Grandissimo M°, condivido al 1000x100 per averne in parte espressi anch'io in pubblico. Non sono prevenuto verso le novità, anzi, sane aperture mentali possono ridare lustro all'opera, come fece Luchino Visconti; ma lì si captava la genialità, adesso non mi pare che in giro ci siano personalità straordinarie da partorire novità luminose. Vedasi le recenti produzioni Arena VR, con allestimenti mastodontici nel vano tentativo di far appassionare i giovani all'opera, presentandola a mo' di musical americano, tanto fumo e poco arrosto! In apertura di Aida, Ramfis e Radames nel loro breve quanto "privato" dialogo erano attorniati da un gigantesco numero di figuranti, nella totale confusione... Mah ... Forse non serve aspettare dai posteri l'ardua sentenza!
Evidentemente i registi innovativi vogliono essere essi stessi i protagonisti, alle spalle dei musicisti, compositori compresi !!! E con quale diritto ?
Sono musicista ed ho suonato in molte opere con vari allestimenti. Il problema è che le regie devono avere attinenza con ciò che succede in scena. Si possono attualizzare ma devono "funzionare" sia scenicamente che musicalmente. Ho anche visto un Gianni Schicchi ambientato agli inizi del '900. Funzionava. Mi chiedo se alcuni registi conoscano a fondo le opere e la musica, e si mettano al loro servizio o piuttosto si mettano al servizio del loro egocentrismo
L'ultima frase conferma ciò che pensavo sui registi ai quali gli viene affidato questo incarico. Credo che alla base, come in tutti i campi, manchi l'umiltà per collaborare per raggiungere l'obiettivo finale.
Ero presente a Torre del Lago il 14 luglio ed ho avuto modo di assistere a tutto, sia alla protesta di Veronesi sia all’intera messa in scena … mi limiterò a dire che, alla fine del primo atto, quando Mimì e Rodolfo dovrebbero raggiungere il resto del gruppo da (o verso) Momus (l’indicazione di Puccini recita esplicitamente “s’avviano sotto braccio alla porta d’uscita” e, poco più avanti, sottolinea chiaramente che la voce viene “da fuori”), il regista è riuscito a far sì che i due si mettessero insieme sotto un sacco a pelo. Ma potrei andare avanti ore, partendo dalle mille provocazioni politiche assolutamente fuori contesto, compreso il plateale pugno alzato del regista a fine rappresentazione, e arrivando drammaticamente ad un Marcello intento a sacrificare nel camino sedie di metallo; per non parlare della cuffietta rosa di Mimì divenuta un logoro cappello di Babbo Natale. Non ci siamo … il teatro (era la sera della prima), quasi al completo, al termine della rappresentazione si era mezzo svuotato. Ho 23 anni (e lo sottolineo poiché sento spesso dire che gli “ammodernamenti” sarebbero fatti per avvicinare i giovani alla lirica o al teatro in genere; ho amici e conoscenti appassionati che hanno smesso di frequentare i luoghi del melodramma per lo stesso motivo), nonostante questo amo le regie “fedeli” o, diciamo, “tradizionali”; tuttavia mai mi sono scomposto di fronte ad attualizzazioni o reinterpretazioni, anche molto lontane dal concetto stesso di fedeltà. In quest’occasione, per la prima volta, mi sono sentito sinceramente preso in giro. Sarà colpa dell’età o dell’inesperienza, ma dire che ne sono rimasto profondamente rammaricato e amareggiato significa solo addolcire la pillola.
Andando a teatro Lei, implicitamente, incoraggia simili scempiaggini, anche se, personalmente, detesto le lacrime facili pucciniane. Il Suo sgomento è forse proprio lo scopo cui mirano codesti campioni della regia. Ma forse, in quest'epoca barocca, al pubblico piace sentirsi scandalizzato. Io, al teatro d'opera, non vado più da anni e anni.
Non andare a teatro è, nei fatti, la scelta che molti appassionati, anche tra i miei conoscenti (giovani e non), hanno preso o stanno iniziando a prendere. Personalmente non credo che l’abbandonare il mondo del melodramma sia una soluzione. Negli anni (e, nonostante l’età non mi consenta di vantare una lunga esperienza, ho comunque 8 anni di frequentazione alle spalle) ho avuto modo di osservare ed apprezzare, qui a Torre del Lago, rappresentazioni davvero ben fatte, alcune anche spettacolari (penso, per esempio, alla Turandot del biennio 2017/2018 o a quella del 2019, ma non solo) … credo che la cosa migliore da fare (ed è quello che farò d’ora in avanti) sia informarsi, prima di acquistare i biglietti, sul regista in genere: chi è, qual è il suo pensiero riguardo alla messa in scena e quali sono stati i suoi lavori precedenti. Ovviamente questo è solo un mio pensiero o, meglio ancora, una scelta dettatami dal fatto che respirare l’aria del teatro di tanto in tanto mi è indispensabile.
Non ero presente alla protesta di Veronesi, ma ho assistito all’ultima messa in scena di Bohème al Pucciniano il 10 agosto. Essendo molto affezionato all’opera è naturale che certi bruschi cambiamenti attuati nei primi tre quadri mi avessero fatto storcere il naso, ma fino alla fine sono più o meno riuscito a godermi la rappresentazione. Fino alla fine, in cui un finale tanto toccante quanto drammatico, finale che è bello proprio perché estremamente naturale, è venuto completamente mandato allo sbando per dare vita a una sorta di protesta ambientalista. Al posto di vedere la povera Mimì spegnersi fra le braccia dell’amato e circondata dai pochi amici di sempre, devo vedermi uno stormo di comparse invadere la soffitta degli artisti quasi per “profanare” Rodolfo, lasciando morire Mimì da sola; senza nessuno. Qui non si tratta solo di intuizioni che possono piacere o no, qui si tratta di un dramma che non è quello scritto da Puccini, Giacosa ed Illica: e che a mio avviso, almeno per quel che riguarda questo finale, quasi non merita di chiamarsi Bohème.
A un di presso, è quello che fanno certi neo-ambientalisti che esternano il loro disagio personale, contrabbandato per ambientalismo, imbrattando i monumenti. Tuttavia, almeno, questi ultimi non vantano pretese creative e culturali.@@mattiadellamico888
L'altroieri RAI3 ha trasmesso, dall'Arena di Verona, un Barbiere di Siviglia tra le siepi rotanti (letteralmente!) davvero inconcepibile ed inguardabile... 😖
Parlo da wagneriano "feroce" : ho visto a Bayreuth cose rivoltanti ... ll Lohengrin di Neuenfels , il Ring di Castorf, il Parsifal di Schlingensief, e quest'anno il Ring di Schwarz e il Tannhäuser di Kratzer. E posso garantire che c'è dissenso tra il pubblico...Non a caso anche adesso si trovano ancora biglietti on line sul sito del Festival...Fino a dieci anni fa per entrare al Festspipelhaus occorrevano attese bibliche ...Non si tratta di rimpiangere fondali dipinti ed elmi di cartone, ma almeno sarebbe importante che cio' che si vede non stravolgesse il significato di un'opera, cosa che invece accade sempre piu' spesso ...
