Tutti i contorsionismi linguistici, la retorica, i sofismi e le fallacie del mondo NON possono cambiare le leggi della logica (anche se c'è chi si illude che possano farlo). 🤣
Teniamo presente che a molti sfugge il seguente aspetto: replicare e confutare sono due concetti diversi. Soprattutto se la replica contiene nuovamente tesi che sono già state confutate. 😊
In realtà NON ci sono né sfide né guanti, solo la necessità di NON elevare a "verità assolute" concetti che NON sappiamo neanche se siano "verità relative". 😊
Veramente sapevo che la matematica oramai si fonda sulla logica categoriale e tutte le sue sottobranche. Quindi un'altra critica a quello che critichi si può dire che sia la logica proposizionale o del primo ordine non più fonda la matematica da almeno 60 anni
Non credo, la fondazione standard è ancora considerata ZF(C), sia tra matematici che tra filosofi della matematica. Rispetto a sessant'anni fa, ora ci sono più contendenti, se vogliamo. Da una parte abbiamo diverse teorie dei tipi, motivate tra l'altro da esigenze pratiche in informatica (vedi Lean). Dall'altra, appunto, teoria delle categorie (CT), nel senso che esiste una categoria Set che (non) ha determinate proprietà. Per quanto riguarda il dibattito sui fondamenti, sono solo un osservatore esterno, per cui quello che dico va preso cum grano salis. Mi pare però che l'opinione comune sia che CT sia più un linguaggio che una teoria vera e propria, nel senso di una branca della matematica con suoi propri teoremi 'profondi'. In questo senso, fungerebbe più da lingua franca che fa emergere strutture e regolarità tra diverse branche che altro. Se però si adotta un punto di vista 'interno', cioè se si presta attenzione agli oggetti in isolamento e non alle loro relazioni con altri, il linguaggio standard in matematica e in logica è assolutamente ancora logica del primo ordine, ed è facile rendersi conto di ciò prendendo un qualsiasi paper in informatica teorica, logica, o matematica appunto.
Provo a difendere il discorso. Non è che intende che per definire un sistema formale usiamo un linguaggio naturale quindi aspetti semantici? Il tema sarebbe quello dell'impossibilità di fondare qualsiasi conoscenza senza partire da assiomi di partenza.
«Non è che intende che per definire un sistema formale usiamo un linguaggio naturale quindi aspetti semantici?» Dubito fortemente intenda questo visto che NON viene MAI specificato. Ma, se così fosse, NON ci sarebbe comunque nessuna problema, perché staremmo semplicemente utilizzando elementi sia del linguaggio oggetto sia del metalinguaggio per spiegare il linguaggio oggetto. Una pratica che si fa anche tra linguaggi naturali. NON c'è né difficoltà né particolari problematicità in questo. Qualsiasi conoscenza deve partire da "qualcosa": presupposti, premesse, assiomi/postulati, principi, etc. NON c'è altra via.
Confutazione magistrale.
Blastata epica, Santini dovrebbe fare ripetizioni di logica.
Grande blastata!
Dovevi solo confutarlo, non sotterrarlo... povero Santini.
Mi piace questa nuova rubrica
(Attacco frontale al signor Santini, prevedo una lunga guerra 😂)
Tutti i contorsionismi linguistici, la retorica, i sofismi e le fallacie del mondo NON possono cambiare le leggi della logica (anche se c'è chi si illude che possano farlo). 🤣
Preparati ad almeno qualche mese di video dedicati.
😂
Teniamo presente che a molti sfugge il seguente aspetto: replicare e confutare sono due concetti diversi. Soprattutto se la replica contiene nuovamente tesi che sono già state confutate. 😊
Troppo complesso per i miei gusti 😊
Praticamente è come se sostenesse che il valore di un'equazione dipende dal numero che attribuisci a X...
😂
Antimaterialista ha lanciato il guanto di sfida. Vedremo chi la spunterà...
In realtà NON ci sono né sfide né guanti, solo la necessità di NON elevare a "verità assolute" concetti che NON sappiamo neanche se siano "verità relative". 😊
Divide et impera...
Cui prodest ?
Veramente sapevo che la matematica oramai si fonda sulla logica categoriale e tutte le sue sottobranche. Quindi un'altra critica a quello che critichi si può dire che sia la logica proposizionale o del primo ordine non più fonda la matematica da almeno 60 anni
Non credo, la fondazione standard è ancora considerata ZF(C), sia tra matematici che tra filosofi della matematica. Rispetto a sessant'anni fa, ora ci sono più contendenti, se vogliamo. Da una parte abbiamo diverse teorie dei tipi, motivate tra l'altro da esigenze pratiche in informatica (vedi Lean). Dall'altra, appunto, teoria delle categorie (CT), nel senso che esiste una categoria Set che (non) ha determinate proprietà. Per quanto riguarda il dibattito sui fondamenti, sono solo un osservatore esterno, per cui quello che dico va preso cum grano salis. Mi pare però che l'opinione comune sia che CT sia più un linguaggio che una teoria vera e propria, nel senso di una branca della matematica con suoi propri teoremi 'profondi'. In questo senso, fungerebbe più da lingua franca che fa emergere strutture e regolarità tra diverse branche che altro. Se però si adotta un punto di vista 'interno', cioè se si presta attenzione agli oggetti in isolamento e non alle loro relazioni con altri, il linguaggio standard in matematica e in logica è assolutamente ancora logica del primo ordine, ed è facile rendersi conto di ciò prendendo un qualsiasi paper in informatica teorica, logica, o matematica appunto.
Provo a difendere il discorso. Non è che intende che per definire un sistema formale usiamo un linguaggio naturale quindi aspetti semantici? Il tema sarebbe quello dell'impossibilità di fondare qualsiasi conoscenza senza partire da assiomi di partenza.
«Non è che intende che per definire un sistema formale usiamo un linguaggio naturale quindi aspetti semantici?»
Dubito fortemente intenda questo visto che NON viene MAI specificato. Ma, se così fosse, NON ci sarebbe comunque nessuna problema, perché staremmo semplicemente utilizzando elementi sia del linguaggio oggetto sia del metalinguaggio per spiegare il linguaggio oggetto. Una pratica che si fa anche tra linguaggi naturali. NON c'è né difficoltà né particolari problematicità in questo.
Qualsiasi conoscenza deve partire da "qualcosa": presupposti, premesse, assiomi/postulati, principi, etc. NON c'è altra via.