padre David Maria Turoldo: a 100 anni dalla sua nascita il ricordo del card. Gianfranco Ravasi

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  • Опубліковано 22 лис 2016
  • Uomo di Dio nell’ordine dei Servi di Maria, prete della Resistenza, anima inquieta della Chiesa del Concilio, costruttore di pace.
    David Maria Turoldo nella sua esistenza terrena, iniziata giusto 100 anni fa e spentasi nel 1992, è stato tante cose.
    È stato un figlio della sua terra, il Friuli agreste e misero (ma ricco di valori umani) a cui dedicò un film girato nel 1962, “Gli Ultimi”. Ma anche un “uomo planetario”, attento alle sfide globali, al superamento di un mondo diviso nei blocchi contrapposti (comunismo contro capitalismo) per costruire una comunità solidale in cui cessi lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo. È stato un tessitore di dialogo, senza la paura di compromettersi con chi aveva visioni diverse del mondo, ma sempre cercando il terreno comune per una convivenza all’insegna del bene comune (tra l’altro, parteciperà alle esequie friulane di Pier Paolo Pasolini, tenendo un’orazione funebre).
    Ma soprattutto fu profeta di un vangelo incarnato, “denunciando in pena il presente”, per citare un suo verso. Già perché c’è una cifra indelebile nel cristianesimo di Turoldo, quella poetica. Come scrisse il critico letterario Carlo Bo, “Padre David ha avuto da Dio due doni: la fede e la poesia. Dandogli la fede, gli ha imposto di cantarla tutti i giorni”.
    Ripercorriamo allora questa straordinaria figura nel ricordo, raccolto da Pierluigi Vito, del cardinale Gianfranco Ravasi - Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura - che ha condiviso con lui, nella scrittura e nell’amicizia, gli ultimi anni di vita.

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