Ich bin auch ein Wagner-Fanatiker aber nahm nie an einer Vorstellung in Bayreuth teil. Die Frage ist: warum ins jeneTheater eintreten und so viel ausgeben, insbesondere wenn die Inzenierungen solcher schlechten Qualität sind? Vielleicht hören diese Monstrositäten auf, wenn niemand ins Theater mehr geht. Nicht wahr? Herzliche Grüße!
Rispetto al gesto del Maestro Veronesi non mi esprimo, ma chi è dell’ambiente “sa”! L’importante non sono regie tradizionali o attualizzante (o chiamate “moderne”) … esistono solo regie belle e regie brutte; se un regista è intellettualmente onesto difficilmente lo spettacolo “non funziona”.
Maestro basterebbe rifarsi alle regìe di Visconti, semplicemente e vivere di rendita. Visconti era un perfezionista ma anche un diplomato di violoncello e quindi la musica la conosceva e quindi era di fatto un capocomico così come il rimpianto Cantelli. Purtroppo sono intervenuti i "registri" di professione e sono anche piuttosto "invadenti". La ringrazio e la saluto. v.v. -:)
Io non mi ritengo (ancora) anziano, ma queste regia che vogliono attualizzare non le sopporto. Se so che mi fanno La Traviata ambientata negli anni '60 del novecento o una Boheme con i personaggi vestiti da paninari evito di andare a vederla. Peraltro l'ambientazione è più o meno esplicitata nel llibretto (non è che le opere scritte nell'800 sono ambientate nell'800 come sappiamo), non vedo perchè modificarla. Per non dire poi di quando la regia va per i fatti suoi senza seguire le parole: se il parlato mi dice "sali le scale" (faccio un esempio) e la scala non la sale nessuno o neppure c'è in scena, c'è qualcosa che non va. Ci deve essere attinenza tra quello che viene detto e quello che viene rappresentato in scena!
Video su una questione interessante. Non si creda però al figlio dell’oncologo che fa l’indignato verso le regie di sinistra: è solo un modo per accreditarsi verso il governo attuale, sperando di rastrellare ruoli e prebende…in passato il tizio ha sempre cercato e fatto carriera per ‘aderenze’ politiche (fino a poco tempo fa era piddino, poi calendiano, ora fratellino italico…Franza o Spagna purché se magna…). Chi è un minimo nell’ambiente sa…
Ho appena visto una messinscena del 1997 in Francia della Medea di Cherubini, capolavoro non ancora riconosciuto sufficientemente, in cui già dall' ouverture si presentano due ballerini che mimando il gesto del violinista distolgono totalmente l'attenzione sulla tragicità delle note del maestro fiorentino, quasi ridicolizzando il tutto. Molto discutibile e imbarazzante a mio parere. La messinscena, in abiti da rivoluzione francese anziché da tragedia greca, per il resto non è male, tutt'altro, ma quell' esordio chiede vendetta...
Se si cambia la scenografia, è dunque non importante? In tal caso si potrebbe fare un concerto senza di essa. Se invece è importante, si potrebbe mantenere intatta cambiando però la musica? Magari eseguendo "Le nozze di Figaro" in rap... tanto le rime ci sono. O forse scenografia e musica sono un perfetto connubio che da vita ad un'esperienza unica da parte dello spettatore, che lo porta indietro nel tempo, fuori dalla realtà, il tutto coronato da sentimenti incredibili... visivi e uditivi... che solo l'opera può offrire? E' vero che questa forma d'arte ormai è statica poiché siamo rimasti ancorati a quei quattro capolavori classici che tutti conoscono e ci guardiamo bene dal favorire la produzione e l'esecuzione di nuove opere (che in questo caso, potrebbero essere in stile moderno e attuale), ma questo non giustifica il deturpare un'opera classica che deve necessariamente avere una scenografia in stile con la musica, perché ogni tipologia musicale deve avere il suo contesto.
Buongiorno, tralaltro opere nuove ( e valide) ce ne sono...ma non vengono allestite. ( non so perché).Io ho suonato in un'opera di Lorenzo Ferrero, "Mare nostro", gradevolissima che mischia classica, pop e jazz. Inoltre ho visto due bellissime opere di Laurent Petitgirard ( sono su UA-cam)"Joseph Merrick dit Elephant man" e "Guru" . La prima la considero un capolavoro
@@claudiapane5857 non vengono allestite perché interessa solo "il nome" per vendere biglietti... ormai non facciamo arte, bensì i "jukebox". Per cui l'unico modo che hanno di portare un po' di innovazione è quello più sbagliato, o sia quello discusso.
Caro Maestro, è un gran piacere e molto istruttivo ascoltarla- amo ogni genere di bella musica, in particolare la lirica, in particolare il"bel canto"- sarei lieto che ella trattasse delle varie corde d'Eli cantanti e della evoluzione del gusto e della tecnica- i nostri grandi maestri di canto hanno ceduto il campo agli stranieri?
Ci parli anche della vocalita' tenorile, che ha una galleria di illustri da Caruso e la sua modernità,sino agli ultimi veramente grandi, Del Monaco, Di Stefano, Corelli con tutto il ridoetto per Domingo( tenore) Carreras,Bergonzi, Pavarotti, Pavarotti 1:52 , Florez..... ( ho dimenticato Gigli)...
Alcuni anni fa andai al san Carlo di Napoli per vedere il Don Carlo di Verdi. Dovetti chiudere gli occhi molto spesso per evitare la violenza della regia su di me e sulla musica stessa
Tosca 29 luglio, Arena di Verona. Al pastorello del terzo atto viene messa una canna da pesca in mano e un cappello alla Sampei. Scoppio a ridere con discrezione, ricevendo sguardi di riprovazione dagli spettatori intorno a me, ignoranti come capre.
