5:07 Questa l'ho già sentita, mi pare che la disse Pegasus da i "Cavalieri delle Zodiaco" 🤔 P.s.: la cosa buffa è che il narratore è il doppiatore di Sirio il Dragone 😆
Non ho parole gli americani ci invidisno dante e noi non lo.conosciamo Io che studio nella facolta di beni culturali ne so qualcosa della cammedia pensa a quelli che non sanno nulla che tristezza..penultimi in europa per laureati
Dopo due canti che potremmo considerare di doppia introduzione, all'intera opera e alla cantica, Dante arriva finalmente alla porta dell'Inferno e comincia a prendere visione e consapevolezza rispetto al male del mondo e a quello contenuto in se stesso. Le prime anime che incontra sono quelle degli ignavi, cioè dei pusillanimi che in vita non praticarono né il male né il bene (estensione di quei fiorentini che si astennero dalle lotte politiche e sociali del suo tempo???) Fra questi spicca "Colui che fece per viltade il gran rifiuto" (Celestino V predecessore dimissionario di Bonifacio VIII???). Colpisce l'assoluto disprezzo che traspare dai pochi versi che Dante dedica a questi "sciaurati che mai non fur vivi". Lasciati alla loro sorte gli ignavi condannati a vagare eternamente senza senso nelle tenebre dell'anti-inferno, Dante e Virgilio si approcciano alle rive dell'Acheronte dove Caronte (primo esempio di figura presa a prestito dalla mitologia classica) traghetta le anime nell'Inferno vero e proprio. Qui, dopo l'iniziale rifiuto di Caronte a traghettare Dante e le rassicurazioni di Virgilio, Dante perde i sensi, come frastornato dalla semplice visione del male.
Favolosa presentazione e lettura
Complimenti Preciso fino alla virgola.
bravo
La lunga scritta sopra la porta infernale fa gelare il sangue... litteris. 💀☠
5:07 Questa l'ho già sentita, mi pare che la disse Pegasus da i "Cavalieri delle Zodiaco" 🤔
P.s.: la cosa buffa è che il narratore è il doppiatore di Sirio il Dragone 😆
Latin sum et Dante Alighieri ingenio tantum fuit
Non ho parole gli americani ci invidisno dante e noi non lo.conosciamo
Io che studio nella facolta di beni culturali ne so qualcosa della cammedia pensa a quelli che non sanno nulla che tristezza..penultimi in europa per laureati
Dopo due canti che potremmo considerare di doppia introduzione, all'intera opera e alla cantica, Dante arriva finalmente alla porta dell'Inferno e comincia a prendere visione e consapevolezza rispetto al male del mondo e a quello contenuto in se stesso.
Le prime anime che incontra sono quelle degli ignavi, cioè dei pusillanimi che in vita non praticarono né il male né il bene (estensione di quei fiorentini che si astennero dalle lotte politiche e sociali del suo tempo???)
Fra questi spicca "Colui che fece per viltade il gran rifiuto" (Celestino V predecessore dimissionario di Bonifacio VIII???).
Colpisce l'assoluto disprezzo che traspare dai pochi versi che Dante dedica a questi "sciaurati che mai non fur vivi".
Lasciati alla loro sorte gli ignavi condannati a vagare eternamente senza senso nelle tenebre dell'anti-inferno, Dante e Virgilio si approcciano alle rive dell'Acheronte dove Caronte (primo esempio di figura presa a prestito dalla mitologia classica) traghetta le anime nell'Inferno vero e proprio.
Qui, dopo l'iniziale rifiuto di Caronte a traghettare Dante e le rassicurazioni di Virgilio, Dante perde i sensi, come frastornato dalla semplice visione del male.