È come se fossimo soli, perchè incontrare o comunicare con un' altra civiltà richiede una serie di coincidenze veramente improbabile. Occorre una distanza spaziale non eccessiva, per non far degradare i segnali radio al livello del fondo cosmico, una condivisione dello stesso arco temporale di esistenza, un livello tecnologico comparabile al nostro, una forma comunicativa che possiamo comprendere. Quanto ad incontrare DIRETTAMENTE civiltà extraterrestri, probabilmente è impossibile, per via degli impedimenti relativistici che rendono i viaggi interstellari qualcosa di non praticabile. Ci estingueremo è nessuno si accorgerà di niente, come noi non sapremo mai nulla di altri malcapitati nell'universo (merdaverso).
Tutto giusto eppure... se le stesse domande si fossero poste 200 anni fa, nel 1823, quali risposte si sarebbero ottenute? Uno studioso si sarebbe rapportato alle conoscenze a lui note: avrebbe fatto subito presente che anche una mongolfiera caricata a idrogeno non avrebbe potuto superare gli strati più rarefatti dell'atmosfera, poi avrebbe ipotizzato viaggi cosmici a bordo di gigantesche palle di cannone, alla Jules Verne, facendo però presente i limiti del corpo umano e delle limitate capacità metallurgiche delle fonderie. Allora si sarebbe ricordato il caso Wan Hu, nobile mandarino cinese che attaccando dei razzi pirotecnici a una sedia decollò con l'idea di agguantare la Luna, salvo precisare che secondo i testimoni dell'epoca fece solo un gran botto. Ci si sarebbe interrogati sulle fonti di energia, constatando che le macchine a vapore sono troppo pesanti per decollare, anche usando l'improbabile macchina a vite di Leonardo da Vinci, mentre il moto perpetuo inseguito per secoli era stato definitivamente smentito dalle leggi della termodinamica. Quindi un impossibilità tecnica categorica di raggiungere non lo spazio profondo, ma pure l'orbita. Eppuro poco più di cento anni dopo il primo uomo sarebbe sbarcato sulla Luna con tecnologie del tutto diverse ed inconcepibili nell'800 anche dalla mente più fervida. La NASA tra l'altro utilizzò costosissimi computer che tutti messi assieme occupavano interi edifici, ma che oggi appaiono con una potenza di calcolo ridicola in confronto al cellulare con cui scrivo questo commento. Sarò ottimista io, ma la mia fiducia nel progresso umano e nella colonizzazione dello spazio, come destino manifesto ed inevitabile, è praticamente assoluta. Non avverrà coi razzi, così come i satelliti non sono oggi messi in orbita dentro palle di cannone, ma avverrà.
Per colonizzare lo spazio serve un livello tecnologico e di energia che noi non possiamo neanche immaginare. Il fatto che ci siano stati dei progressi non significa che noi potremo evolverci sino a tal punto. Di fatto siamo più lontani noi dalla conquista dello spazio di quanto non lo fossero i primi ominidi dall’invenzione della televisione. Non essendo degli dei ed essendo limitati ci sarà anche per noi un enorme “muro tecnologico” invalicabile. E poi manca la cosa più importante: manca quella coesione globale che fa si che un intero pianeta e i suoi popoli vadano tutti nella stessa direzione. Se anche ci fosse lo 0.0000000001% di possibilità questa verrebbe annullata dal fatto che siamo una società socialmente arretratissima. E questo fa sì che non ci resti più tanto tempo per provare a realizzare tali progetti. Come ha scritto qualcuno : ci estingueremo e nessuno si accorgerà di niente.