Regia di Hugo De Ana? Ho il dvd del 2003, con Raimondi come Scarpia e la Cedolins come Floria... Quel pastorello trasformato in pescatore mi ha sempre fatto storcere il naso
…oppure i registi (alcuni non tutti) spostano le persone del coro senza tener conto delle varie sezioni canore (bassi baritoni tenori etc.) creando una grande confusione sonora
La questione è sicuramente complessa e va sicuramente al di la' dello spazio di un post. A me sembra piuttosto che attualmente ci sia il problema inverso, ossia vedo una preoccupazione da parte delle direzioni artistiche nell'allestire spettacoli tradizionali. La preoccupazione è probabilmente quella di essere tacciati di passatismo dalla critica o di non apparire sufficientemente impegnati o progressisti. Penso anche che, molte volte, allestimenti non tradizionali rappresentino un'ancora di salvezza dato che la mediocrità del regista apparirebbe molto più evidente in un allestimento di tipo tradizionale che possa essere paragonato al ricordo di grandissimi registi del passato come Strehler o Visconti. Un allestimento decontestualizzato toglie se non altro i termini di paragone...e limita il disastro😂 Vero è che alcune regie in chiave moderna se fatte da registi di talento (Es Luca Ronconi o Damiano Michieletto) realizzate con rispetto nei confronti del compositore hanno funzionato e anche molto bene aggiungendo elementi della sensibilità moderna senza alterare i contenuti dell'opera. Questo però IMHO rappresenta più l'eccezione che la regola.
Il vero problema è che gli spettacoli “tradizionali” sono molto più costosi. Costumi d’epoca e scenografie storiche sono terribilmente dispendiose sia come produzione sia come manutenzione.
Il tema vero non è mai l'attualizzazione, bensì le regie "antiteatrali" che forzano intere scene di un'opera (ma accade anche nel teatro non musicale) per "appiccicarci" cose che non c'entrano niente o addirittura contrastano con il significato della scena stessa; 30 o 40 anni fa erano di gran moda i tentativi di "lettura psicologico-simbolica", oggi mi pare prevalgano le interpretazioni di segno socio-politico, con tanto di riferimenti alla questione migratoria o alla crisi climatica. Il risultato è che la regia anziché rappresentare l'opera per quello che è (vivificandola) la sovraccarica di simboli (quando va bene) oppure addirittura usa l'opera lirica come veicolo per comunicare messaggi che sono cari al regista o all'ambiente culturale dal quale il regista proviene (o da quello da cui si vuol far notare)... Ovviamente c'è anche una parte di pubblico che non sopporta di per sé l'attualizzazione di un'opera perché fondamentalmente va a teatro, a vedere un'opera lirica, con la stessa mentalità con cui si va (o magari si andava) ai musei e pretende la "museificazione" del melodramma, quindi se non ci sono le crinoline in Manon Lescaut o gli elmi cornuti in Siegfried 😆 allora resta delusa... Però secondo me il problema dei registi che fanno strame dell'azione teatrale, spesso per infantili manie di protagonismo o perché convinti di dire qualcosa di più importante dell'opera stessa, è diventato davvero molto grave.
È la ragione per la quale non vado più all'opera. Meglio un DVD o un CD di un'edizione ben diretta. Veronesi ha fatto bene. I nuovi registi non hanno idee.
Posso dire la mia da novizio e ignorante dell' opera? Devo ringraziare molto questo canale, perché mi sta facendo appassionare. Per ora ho visto solo due opere dal vivo, una traviata in un piccolo tetro provinciale e l' Aida all' Arena di Verona. Io non capisco nulla, ma tra i due ho preferito decisamente la regia provinciale, perché tradizionale. L' Aida all' arena mi ha deluso, questa enorme mano dietro il palco, questi scenari ipermoderni, questi antichi egizi con vestiti argentei da futuri astronauti da filmetto di quarta categoria non li ho capiti. Sinceramente, da novizio, delusione totale Domanda per gli esperti: come posso sapere, quando prenoto, se ci sarà una scenografia tradizionale o attualizzata? Vorei andare a vedere qualche opera, ma vorrei conoscerle nelle loro ambientazioni originali per ora. Grazie
Secondo me qualche variazione e/o attualizzazione ci può stare, ma bisogna saperlo fare. Attualmente sembra che si voglia solo ed esclusivamente provocare, invece le scelte registiche devono avere una motivazione. Quello che viene criticato è il pasticcio che viene fuori, non la scelta alternativa. Ricordo una Tosca oscena senza senso in cui il pastorello lecca in maniera quasi lasciva un lecca lecca che poi spacca con rabbia (?!?!). Eppure un Elisir d'amore in spiaggia funzionava molto bene.
L’attualizzazione delle opere è la cartina tornasole di un fatto ben più tragico: mancano opere nuove. O meglio, non c’è spazio per le nuove composizioni. Si preferisce fare la milionesima Traviata con qualcosa di diverso per distinguersi dalle 999.999 precedenti piuttosto che investire sul nuovo, viziando un pubblico di per sè già tradizionalista, creando un corto circuito: stesso pubblico che vuole vedere sempre le solite opere, e che ogni tanto si azzarda a vederle leggermente “diverse” per illudersi di essere al passo con i tempi.
@@Vito_Lo_Re Farai mai un video a riguardo? Sembra essere un tema interessantissimo, soprattutto per chi (come me) guarda questo mondo solo dall'esterno
@@Vito_Lo_Reè complessa qui in Italia, per un semplice motivo: Verdi e Puccini sono stati il nostro vanto la nostra ID card all’estero per oltre un secolo, ma sono stati anche la nostra condanna. Ci siamo seduti tranquillamente sugli allori e intanto il mondo andava avanti.
@@Vito_Lo_ReNon vedo l'ora! Anche perché senza conoscere dinamiche del genere diventa molto difficile capire certe tendenze artistiche della musica d'oggi (come per esempio la quasi totale assenza di nuove opere, oppure la grandissima influenza che la regia ha oggi - tema che hai toccato di sfuggita quando hai parlato dei direttori artistici dei teatri, una figura professionale alla quale francamente non avevo mai pensato). Spero che col tempo riuscirai a schiuderci questo mondo da dietro le quinte
In una regia d'opera personalmente aborro tutto ciò che si discosta, sia pure leggermente, da ciò che è scritto nella partitura e nel libretto, ovvero da ciò che volevano gli autori. Dovrebbero istituire il reato di vilipendio di opera d'arte, perché di questo si tratta. Del tutto assimilabile a chi tira una martellata alla Pietà di Michelangelo. Se un regista vuole dare libero sfogo al suo estro, allora che se la scriva da solo un'opera lirica e poi gli faccia la regia. Qui parliamo di opere d'arte di ciclopica statura i cui autori purtroppo non ci sono più e non si possono difendere... ma soprattutto non c'è chi li difende. Pertanto ciò che è stato scritto dev'essere rispettato alla lettera, senza neppure la minima modifica. Ma davvero qualcuno pensa che si possa far meglio di quanto è stato scritto... ??? E ovviamente ciò riguarda anche le libertà che qualcuno si prende sulla musica, inserendo per esempio un do di petto😮 là dove non è mai stato scritto. Oppure facendo tagli che l'autore non ha previsto. Evidentemente la parola "Rispetto" ha perso di valore.
