Intervista a Tiziano Incani, l'inventore del Bepi

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  • Опубліковано 12 вер 2024
  • Tiziano Incani e il suo Bepi sembrano una versione amena del Dottor Jekyll e di Mr Hyde oppure una riproposizione reale del personaggio di Venom della Marvel Comics. Più prosaicamente il Bepi è l’intuizione originale di un trentenne artista di Rovetta (appunto Tiziano Incani, da quest’anno nel club dei cinquantenni) che ha saputo individuare, capire e progressivamente alimentare un bisogno di cultura popolare di molti bergamaschi. Oltre 20 album in vent’anni di carriera con brani iconici che hanno cresciuto una generazione: “Coston Beach”, “Kentucky”, “Motosega” e “Falco Saoldèl”. Come per Davide Van De Sfroos al Bepi va riconosciuto il merito, non secondario, di aver dato una nuova dignità ai dialetti del Nord, cantandoli senza essere troppa melassa folkloristica e ripercorrendo nei testi una dimensione possiamo dire antropologica. Ogni tanto Tiziano Incani (che oltre ad essere un cantautore è anche scrittore e conduttore televisivo) è assalito da pensieri disfattisti che lo vogliono allontanare da questo suo mondo. “Forse questi pensieri così disfattisti non sono - precisa -. Magari liberandomi del Bepi vado a star meglio. Magari domani divento un coltivatore di mele e scopro che sono molto più felice che non a fare il rocker di Rovetta, nomea che porta in sé una punta di ironia, un po' come dire cantante di ‘póer màrter’ (poveri martiri, ndr.)”. In ogni caso si augura un avvenire sereno. “Se poi - conclude - sarò sereno cantando ancora oppure coltivando mele, chiaramente mi auguro di stare bene al mondo, e non essere uno di quelli che si chiede con le mani a coprire il volto ‘fói pò mé ché’ (cosa ci faccio io qui?, ndr.)”.
    Una produzione www.socialbg.it

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