Caro Paolo, grazie sempre per l' impegno e passione che trasmetti. Credo che attraverso la prova pratica in parete ognuno di noi con l' umiltà e la volontà, avendo poi la fortuna di essere seguito da un Maestro di Arrampicata, possa' con il tempo comprendere che questa pratica è un mezzo per lavorare su se stessi. Un abbraccio Fabrizio
Grande Fabrizio! In effetti ho sempre ritenuto l arrampicata e l alpinismo uldelle attività che non possono essere ridutte a una pratica muscolare tesa alla conquista di un numerino rappresentativo della difficoltà
Più passi si fanno meglio è, oppure bisogna fare sempre 3 passi. Sembrano formule magiche da accettare senza ragionarci sopra. Qualcosa di assurdo. Ricordo anche un istruttore che amava ripetere: "arrampicata frontale arrampicata banale". Ecco, di fronte alle tue spiegazioni, così chiare ed approfondite, al tuo muoverti sulla roccia in maniera così logica ed efficace, non posso che constatare, ancora una volta, quanto poco siano formati tanti pseudo maestri di arrampicata. Grazie per averci regalato un altro video tecnicamente esemplare.
A un livello alto non esiste differenza tra frontale e laterale perché ciò che conta è fare la cosa migliore nei differenti casi. E siccome le tecniche esistono perché si utilizzano tutte... Ne consegue che il focus non è nelle sterili diatribe tra frontale e laterale quanto nell applicare la migliore soluzione nei singoli casi, a prescindere dal tipo di tecnica che si utilizza.
Concordo in pieno con te, anche se mi rendo conto che ancora non riesco ad applicare sempre la tecnica più adatta ai passaggi su roccia che affronto. Ma il bello è cercare di migliorarsi sempre 😊
Ricordo che ad un corso indoor che ho frequentato molto prima di conoscere il metodo, l'insegnante trattando quella che noi definiamo "progressione fondamentale" faceva eseguire un solo passo intermedio. Sui finali si insegnava ad arrivare in accoppiamento di piedi (cioè a gambe piegate) e per capire con quale piede iniziare la fase dinamica, veniva data un' unica semplice regola: il piede da muovere era quello opposto alla mano migliore (sulla quale si eseguiva quindi una "chiusura o bloccaggio"). Paolo, a coloro che hanno ricevuto un insegnamento simile ma non conoscono il metodo, si può dire che c'è ancora un mondo da scoprire, al di là degli schemi che "semplificano"? Come facciamo a distinguere una tecnica "corretta" da una che non lo è?
Cosa leggo Alessandro... Ma come si fa ad insegnare in maniera così grossolana, sono allibito. Ma questo tipo che hai conosciuto era un istruttore FASI?
@@luciomarcantoninj3566 no Lucio, in quel caso particolare si trattava di una guida ma non ne farei una questione di "Categoria"; modalità simili sono diffuse un può ovunque, in più o meno "buona fede". Chi insegna ha una responsabilità è chiaro, ma l' arrampicata è giovane come sport, capita e capiterà di sentirne dire "tante". Per questo rivolgerei di più l'attenzione agli allievi... Sarebbe importante dare qualche strumento utile per distinguere un insegnamento buono da uno che non lo è; che poi è quello che stà facendo Paolo facendo chiarezza con questi video, andando a scovare le contraddizioni e spiegandole
Hai ragione Alessandro, comunque neanche io ne faccio una questione di categorie: preferisco giudicare sempre la singola persona. La mia era semplice curiosità di fronte all'insegnamento così strambo che ti era stato dato 😉
Si, ho capito quale guida è! Ha seguito un paio dei miei corsi e ha creduto di aver capito tutto, ma invece ha inserito errori e baggianate incredibili nell insegnamento. Stile l'altra guida su cui ho realizzato un video.... Ma coloro che non hanno capito nulla e scimmiottano la Tecnica sono effettivamente tutti uguali, a prescindere dalla parrocchia. Ma quello cui si riferisce il primo commento è unico: oltre a insegnare idiozie, rivolge urla, parolacce e insulti ai suoi allievi. Per questo mi rifiuto di considerare questo soggetto una GUIDA. Anzi, per quanto mi riguarda dovrebbe essere radiato dall albo. Ma allora bisognerebbe fare ordine nel suo collegio di appartenenza...
Per capire se un insegnante è valido bisogna capire innanzitutto se ha un "cuore". Poi bisogna capire se conosce la Tecnica realmente. È questo è facile. È sufficiente chiedergli il titolo: se non è formato per insegnare il Metodo, è ovvio che improvvisa. Ha senza dubbio rubacchiato qualche principio delle tecniche del Metodo e ha peggiorato le cose. Un allievo dovrebbe sapere che è meglio imparare da solo, come si faceva prima, piuttosto che seguire le direttive di un insultatore seriale che scimmiotta i contenuti di qualcun altro. Infine, ascoltare e valorizzare le percezioni che riceve da quello tipo di insegnamento. Credo allora sia veramente difficile che questi penosi insegnamenti riescano a sopravvivere.
Buongiorno! negli anni 80 ho iniziato guardando i tuoi movimenti che sono sempre eleganti
@TreChiodiMauro Buonasera Mauro, proprio negli anni 80 ho iniziato il lavoro approfondito sulla tecnica!