@@Vito_Lo_Re Io penso che ci sono cose in cui non si possa non si debba essere accomodanti. Dobbiamo sempre metterci nei panni degli autori meravigliosi... ma che oggi non ci sono più e non si possono difendere. Io so che erano molto rigorosi e facevano bene ad esserlo. Già hanno dovuto sopportare gli affronti della censura era dell'epoca. Perché fargli sopportare post mortem il nostro libertinaggio ???
Hai fatto una fotografia (anzi una radiografia) di quello che succede... io meglio che sto zitto perché se ne vedono do cotte e di crude. Inoltre nel bel canto si possono cantare solo le vocali e quindi c'è una dilatazione temporale della parola (a vantaggio della musica e relativi virtuosismi che si possono sentire nelle arie, cabalette ecc). Insomma quello che proprio non sopporto sono i registi che pensano sia 'il loro show' e che tutti, a cominciare dal direttore d'orchestra, debbano stare a 'disposizione' del regista. Cari registi, non ci scordiamo che siete voi gli ospiti nel mondo del teatro musicale e non viceversa. Quindi state servendo il compositore ed il librettista e non una sceneggiatura alla quale avete messo mano voi.
Ma il Maestro Veronesi ha veramente diretto bendato? per non vedere la regia .Che cattivo gusto e oltretutto dimostra di non avere ricevuto quella che nella mia infanzia veniva chiamata semplicemente buona creanza. Non ha l'assetto di un pianista e si butta sullo strumento. Mi chiedo come faccia a passare l'opera con gli artisti. Credo che anche questa volta è la Musica la vera vittima. Non entro nel merito della querelle e del resto neanche degli avvenimenti che lo hanno coinvolto. Perché dovrei? Oggi caro Maestro credo di avere esaurito tutta la Sua pazienza con i miei commenti che ovviamente lasciano il tempo che trovano. Frase fatta mi dispiace . La saluto e la ringrazio. Con stima e simpatia. v.v. -:)
Se un direttore d'orchestra accondiscende a questi giovani pseudo registi è solo perché o non ama l'opera oppure deve scendere a compromessi altrimenti non può più dirigere. È impossibile approvare la totale mancanza di rispetto verso gli autori da parte di questi registucoli in cerca di notorietà.
La funzione del direttore oggi è sempre meno importante. Non sceglie lui i cantanti né i registi. Consiglio la live di domenica pomeriggio per approfondire meglio questi passaggi.
Il problema parte a mio.modesto.parere sono le sovraintendenze....nella scelta del regista ....conosco le tebdenze che hanno ....ed eliminare certi avanguardisti che distruggono un capolavoro ...vi è qualcuno forse che modifica ..i promessi sposi o la divina commedia ...?no ..perchè l opera si ...anche i cantanti prima di firmare un contartto dovrebbero informarsi ..se devono far l elisir d amore su una spiaggia in costume ....l ho vista io in tv ...l unica cosa bella le gambe della soprano ...poi ho camvmbiato canale ..povero Donizzetti ...
Il regista non è scelto dal Sovrintendente ma dal Direttore Artistico. Le consiglio di guardare la live che abbiamo fatto con Corinne Baroni sull'argomento.
Finché non si ridará al direttore d orchestre il potere che aveva , finché i cantanti accettano questi schifi ( la grande Renata Scotto o la Kabaivanska hanno sempre rifiutato di cantare in allestimenti non idonei, tra le altre ), finché la politica da il La , e finché il pubblico non tira i pomodori marci come si bei tempi , questi pseudo registi avranno sempre manforte . Si può innovare , modernizzare e pure rendere l opera piu fiabesca , ma il cattivo gusto no.
@@Vito_Lo_Re Ricordo a questo proposito una bellissima Bohème appunto al teatro del Giglio di Lucca , credo che dirigesse il grande Massimo De Bernart , con una scenografia meravigliosa , uno spaccato di casa delle bambole in cui si vedevano tutte le stanze e le scale , molto suggestiva , oppure una Turamdot che feci per anni a Torre del Lago , senza scenografia con costumi spaziali , Turandot con i capelli d' oro fino a terra , e movimenti scenici che ricordavano le ombre cinesi , solo la luna veniva issata dal lago , all epoca una granitica e possente Ghena Dimitrova o Giovanna Casolla ( che si svenne all entrata della sua aria una volta ), ma allora il direttore sovrastava tutto e tutti.
Tema importantissimo e, purtroppo, più e più attuale. Grazie per questo video, buttiamo via questi allestimenti vergognosi ed offensivi!
@@stefaniatoczyskamusic hai pienissima ragione.
Ci sono delle regie allucinanti che tolgono ogni magia all'opera
Grandissimo M°, condivido al 1000x100 per averne in parte espressi anch'io in pubblico. Non sono prevenuto verso le novità, anzi, sane aperture mentali possono ridare lustro all'opera, come fece Luchino Visconti; ma lì si captava la genialità, adesso non mi pare che in giro ci siano personalità straordinarie da partorire novità luminose. Vedasi le recenti produzioni Arena VR, con allestimenti mastodontici nel vano tentativo di far appassionare i giovani all'opera, presentandola a mo' di musical americano, tanto fumo e poco arrosto! In apertura di Aida, Ramfis e Radames nel loro breve quanto "privato" dialogo erano attorniati da un gigantesco numero di figuranti, nella totale confusione... Mah ... Forse non serve aspettare dai posteri l'ardua sentenza!
Parole santissime! Da scolpire nel bronzo! 👏🏼👏🏼👏🏼(A tal proposito basti pensare alla “regia” penosa dell’Aida all’Arena di Verona)
È veramente molto interessante e pienamente condivisibile.
Grazie Maestro. Molto interessante e ben spiegato.
mille grazie! a domani!
Evidentemente i registi innovativi vogliono essere essi stessi i protagonisti, alle spalle dei musicisti, compositori compresi !!!
E con quale diritto ?
Visibilità "curricolare" (termine orrendo)?
Ha presente Visconti, Zeffirelli, Strehler? Allora, di che parliamo? Io se vado a teatro e vedo porcherie, me ne vado
Credo che pure molti cantanti se ne andrebbero volentieri...
Purtroppo ci sono moltissimi registi in cerca di visibilità
Sono musicista ed ho suonato in molte opere con vari allestimenti. Il problema è che le regie devono avere attinenza con ciò che succede in scena. Si possono attualizzare ma devono "funzionare" sia scenicamente che musicalmente. Ho anche visto un Gianni Schicchi ambientato agli inizi del '900. Funzionava. Mi chiedo se alcuni registi conoscano a fondo le opere e la musica, e si mettano al loro servizio o piuttosto si mettano al servizio del loro egocentrismo
Parole sante.
