Proprio sapere
Ciao Lucio, sul canale trovi i video divisi in playlist in base al periodo storico. Un caro saluto
Ma vi è un ordine progressivo dei video in senso di storia cronologica della musica?.. o sono casuali?
Sono in ordine sparso ma coprono dal canto gregoriano fino alla musica contemporanea
@@ferdinandodurso sarebbe molto utile numerarli per sequenza cronologica
Comunque complimenti.. un gran bel lavoro!
Grazie infinite! Terrò il consiglio per il futuro ma sono sicuro che non sarà difficile orientarsi per adesso
Bravo. Sei un eccellente divulgatore. Però ti devi tagliare la barba ché fai 'mprissioni mba'.
Uso la barba per nasconderci un casuario sotto
@@ferdinandodurso Allora ok.