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Psicologia Evidence Based
Приєднався 14 бер 2023
Ciao! Mi chiamo Ignazio Barone, sono uno Psicologo Clinico e divulgo la mia passione per le Scienze Psicologiche.
DOC omosessuale: "E se fossi gay?" | 4 strategie da conoscere
Il Disturbo Ossessivo Compulsivo Omosex è una condizione che può influire profondamente sulla qualità della vita di chi ne soffre. In questo video ti spiegherò cos'è il DOC omosessuale e ti presenterò 4 strategie pratiche e utile per affrontare il problema.
🧠 Vuoi prenotare un colloquio psicologico online?
Contattami: ignaziobarone.psicologo@gmail.com
00:00 Introduzione
00:27 Attenzione a internet
02:30 Fusione pensiero-azione
03:25 Esiste una natura nascosta?
04:30 Sensibilità alla bellezza umana
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Відео
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Bravo,mi ha trasmesso la sensazione che le piace davvero il suo lavoro.🙂
Grazie 🤟
Grazie dottore 🙏
Buon giorno dottore, grazie come sempre, nella mia esperienza (doc aggressivo) ho notato che nel periodo di picco del disturbo avevo un dubbio cioè temevo di aver fatto qualcosa di brutto facendo fatica a ricostruire tutti i passaggi per contro ricordavo ad esempio tutto ciò che avevo fatto, detto, letto nei giorni precedenti perciò sono arrivato alla conclusione che il dubbio che fa parte del disturbo ha un importanza altissima e soprattutto favorisce il mantenimento del dubbio stesso. Grazie e buon lavoro
Bravissimo come sempre dottore. Davvero informazioni utili e spiegate in maniera semplice. Come suggerimento per integrare questo bellissimo video e magari può essere aggiunto sono "altri fenomeni " ricorrenti nel disturbo: ossia ipersessualizazzione e "mettersi alla prova" ,testarsi con immagini, video, e "dal vivo"...con sensazioni, percezioni ed emozioni davvero devastanti per chi le prova ed i motivi li conosce benissimo. Premetto che lo ha già accennato nel video sul doc da pedofilia ma ha chiesto suggerimenti e mi sono permesso perché ciò che fa e come lo fa può essere ed è un faro per tanti afflitti ed incastrati in questo girone infernale. Rinnovo i miei ringraziamenti per il suo lavoro e dedizione.
La ringrazio molto per il suo commento e per i suggerimenti al canale. Ha toccato un tema cruciale, quello del "mettersi alla prova," che sicuramente approfondirò in un prossimo video sul DOC omosessuale. Questo fenomeno è ben documentato in letteratura e, in alcuni casi estremi, può arrivare fino al tentativo di un approccio diretto, proprio con l'intento di verificare e scongiurare i dubbi. Altre modalità, come lei giustamente ha evidenziato, includono la visione di video o esposizioni più "soft." Tuttavia, come sa bene, il risultato di questi comportamenti è sempre quello di rinforzare il dubbio, aumentando la percezione di distonia e alimentando il ciclo ossessivo. Grazie ancora per il suo supporto al canale!
@psicologiaevidencebased Ognuno di noi "deve dare " il suo contributo, piccolo o grande che sia.Come lei ha detto internet è croce e delizia ma è anche ciò che ha portato a questo canale.Io come tanti e lei "ne ha viste e lette d'ogni salsa e colore" col vantaggio che studia anche la materia perché citando altri dottori e persone che trattano il tema,le informazioni giuste o sbagliate che siano possono essere ulteriormente "assimilate" secondo non solo i nostri schemi cognitivi ma peggio ancora "filtrati" dalla cappa nera che ha coperto il nostro cervello ed occhi...e ci ha portato e ci porta a stati invalidanti , "quasi di morte". Sono rimasto scioccato dal vedere quanto pericoloso ed invalidante sia ma (mi passi il termine) fatto piacere che se ne inizi a parlare di più ,che le persone ne parlano di più...e che la diffusione così elevata ci fa capire che non si è soli nel e nel male.Si ha bisogno di ogni contributo:umano e medico.