L'ultima frase conferma ciò che pensavo sui registi ai quali gli viene affidato questo incarico. Credo che alla base, come in tutti i campi, manchi l'umiltà per collaborare per raggiungere l'obiettivo finale.
Ero presente a Torre del Lago il 14 luglio ed ho avuto modo di assistere a tutto, sia alla protesta di Veronesi sia all’intera messa in scena … mi limiterò a dire che, alla fine del primo atto, quando Mimì e Rodolfo dovrebbero raggiungere il resto del gruppo da (o verso) Momus (l’indicazione di Puccini recita esplicitamente “s’avviano sotto braccio alla porta d’uscita” e, poco più avanti, sottolinea chiaramente che la voce viene “da fuori”), il regista è riuscito a far sì che i due si mettessero insieme sotto un sacco a pelo. Ma potrei andare avanti ore, partendo dalle mille provocazioni politiche assolutamente fuori contesto, compreso il plateale pugno alzato del regista a fine rappresentazione, e arrivando drammaticamente ad un Marcello intento a sacrificare nel camino sedie di metallo; per non parlare della cuffietta rosa di Mimì divenuta un logoro cappello di Babbo Natale. Non ci siamo … il teatro (era la sera della prima), quasi al completo, al termine della rappresentazione si era mezzo svuotato. Ho 23 anni (e lo sottolineo poiché sento spesso dire che gli “ammodernamenti” sarebbero fatti per avvicinare i giovani alla lirica o al teatro in genere; ho amici e conoscenti appassionati che hanno smesso di frequentare i luoghi del melodramma per lo stesso motivo), nonostante questo amo le regie “fedeli” o, diciamo, “tradizionali”; tuttavia mai mi sono scomposto di fronte ad attualizzazioni o reinterpretazioni, anche molto lontane dal concetto stesso di fedeltà. In quest’occasione, per la prima volta, mi sono sentito sinceramente preso in giro. Sarà colpa dell’età o dell’inesperienza, ma dire che ne sono rimasto profondamente rammaricato e amareggiato significa solo addolcire la pillola.
Andando a teatro Lei, implicitamente, incoraggia simili scempiaggini, anche se, personalmente, detesto le lacrime facili pucciniane. Il Suo sgomento è forse proprio lo scopo cui mirano codesti campioni della regia. Ma forse, in quest'epoca barocca, al pubblico piace sentirsi scandalizzato. Io, al teatro d'opera, non vado più da anni e anni.
Non andare a teatro è, nei fatti, la scelta che molti appassionati, anche tra i miei conoscenti (giovani e non), hanno preso o stanno iniziando a prendere. Personalmente non credo che l’abbandonare il mondo del melodramma sia una soluzione. Negli anni (e, nonostante l’età non mi consenta di vantare una lunga esperienza, ho comunque 8 anni di frequentazione alle spalle) ho avuto modo di osservare ed apprezzare, qui a Torre del Lago, rappresentazioni davvero ben fatte, alcune anche spettacolari (penso, per esempio, alla Turandot del biennio 2017/2018 o a quella del 2019, ma non solo) … credo che la cosa migliore da fare (ed è quello che farò d’ora in avanti) sia informarsi, prima di acquistare i biglietti, sul regista in genere: chi è, qual è il suo pensiero riguardo alla messa in scena e quali sono stati i suoi lavori precedenti. Ovviamente questo è solo un mio pensiero o, meglio ancora, una scelta dettatami dal fatto che respirare l’aria del teatro di tanto in tanto mi è indispensabile.
Non ero presente alla protesta di Veronesi, ma ho assistito all’ultima messa in scena di Bohème al Pucciniano il 10 agosto. Essendo molto affezionato all’opera è naturale che certi bruschi cambiamenti attuati nei primi tre quadri mi avessero fatto storcere il naso, ma fino alla fine sono più o meno riuscito a godermi la rappresentazione. Fino alla fine, in cui un finale tanto toccante quanto drammatico, finale che è bello proprio perché estremamente naturale, è venuto completamente mandato allo sbando per dare vita a una sorta di protesta ambientalista. Al posto di vedere la povera Mimì spegnersi fra le braccia dell’amato e circondata dai pochi amici di sempre, devo vedermi uno stormo di comparse invadere la soffitta degli artisti quasi per “profanare” Rodolfo, lasciando morire Mimì da sola; senza nessuno. Qui non si tratta solo di intuizioni che possono piacere o no, qui si tratta di un dramma che non è quello scritto da Puccini, Giacosa ed Illica: e che a mio avviso, almeno per quel che riguarda questo finale, quasi non merita di chiamarsi Bohème.
A un di presso, è quello che fanno certi neo-ambientalisti che esternano il loro disagio personale, contrabbandato per ambientalismo, imbrattando i monumenti. Tuttavia, almeno, questi ultimi non vantano pretese creative e culturali.@@mattiadellamico888
@@mattiadellamico888 sono d'accordo con te...il finale è ciò che ha completamente distrutto l'opera.
L'altroieri RAI3 ha trasmesso, dall'Arena di Verona, un Barbiere di Siviglia tra le siepi rotanti (letteralmente!) davvero inconcepibile ed inguardabile... 😖
Erano quelle di Goldrake: Siepi Rotanti!
Grazie
Questi registi sono un vero flagello per la lirica. Decontestualizzano la trama è la musica. Io non vado più all’opera.
anche certi direttori sono un flagello della lirica (e non solo)
Verissimo.
Parlo da wagneriano "feroce" : ho visto a Bayreuth cose rivoltanti ... ll Lohengrin di Neuenfels , il Ring di Castorf, il Parsifal di Schlingensief, e quest'anno il Ring di Schwarz e il Tannhäuser di Kratzer. E posso garantire che c'è dissenso tra il pubblico...Non a caso anche adesso si trovano ancora biglietti on line sul sito del Festival...Fino a dieci anni fa per entrare al Festspipelhaus occorrevano attese bibliche ...Non si tratta di rimpiangere fondali dipinti ed elmi di cartone, ma almeno sarebbe importante che cio' che si vede non stravolgesse il significato di un'opera, cosa che invece accade sempre piu' spesso ...
Ich bin auch ein Wagner-Fanatiker aber nahm nie an einer Vorstellung in Bayreuth teil. Die Frage ist: warum ins jeneTheater eintreten und so viel ausgeben, insbesondere wenn die Inzenierungen solcher schlechten Qualität sind? Vielleicht hören diese Monstrositäten auf, wenn niemand ins Theater mehr geht. Nicht wahr? Herzliche Grüße!
