Il professor Lusio racconta: Marcel e la Recherche. Amore tossico e La Prigioniera
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- Опубліковано 5 лис 2024
- Dopo esserci lasciati alle spalle la parte centrale della Recherche, ha inizio l'ultimo blocco narrativo, quello più noto e anche il più intimo e profondo descritto da Proust che, mai come in questo quinto volume mette sotto processo se stesso, nella sua incapacità di aver saputo iniziare prima a mettere in piedi la sua opera, ma anche il modo tossico in cui ha gestito la sua vita sentimentale, attraverso la convivenza apparentemente idilliaca ma in realtà soffocante e tossica del Narratore con Albertine, la fanciulla in fiore di Balbec, l'essere sovrannaturale che si ritrova costretta a dibattersi tra le quattro mura di un'esistenza borghese e tradizionale.
Analisi di una relazione tossica, ma anche analisi cruda della reazione egoista di un uomo che non vuole lasciarsi sfuggire la sua donna, anche se non la ama davvero, in un'epoca in cui le donne stanno iniziando a riappropriarsi di se stesse e ad autodeterminarsi.
Ultimo volume sul quale Proust lavorò più assiduamente poche ore prima della sua morte, "La Prigioniera" è il disperato grido di rimpianto di un uomo che non ha saputo vivere abbastanza. Capitolo finale, ma non messo alla fine, in modo da permettere alla vita e al tempo di fare pace negli ultimi due volume di questa epopea.
Bibliografia
"Alla Ricerca del Tempo Perduto 5. La Prigioniera" di Marcel Proust: amzn.to/4cIcg0z
"Marcel Proust" di George Painter: amzn.to/3T5IhIN
"La colomba pugnalata" di Pietro Citati: amzn.to/4dHD3eD
"Il vento attraversa le nostre anime" di Lorenza Foschini: amzn.to/4g25lC4
Iconografia
Marie Finaly (Albertine "fanciulla in fiore"): medias.gazette...
Marie Nordlinger (Albertine amica e confidente): lh4.googleuser...
Alfred Agostinelli: (Albertine prigioniera): i.gr-assets.co...
"Veduta di Delft" di Vermeer (ultima visione di Bergotte): upload.wikimed...
Maria Sofia delle Due Sicilie: upload.wikimed...
Whislist di Amazon: www.amazon.it/...
Facebook: / lusioefp
Anobii: www.anobii.com...
Instagram: / lusiomilosa91
Grazie per questa splendida ed interessantissima video lezione. Grazie Prof. Lusio
Grazie per questa lezione: devo confessare che qui mi incagliai come una barca su uno scoglio: circa quaranta anni fa, la mia avventura con Proust si arrestò con questo romanzo.
Devo dire che ero molto sensibile (adesso più di prima ma l'esperienza mi aiuta) e mi sentii soffocare fisicamente come una che sta per affogare: questa la sensazione provata leggendo questo romanzo e non è che anche con gli altri, per immaturità e mancanza di strumenti di comprensione, fosse stato facile leggerli😅.
Ma adesso mi sento preparata.
Grazie professore ❤.
E' vero, questo è il più impattante a livello emotivo tra tutti i romanzi che compongono la Recherche, a maggior ragione se si è particolarmente sensibili a determinate dinamiche di coppia. Non nego che anche io, in alcuni punti, mi sono sentito tirato in ballo.
Spero che per te la rilettura, o per meglio dire, in questo caso, lettura, sia meno dolorosa ☺😉
❤
😄💙
Grazie per questa bella spiegazione! Sì è vero che il narratore è geloso ma è anche consapevole che non avrà mai la bella e sportiva Albertine tutta per sé. In fondo Albertine è sì prigioniera ma ciò non le impedisce di andare in giro tutto il giorno con le amiche o con l'autista..... e il narratore resta a casa a curare i suoi innumerevoli malanni.... C'è una leggera nota ironica in Proust...non trovi? Un'ultima cosa: quel che mi affascina nella Ricerca è che la gran parte dei personaggi non lavora praticamente mai, anche il narratore infine, si limita a scrivere un articolo su Le Figaró, insomma il problema denaro praticamente non esiste...... beati loro! Grazie mille per questa bella lezione!
E' vero, la prigionia di Albertine si svolge prevalentemente nella mente del Narratore. La stessa Albertine sembra esserne consapevole e pare assecondarlo, il più delle volte. Il fatto che sia lei a prendere e andarsene è indici di quanto il vero prigioniero sia sempre stato solo il Narratore.
Interessante la riflessione sul lavoro. Io tendo a vederla in due modi: prima di tutto, raccontare il mondo del lavoro non è nell'interesse del Narratore/Proust che, alla fin fine, tocca l'argomento in maniera casuale, senza dargli troppa importanza; quindi, il lavoro c'è ma non viene raccontato; non dimentichiamo che conosciamo lavoratori come il dottor Cottard, lo scrittore Bergotte, il pittore Elstir, lo stesso violinista Morel; sono, per la maggior parte, lavori che si concentrano sull'arte, con la sola eccezione di Cottard, ma sono pur sempre lavori; oppure abbiamo il gruppo dei lavoratori umili, dal sarto Jupien e sua nipote, ai vari impiegati dell'hotel di Balbec. Il lavoro c'è,le persone lavorano, ma non si parla mai di loro nel loro lavoro, ma di loro come individui del mondo.
Oppure, cosa molto più concreta, il lavoro non c'è perché il Narratore/Proust racconta di un mondo aristocratico, formato da nobili che vivono di rendita e che non hanno bisogno di lavorare.
@@Lusio1991 Sono d'accordo! Più che altro la mia riflessione sul lavoro era una forma di puerile invidia per l'alta borghesia della Belle Epoque, così benestante, colta e raffinata, la stessa della Morte a Venezia e della Montagna incantata!! Grazie mille per la risposta 😉
@@elisabettaprivitera6351 grazie a te per la riflessione 😄