Grazie dottore per il suo contributo, probabilmente il problema risiede in un dubbio " patologico" molto difficile da superare forse causato anche da poca autostima. Buon lavoro
Dubbio patologico è proprio il termine appropriato per descrivere questa problematica. Soprattutto nel caso del Doc omosessuale, le immagini intrusive, oltre a generare un disagio molto invalidante, portano a mettere in discussione l’idea che si ha di sé, minando notevolmente l’autostima. È possibile fare molto per affrontare questa problematica, ma non è mai semplice intervenire su temi così delicati, ci vuole il giusto tempo. Grazie del suo contributo sul canale!
Grazie a lei
Complimenti per la sua chiarezza e professionalità
La ringrazio molto!
Riconosco(mi passi il termine) che lei è davvero bravo. Ho letto tanto,purtroppo anche troppo e tanti dicono più o meno "le stesse cose" . In lei vedo innovazione, studio,conoscenza da veterano ed usare terminologie complicate ma rendendondele semplici...un applauso sincero. La ringrazio veramente. Non tutti lo affrontano in questo modo.
La ringrazio molto, credo sia uno dei commenti più belli che si possa ricevere per chi fa questo lavoro. Grazie!
@psicologiaevidencebased La ringrazio io nuovamente perché "nonostante " la giovane età vedo una sensibilità umana e professionale singolare. Citando un film "la simpatia ' cioè condividere la sofferenza è importante per un medico.Nei suoi video ho visto queste cose:linguaggio semplice ed efficace, diretto ma umano,di studio e conoscenza tecnico ma (cosa per me più importante) soprattutto umano. Noto che si sofferma molto sulle componenti umane ed emozionali mettendo l'ascoltatore in un piano di agio ...io come tanti altri utenti ne abbiamo visti a bizzeffe di video,letto articoli e forum(famose compulsioni) ma fatti in questo modo davvero pochi. Sottolineo anche che risponde ai commenti in maniera dettagliata ed anche "lunga"...dimostra ancora una volta che ci si mette nei panni della persona e non lo si liquida a risposte "da barone della medicina ".
La ringrazio davvero per le sue parole. Credo molto nell’importanza della parte tecnica nel mio lavoro, ma l’aspetto umano è imprescindibile, e sapere che questo emerge mi rende felice. Grazie ancora!
Grazie dottore
Grazie a te!
Grazie per il suo contributo, penso che gran parte dell' ansia che attanaglia i giovani sia anche causata da una sensazione di apparente" nulla " creato da questo sistema dal quale loro cercano di evadere apparendo erroneamente disinteressati pur rimanendo altamente intaccati nell' incoscio. Buon lavoro
Grazie dottore
Ai ragione quando arriva l'ansia se ci pensi ti viene di più lansia
Grazie
Buon giorno dottore, grazie per il contributo sempre molto apprezzato. Buon lavoro
La ringrazio per il supporto al canale!
CIAO DOC MI SCUSI IL DISTURBO, MA VOLEVO UN CONSIGLIO DA LEI, SOFFRO DI ANSIA DA UN ANNO E MEZZO, PRIMA DI UN ANNO E MEZZO NON HO MAI SOFFERTO DI ANSIA DAL PRIMO ATTACCO DI PANICO POI DOPO POCHI GIORNI HO INIZATO ANCHE A NON DORMIRE PIÚ, E STESSA COSA AMCHE IO LE PRIME VOLTE ANDAVO ALL'OSPEDALE E EVITAVO CERTE SITUAZIONI POI AVEVO ATTACCHI D'ANSIA CHE DURAVANO 2,3 ANCHE 4 ORE MA ANCHE QUANDO NON SONO IN FASE ACUTA HO SEMPRE QUALCOSA 24/24H COME PALPITAZIONI ACUFENE O ALTRE SENSAZIONI/SINTOMI E HO ANCHE GRAVE INSONNIA COME DICEVO IN UN ANNO E MEZZO SI PUO DIRE CHE NON HO MAI DORMITO HO FATTO SOLO ALCUNE DORMITE DI UN PAIO D'ORE E QUALCUNA DI 3 ORE MAI IN FASE PROFONDA DEL SONNO, OLTRE ALL'ANSAI SEMBRA CHE IL CIRCOLO VIZIOSO PIÙ GRAVE SIA DIVENTATO L'INSONNIA, CHE CREDO PROPRIO SIA LEGATO ALLA'ANSIA E ALLA MIA ATTIVAZIONE CHE HO 24H PERCHÉ PRIMA DEGLI ATTACCHI D'ANSIA NON HO MAI AVUTO PROBLEMI DI SONNO, LEI CHE PSICOTERAPIA MI CONSIGLIA? FINO AD ORA DA 5 MESI MEDITO 20 MINUTI AL GIORNO SUL RESPIRO LA COSIDETTA PRATICA FORMALE DELLA MINDFULNESS, MA HO NOTATO POCO MAGARI SONO RIUSCITO A INDEBOLIRE UN PO LE FASI PIÙ ACUTE MA IL MIO SONNO NON SUPERA QUELLE ORETTE E SONO SEMPRE STANCHISSIMO E IN UNO STATO DI CONFUSIONE. LEI POTREBBE CONSIGLIARMI L'ACT, LA TERAPIA METACOGNITIVA O ALTRO?