Forse non avete mai visto il Parsifal di Nitsch... Un orrore, per non usare altri termini
Rispetto al gesto del Maestro Veronesi non mi esprimo, ma chi è dell’ambiente “sa”!
L’importante non sono regie tradizionali o attualizzante (o chiamate “moderne”) … esistono solo regie belle e regie brutte; se un regista è intellettualmente onesto difficilmente lo spettacolo “non funziona”.
Grazie.
Grazie mille!
Maestro basterebbe rifarsi alle regìe di Visconti, semplicemente e vivere di rendita. Visconti era un perfezionista ma anche un diplomato di violoncello e quindi la musica la conosceva e quindi era di fatto un capocomico così come il rimpianto Cantelli. Purtroppo sono intervenuti i "registri" di professione e sono anche piuttosto "invadenti". La ringrazio e la saluto. v.v. -:)
Io non mi ritengo (ancora) anziano, ma queste regia che vogliono attualizzare non le sopporto. Se so che mi fanno La Traviata ambientata negli anni '60 del novecento o una Boheme con i personaggi vestiti da paninari evito di andare a vederla. Peraltro l'ambientazione è più o meno esplicitata nel llibretto (non è che le opere scritte nell'800 sono ambientate nell'800 come sappiamo), non vedo perchè modificarla. Per non dire poi di quando la regia va per i fatti suoi senza seguire le parole: se il parlato mi dice "sali le scale" (faccio un esempio) e la scala non la sale nessuno o neppure c'è in scena, c'è qualcosa che non va. Ci deve essere attinenza tra quello che viene detto e quello che viene rappresentato in scena!
Completamente d'accordo e disamina perfetta 👍
Grazie. Spero apprezzerà anche la seconda parte.
@@Vito_Lo_Re certo che sì, piano piano guarderò i suoi video, davvero piacevoli e spiegati senza complicazioni intellettuali fini a se stesse 👍
Grazie. Mi raccomando l'iscrizione al canale! @@poncione
Video su una questione interessante. Non si creda però al figlio dell’oncologo che fa l’indignato verso le regie di sinistra: è solo un modo per accreditarsi verso il governo attuale, sperando di rastrellare ruoli e prebende…in passato il tizio ha sempre cercato e fatto carriera per ‘aderenze’ politiche (fino a poco tempo fa era piddino, poi calendiano, ora fratellino italico…Franza o Spagna purché se magna…). Chi è un minimo nell’ambiente sa…
Ho appena visto una messinscena del 1997 in Francia della Medea di Cherubini, capolavoro non ancora riconosciuto sufficientemente, in cui già dall' ouverture si presentano due ballerini che mimando il gesto del violinista distolgono totalmente l'attenzione sulla tragicità delle note del maestro fiorentino, quasi ridicolizzando il tutto. Molto discutibile e imbarazzante a mio parere.
La messinscena, in abiti da rivoluzione francese anziché da tragedia greca, per il resto non è male, tutt'altro, ma quell' esordio chiede vendetta...
In molti casi si fa una vera e propria gara verso il peggio possibile.
Su Sky Classica, Ernani. Ho rinunciato a vederlo. Una regia per dirla alla Fantozzi con i 92 minuti di applauso.
👍👍👍
Se si cambia la scenografia, è dunque non importante? In tal caso si potrebbe fare un concerto senza di essa.
Se invece è importante, si potrebbe mantenere intatta cambiando però la musica? Magari eseguendo "Le nozze di Figaro" in rap... tanto le rime ci sono.
O forse scenografia e musica sono un perfetto connubio che da vita ad un'esperienza unica da parte dello spettatore, che lo porta indietro nel tempo, fuori dalla realtà, il tutto coronato da sentimenti incredibili... visivi e uditivi... che solo l'opera può offrire?
E' vero che questa forma d'arte ormai è statica poiché siamo rimasti ancorati a quei quattro capolavori classici che tutti conoscono e ci guardiamo bene dal favorire la produzione e l'esecuzione di nuove opere (che in questo caso, potrebbero essere in stile moderno e attuale), ma questo non giustifica il deturpare un'opera classica che deve necessariamente avere una scenografia in stile con la musica, perché ogni tipologia musicale deve avere il suo contesto.
Buongiorno, tralaltro opere nuove ( e valide) ce ne sono...ma non vengono allestite. ( non so perché).Io ho suonato in un'opera di Lorenzo Ferrero, "Mare nostro", gradevolissima che mischia classica, pop e jazz. Inoltre ho visto due bellissime opere di Laurent Petitgirard ( sono su UA-cam)"Joseph Merrick dit Elephant man" e "Guru" . La prima la considero un capolavoro
@@claudiapane5857 non vengono allestite perché interessa solo "il nome" per vendere biglietti... ormai non facciamo arte, bensì i "jukebox". Per cui l'unico modo che hanno di portare un po' di innovazione è quello più sbagliato, o sia quello discusso.
@@elius9538 Difatti...
Caro Maestro, è un gran piacere e molto istruttivo ascoltarla- amo ogni genere di bella musica, in particolare la lirica, in particolare il"bel canto"- sarei lieto che ella trattasse delle varie corde d'Eli cantanti e della evoluzione del gusto e della tecnica- i nostri grandi maestri di canto hanno ceduto il campo agli stranieri?
Ho dedicato un video ai vari tipi di soprano. Parlerò ancora sicuramente in futuro della vocalità.
Ci parli anche della vocalita' tenorile, che ha una galleria di illustri da Caruso e la sua modernità,sino agli ultimi veramente grandi, Del Monaco, Di Stefano, Corelli con tutto il ridoetto per Domingo( tenore) Carreras,Bergonzi, Pavarotti, Pavarotti 1:52 , Florez..... ( ho dimenticato Gigli)...
😂😂
Alcuni anni fa andai al san Carlo di Napoli per vedere il Don Carlo di Verdi. Dovetti chiudere gli occhi molto spesso per evitare la violenza della regia su di me e sulla musica stessa
Tosca 29 luglio, Arena di Verona. Al pastorello del terzo atto viene messa una canna da pesca in mano e un cappello alla Sampei. Scoppio a ridere con discrezione, ricevendo sguardi di riprovazione dagli spettatori intorno a me, ignoranti come capre.
Regia di Hugo De Ana? Ho il dvd del 2003, con Raimondi come Scarpia e la Cedolins come Floria... Quel pastorello trasformato in pescatore mi ha sempre fatto storcere il naso
…oppure i registi (alcuni non tutti) spostano le persone del coro senza tener conto delle varie sezioni canore (bassi baritoni tenori etc.) creando una grande confusione sonora
Verissimo.