Grazie Paolo per tutti questi doni preziosi, da cui sempre più persone stanno traendo grandissimo beneficio!
Grazie a te! Hai anche tu un grande ruolo nella trasmissione dei contenuti della Tecnica!
Caro Paolo, grazie sempre per l' impegno e passione che trasmetti. Credo che attraverso la prova pratica in parete ognuno di noi con l' umiltà e la volontà, avendo poi la fortuna di essere seguito da un Maestro di Arrampicata, possa' con il tempo comprendere che questa pratica è un mezzo per lavorare su se stessi.
Un abbraccio Fabrizio
Grande Fabrizio!
In effetti ho sempre ritenuto l arrampicata e l alpinismo uldelle attività che non possono essere ridutte a una pratica muscolare tesa alla conquista di un numerino rappresentativo della difficoltà
Più passi si fanno meglio è, oppure bisogna fare sempre 3 passi. Sembrano formule magiche da accettare senza ragionarci sopra. Qualcosa di assurdo. Ricordo anche un istruttore che amava ripetere: "arrampicata frontale arrampicata banale". Ecco, di fronte alle tue spiegazioni, così chiare ed approfondite, al tuo muoverti sulla roccia in maniera così logica ed efficace, non posso che constatare, ancora una volta, quanto poco siano formati tanti pseudo maestri di arrampicata. Grazie per averci regalato un altro video tecnicamente esemplare.
A un livello alto non esiste differenza tra frontale e laterale perché ciò che conta è fare la cosa migliore nei differenti casi. E siccome le tecniche esistono perché si utilizzano tutte... Ne consegue che il focus non è nelle sterili diatribe tra frontale e laterale quanto nell applicare la migliore soluzione nei singoli casi, a prescindere dal tipo di tecnica che si utilizza.
Concordo in pieno con te, anche se mi rendo conto che ancora non riesco ad applicare sempre la tecnica più adatta ai passaggi su roccia che affronto. Ma il bello è cercare di migliorarsi sempre 😊
Ricordo che ad un corso indoor che ho frequentato molto prima di conoscere il metodo, l'insegnante trattando quella che noi definiamo "progressione fondamentale" faceva eseguire un solo passo intermedio. Sui finali si insegnava ad arrivare in accoppiamento di piedi (cioè a gambe piegate) e per capire con quale piede iniziare la fase dinamica, veniva data un' unica semplice regola: il piede da muovere era quello opposto alla mano migliore (sulla quale si eseguiva quindi una "chiusura o bloccaggio"). Paolo, a coloro che hanno ricevuto un insegnamento simile ma non conoscono il metodo, si può dire che c'è ancora un mondo da scoprire, al di là degli schemi che "semplificano"? Come facciamo a distinguere una tecnica "corretta" da una che non lo è?
Cosa leggo Alessandro... Ma come si fa ad insegnare in maniera così grossolana, sono allibito. Ma questo tipo che hai conosciuto era un istruttore FASI?
@@luciomarcantoninj3566 no Lucio, in quel caso particolare si trattava di una guida ma non ne farei una questione di "Categoria"; modalità simili sono diffuse un può ovunque, in più o meno "buona fede". Chi insegna ha una responsabilità è chiaro, ma l' arrampicata è giovane come sport, capita e capiterà di sentirne dire "tante". Per questo rivolgerei di più l'attenzione agli allievi... Sarebbe importante dare qualche strumento utile per distinguere un insegnamento buono da uno che non lo è; che poi è quello che stà facendo Paolo facendo chiarezza con questi video, andando a scovare le contraddizioni e spiegandole
Hai ragione Alessandro, comunque neanche io ne faccio una questione di categorie: preferisco giudicare sempre la singola persona. La mia era semplice curiosità di fronte all'insegnamento così strambo che ti era stato dato 😉
Si, ho capito quale guida è! Ha seguito un paio dei miei corsi e ha creduto di aver capito tutto, ma invece ha inserito errori e baggianate incredibili nell insegnamento. Stile l'altra guida su cui ho realizzato un video.... Ma coloro che non hanno capito nulla e scimmiottano la Tecnica sono effettivamente tutti uguali, a prescindere dalla parrocchia. Ma quello cui si riferisce il primo commento è unico: oltre a insegnare idiozie, rivolge urla, parolacce e insulti ai suoi allievi. Per questo mi rifiuto di considerare questo soggetto una GUIDA. Anzi, per quanto mi riguarda dovrebbe essere radiato dall albo. Ma allora bisognerebbe fare ordine nel suo collegio di appartenenza...
Per capire se un insegnante è valido bisogna capire innanzitutto se ha un "cuore". Poi bisogna capire se conosce la Tecnica realmente. È questo è facile. È sufficiente chiedergli il titolo: se non è formato per insegnare il Metodo, è ovvio che improvvisa. Ha senza dubbio rubacchiato qualche principio delle tecniche del Metodo e ha peggiorato le cose. Un allievo dovrebbe sapere che è meglio imparare da solo, come si faceva prima, piuttosto che seguire le direttive di un insultatore seriale che scimmiotta i contenuti di qualcun altro.
Infine, ascoltare e valorizzare le percezioni che riceve da quello tipo di insegnamento. Credo allora sia veramente difficile che questi penosi insegnamenti riescano a sopravvivere.