Grazie per aver condiviso la sua esperienza. La situazione che descrive, con uno stato di allerta costante e sintomi fisici (palpitazioni, acufeni e insonnia) è molto tipica nei disturbi d’ansia. Il tema del sonno, come giustamente sottolinea, è cruciale: quando il sonno è compromesso, a cascata si compromettono molte altre funzioni e soprattutto si rinforza l’ansia e si amplifica la stanchezza. Ottimo che abbia già iniziato con la mindfulness: è una pratica che, se mantenuta con costanza, può effettivamente aiutarla a ridurre l’intensità dei sintomi ansiosi nel lungo termine. Le consiglio di proseguire. Per quanto riguarda il tipo di intervento psicologico, sarebbe importante effettuare una valutazione clinica più approfondita per personalizzare l’intervento. Tuttavia, basandomi su quanto mi ha descritto, un approccio cognitivo-comportamentale, potrebbe essere molto indicato, sia per la gestione dell’ansia che per i disturbi del sonno. Nello specifico la terapia metacognitiva è particolarmente efficace per lavorare sui processi legati al rimuginio che poi portano le persone ad avere panico, ansia ect. Quindi le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo che oltre a conoscere l’approccio conosca bene le problematiche che ha descritto
@psicologiaevidencebased grazie mille di cuore doc ❤️
@@psicologiaevidencebased dottore mi ero dimenticato di dirle, io si ho anche pensieri negativi che facendo comunque la pratica mindfulness formale col tempo ho imparato ad accorgermi sempre dei mie pensieri negativi e ad accettarli, non avendo mai il pilota automatico, detto ciò il problema non sono tanto i pensieri negativi perché quelli non mi portano piú ansia di quanto ne avessi già, quindi avrei bisogno solo di una terapia che mi aiuta ad abbassare questi sintomi piú che ad accettare e a "defondere" i pensieri, anche accettando i miei sintomi che mi porto tutta la giornata e che accetto e proseguo la mia vita, comunque non riesco a dormire
@ Mi corregga se sbaglio: mi sembra di capire che lei abbia compreso l’importanza di accettare gli stati emotivi e i pensieri, riuscendo a riconoscerli e non reagire automaticamente ad essi. Tuttavia, questo non sembra aiutarla a ridurre l’intensità dei sintomi, che continuano a essere presenti, in particolare per quanto riguarda il sonno, che al momento sembra essere l’aspetto più critico e difficile da gestire. Per poter definire la direzione di un possibile trattamento psicologico, sarebbe fondamentale effettuare una valutazione clinica, eventualmente supportata da strumenti psico-diagnostici. Nella descrizione del canale o del video trova la mia mail: non esiti a contattarmi nel caso in cui avesse bisogno di una valutazione e di un percorso psicologico personalizzato
@@psicologiaevidencebased grazie mille dottore, eh si proprio come dice lei il problema però sembra essere sicuro che é solo un disturbo d'ansia, non so perché non ho un evoluzione significativa per quanto riguarda sintomi appunto d'ansia e il corpo costantemente in attivazione, e ciò si ripercuote nel sonno, nonostante penso che avessi fatto un buon lavoro cognitivo soprattutto e poi comportamentale, quindi non si sbaglia, forse ci vorrebbe un pò di tempo?
Complimenti, grazie
Complimenti per il video
Grazie
Quindi?
Fosse così facile...
Buongiorno , mia cognata dopo essere stata morsa da un cane soffre di ansia e non esce più da sola.