@@belibeli3885 infatti, condivido questo punto di vista...anche se qualcosa non è fisicamente impossibile, può comunque essere impraticabile tecnologicamente . E anche se comunque si potesse in un lontanissimo futuro arrivare ai confini della fisica, comunque questi confini sono così stringenti da rendere la colonizzazione dello spazio interstellare un processo multimillenario nella nostra galassia e richiedente molti milioni di anni solo per le più vicine galassie: Di base anche arrivando ai limiti massimi dello sviluppo tecnologico possibile ed non essendo divinità, al massimo potremo arrivare (o meglio chi deriverà da noi) solo una frazione minuscola dell'universo, anche ipotizzando di modificarsi evolutivamente il piu possibile ed anche usando i mezzi tecnici più evoluti fisicamente concepibili e tencologicamente fattibili. Ma come hai indicato il limite maggiore è sociale. Solo esseri derivati da noi e ben piu evoluti sia biologicamente sia socialmente potrebbero sviluppare certe tecnologie senza arrivare ben prima a distruggersi o a perdere un mare di tempo, come si è visto in molti esempi almeno negli ultimi 3000 anni, dall'inizio della civiltà greca in poi: gli esempi si sprecano, dalle guerre alle tendenze oscurantiste in molti ambiti, ecc..Il che non vuol dire che non colonizzeremo un pò di spazio , prima o poi, con grandi sforzi nelle zone piu prossime.
@@belibeli3885 non sono molto d’accordo quando dici che ci vorranno centinaia di migliaia di anni per la “conquista dello spazio” (dagli ominidi alla televisione). Le nostre conoscenze della fisica sono solo all’inizio, non possiamo sapere quali saranno le scoperte tra 1000 anni ad esempio. Una cosa é sicura: purtroppo non ne saremo testimoni.
La conclusione per me è che stiamo bene a casa e cerchiamo di tenerci stretto questo pianeta. La.wcoperta dell'ignoto e i viaggi sono dentro di noi, ma qui parliamo di cose alquanto impossibili per i prossimi decenni e di più...
Grazie a questo commento mi sono imbattuto nel dilemma di Haldane, risolvendo un dubbio intuitivo che mi perseguitava da parecchio tempo ed al quale non trovavo risposta nei media "scientifici". Grazie.
Sintetico, semplice ed elegante. Ottimo.
È come se fossimo soli, perchè incontrare o comunicare con un' altra civiltà richiede una serie di coincidenze veramente improbabile. Occorre una distanza spaziale non eccessiva, per non far degradare i segnali radio al livello del fondo cosmico, una condivisione dello stesso arco temporale di esistenza, un livello tecnologico comparabile al nostro, una forma comunicativa che possiamo comprendere. Quanto ad incontrare DIRETTAMENTE civiltà extraterrestri, probabilmente è impossibile, per via degli impedimenti relativistici che rendono i viaggi interstellari qualcosa di non praticabile. Ci estingueremo è nessuno si accorgerà di niente, come noi non sapremo mai nulla di altri malcapitati nell'universo (merdaverso).
Molto interessante grazie
Tutto giusto eppure... se le stesse domande si fossero poste 200 anni fa, nel 1823, quali risposte si sarebbero ottenute? Uno studioso si sarebbe rapportato alle conoscenze a lui note: avrebbe fatto subito presente che anche una mongolfiera caricata a idrogeno non avrebbe potuto superare gli strati più rarefatti dell'atmosfera, poi avrebbe ipotizzato viaggi cosmici a bordo di gigantesche palle di cannone, alla Jules Verne, facendo però presente i limiti del corpo umano e delle limitate capacità metallurgiche delle fonderie. Allora si sarebbe ricordato il caso Wan Hu, nobile mandarino cinese che attaccando dei razzi pirotecnici a una sedia decollò con l'idea di agguantare la Luna, salvo precisare che secondo i testimoni dell'epoca fece solo un gran botto. Ci si sarebbe interrogati sulle fonti di energia, constatando che le macchine a vapore sono troppo pesanti per decollare, anche usando l'improbabile macchina a vite di Leonardo da Vinci, mentre il moto perpetuo inseguito per secoli era stato definitivamente smentito dalle leggi della termodinamica. Quindi un impossibilità tecnica categorica di raggiungere non lo spazio profondo, ma pure l'orbita. Eppuro poco più di cento anni dopo il primo uomo sarebbe sbarcato sulla Luna con tecnologie del tutto diverse ed inconcepibili nell'800 anche dalla mente più fervida. La NASA tra l'altro utilizzò costosissimi computer che tutti messi assieme occupavano interi edifici, ma che oggi appaiono con una potenza di calcolo ridicola in confronto al cellulare con cui scrivo questo commento. Sarò ottimista io, ma la mia fiducia nel progresso umano e nella colonizzazione dello spazio, come destino manifesto ed inevitabile, è praticamente assoluta. Non avverrà coi razzi, così come i satelliti non sono oggi messi in orbita dentro palle di cannone, ma avverrà.