La questione è sicuramente complessa e va sicuramente al di la' dello spazio di un post. A me sembra piuttosto che attualmente ci sia il problema inverso, ossia vedo una preoccupazione da parte delle direzioni artistiche nell'allestire spettacoli tradizionali. La preoccupazione è probabilmente quella di essere tacciati di passatismo dalla critica o di non apparire sufficientemente impegnati o progressisti. Penso anche che, molte volte, allestimenti non tradizionali rappresentino un'ancora di salvezza dato che la mediocrità del regista apparirebbe molto più evidente in un allestimento di tipo tradizionale che possa essere paragonato al ricordo di grandissimi registi del passato come Strehler o Visconti. Un allestimento decontestualizzato toglie se non altro i termini di paragone...e limita il disastro😂
Vero è che alcune regie in chiave moderna se fatte da registi di talento (Es Luca Ronconi o Damiano Michieletto) realizzate con rispetto nei confronti del compositore hanno funzionato e anche molto bene aggiungendo elementi della sensibilità moderna senza alterare i contenuti dell'opera. Questo però IMHO rappresenta più l'eccezione che la regola.
Il vero problema è che gli spettacoli “tradizionali” sono molto più costosi.
Costumi d’epoca e scenografie storiche sono terribilmente dispendiose sia come produzione sia come manutenzione.
Il regista coerente deve conoscere il canto la musica il testo lo spartito. In'opera non ha bisogno di simboli .
Gli spettatori cercano conferma nella cosidetta "tradizione" pensano che la Nike di Samotracia non starebbe beene con il tailleur
Il tema vero non è mai l'attualizzazione, bensì le regie "antiteatrali" che forzano intere scene di un'opera (ma accade anche nel teatro non musicale) per "appiccicarci" cose che non c'entrano niente o addirittura contrastano con il significato della scena stessa; 30 o 40 anni fa erano di gran moda i tentativi di "lettura psicologico-simbolica", oggi mi pare prevalgano le interpretazioni di segno socio-politico, con tanto di riferimenti alla questione migratoria o alla crisi climatica. Il risultato è che la regia anziché rappresentare l'opera per quello che è (vivificandola) la sovraccarica di simboli (quando va bene) oppure addirittura usa l'opera lirica come veicolo per comunicare messaggi che sono cari al regista o all'ambiente culturale dal quale il regista proviene (o da quello da cui si vuol far notare)... Ovviamente c'è anche una parte di pubblico che non sopporta di per sé l'attualizzazione di un'opera perché fondamentalmente va a teatro, a vedere un'opera lirica, con la stessa mentalità con cui si va (o magari si andava) ai musei e pretende la "museificazione" del melodramma, quindi se non ci sono le crinoline in Manon Lescaut o gli elmi cornuti in Siegfried 😆 allora resta delusa... Però secondo me il problema dei registi che fanno strame dell'azione teatrale, spesso per infantili manie di protagonismo o perché convinti di dire qualcosa di più importante dell'opera stessa, è diventato davvero molto grave.
È la ragione per la quale non vado più all'opera. Meglio un DVD o un CD di un'edizione ben diretta. Veronesi ha fatto bene. I nuovi registi non hanno idee.
Posso dire la mia da novizio e ignorante dell' opera?
Devo ringraziare molto questo canale, perché mi sta facendo appassionare.
Per ora ho visto solo due opere dal vivo, una traviata in un piccolo tetro provinciale e l' Aida all' Arena di Verona.
Io non capisco nulla, ma tra i due ho preferito decisamente la regia provinciale, perché tradizionale.
L' Aida all' arena mi ha deluso, questa enorme mano dietro il palco, questi scenari ipermoderni, questi antichi egizi con vestiti argentei da futuri astronauti da filmetto di quarta categoria non li ho capiti.
Sinceramente, da novizio, delusione totale
Domanda per gli esperti: come posso sapere, quando prenoto, se ci sarà una scenografia tradizionale o attualizzata?
Vorei andare a vedere qualche opera, ma vorrei conoscerle nelle loro ambientazioni originali per ora.
Grazie
Secondo me qualche variazione e/o attualizzazione ci può stare, ma bisogna saperlo fare. Attualmente sembra che si voglia solo ed esclusivamente provocare, invece le scelte registiche devono avere una motivazione. Quello che viene criticato è il pasticcio che viene fuori, non la scelta alternativa. Ricordo una Tosca oscena senza senso in cui il pastorello lecca in maniera quasi lasciva un lecca lecca che poi spacca con rabbia (?!?!). Eppure un Elisir d'amore in spiaggia funzionava molto bene.
Doveva essere quello di Michieletto. Anche a me è piaciuto, non mi pronuncio sulle sue altre regie
L’attualizzazione delle opere è la cartina tornasole di un fatto ben più tragico: mancano opere nuove. O meglio, non c’è spazio per le nuove composizioni. Si preferisce fare la milionesima Traviata con qualcosa di diverso per distinguersi dalle 999.999 precedenti piuttosto che investire sul nuovo, viziando un pubblico di per sè già tradizionalista, creando un corto circuito: stesso pubblico che vuole vedere sempre le solite opere, e che ogni tanto si azzarda a vederle leggermente “diverse” per illudersi di essere al passo con i tempi.
Vero ma la situazione delle nuove commissioni è estremamente complessa.
@@Vito_Lo_Re Farai mai un video a riguardo? Sembra essere un tema interessantissimo, soprattutto per chi (come me) guarda questo mondo solo dall'esterno
@@TobyHonest420 Perche no? Ho tanti video da fare ma mi sembra un argomento interessante.
@@Vito_Lo_Reè complessa qui in Italia, per un semplice motivo: Verdi e Puccini sono stati il nostro vanto la nostra ID card all’estero per oltre un secolo, ma sono stati anche la nostra condanna. Ci siamo seduti tranquillamente sugli allori e intanto il mondo andava avanti.
@@Vito_Lo_ReNon vedo l'ora! Anche perché senza conoscere dinamiche del genere diventa molto difficile capire certe tendenze artistiche della musica d'oggi (come per esempio la quasi totale assenza di nuove opere, oppure la grandissima influenza che la regia ha oggi - tema che hai toccato di sfuggita quando hai parlato dei direttori artistici dei teatri, una figura professionale alla quale francamente non avevo mai pensato). Spero che col tempo riuscirai a schiuderci questo mondo da dietro le quinte
giustissimo perfino io da persona di sinistra direi che non si infilano simboli politici dove non è il caso 😂😊
Lei ambienterebbe i Promessi Sposi nel Far West? Io no. Penso che Manzoni si rivolterebbe nella tomba. Grazie per la risposta. Luca
Io no. Lo farebbero in molti, però.