Mi dispiace per ciò che sua cognata sta attraversando. È comprensibile che, dopo un'esperienza traumatica come quella descritta, possano insorgere disturbi come l'agorafobia o la cinofobia. Se questa situazione sta influendo significativamente sulla sua vita sociale, relazionale o lavorativa, le consiglierei di valutare il supporto di uno psicologo e/o di uno psichiatra. La ringrazio per aver condiviso questa esperienza
@@psicologiaevidencebased Buonasera , il problema è che non vuole neanche più vedere nessuno a casa né amici né parenti e in special modo dottori o estranei.
@ Capisco quanto possa essere difficile questa situazione. Purtroppo, non è possibile costringere una persona a seguire un trattamento o accettare un aiuto professionale se non si sente pronta o disposta. Quando si aprirà uno spiraglio di dialogo, sarà importante mantenere un approccio delicato, senza pressioni, cercando di sensibilizzarla sul fatto che da queste problematiche è possibile uscirne, con il giusto supporto
Buon sera dottore, grazie per il suo contributo, lascio la mia esperienza: dopo aver avuto una crisi di panico ho iniziato ad aver paura della paura con una sensazione " strana" come se fosse cambiata irreversibilmente l'intera mia esistenza, dopo mesi di evitamento di ogni genere in un momento di lucidità mi sono detto qui bisogna reagire e ho deciso di salire su un treno linea Milano Torino in un orario particolare pieno di passeggeri, subito pensavo di non farcela, addirittura ho avuto una sensazione di derealizzazione però dopo un quarto d'ora mi è andato via tutto magicamente senza più fare ritorno. Grazie , auguro un buon lavoro
La ringrazio per aver condiviso la sua esperienza. È molto interessante ciò che descrive, perché rappresenta un aspetto comune per chi vive episodi di panico: il timore della paura stessa, che può amplificare poi un senso di vulnerabilità di fondo. Anche l'episodio di derealizzazione che ha vissuto è una risposta frequente nei disturbi d’ansia. Questa sensazione di distacco dalla realtà o dal proprio corpo è spesso una reazione temporanea a stati di ansia intensa. Come spiego nei video, quando ci si espone a situazioni che attivano una risposta ansiosa, il corpo può reagire con queste sensazioni dissociative, ma, come lei stesso ha sperimentato, una volta superato il picco di ansia, le sensazioni tendono a ridursi e diventano più gestibili, anche se nel momento più critico possono sembrare ingestibili. Grazie ancora per aver condiviso la sua preziosa esperienza
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Magari.. se dici questo fra 70 anni ci potrei credere
Sei stato molto chiaro , ho trovato questo contenuto di valore e così ho messo like, mi sono iscritto, ho salvato il tuo video e mi auguro che il tuo canale possa crescere così che tu possa aiutare più gente possibile. Grazie
Ti ringrazio molto per il tuo sostegno al canale! 🙏
Con una torta paura si hanno distorsioni cognitive
Buona sera, è possibile avere un suo contatto per una diagnosi? Ringrazio molto di tutto
Buongiorno, grazie per avermi contattato! Può trovare il mio contatto email nella descrizione del canale UA-cam. Sarò lieto di fornirle tutte le informazioni necessarie
Grazie
Grazie come sempre dottore. Buon anno
Grazie mille
I ritornelli di musica fa parte sempre di ansia?
Buona sera dottore, grazie per il suo contributo. A questo punto la differenza la fa la paura, la paura non è desiderio comprendendo questo penso che il lavoro di desensibilizzazione sia fatto già in grande percentuale. Buon lavoro
Non poteva spiegarlo meglio, ha centrato il punto! La differenza non risiede tanto nel contenuto specifico dell'ossessione, che in questo tipo di DOC può risultare ancora più spaventoso, ma piuttosto nelle sensazioni che vi si associano, come la paura. Proprio come accade nel DOC omosessuale o di aggressione, la paura e l’ansia vengono spesso fraintese come desiderio di mettere in atto quelle azioni, e seguono un po' i principi che spiego nel video
Grazie come sempre dottore, le auguro un buon lavoro
Buongiorno. Descrizione perfetta. Io ho paura dei pensieri intrusivi. Io ho un doc che varia. Cioe fisso le cose e le devo vedere almeno 3 4 volte e se non ke vedo mi sento in colpa e penso a cose brutte che possono succedere. Proverò a lasciare andare ma non è facile.