Per colonizzare lo spazio serve un livello tecnologico e di energia che noi non possiamo neanche immaginare. Il fatto che ci siano stati dei progressi non significa che noi potremo evolverci sino a tal punto. Di fatto siamo più lontani noi dalla conquista dello spazio di quanto non lo fossero i primi ominidi dall’invenzione della televisione. Non essendo degli dei ed essendo limitati ci sarà anche per noi un enorme “muro tecnologico” invalicabile.
E poi manca la cosa più importante: manca quella coesione globale che fa si che un intero pianeta e i suoi popoli vadano tutti nella stessa direzione. Se anche ci fosse lo 0.0000000001% di possibilità questa verrebbe annullata dal fatto che siamo una società socialmente arretratissima. E questo fa sì che non ci resti più tanto tempo per provare a realizzare tali progetti. Come ha scritto qualcuno : ci estingueremo e nessuno si accorgerà di niente.
@@belibeli3885 infatti, condivido questo punto di vista...anche se qualcosa non è fisicamente impossibile, può comunque essere impraticabile tecnologicamente . E anche se comunque si potesse in un lontanissimo futuro arrivare ai confini della fisica, comunque questi confini sono così stringenti da rendere la colonizzazione dello spazio interstellare un processo multimillenario nella nostra galassia e richiedente molti milioni di anni solo per le più vicine galassie: Di base anche arrivando ai limiti massimi dello sviluppo tecnologico possibile ed non essendo divinità, al massimo potremo arrivare (o meglio chi deriverà da noi) solo una frazione minuscola dell'universo, anche ipotizzando di modificarsi evolutivamente il piu possibile ed anche usando i mezzi tecnici più evoluti fisicamente concepibili e tencologicamente fattibili. Ma come hai indicato il limite maggiore è sociale. Solo esseri derivati da noi e ben piu evoluti sia biologicamente sia socialmente potrebbero sviluppare certe tecnologie senza arrivare ben prima a distruggersi o a perdere un mare di tempo, come si è visto in molti esempi almeno negli ultimi 3000 anni, dall'inizio della civiltà greca in poi: gli esempi si sprecano, dalle guerre alle tendenze oscurantiste in molti ambiti, ecc..Il che non vuol dire che non colonizzeremo un pò di spazio , prima o poi, con grandi sforzi nelle zone piu prossime.
@@belibeli3885
non sono molto d’accordo quando dici che ci vorranno centinaia di migliaia di anni per la “conquista dello spazio” (dagli ominidi alla televisione).
Le nostre conoscenze della fisica sono solo all’inizio, non possiamo sapere quali saranno le scoperte tra 1000 anni ad esempio.
Una cosa é sicura: purtroppo non ne saremo testimoni.
La conclusione per me è che stiamo bene a casa e cerchiamo di tenerci stretto questo pianeta.
La.wcoperta dell'ignoto e i viaggi sono dentro di noi, ma qui parliamo di cose alquanto impossibili per i prossimi decenni e di più...
Eppure, prima o poi partiremo.
il problema non è quando partiremo, ma quando arriveremo
Ottime notizie per chi, come me, condivide le tesi di Nick Bostrom, Oxford university.
Grazie a questo commento mi sono imbattuto nel dilemma di Haldane, risolvendo un dubbio intuitivo che mi perseguitava da parecchio tempo ed al quale non trovavo risposta nei media "scientifici".
Grazie.
….nel 2024 non siamo ancora riusciti a tornare sulla luna (se mai ci siamo stati) e stiamo qui a parlare di viaggi interstellari…..😢…bah!
... 9 nel 2024 hai ancora dubbi sulla conquista lunare del1969?