Condivido. Maestro mi piacerebbe sapere il Suo punto di vista sui parametri valutativi di una esecuzione, in esame o concorso, che slegherebbero il giudizio dai vincoli di osservazione olistica dell esecuzione. Se si può creare un modello il più possibile oggettivo, certo , scientifico che aiuti una Commissione valutatrice a.. codificare l esecuzione con sensibile e onesta ragionevolezza. Oltre le note precise e la loro memorizzazione, gestione del gesto ,del suono nel rispetto formale della pagina.
Indicativo il paragone col funambolo: per tanti pare che il piacere di un concerto stia nel brivido dell'errore e non nel piacere della musica in sé...
Bisognerebbe lasciare libertà di scelta. Io personalmente preferisco usare lo spartito, perchè la quantità di informazioni nel dettaglio è tanta. Poi non è detto però che lo legga più di tanto, maggiore è la consapevolezza dei movimenti. Un'occhiata ogni tanto però serve come rinforzo mnemonico.
Indubbiamente, se il fine è (e lo è) la resa dell'opera d'arte quanto più possibile "fedele" (per quanto la cosa sia assai utopica, a mio parere!) al Pensiero dell'autore, il suonare a memoria sembrerebbe un orpello di mero "virtuosismo mnemonico". Sarebbe interessante indagare le origini storiche e sociali (mai disgiunte, ovviamente) del fenomeno jouer par coeur, soprattutto nei Concorsi. Nela mia "carriera" di ascoltatore ho udito raramente i Grandi andare in tilt per un vuoto di memoria: ricordo un vuoto di Volodos nella Fantasia di Schumann, il quale rese il Grande, per un buon tratto del brano, molto nervoso, e la "musica" decisamente assente! Ricordo, più rare, esecuzioni con la "carta" memorabili, di Zimerman ad es. E per contro esecuzioni non proprio alla altezza di [omissis] sempre con sotto il papiro, e guarda caso (sarà un "caso"?) nella Fantasia di Chopin: mi parve che il pianista in questione non fosse "ben preparato" ad usar la carta in un brano siffatto! Comunque, jouer par coeur o con papiro pur informatico, ritengo sia giusto lasciarlo alla libera scelta dell'artista. Sarei però curioso di "vedere" (non a caso uso codesto termine!) una grandissima esecuzione di grandi capolavori di alto virtuosismo. Comunque, ho udito recentemente bellissime esecuzioni, di repertorio assai "intenso" e virtuoso, tutte fatte con il "cuore" e dal "cuore". Cordiali saluti.
Bravissimo Maestro, era ora!!
Condivido.
Maestro mi piacerebbe sapere il Suo punto di vista sui parametri valutativi di una esecuzione, in esame o concorso, che slegherebbero il giudizio dai vincoli di osservazione olistica dell esecuzione.
Se si può creare un modello il più possibile oggettivo, certo , scientifico che aiuti una Commissione valutatrice a.. codificare l esecuzione con sensibile e onesta ragionevolezza.
Oltre le note precise e la loro memorizzazione, gestione del gesto ,del suono nel rispetto formale della pagina.
Bravissimo , finalmente ❤
Apprezzabilissime le sue riflessioni!
Condivido pienamente 👏👏👏
Ottima riflessione.
Indicativo il paragone col funambolo: per tanti pare che il piacere di un concerto stia nel brivido dell'errore e non nel piacere della musica in sé...
Bisognerebbe lasciare libertà di scelta. Io personalmente preferisco usare lo spartito, perchè la quantità di informazioni nel dettaglio è tanta. Poi non è detto però che lo legga più di tanto, maggiore è la consapevolezza dei movimenti. Un'occhiata ogni tanto però serve come rinforzo mnemonico.
Giustissimo. Libertà di scelta
🔝🔝
Indubbiamente, se il fine è (e lo è) la resa dell'opera d'arte quanto più possibile "fedele" (per quanto la cosa sia assai utopica, a mio parere!) al Pensiero dell'autore, il suonare a memoria sembrerebbe un orpello di mero "virtuosismo mnemonico". Sarebbe interessante indagare le origini storiche e sociali (mai disgiunte, ovviamente) del fenomeno jouer par coeur, soprattutto nei Concorsi. Nela mia "carriera" di ascoltatore ho udito raramente i Grandi andare in tilt per un vuoto di memoria: ricordo un vuoto di Volodos nella Fantasia di Schumann, il quale rese il Grande, per un buon tratto del brano, molto nervoso, e la "musica" decisamente assente! Ricordo, più rare, esecuzioni con la "carta" memorabili, di Zimerman ad es. E per contro esecuzioni non proprio alla altezza di [omissis] sempre con sotto il papiro, e guarda caso (sarà un "caso"?) nella Fantasia di Chopin: mi parve che il pianista in questione non fosse "ben preparato" ad usar la carta in un brano siffatto! Comunque, jouer par coeur o con papiro pur informatico, ritengo sia giusto lasciarlo alla libera scelta dell'artista. Sarei però curioso di "vedere" (non a caso uso codesto termine!) una grandissima esecuzione di grandi capolavori di alto virtuosismo. Comunque, ho udito recentemente bellissime esecuzioni, di repertorio assai "intenso" e virtuoso, tutte fatte con il "cuore" e dal "cuore". Cordiali saluti.
Quando .. l Artigianato .. in musica diventa Arte ?