Ciao Giuseppe, grazie per aver condiviso la tua esperienza. Capisco perfettamente quanto possano essere difficili da gestire i pensieri intrusivi e quanto possano generare ansia, paura o disagio. È molto comune sentirsi in colpa, anche quando si cerca di fare del proprio meglio per gestire questa situazione. Spero che questi video ti offrano qualche strumento utile per lasciar andare questi pensieri e ritrovare un po' di serenità
Grazie
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Buona sera dottore, grazie come sempre per il suo contributo. A seguito di un periodo ( 8mesi ) di pensieri intrusivi a carattere aggressivo ( quasi neutralizzati) mi trovo con il passare tre quattro giorni in serenità e poi all' improvviso mi arrivano di nuovo una " serie di proposte" che ovviamente riesco a gestire in breve tempo ma aimé questo mi lascia a dosso un senso di colpa/angoscia abbastanza pesanti come se non fosse tutto a posto. Questo fa parte anche del DOC ? Ringrazio anticipatamente
Ti ringrazio per il tuo interesse e per aver condiviso la tua esperienza. Non è facile fornire una risposta precisa senza approfondire meglio, ma ci proverò. Se ho capito bene, mi sta dicendo che ci sono giorni in cui riesce a vivere serenamente, senza interferenze dei pensieri intrusivi, e altri in cui, sebbene i pensieri siano meno frequenti e invasivi rispetto al passato, il loro arrivo lascia comunque un senso di colpa o angoscia per via della loro natura indesiderata. È corretto? Questa dinamica potrebbe effettivamente far parte del Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC). Spesso, dopo aver superato la fase più acuta, le persone si ritrovano con una riduzione dei pensieri intrusivi, ma anche pochi episodi possono lasciare uno "strascico emotivo", come ansia o senso di colpa, proprio a causa della loro intrusività e dell'impatto psicologico che hanno avuto in passato. A breve pubblicherò un video dedicato al DOC con pensieri aggressivi, e realizzerò anche un contenuto specifico su questo tema legato alle sensazioni residue o "ricadute". Grazie per il suo contributo al canale.
Grazie a lei per la risposta, e per l'aiuto che offre. Buon lavoro
Questo video mi è servito tanto. Grazie veramente
Grazie a te Giuseppe!
Grazie ❤
Grazie a te! 🙏
Buona sera, non avendo la possibilità di rivolgermi ad uno psicoterapeuta ho dovuto affrontare da solo, a seguito di un periodo di stress sono partiti una serie di pensieri intrusivi a sfondo aggressivo di conseguenza la paura di essere fatto così ha scatenato una crisi di panico. Oggi ( dopo otto mesi)a furia di insistere con il non dare peso eccessivo ai pensieri sono riuscito a non avere più paura. Secondo lei è la strada giusta? Grazie di cuore e grazie per il contributo che da a tutti
Grazie per aver condiviso la tua esperienza. Ci sono effettivamente molti casi documentati in cui le problematiche legate al DOC migliorano nel tempo grazie al meccanismo che hai descritto: lasciare scorrere i pensieri intrusivi senza rispondere in maniera disfunzionale. È un approccio efficace perché il problema spesso non risiede tanto nel contenuto del pensiero in sé, quanto nel meccanismo con cui lo interpretiamo o reagiamo ad esso. Hai fatto un ottimo lavoro nel riuscire a non dare un peso eccessivo a quei pensieri, e il fatto che tu non provi più la stessa ansia di prima è un segnale molto positivo. Se non hai la possibilità di contattare uno psicologo, ti consiglio di approfondire la questione leggendo il libro di Gabriele Melli, “Vincere le ossessioni”. È un testo breve ma ricco di consigli pratici su come affrontare il disturbo, pensato proprio per persone che non hanno sintomi eccessivamente gravi da richiedere un intervento immediato. In ogni caso, ogni settimana caricherò contenuti proprio su questi argomenti, quindi spero davvero di poterti essere d’aiuto anche in futuro!