@@Vito_Lo_Re Distruggono la cultura. Infatti la gente (che non qualifico) guarda il festival di Sanremo. Cosa assurda e da annientare 😊😊😊
Visto su yt i bambini di NORMA giocano con trenino di legno
In una regia d'opera personalmente aborro tutto ciò che si discosta, sia pure leggermente, da ciò che è scritto nella partitura e nel libretto, ovvero da ciò che volevano gli autori. Dovrebbero istituire il reato di vilipendio di opera d'arte, perché di questo si tratta. Del tutto assimilabile a chi tira una martellata alla Pietà di Michelangelo. Se un regista vuole dare libero sfogo al suo estro, allora che se la scriva da solo un'opera lirica e poi gli faccia la regia. Qui parliamo di opere d'arte di ciclopica statura i cui autori purtroppo non ci sono più e non si possono difendere... ma soprattutto non c'è chi li difende. Pertanto ciò che è stato scritto dev'essere rispettato alla lettera, senza neppure la minima modifica. Ma davvero qualcuno pensa che si possa far meglio di quanto è stato scritto... ???
E ovviamente ciò riguarda anche le libertà che qualcuno si prende sulla musica, inserendo per esempio un do di petto😮 là dove non è mai stato scritto. Oppure facendo tagli che l'autore non ha previsto. Evidentemente la parola "Rispetto" ha perso di valore.
Io non sono così drastico ma di certo una maggiore attenzione non guasterebbe.
@@Vito_Lo_Re Io penso che ci sono cose in cui non si possa non si debba essere accomodanti.
Dobbiamo sempre metterci nei panni degli autori meravigliosi... ma che oggi non ci sono più e non si possono difendere. Io so che erano molto rigorosi e facevano bene ad esserlo. Già hanno dovuto sopportare gli affronti della censura era dell'epoca. Perché fargli sopportare post mortem il nostro libertinaggio ???
Ma quando dirige male Veronesi(molto spesso) i registi si mettono i tappi alle orecchie? Perché dopo tutto dovrebbero.
Ho visto 50 anni fa una Butterfly dove il bimbo mangia corn f. E
E . Aveva maschera di topolino, ciò ciò san vestita all' americana
È un'eresia stravolgere le opere in maniera così barbara , certe volte 👎
Fosse solo la regia teatrale... Anche la direzione musicale oggi è troppo "sbrigativa", col direttore che è ridotto a metronomo.
Hai fatto una fotografia (anzi una radiografia) di quello che succede... io meglio che sto zitto perché se ne vedono do cotte e di crude. Inoltre nel bel canto si possono cantare solo le vocali e quindi c'è una dilatazione temporale della parola (a vantaggio della musica e relativi virtuosismi che si possono sentire nelle arie, cabalette ecc). Insomma quello che proprio non sopporto sono i registi che pensano sia 'il loro show' e che tutti, a cominciare dal direttore d'orchestra, debbano stare a 'disposizione' del regista. Cari registi, non ci scordiamo che siete voi gli ospiti nel mondo del teatro musicale e non viceversa. Quindi state servendo il compositore ed il librettista e non una sceneggiatura alla quale avete messo mano voi.
Parole sante.
Ma il Maestro Veronesi ha veramente diretto bendato? per non vedere la regia .Che cattivo gusto e oltretutto dimostra di non avere ricevuto quella che nella mia infanzia veniva chiamata semplicemente buona creanza. Non ha l'assetto di un pianista e si butta sullo strumento. Mi chiedo come faccia a passare l'opera con gli artisti. Credo che anche questa volta è la Musica la vera vittima. Non entro nel merito della querelle e del resto neanche degli avvenimenti che lo hanno coinvolto. Perché dovrei? Oggi caro Maestro credo di avere esaurito tutta la Sua pazienza con i miei commenti che ovviamente lasciano il tempo che trovano. Frase fatta mi dispiace . La saluto e la ringrazio. Con stima e simpatia. v.v. -:)
La prego: commenti tutto ciò che vuole le volte che vuole. Mi fa solo piacere.
Se un direttore d'orchestra accondiscende a questi giovani pseudo registi è solo perché o non ama l'opera oppure deve scendere a compromessi altrimenti non può più dirigere.
È impossibile approvare la totale mancanza di rispetto verso gli autori da parte di questi registucoli in cerca di notorietà.
La funzione del direttore oggi è sempre meno importante. Non sceglie lui i cantanti né i registi. Consiglio la live di domenica pomeriggio per approfondire meglio questi passaggi.
E che dire dello scempio della Turandot del San Carlo di sabato 9 dicembre????😢😢😢
Chi invoca il realismo parlando di melodramma è bene che torni a scuola
Il problema parte a mio.modesto.parere sono le sovraintendenze....nella scelta del regista ....conosco le tebdenze che hanno ....ed eliminare certi avanguardisti che distruggono un capolavoro ...vi è qualcuno forse che modifica ..i promessi sposi o la divina commedia ...?no ..perchè l opera si ...anche i cantanti prima di firmare un contartto dovrebbero informarsi ..se devono far l elisir d amore su una spiaggia in costume ....l ho vista io in tv ...l unica cosa bella le gambe della soprano ...poi ho camvmbiato canale ..povero Donizzetti ...
Il regista non è scelto dal Sovrintendente ma dal Direttore Artistico. Le consiglio di guardare la live che abbiamo fatto con Corinne Baroni sull'argomento.
La ringrazio ..sarà mia cura seguire il suo consiglio ...un caro saluto
Finché non si ridará al direttore d orchestre il potere che aveva , finché i cantanti accettano questi schifi ( la grande Renata Scotto o la Kabaivanska hanno sempre rifiutato di cantare in allestimenti non idonei, tra le altre ), finché la politica da il La , e finché il pubblico non tira i pomodori marci come si bei tempi , questi pseudo registi avranno sempre manforte . Si può innovare , modernizzare e pure rendere l opera piu fiabesca , ma il cattivo gusto no.
D’accordissimo.
@@Vito_Lo_Re Ricordo a questo proposito una bellissima Bohème appunto al teatro del Giglio di Lucca , credo che dirigesse il grande Massimo De Bernart , con una scenografia meravigliosa , uno spaccato di casa delle bambole in cui si vedevano tutte le stanze e le scale , molto suggestiva , oppure una Turamdot che feci per anni a Torre del Lago , senza scenografia con costumi spaziali , Turandot con i capelli d' oro fino a terra , e movimenti scenici che ricordavano le ombre cinesi , solo la luna veniva issata dal lago , all epoca una granitica e possente Ghena Dimitrova o Giovanna Casolla ( che si svenne all entrata della sua aria una volta ), ma allora il direttore sovrastava tutto e tutti.