Ringrazio per la risposta, senz'altro prenderò il libro. Grazie per il suo contributo, buon lavoro
👎👎👎👎no comment..si rovina di più la gente
Ignazio, tu che sei così sensibile alle problematiche del DOC hai mai approfondito gli interventi della terapia breve strategica ? Credo che le tecniche paradossali siano qualcosa di straordinario, utili per diverse situazioni, non solo per il DOC Io con la “programmazione della ripetizione” ho superato ossessioni su pensieri in modo pazzesco, aiutandomi anche con la gelosia. Ed è una tecnica che ogni tanto torno ad usare quando si presentono pensieri ripetitivi un po’ disturbanti, o anche forte dolore emotivo. E mi ha aiutato non solo a superare pensieri ossessivi, ma con un effetto cascata ha avuto un risvolto positivo su tante cose, come la gestione di stress ed emozioni. Nel caso non la conoscessi ti invito ad approfondire non solo questa ma tutti gli interventi paradossali
Ciao Jacopo, sì, conosco la scuola breve strategica: ho appena concluso il loro master annuale in psicologia clinica strategica. Nonostante mi stia specializzando in psicoterapia cognitivo-comportamentale, ho deciso di frequentare questo master perché, come te, ero affascinato dal mondo degli interventi paradossali e dalle tecniche della strategica. Alla fine di questo percorso, sono arrivato alla conclusione che spesso si utilizzano nomi diversi per descrivere concetti simili. Ad esempio, l’ABC della CBT nell’approccio strategico diventa il "diario di bordo", e tecniche paradossali come "aggiungere legna per spegnere il fuoco" si rifanno comunque a principi del comportamentismo e del cognitivismo, riformulati in una veste diversa. In sostanza, la logica di fondo è molto simile. Apprezzo il modello strategico per la sua capacità di rendere la psicoterapia più accessibile al grande pubblico, ma ci sono aspetti che non condivido, soprattutto il loro prendere le distanze da gran parte della letteratura scientifica sulla psicoterapia, promuovendo l’idea che solo l’approccio strategico sia efficace. Alla fine, chi lavora in questo campo sa che più che essere un terapeuta "breve", è fondamentale essere un terapeuta “bravo”, al netto dell'indirizzo terapeutico. Infatti, come immagino saprai il modello non è pensato per trattare i disturbi di personalità (c'è stato un tentativo, ma non mi ha convinto molto). Detto questo, nulla da dire sull’efficacia: non la metto in dubbio, anche perché molte delle tecniche utilizzate si basano sulla desensibilizzazione dell’ansia e sulla ristrutturazione cognitiva, strategie di comprovata efficacia. Grazie per i tuoi spunti e per l’interesse che dimostri!
@@psicologiaevidencebased Sono super d’accordo che molte teorie e tecniche sono uguali tra gli approcci ma cambiano semplicemente i nomi ahahah Questo da addito al modello contestuale e i fattori comuni. Però non sono sicuro che l’esempio che fai con lABC e il Diario di bordo sia super azzeccato. Poi può darsi che sbaglio, in fatti correggimi, dopo tutto non sono laureato e ne ho di strada da fare per diventare terapeuta. L’ABC ha come obbiettivo quello di creare consapevolezza, facendo analizzare, A contesto/evento, B pensieri, C ed emozioni che diventano reazioni. Mentre per quanto riguarda il diario di bordo la creazione di consapevolezza è solo secondaria, l’obbiettivo primario è la distrazione cognitiva, di fatti si chiede di scrivere mentre si sta svolgendo la sintomatologia, all’inizio del attacco di panico. Quando scrivi sul diario di bordo devi scrivere ogni dettaglio delle seguenti categorie, data, ora, luogo, persone presenti, situazione, pensieri, sintomi, reazioni. Io ricordo che l’obbiettivo principale dell’ABC è quello di lavorare sui pensieri disfunzionali. (Tra l’altro a primo acchito mi sembra più efficace l’ABC per una questione di semplicità, e più semplice è il compito, più probabilmente verrà eseguito) Dimmi cosa pensi di questa visione nella comparazione delle due tecniche. Per quanto riguarda il fatto che c’è gente che pensa che solo l’approccio strategico sia efficace, bé, io e te sappiamo quanto meno quanto questa sia una cazzata, intendo il fatto che sia efficace solo l’approccio strategico. E che in verità si trovano terapeuti di ogni approccio che pensano questo del proprio approccio. In vece qual’è la parte di letteratura che dici ignorano gli strategici ? Sulla cosa del terapeuta breve bravo al netto della scuola di terapia vorrei farti riflettere sul fatto che una terapia più efficiente aumenta anche l’efficacia della stessa, cioè, più velocemente crei cambiamenti nel paziente, prima riduci sintomatologie anche rischiose come i pensieri suicidari, prima il paziente starà bene e prima potrà ricominciare a vivere e tu potrai concentrarti sul consolidamento dei cambiamenti. Come dico io, non puoi aiutare nessun paziente morto ahahah Sappiamo che ci sono ancora pazzi criminali psicoanalitici, qua a Palermo dove abito io è pieno di Junghiani… La CBT è a tutti gli effetti una terapia breve, la media delle sedute non è così distante da quella di un terapeuta strategico. E questo diventerà sempre più vero grazie ad interventi come il protocollo unificato. Quindi per me aumentare l’efficienza degli interventi terapeuti, significa anche aumentarne l’efficacia. Poi si la strategica non è pensata per i disturbi di personalità, ma nella cura delle sintomatologie anche di questi ultimi può rivelarsi un’ottima freccia al nostro arco. Comunque grazie a te Ignazio per il tuo bellissimo canale, è quello che avrei voluto creare io. Mi piacerebbe se facessi un video su Rosenzweig, e Luborsky, modello contestuale e medico, e fattori comuni.
Ciao Jacopo, allora il discorso sarebbe molto lungo, però cerco di sintetizzarlo. Per quanto riguarda la terapia breve strategica, secondo me il tema principale è che l'alone di mistero che la circonda è spesso alimentato due cose: la "brevità" e la "strategia". Da quello che ho potuto osservare in prima persona, dopo aver completato il master, è che è vero che la "strategia" che utilizzano nel suo insieme è “originale” ma se la scomponi si tratta di concetti e tecniche che esistono già dall’alba dei tempi. Sul tema della brevità, qui si apre un altro capitolo enorme: nella mia esperienza, la brevità sembra più un ideale applicabile ai casi "manualistici" (che poi nella pratica sono pochissimi). Nei casi in cui la problematica era chiara e delimitata, ho visto con i miei occhi terapie davvero brevi. Tuttavia, il restante, anche in questo approccio, duravano molto di più delle famose 10 sedute. Quindi, se la brevità è una caratteristica che si applica solo ai professionisti iper competenti, e solo in una determinata casistica, allora il discorso della brevità regge solo fino a un certo punto. Per quanto riguarda la letteratura scientifica, qui si apre un altro grande tema. Se guardi le riviste internazionali del settore, non troverai studi sull’approccio breve strategico, se non giusto qualcosina ma solo in determinate riviste. Questo è un problema, perché l’efficacia dichiarata si basa su dati gestiti internamente, che non passano il vaglio di revisori o esperti indipendenti. D’altronde, se davvero fosse possibile curare tutti i disturbi nell’area del nevroticismo in 10 sedute, gli ospedali di tutto il mondo si affiderebbero esclusivamente a questo approccio, e le terapie farmacologiciche praticamente verrebbero cestinate. Ma non è quello che vediamo: i dati in letteratura dicono un’altra cosa. Per concludere, riconosco in te quell’entusiasmo e quella passione che dovrebbero contraddistinguere ogni psicologo. Mi ritrovo nei ragionamenti che fai, perché erano gli stessi che facevo io durante il mio percorso di studi. Però, quando inizierai a praticare, ti renderai conto che molti schemi saltano, e che casi in cui "A causa B" sono più rari di quanto sembri. Con il tempo (purtroppo) diffiderai di quella linearità teorica che viene così tanto sponsorizzata. Detto questo, nelle prossime settimane pubblicherò video più sul DOC, sull’ansia e sulla depressione. Però ho già registrato un video sui fattori comuni che caricherò a breve. È sempre un piacere parlare con te!
@@psicologiaevidencebased Grazie Ignazio, molte delle cose che hai detto mi risuonano, anche a me spesso fa un po’ strano la linearità di alcune teorie, come hai detto ad una certa è anche una questione di applicarle le cose e rendersi conto mentre si hanno le mani in pasta. Per quanto riguarda i farmaci mi sembra ovvio che non esisterà mai un intervento che non giovi dall’utilizzo congiunto dei farmaci, dopo tutto il lavoro migliore è quello in equipe con un minimo di 3 professionisti, 1 psicologo/psicoterapeuta, 2 psichiatra, 3 assistente sociale, ed è anche facilmente intuibile che una presa incarico in equipe ottimizzi veramente l’efficacia della terapia. Ti volevo chiedere, mi consiglieresti un paio di riviste già che ne hai parlato ? E sarebbe per me anche interessante se facessi un video su come trovare gli studi e aggiornarsi continuamente. Perché andare su PubMed e mettere i filtri, o aspettare di sentir parlare divulgatori di alcune cose è un po’ limitante.
@@jacopovinci8807 Ti consiglio due riviste importanti che sono ottime fonti per restare aggiornati nell’ambito della psicoterapia: 1. Journal of Consulting and Clinical Psychology - È una rivista pubblicata dall'American Psychological Association (APA), che tratta principalmente di studi empirici e applicazioni cliniche. Ha un buon Impact Factor, ed è una delle fonti più affidabili per chi lavora nel settore. 2. Behaviour Research and Therapy - Questa rivista (più sul versante CBT) è ampiamente citata per la sua rilevanza scientifica. In generale, per capire se una rivista è affidabile devi guardare l’impact factor, che misura la qualità e l’influenza di una rivista scientifica. In breve, indica la media delle citazioni ricevute dagli articoli pubblicati in un periodo specifico (solitamente due o cinque anni). Una rivista che ha un valore superiore a 5 (specialmente nelle scienze psicologiche), è considerata eccellente. In generale, tutte le riviste associate all'American Psychological Association (APA) sono sinonimo di affidabilità e qualità. Se scegli una rivista APA, e vai sul sicuro.
Due tipi di approcci. Gli approcci basati sul paziente: Come la terapia centrata sulla soluzione, o la terapia a seduta singola, o la terapia strategica, E tutti gli interventi cognitivo comportamentali che risultano essere trasversali, come: Il protocollo unificato, l’MBSR e MBCT ecc… Poi più frecce hai al tuo arco, meglio è. Frecce ovviamente basate sull’evidenza: EMDR, Ipnosi clinica, la stessa terapia a seduta singola la puoi utilizzare come strumento per aumentare efficacia ed efficienza delle tue sedute a prescindere dal tuo approccio. Però ecco, in conclusioni approcci brevi, più centrati sul cliente, come appunto la terapia centrata sulla soluzione ti permettono, forse, di affrontare meglio anche problematiche nuove che non hai mai affrontato anche meglio degli approcci cognitivi.
Bravo
Non sono per niente d'accordo con la seconda che ha detto
Non crede che un intervento psico-educativo possa essere utile per il DOC? Tenga conto che, tendenzialmente, gli interventi più efficaci per questo disturbo prevedono un processo di familiarizzazione con le modalità di funzionamento del disturbo
@@psicologiaevidencebasedquando lei parla della psico educazione...che non bisogna mettere al corrente il paziente di cosa sta effettivamente succedendo nella sua testa.... infatti qui non sono d'accordo. Intendevo questo.
@@arancinafriz9906 Forse non sono riuscito a esprimermi in modo chiaro nel video. In realtà, sono pienamente d'accordo con te: credo sia fondamentale spiegare ai pazienti cosa sta succedendo nella loro mente. Nel video, infatti, intendevo proprio sottolineare che l'obiettivo è far sì che le persone con questo disturbo diventino i maggiori esperti del funzionamento della loro problematica. Solo così possono acquisire gli strumenti necessari per affrontarla in modo consapevole e proattivo
@@psicologiaevidencebased Nel video lei dice che il paziente deve arrivare da solo a comprendere il funzionamento della malattia e non per mezzo del terapista....poi posso essermi sbagliata.
@@arancinafriz9906 io ho capito l'esatto opposto, hai capito male mi sa. Riascoltando, ho notato che ti sfugge un "piccolo" dettaglio. Tutto il video è incentrato sulle cose da "NON FARE"... basta riascoltare. "il terapeuta non educa il paziente a riconoscere la malattia". (cosa da non fare). Conclusione: la cosa giusta è educare a riconoscerla. 😆🙏
Ciao Ignazio, grazie per i tuoi video, sai se c’è una struttura a Palermo, o uno psicologo online che applica Unified protocol a cui inviare i pazienti ? Su Internet ho trovato praticamente solo articoli. Se tu hai iniziato una pratica clinica privata online, e lo stai applicando con successo fammi sapere.
Ciao Jacopo, grazie a te per il tuo interesse! Contattami pure via email all'indirizzo che trovi nella descrizione del video così potrò darti informazioni più dettagliate sia sulla mia attività clinica privata che sullo Unified Protocol. A presto
Bravo! bella esposizione . Interessante.
Ti ringrazio!